Massimo Bossetti alla camera ardente di suo padre Giovanni: 50 minuti di lacrime tra i parenti
Cinquanta minuti di dolore e lacrime nella camera ardente dell'Hospice di Bergamo. Tanto è stato il tempo concesso a Massimo Giuseppe Bossetti per salutare il padre Giovanni, morto a 73 anni dopo una grave malattia aggravata, secondo i famigliari, dalla vicenda giudiziaria che ha travolto l'operaio di Mapello. Bossetti, in arresto dal giugno 2014 con l'accusa di aver ucciso la 13enne Yara Gambirasio, è stato scortato da sei agenti fuori dal carcere di via Gleno. Arrivato alla camera mortuaria verso le 11 di domenica mattina, i cronisti lo descrivono "leggermente appesantito" ma soprattutto distrutto dal dolore. Ha abbracciato a lungo la madre Ester Arzuffi, la sorella gemella Laura Letizia (insieme al marito Osvaldo Mazzoleni), il fratello minore Fabio con la moglie e gli altri parenti accorsi per salutare l'anziano, scomparso a Natale. Nell'ultimo mese a Bossetti ha ottenuto due volte il permesso di fare visita al padre in ospedale. Secondo i periti dell'accusa, il padre naturale di Bossetti non sarebbe Giovanni ma Giuseppe Benedetto Guerinoni, autista di pullman scomparso nel 1999. "Siamo figli di Giovanni Bossetti - hanno sempre ribadito Massimo Bossetti e la sua sorella gemella Laura Letizia -. E siamo fieri di esserlo. Noi figli porteremo al collo una catenina con l'immagine di nostro padre".
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