La clamorosa evasione dal carcere di Stasi. La "prodezza": come è riuscito a fuggire
Alle 13, ora della conta, ci si accorge che nel "carcere modello" di Bollate, quello che ha appena accolto Alberto Stasi, c'è qualcosa che non torna. Nel dettaglio, non tornano i numeri: un detenuto è scomparso. Si tratta di Predan Zonic, 52 anni, origini serbe, evaso lunedì dal suo reparto, il numero 7. L'uomo avrebbe imboccato il lungo corridoio che separa le celle dagli spazi destinati dalle attività e, come racconta Il Giorno, avrebbe raggiunto il muro di cinta. Poi, il mistero. Insomma, Zonic, senza minacciare nessuno avrebbe eluso la sorveglianza interna per poi superare un cortiletto di passaggio, quindi si sarebbe infilato in un cantiere interno al penitenziario. L'ipotesi è che si sia accodato a un camion dello smaltimento dei rifiuti in uscita, il veicolo che gli ha permesso la fuga. Dunque, l'evasore si è dato alla macchia. Il serbo era a Bollate dallo scorso settembre (fu trasferito da Vigevano) per una violenza sessuale. Incredibile il fatto che abbia scelto di evadere a soli quattro mesi dal termine della pena: ad aprile, infatti, sarebbe stato un uomo libero. "Non si tratta della fuga organizzata di un criminale pericoloso, ma del colpo di testa di un detenuto a fine pena - spiega Massimo Parisi, direttore del carcere di Bollate -. Un'evasione assurda, un gesto anche per noi inspiegabile. Stiamo cercando di capire ogni aspetto di questa vicenda, probabilmente - ha concluso - ci sono motivi familiari dietro la fuga".
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