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lunedì 10 agosto 2015

Intervista a Matteo Salvini: "Il nuovo Patto con Renzi? Lo faccio io, a queste condizioni"

Matteo Salvini: il Patto del Nazareno lo faccio io


Intervista a cura di Francesco Specchia 



Oggidì, in quest’estate rovente di riforme mancate, se non fai almeno un «Patto del Nazareno» non vai da nessuna parte. Libero ha proposto il «Nazareno» più logico: Renzi e il centrodestra uniti per le riforme economiche.  E Matteo Salvini - tra un accalorato tweet sull’immigrazione e uno sul Papa - spiazza tutti e raccoglie l’invito.

Salvini, il «Nazareno» lo fa lei?

«Magari non chiamiamolo proprio Patto del Nazareno, che suona male. Comunque, avendo la Lega come priorità il bene del Paese - di tutto il Paese - , l’ideale sarebbe andare al voto. Subito. Ma mi pare che siamo gli unici a volerlo, a questo punto vanno bene anche le alleanze strategiche solo su temi che per noi sono prioritari»

Mi faccia capire: andrebbe a trattare con Renzi?

«Io non mi fido di Renzi...»

E sta bene, ma...

«Ma su argomenti come l’embargo alla Russia, gli studi di settore, la legge Fornero, le tasse, io mi siedo al tavolo con chiunque. Lo dico da un anno e mezzo, fino alla nausea, al punto che mi è quasi passata la voglia. Se domani Renzi, però, mi telefonasse e mi dicesse che le priorità di governo non sono più lo ius soli, o le unioni gay; e parliamo di lavoro e tasse, io prendo la macchina, il treno, l’aereo e vengo giù a Roma, subito. Anzi, guardi, ci vengo a piedi. Il resto non conta».

Però scusi, Calderoli non la pensa così. Ha preparato 513mila emendamenti e ne minaccia altri 6,5 milioni. Su questa storia dell’opposizione alla riforma del Senato, poveretto, ci sta buttando l’anima...

«E fa bene, per carità, nell’ottica di andare subito al voto è la strategia migliore. In Parlamento ci si concentra sui delicati equilibri di voto; ci si preoccupa di dove andranno i verdiniani, i tosiani, i venusiani. Detto questo, io, nella vita reale, non vedo la coda di gente al bar che mi avvicina e mi dice: “Forza Salvini, andate avanti sul Senato elettivo…”, semmai mi fermano perché hanno perso il lavoro, la loro azienda sta chiudendo, sono soffocati dalle tasse».

Libero ritiene che le riforme cruciali siano quelle della burocrazia, del fisco...

«D’accordissimo. Tutto quel che aiuta le nostre imprese che sono alla canna del gas va bene. Io, per esempio, non avrei mai fatto come Berlusconi che sì è giocato il Patto del Nazareno sulla legge elettorale, sulla riforma costituzionale. Adesso il vecchio Nazareno riaffiora con la porcheria delle nomine Rai».

Lo dice perchè siete rimasti fuori dalla lottizzazione?

«No, anzi. Se qualcuno crede di averci inferto un colpo con la riforma Rai lasciandoci senza poltrone, be’ , si sbaglia di grosso. Il fatto di essere rimasti fuori da queste schifezze, invece è per me -le assicuro- un motivo d’orgoglio. Gli elettori vedono e capiscono. E questa mossa, le ripeto, mi fa sempre più diffidare del nostro amato premier»

Torno alle cose serie. È d’accordo per la riforma della giustizia? L’incertezza della pena in Italia produce un danno per i mancati investimenti esteri di almeno 10 miliardi (quella del fisco di più...).

«Ecco, la giustizia è una delle cose che mi fa più incazzare. Siamo noi ad aver insistito con la riforma, ma il Pd ci ha sempre chiuso le porte in faccia. Renzi, specie ultimamente, finge di bacchettare i giudici, ma dopo si ferma: abbiamo scherzato, come la questione delle ferie dei magistrati».

E non le dico dei 70 miliardi di debiti che la PA ha ancora con le imprese.

«Ecco, non me lo dica. Quelo mi dà la misura esatta delle promesse di Renzi. Perciò qui stiamo facendo dei discorsi al limite della fiction».

Vabbè, crediamoci. Renzi con i numeri del Senato ha un grosso problema. 

«E noi siamo qui. Se domani uno come Damiano, o chiunque del Pd al Senato mi parla di portare a 62 anni l’età pensionabile e di togliere le sanzioni alla Russia. O mi propone tutte le cose dette, be’ avrà tutto il sostegno della Lega. Soprattutto, i voti».

Ma, ammettiamo che vada in porto il «Patto»; vi rendete conto che così incasinereste i piani di Forza Italia, gli occulti canali di comunicazione ripresi col giglio magico, le alleanze possibili giocate al rialzo..?

«Non ci sono problemi. I nostri temi sono sul piatto da tempo: flat tax, Russia, Fornero, la cancellazione dell’euro. Con Berlusconi vogliamo fare un’alleanza, ci ho parlato ed è d’accordo su tutto»

Be’, sull’euro non credo.

«Lì c’è un dibattito interno, Berlusconi sarebbe tendenzialmente d’accordo con me, ma si scontra con la metà del partito Forza Italia fatto di pusillanimi che hanno paura anche della propria ombra».

Ciodetto, c’è chi afferma che in realtà FI stia tenendo in vita Renzi. Sennò non si spiega perché vogliono cambiare l’Italicum ma in commissione votano il decreto delegato che disegna i collegi elettorali; o non fanno mancare il numero legale per la riforma della PA. Che ne pensa?

«Che è vero: li stanno tenendo in vita. Mettiamola così: Lega e FI hanno due modi diversi di fare opposizione. Ma ribadisco: se c’è anche una sola speranza di parlare di problemi reali, io vado anche con Gambadilegno».

Renzi ha detto che vuole rilanciare il sud.

«Anche qui: il problema non è mettere la banda larga in Aspromonte, ma l’esercito di dirigenti incompetenti di cui non ci si riesce a liberare, quasi tutti del Pd. I soldi ce li hanno: è che non li sanno spendere. E l’emblema della disfatta del sud sono Crocetta e Marino tenacemente attaccati alle poltrone».

Riassumiamo: la Lega è disponibile al «Patto» a condizione che si parli di: lavoro, di fisco, di giustizia, di Europa..

«...e non oso neanche sperare in un dialogo su immigrazione e sicurezza, avrebbe qualcosa di divino. Ma, se Renzi, per una volta, decidesse di fare la voce grossa con la UE; se prendesse dieci pullman carichi d’immigrati e li portasse a Bruxelles; be’ mi offrirei di guidarne io stesso uno. E se lì si imponesse, gli metterei a disposizione tutti i nostri europarlamentari. Tutti. Ma non mi fido...».

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