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lunedì 20 aprile 2015

La rivolta delle donne contro Renzi Minaccia rosa: "Matteo, ora basta"

Nel Partito democratico di Matteo Renzi parte la rivolta in rosa con Alessandra Moretti e Maria Elena Boschi





Nel Partito democratico sta montando un'altra fronda contro il segretario e premier Matteo Renzi. Niente a che fare con la frammentata minoranza Dem dei Gianni Cuperlo e Pierluigi Bersani, stavolta le spine nel fianco di Renzi sono le figurine rosa sulle quali aveva tanto puntato. Alessandra Moretti dal Veneto e Maria Elana Boschi a Roma sembrano ormai le teste d'ariete di una rivolta che vede assemblati i più renziani tra i renziani, contrapposti proprio a quell'uomo solo al comando che rischia di rimanere davvero senza compagnia.

Ladylike - L'emergenza immigrazione sta mettendo a dura prova la pazienza dei sindaci, soprattutto in Veneto dove i primi cittadini, per buona parte Pd, non hanno nessuna intenzione di subire passivamente le imposizioni dei prefetti che cercano sistemazioni alla bella e meglio per tutti i profughi sbarcati dalla Libia. Dal sindaco di Treviso, passando per quello di Vicenza, fino al primo cittadino Dem di Belluno, sono sul piede di guerra in vista del vertice in prefettura a Venezia previsto lunedì 20 aprile. Nessuno di loro vuole partecipare e con la campagna elettorale per la Regione in corso, la candidata Alessandra Moretti ha dovuto virare la sua posizione per evitare che l'ammutinamento piddino portasse tutta l'acqua al mulino della Lega e di Luca Zaia. Così Ladylike si è ritrovata nell'imbarazzo di dare addosso anche al capo: "I profughi? - ha detto l'europarlamentare - Pronta ad accoglierli se da Roma garantiscono adeguate risorse: altrimenti direi no anche a Renzi".

Quoque tu- Tra i rivoltosi è spuntata anche la fedelissima Maria Elena Boschi, che da ministro per le Riforme ha stoppato l'accenno di apertura da parte di Renzi alla sinistra del partito sulle riforme costituzionali. Con la minaccia della fiducia da imporre sul provvedimento, i più riottosi del Pd avevano detto senza mezzi termini al segretario Pd che la rottura interna sarebbe stata inevitabile. Renzi aveva quindi concesso la possibilità di discutere su un Senato elettivo e non più formato da rappresentanti delle Regioni. Ma alla sola prospettiva, la Boschi ha tuonato: "Sia chiaro che indietro non si torna" e non si ridiscute: "un punto chiave della riforma". Maria Elena non vuole neanche sentir parlare di ripensamenti: "Non si può mica ricominciare da capo e rimettere in discussione i capisaldi della riforma". Mano fermissima quindi, più del capo evidentemente.

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