La conquista del Polo nord: Usa e Russia si contendono i ghiacci ricchi di petrolio
Grandi manovre nell'Artico. La regione ghiacciata è ricca di petrolio e gas naturale (si stima il 22% dei giacimenti non ancora sfruttati), oltre a nichel, rame e platino. Alcune delle nazioni che si affacciano sul Mar Glaciale Artico: Danimarca, Norvegia, Canada, Russia e Stati Uniti, si sono divise nel 2008 parte della regione ghiacciata, ma rimane, più a nord, ancora un vasto territorio che è terra di nessuno. Qui si concentra l'attenzione di Russia e Stati Uniti, entrambi interessati alo sfruttamento dei giacimenti, ma non solo. Infatti sembra che il mare sia ricco di pesce e lo scioglimento dei ghiacciai potrebbe permettere l'avvio di nuove rotte navali molto più rapide delle attuali. Un ghiotto boccone economico- commerciale nel complesso. Le manovre di accaparramento del polo sono iniziate da entrambe le parti.
La Russia - Putin ha presentato una rivendicazione di sovranità all'Onu, basata su una ricerca geologica, secondo cui attraverso la dorsale Lomonosov, sotto il mare, la piattaforma artica è collegata senza interruzioni al continente siberiano, di cui ha la stessa struttura geologica: quindi questo territorio è russo a tutti gli effetti. Come la Crimea. Inoltre Gazprom è stata mandata trivellare in quella zona.
Gli Usa - La risposta statunitense non si è fatta attendere. Obama è stato in visita di recente in quella regione e ha deciso la costruzione di due nuove navi rompighiaccio. Inoltre anche compagnie petrolifere americane sono state inviate sulla piattaforma artica. Preoccupate per il movimentismo russo, Canada e Danimarca hanno inviato contingenti militari specializzati ai confini e gli americani hanno potenziato il proprio insediamento. Mentre basi di spionaggio e di intercettazione sono sorte negli ultimi tempi approntate da tutti gli stati coinvolti.
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