Il Tesoro infilza Renzi: non ci sono le coperture per il suo taglio delle tasse
Aveva persino la slide che ritraeva Salvini con una delle sue famose felpe. Ma, guarda caso, Matteo Renzi sabato scorso non ne aveva una fondamentale: quella su sui erano indicate le coperture. Il premier, come è noto, ha indicato tagli delle tasse per complessivi 50 miliardi di euro nei prossimi tre anni, cominciando con l'eliminazione dell'Imu a partire dal 2016. Già, e le coperture? La risposta a questa domanda la riportava il quotidiano Il giorno e arriva direttamente dal ministero dell'Economia e delle Finanze. Facendo un sunto di quanto la fonte anonima di via XX Settembre dice, la risposta è "non ci sono". E su questo punto sarebbero tornate a galla vecchie frizioni tra il premier, decisionista e impulsivo, e il ministro dell'Economia Piercarlo Padoan, riflessivo e cauto. Secondo Affaritaliani.it, addirittura, lo stesso Padoan starebbe meditando a un passo indietro, alle dimissioni. Forse più un modo per far ragionare Renzi che altro, perché l'uscita di scena di un uomo-chiave farebbe di fatto crollare tutto l'esecutivo e in una fase internazionale ancora di grande tensione sarebbe un trauma difficilmente superabile per il Paese.
"Il piano di taglio delle tasse non sta in pedi - dice - e chi glielo ha messo insieme non è sicuramente qualcuno dentro l'Economia". Cioè, Piercarlo Padoan non c'entra. Ha fatto tutto Renzi. Certo, il ministro dell'Economia ha spiegato che "il premier ha indicato un mix di politiche che vanno dal taglio di tasse e investimenti, in un quadro in cui il debito scende e si rispettano le regole comuni". Affermazioni di buon senso e di carattere generale. Ma in merito alla tassa sugli immobili, il ministro non ha parlato di eliminazione, ma ha spiegato che "la tassazione sugli immobili verrà rivista con l'introduzione della local tax, che semplifica la tassazione locale in una strategia di medio periodo". Cioè: la tassa resta, anche se rivista.
l problema, secondo i tecnici del Tesoro, è trovare in tre anni 40-45 miliardi di euro di coperture in più, che è impresa impossibile a meno che non si facciano almeno tre operazioni: sforare la soglia del 3% nel rapporto tra deficit e pil; rinviare a chissà quando il pareggio di bilancio; tagliare drasticamente la spesa. La sola cancellazione dell'Imu costerebbe tra i 4 e i 5 miliardi di euro. E già i comuni, attraverso l'Anci, lanciano il grido di allarme: resterebbero senza fondi.
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