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domenica 28 settembre 2014

Cosa sta succedendo a Repubblica? Redazione in rivolta "Basta, quella firma ormai fa solo marchette alla Rai"

Repubblica, dopo Spinelli e Maltese, cdr contro Giovanni Valentini: scrive "marchette" per la Rai




Grossi guai a Repubblica. Ormai è ufficiale: i giornalisti di largo Fochetti sono in guerra contro le grandi firme del quotidiano fondato da Eugenio Scalfari. Una polveriera in cui il comitato di redazione chiede da settimane al direttore Ezio Mauro di intervenire per mettere un po' d'ordine tra le scrivanie, tra gente eletta all'Europarlamento che non rinuncia al (lauto) stipendio per vergare i propri editoriali e altri colleghi che si esibiscono in imbarazzanti "marchette" (auto) promozionali, come nell'ultimo caso di Giovanni Valentini. Vuoi vedere che il giornale-partito è simile in tutto e per tutto ai più classici partiti-partiti?

Spinelli e Maltese allarme rosso - Il 2014 caldissimo di Rep è iniziato con il "balletto" di Barbara Spinelli, storica penna prestata alla politica. Candidata alle Europee con l'ultra-sinistra della lista Tsipras "solo per dare visibilità ai compagni", aveva promesso di cedere il seggio se eletta. Solo che eletta lo è stata per davvero, e al seggio non ha rinunciato (senza peraltro farsi vedere mai a Strasburgo). Caso simile quello di Curzio Maltese, pure lui eletto con Tsipras. All'Europarlamento ci va e il problema è questo: il prestigioso giornalista pretende di ricevere l'emolumento per il proprio incarico politico mantenendo quello per la collaborazione con Repubblica. Mauro gli aveva proposto di continuare a scrivere gratuitamente, anche per dribblare possibili sospetti di conflitto d'interessi, ma Maltese tiene duro, anche perché sa di poter sempre agitare lo spauracchio di una causa civile.  

Il caso Valentini - Ma c'è un altro compagno che rivendica i propri diritti, alla faccia di stagisti e precari vari. E', appunto, Valentini. Dagospia ha pubblicato la lettera del cdr e i contenuti sono, per così dire, piccanti. "Nel corso dell'estate abbiamo formalmente sollevato con la direzione (attraverso uno scambio di mail che ha coinvolto anche il collega interessato) la per noi decisiva questione dell'oggettivo conflitto di interessi in cui è venuto a trovarsi Giovanni Valentini allorché, nella sua rubrica, ha espresso giudizi lusinghieri sulle scelte di programmazione della dirigenza Rai, pur trovandosi nella condizione di essere in quel momento in trattativa con la stessa dirigenza Rai per una possibile collaborazione remunerata". Il problema è che Valentini nel suo Sabato del villaggio ha perseverato, firmando un secondo articolo assai benevolo nei confronti di Petrolio, programma condotto da Duilio Giammaria. Peccato che nella puntata recensita fosse ospite (gratuito), guarda un po', proprio Valentini. L'editorialista dapprima ha replicato sostenendo di tenere più a Repubblica che alla Rai, comunicando di aver sospeso ogni trattativa ("Senza l'intervento del Cdr - ribattono i colleghi - avrebbe potuto percepire compensi dalle persone e dell'azienda di cui aveva scritto su Repubblica") e poi a sua volta ha accusato i membri del cdr di volerlo censurare. Ma al comitato di redazione le spiegazioni di Valentini non bastano, anzi, e chiedono di non alimentare spiacevoli conflitti d'interessi. La risposta della firma sotto accusa è arrivata ancora una volta a mezzo stampa, cioè su Repubblica: l'ultima puntata della sua rubrica è in pratica uno spot per la Rai, un invito a evitare noiosi talk show e guardare in tv Italy in a day, docu-film di Gabriele Salvatores realizzato su invito, il caso, di Rai Cinema. 

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