Grecia, i pericoli per la Nato con una Grexit: dalla crisi nei Balcani alla sicurezza nel Mediterraneo
Il pericolo più temuto dagli analisti internazionali su una possibile Grexit, cioè un'uscita della Grecia dall'euro e dall'Unione europea, non è tanto il terremoto economico che minerebbe la timida ripresa delle economie continentali, quanto quello geopolitico. Su quel che deciderà di fare Atene ci sono gli occhi puntati di Stati Uniti e Russia, come un revival da Guerra fredda che si gioca stavolta sugli equilibri precarissimi della polveriera mediterranea. Riporta il Messaggero che non è tanto il risicato Pil greco a interessare le potenze internazionali - parliamo del 2% dell'Ue - quel che fa gola per il controllo degli equilibri regionali è la sua posizione geopolitica delicata tra Balcani e Turchia.
Tra due fuochi - Solo in apparenza l'atteggiamento di Barack Obama è stato distaccato nei confronti della crisi greca. Sopratutto negli ultimi giorni, gli Stati uniti sono intervenuti sempre più spesso per dire la propria e invitare l'Ue a ritrovare un accordo con Alexis Tsipras. Dall'altra parte ci sono pezzi importanti di Syriza a sentirsi più vicini a Vladimir Putin. Non è solo una sintonia tra comunisti ed ex sovietici che lega Mosca e Atene. Di mezzo c'è anche la tradizione della Chiesa cristiano-ortodossa che proprio sui magmatici scenari dei Balcani ha da sempre giocato un ruolo importante e potrebbe farlo anche nell'immediato futuro.
Balcani - Una questione quasi del tutto assente dalle pagine dei giornali italiani riguarda l'irrisolto nome che in campo internazionale deve essere riconosciuto alla Macedonia. Formalmente il Paese di Skopje si chiama Fyrom, proprio per non urtare la suscettibilità dei greci che ritengono l'unica Macedonia la propria. E poi c'è quel progetto della Grande Albania mai accantonato dall'etnia prevalente della regione che sogna un'unica realtà dal Kosovo a Skopje. Una Grecia fuori dall'Ue potrebbe riaprire situazioni turbolente, finora tenute a bollire a fuoco lento.
Cipro - Non meno importante è la situazione sull'isola di Cipro. Una crisi già aggravata dal mancato appoggio di Atene all'accordo tra le due Cipro, in contrapposizione ai ciprioti filoturchi. Nella Nato poi il clima si è fatto più teso da quando il presidente turco Erdogan ha abbracciato posizioni più islamiste. La Grecia funzionava da contrappeso nella regione, ma ora secondo Stefano Silvestri, consigliere scientifico dell'Istituto affari internazionali, con una Grecia fuori dall'Ue: "vi sarebbe un oggettivo indebolimento della Nato nel Mediterraneo orientale, in un momento di confronto politico piuttosto dura con la Russia sulla questione ucraina".
Gli effetti - La Grecia difficilmente deciderà di uscire dalla Nato, ma di sicuro secondo gli esperti potrebbe rinegoziare la sua posizione nell'Alleanza atlantica. E non mancherebbero argomenti per minacciare gli alleati. A cominciare dal controllo sui traffici marittimi di immigrati clandestini e merci, che i greci potrebbero decidere di svolgere in modo più superficiale, con immediato riflesso negativo sul controllo dei flussi migratori e sulla sicurezza dell'intero Mediterraneo.
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