Rapimento Greta e Vanessa: gli antibiotici per quelle infezioni durante la prigionia
Continua il giallo sul rapimento e il probabile riscatto pagato dal nostro governo per liberarle. Ma sulla loro prigionia emergono nuovi particolari raccontati dall'Huffingtonpost. Secondo alcune fonti dell'intelligence, le ragazze sarebbero state vendute dal loro contatto in Siria, il quale sarebbe stato eliminato poco dopo dai servizi segreti di Assad perché accusato di far parte della resistenza. La prima ricostruzione fatta da Greta e Vanessa ai magistrati però non chiarisce alcuni aspetti del rapimento e della prigionia. A quanto pare l'atteggiamento dei rapitori, sempre secondo le informazioni raccolte dall'HuffPost, l’atteggiamento dei rapitori verso le ragazze sarebbe stato a tratti violento. Ed è proprio in conseguenza di queste violenze che una delle ragazze è stata male al punto da costringere gli intermediari che trattavano con la nostra intelligence a richiedere una robusta dose di antibiotici per curarle una pericolosa infezione. Medicinali che fortunatamente sono arrivati in tempo a destinazione.
Gli spostamenti - Al momento del sequestro, Greta e Vanessa sono state circondate da un gruppo di venti uomini che si sono anche duramente confrontati tra loro per decidere chi avrebbe dovuto prenderle in consegna (nulla a che vedere con Al Nusra). E sempre e solo uomini sono stati i carcerieri che le hanno avute in mano per tutti e cinque e mezzo i mesi. Almeno tre le prigioni, che la banda ha cambiato per motivi di sicurezza in un territorio dove custodire due ostaggi occidentali per un tempo così lungo non è cosa che passi inosservata. Insomma sul sequestro di Greta e Vanessa il giallo prosegue. E i punti da chiarire sono ancora tanti...
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