Lega, Umberto Bossi si confessa: "Ecco chi ha distrutto il partito"
Umberto Bossi si confessa e lo fa in una lunga intervista al Fatto Quotidiano. Il Senatùr che da tempo ha lasciato il timone della Lega Nord parla di tutto del partito e di quel malore che ne ha stravolto la vita privata e quella politica. Sulla malattia Bossi ha un ricordo particolare: "Io me lo ricordo quando mi sono svegliato in ospedale, i primi che mi hanno parlato erano Maroni e Calderoli. Dopo poco c’erano le elezioni, loro erano terrorizzati e mi chiesero di candidare Riccardo, mio figlio... Io dissi di no, assolutamente: non era roba per lui". Poi Bossi parla anche di Matteo Salvini del quale fa un ritratto da leader: "Matteo è in gamba, viene a trovarmi, chiede consigli poi magari fa di testa sua, ma lui è un combattente, poi magari è mal consigliato e lo vedo molto solo...".
Bordata per Maroni - A questo punto arriva una bordata per Maroni: "Ora l’avviso di garanzia, con me duravano due ore quelli che finivano indagati... perché se ci sono le regole si rispettano, poi certo se la magistratura sbaglia sono dolori, ma il passato è storia... me lo ricordo il mio primo tesoriere finito in Mani Pulite per 120 milioni: lui l’ho cacciato subito e i soldi li abbiamo restituiti tutti. Secondo me non c’è niente, però dopo appena un anno che è in Regione, presa a fatica... se non era per Berlusconi che si mise d’accordo con Formigoni... Ma poi il partito, io ho lasciato i conti in attivo, ora non c’è più un euro... ho la fila di gente che ha dato la vita per noi che mi racconta cose assurde...".
La leggenda sulla Corna - Infine un accenno alla leggenda che vuole Bossi in compagnia di Luisa Corna la notte in cui fu colpito dal malore: "Ricordo... Col tempo la memoria ritrova i pezzi. Ho avuto una grande donna accanto, mia moglie. Il resto è leggenda? Lasciamolo nella leggenda".
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