Grecia, oggi si vota sull'Europa: sì o no cosa succede
Si sono aperti stamattina domenica 5 luglio i seggi in cui 10.837.118 greci decideranno del loro futuro (e forse dell'Eurozona) votando al referendum indetto da Alexis Tsipras su quella che era l'ultima proposta dei creditori, Bce-Ue-Fmi e Esms di altri 15,5 miliardi di aiuti prolungati fino a novembre. Offerta che il premier e il suo ministro delle Finanze Yanis Varoufakis hanno voluto, bollando l'offerta, alternativamente, come "un insulto" o "un ricatto" al popolo greco, salvo poi provare a rilanciare trovandosi di fronte al rifiuto della maggioranza dei partner, Anegla Merkel in primis. I seggi si chiuderanno alle 19 locali (le 18 in Italia) e primi risultati si conosceranno tra le 20 e le 21 (le 19 e le 20 in Italia).
Ma cosa succederà se vince il no o se vince il sì? "Se vincerà il sì", scrive Carlo Pelanda su Libero in edicola oggi, "il governo Tsipras dovrà dimettersi e l' eurosistema concederà alla Grecia un regime provvisorio di aiuto e, alla fine, un accordo sistemico premiante". In sostanza, il sì eviterebbe a tutti i Paesi dell'Ue la cura da cavallo per tenere in vita l'euro, che per l'Italia sarebbe il commissariamento.
La vittoria del no, scrive Ugo Bertone su Libero, "potrebbe coincidere con un fulminante Ko dell'euro e della finanza dell' area Ue. Per le Borse del vecchio Continente, secondo Goldman Sachs, la perdita sarà di dieci punti percentuali. Per i titoli del debito dell' Eurozona, la perdita iniziale sarà altrettanto violenta: lo spread del Btp decennale nei confronti del Bund tedesco potrebbe salire di 200-250 punti, per un rendimento del 3% o qualcosa di più". Il default di Atene sarà certamente una "mazzata per le finanze pubbliche", "poco meno i 40 miliardi per l' Italia". Ma "si tratta di cancellare crediti sulla carta che la Grecia, sia che vinca il sì oppure il no, non riuscirà a ripagare. È per questo che, per paradosso, la vittoria del no potrebbe essere un buon affare".
Nessun commento:
Posta un commento