Visualizzazioni totali

giovedì 17 luglio 2014

Occhio, torna l'incubo dello spread: ecco perché l'Europa rischia grosso

Europa, il default del Banco Espirito Santo fa tremare l'Euro



Un'altra crisi alle porte come quella del 2008? Difficile dirlo. I segnali sinistri ci sono tutti. La ripresa che non parte nella zona euro e i governi che ritornano a guardare i valori dello spread. Ad allertare i mercati è stato il default del Banco Espirito Santo portoghese. Questa volta, però, l’epicentro del terremoto non è a Manhattan come nel caso di Lehman Brothers, ma a Lisbona. I problemi della banca portoghese sono subito fuoriusciti dai confini nazionali. Giovedì scorso, come racconta Francesco Guerrera del Walla Street Journal la sonnolenza estiva nei mercati è stata scossa proprio dalle vicende del Banco Espirito Santo. Le azioni delle borse europee, Milano inclusa, sono andate in caduta libera, le obbligazioni "sicure" quali i buoni del tesoro americano e tedesco sono immediatamente cresciute mentre i prezzi di altri beni-salvezza, come l’oro, sono saliti.

L'allarme - Gli investitori sono tesissimi. La paura che bussa alle porte dei mercati l’ha spiegata Nick Lawson al Wall Street Journal: "E’ il ritorno delle memorie del 2011", ha detto il trader di Deutsche Bank. Quei "ricordi" sono ancora ben visibili sulla pelle di paesi come Grecia, Spagna, Portogallo, Iralanda ed Italia. In quella estate calda del 2011 si consumò proprio il golpe raccontato in Ammazziamo il Gattopardo  di Alan Friedman che costò la poltrona da premier demolita a colpi di spread a Silvio Berlusconi. In casi come questi l'effetto domino è immediato: i governi cadono, gli investitori perdono soldi e la ripresa viene messa sotto terapia della Banca Centrale europea. 
Un altro indicatore del "terrore" dei mercati proviene da Madrid.

Le cause - All’inizio di luglio, i tassi spagnoli erano al 2,65%, poco più del debito venduto dalla Germania, paese molto più solido . Numeri così bassi non sono abbastanza per persuadere gli investitori a rischiare soldi su economie che comunque rimangono deboli, incerte e senza molte prospettive a lungo termine. Gli esperti finanziari parlano di un bivio. La mini-crisi scoppiata a Lisbona potrebbe scemare nei prossimi giorni se il governo portoghese riesce a contenere la situazione e i mercati ritrovano la calma. Oppure, e questa è l'ipotesi peggiore, potrebbe trasformarsi in una maxi-crisi, trascinando l'Europa e l'euro in un'altra estate di passione. Mari Draghi userà ancora il bazooka per portare la calma dopo la tempesta? 

Nessun commento:

Posta un commento