Falsa mail del fisco: così i truffatori sfruttano il caos tasse
di Nicolò Petrali
A quanto pare le tasse non complicano più la vita dei soli contribuenti, ma di chiunque abbia un pc e utilizzi la posta elettronica. Nelle caselle mail di tanti italiani, infatti, continua ad arrivare un messaggio con oggetto «le linee guida» e all’interno il logo dell’Agenzia delle Entrate, che contiene in allegato un virus in grado di rubare tutti i dati sensibili degli utenti. Ovviamente, questa è solo l’ultima delle tante truffe che girano sul web, tant’è che l’ente guidato da Rossella Orlandi si è da subito adoperato per evitare che gli internauti cadano nella trappola del cosiddetto "phishing".
Questa vicenda, che per certi versi può anche far sorridere, è però sintomatica di un qualcosa di più profondo. E cioè del clima di terrore in cui vivono gli italiani per quello che ormai è diventato un vero e proprio inferno fiscale. In quest’ottica diventa importante chiedersi come mai dei furfanti del web abbiano scelto proprio l’Agenzia delle Entrate come protagonista e vittima della propria azione. E mettendosi nei panni degli autori della truffa non è poi così difficile ipotizzare una risposta. Serviva loro un’idea innovativa e che allo stesso tempo andasse a toccare nel vivo quante più persone possibile. Un’istituzione magari, un’autorità in grado di incutere timore. Occorreva però anche un tema di cui le persone non ci capiscono più nulla in modo da poterle «guidare». Possiamo figurarcelo il momento in cui uno dei malviventi si è alzato dicendo «eureka, usiamo il tema delle tasse e fingiamoci l’Agenzia delle Entrate».
Han fatto bingo, non c’è che dire. Niente e nessuno racchiudeva in sé tutte le caratteristiche di cui sopra più del fisco. Inoltre, spacciarsi per esattori garantisce altri due importanti vantaggi. Il primo è che in questo Paese la questione fiscale è sempre un argomento attuale, quindi riciclabile. E l’altro è che gli italiani hanno ormai talmente tanta paura del fisco e delle sue sanzioni che potrebbero decidere di aprire comunque la mail. Della serie «non sia mai che sia vera, alla peggio c’è l’antivirus». Quel che è certo che la Polizia di Stato, alla lista delle varie truffe telematiche presente sul suo sito, dovrà aggiungere la voce «falsa mail da parte dell’Agenzia delle Entrate».
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