New York, dottore positivo all'ebola. Medici in quarantena in Lombardia
di Lucio Di Marzo
The Gutter, la sala da bowling a Brooklyn dove Spencer si trovava mercoledì sera |
Di ritorno dalla Sierra Leone, al momento stanno bene e non hanno sintomi. Negli Usa positivo un medico che ha lavorato in Guinea.
È ritornato negli Stati Uniti sei giorni fa, dopo un periodo in Guinea con Medici senza frontiere (Msf).
Un medico, Craig Spencer, è stato ricoverato ieri con il sospetto che avesse contratto il contagio da ebola ed è al momento la quarta persona a cui è stato confermato il contagio nel Paese.
Spencer è stato ricoverato giovedì mattina, quando aveva mostrato i primi sintomi dell'ebola, con la febbre sopra i 39° e diarrea. Si trova al momento in isolamento al Bellevue di Manhattan, centro newyorchese designato per i casi di contagio di questo tipo. Recintato il suo appartamento ad Harlem.
Prima del dottore, altre tre persone erano state ammesse in ospedale negli Stati Uniti. Thomas Eric Duncan, considerato il paziente zero e poi morto in un ospedale texano e due infermiere parte dell'equipe che lo ha curato.
La commissaria alla Salute di New York, Mary Bassett, ha aggiunto che due amici di Spencer e la fidanzata sono stati messi in quarantena per precauzione, ma che al momento nessuno dei due mostra sintomi del virus. Chiusa, ancora per precauzione, una sala da bowling dove l'uomo si trovava mercoledì sera.
Nei giorni precedenti a giovedì, Spencer aveva anche preso la metropolitana. Secondo la Bassett, la possibilità che la corsa in metro costituisca un rischio è "vicina allo zero". L'ebola è infatti contagiosa soltanto una volta che i sintomi si siano presentati.
Intanto il presidente del Consiglio europeo, Herman Van Rompuy, ha annunciato oggi che gli aiuti stanziati dall'Unione Europea saliranno a un miliardo di euro.
Quarantena in Lombardia
Due medici che si trovavano in Sierra Leone sono rientrati in Italia e in via precauzionale, secondo le procedure standard in questi casi, sono stati messi in quarantena nelle loro abitazioni, entrambe in Lombardia. Un chirurgo e un'ostetrica, i due collaborano con l'associazione Cuamm, medici con l'Africa.
Sebbene non siano entrati in contatto diretto con i malati di ebola e al momento stiano bene, sono tenuti sotto osservazione. Il protocollo stabilito dalla Asl prevede che gli sia misurata la temperatura corporea più volte al giorno. Una febbre sopra i 38,6° è uno dei sintomi che si presentano nei malati d'ebola. Potrebbero uscire di casa, se tutto andrà bene, tra il 5 e il 10 novembre.
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