Visualizzazioni totali

lunedì 25 agosto 2014

Brunetta si confessa: la sua paura, quella lite furiosa col Cav, le lacrime e l'errore più grande della sua vita...

Renato Brunetta: "Vi dico qual è stato l'errore più grande della mia vita"




Lui, che ha la fama del burbero, si mostra a cuore aperto e in casa del "nemico". Renato Brunetta si confessa al Fatto Quotidiano. Per prima cosa, premette: "Non dico mai sono felice, sempre quasi felice. Il mio appagamento esistenziale mi aspetta in futuro, un futuro che spingo ogni giorno più in là". L'azzurro, quindi, svela che la sua più grande paura è quella "di perdere la salute". Quindi un tuffo nell'infanzia, "a Campiello, vicino casa mia" dove da piccolo "disputavo partitelle di calcio infinite. Andavano oltre le 38 reti a 37. Il fischio lo davano i genitori che ci venivano a braccare". Sui genitori spiega: "Il padre era il dovere, la madre l'umanità".

Le liti col Cav - Poi, certo, si parla anche di politica. Della politica dopo la scissione Forza Italia-Ncd. E Brunetta spiega: "Io da capogruppo di Forza Italia gestisco 68 deputati, prima della scissione di Angelino Alfano erano molti di più. Rispondo a tutti e se non rispondo richiamo, anche di notte, all'una o alle due. Mia moglie mi comprende". Sui litigi con Silvio Berlusconi, spiega: "Io mi incazzo, tre volte mi sono incazzato davvero furiosamente con lui. Come quando mi impedì di partecipare alla conferenza stampa dopo la lettera della Banca centrale europea per non turbare uno che stava lì". E quell'"uno" è uno dei suoi più accesi rivali, Giulio Tremonti. Vi odiate?, chiede il Fatto. E Brunetta: "Preferisco non commentare. Ho tanti avversari che rispetto come Stefano Fassina, una persona onesta e competente. Non coltivo rancore a differenza di molti politici".

Dieci anni fa... - Su se stesso, spiega: "Sono laico e mangiapreti", "non ho mai messo piede in un oratorio, terribile imporre ai bambini la messa o il catechismo in cambio del gioco". Poi una confessione inaspettata: "Se piango? Molto. L'ultima volta mentre guardavo un film, era I ponti di Madison County. Lacrimavo come un vitello". Infine, quello che dice essere l'errore più grosso della sua vita: "Era un agosto di dieci anni fa a Venezia. Mio padre era caduto ed era in coma. (...) E io, accanto a mio padre morente, ho capito di aver sprecato tanto tempo. Il tempo senza vederci e senza parlarci. Prima di morire gli ho tenuto la mano e abbiamo cantato assieme. Anche se farfugliava, ci sembrava di intonare una bella canzone".

Nessun commento:

Posta un commento