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lunedì 10 agosto 2015

Riforma pensioni e reddito minimo: Renzi e Padoan, piano spericolato

Legge di stabilità, il piano di Renzi e Padoan: riforma delle pensioni, reddito minimo e sconto all'Europa




Da una parte la riforma delle pensioni e il reddito minimo garantito. Dall'altra l'abolizione dell'Imu. E sullo sfondo, la richiesta di un nuovo sconto a Bruxelles dello 0,5% del Pil e il rinvio di un anno del pareggio di Bilancio. Sono questi i pilastri della prossima legge di Stabilità a cui stanno lavorando il premier Matteo Renzi e il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan. Come ricorda anche Repubblica, le insidie sono molte, a cominciare dalla proverbiale coperta corta che rende difficoltosa la ricerca di coperture, Per tagliare la tassa sulla prima casa servono 5 miliardi, le clausole di salvaguardia per non far aumentare l'Iva ne richiedono 12. Senza contare lo scetticismo dei vertici Ue, che più volte nelle ultime settimane hanno ricordato come di sconti all'Italia ne siano già stati fatti, un anno fa, e che difficilmente l'Unione accetterebbe di farne altri. 

Come cambiano le pensioni - Le parole chiave sulle pensioni saranno "alleggerimento" e "maggiore flessibilità", come già suggerito dal presidente Inps Tito Boeri. Il criterio dunque è semplice: chi decide di andare in pensione prima del tempo, avrà un assegno ridotto, probabilmente del 3% per ogni anno di mancata contribuzione. Il governo ora dovrà valutare tempi e soprattutto convenienze, per evitare come sottolinea Claudio Tito su Repubblica un flop come è stato il Tfr in busta paga.

Reddito minimo garantito - Risparmiare sulle pensioni aprirebbe la strada a un'altra misura socialmente ed elettoralmente ben più gradita, il reddito minimo garantito ma solo per gli over 55, scelta volta a favorire disoccupati ed esodati.

Le richieste all'Europa - Servono poi altri 5 miliardi, si diceva, per togliere l'Imu. E qui rientra in gioco l'Europa, a cui Renzi chiederà "flessibilità" nell'interpretazione dei parametri europei e di confermare lo sconto dello 0,4% del Pil accordato lo scorso maggio (per il 2014). I paesi che superano il 60% nel rapporto debito/pil sono chiamati a migliorare i saldi dello 0,5 ogni anno e il governo italiano chiederebbe di limitare il miglioramento dello 0,1%, risparmiando così 7 miliardi. In più, e qui il gioco si fa duro, c'è in ballo il rinvio del pareggio di bilancio al 2018, altri 12 miliardi che resterebbero nelle tasche del governo. 

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