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domenica 9 agosto 2015

FELTRI CONTRO IL PAPA: "Basta chiamarci razzisti Caro Bergoglio, dai l'esempio"

Vittorio Feltri attacca Papa Francesco: "Basta chiamarci razzisti, accolga gli immigrati nei palazzi delle curie"




Papa Francesco è intervenuto nel dibattito sull'emergenza immigrazione, condannando duramente chi propone di smettere di accogliere tutte le persone che sbarcano sulle coste europee: "Respingerli - ha detto il Pontefice - è un atto criminale". Il discorso del Papa non ha scatenato le reazioni contrarie dal mondo politico, vedi Matteo Salvini e buona parte dei grillini. Anche Vittorio Feltri è stato vicino a perdere del tutto la pazienza: "Da 15 anni, forse 20, soccorriamo migliaia di sfigati in procinto di annegare, li portiamo qui, li rifocilliamo, li ospitiamo come meglio possiamo in alberghi - spesati di tutto punto - e in altre strutture a costo di irritare al massimo i connazionali, e per tutto ringraziamento alcuni stranieri - aggiunge Feltri sul Giornale - insoddisfatti del vitto curato da Carlo Cracco, scaraventano i piatti colmi di cibo fuori dalla finestra". Dal Papa Feltri si sarebbe aspettato almeno una benedizione per gli italiani, visto che lo stesso Vangelo dice di "dare da mangiare agli affamati e da bere agli assetati".

Il consiglio - Che si riferisse agli italiani, secondo Feltri, ci sono pochi dubbi, visto che il Papa ha parlato in italiano, da Roma, con gli sbarchi quotidianamente in corso sulle coste soprattutto italiane. E quindi prova a dare un consiglio al Pontefice: "Avremmo l'obbligo di rammentargli che prima di aprire bocca converrebbe anche a lui schiacciare il pedale della prudenza". L'esasperazione degli italiani infatti è alta spiega il fondatore di Libero: "Noi siamo più stanchi di essere accusati di razzismo che di impegnarci tutto il giorno e ogni dì a ripescare dalle acque orde di extracomunitari provenienti da ogni dove".

L'emergenza - Il sistema dell'accoglienza in Italia non si è mai fermato, nonostante la situazione economica del Paese non sia proprio delle più felici: "La informo, eminentissimo Francesco, che l'Italia è in bolletta e non ce la fa più a ospitare uomini e donne dell'Africa e dell'Asia; non ha siti dove ricoverarli; non ne ha uno decente da assegnare neppure ai nostri compatrioti, costretti a campare in auto, al caldo e al gelo, perché privi di un tetto". Eppure la Chiesa potrebbe far tanto, ricorda Feltri: "Non vorrei essere villano, ma le faccio presente che le curie di varie città (per esempio Milano, e anche Bergamo che conosco perché vi sono nato) sono proprietarie di numerosi immobili di lusso vantaggiosamente affitati. La preso - insiste Feltri - li metta a dis
posizione dei profughi, dopo di che avrà titolo per dire a noi di fare altrettanto, ammesso che siamo abbastanza abbienti per competere con lei in fatto di patrimonio in mattoni".

Il rimprovero - L'ultima stilettata Feltri la riserva non tanto a Bergoglio, quanto ai politici italiani che, davanti alle parole del Papa, sono pronti a genuflettersi: "Allora diteci come è necessario comportarsi. Avete un programma serio allo scopo di destinare una parte dell'Italia quale territorio idoneo a essere occupato da chi scappa dal proprio? Forza, non siate timidi. Propongo, per cominciare, che il primo luogo da invadere sia il vostro giardino fiorito, signori buonisti". Chissà se in questo modo: "Sarete imitati dal volgarissimo popolo", conclude Feltri.

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