Pm Brescia contro Ferdinando Esposito: "Induzione indebita, la Procura di Milano deve sospenderlo"
Il figlio di Antonio Esposito rischia la sospensione dal servizio nella Procura di Milano. Sarà questa la richiesta che presenteranno al gip i pm di Brescia, che stanno indagando su Ferdinando Esposito, pubblico ministero a Milano. Esposito è il figlio di Antonio, il giudice della Cassazione che nell'agosto 2013 ha condannato Silvio Berlusconi a 4 anni per il processo Mediaset (e che qualche settimana dopo fu protagonista di una conversazione, registrata, con un giornalista del Mattino di Napoli in cui esprimeva giudizi decisamente negativi sullo stesso Berlusconi), nonché nipote di Vitaliano, ex procuratore generale della Cassazione. Il giovane Esposito è stato accusato da un amico, Michele Morenghi, di avergli fatto pressioni per pagargli l'affitto di un appartamento a Milano. Per questo i pm bresciani sosterrebbero la tesi di "induzione indebita", reato commesso da un pubblico ufficiale che, abusando della sua qualità o dei suoi poteri, induca taluno a dare o promettere indebitamente utilità.
L'accusa: pressioni per farsi pagare l'affitto - La storia, incerta, la riporta Luigi Ferrarella sul Corriere della Sera. L'avvocato piacentino Morenghi 5 mesi ha presentato un esposto contro Esposito, sostenendo di avergli pagato l'affitto di casa senza che quei soldi gli siano stati mai restituiti. Accusa peraltro sostenuta anche da altri due imprenditori, che avrebbero prestato soldi al pm e di averli riavuti indietro solo dopo l'apertura del fascicolo a suo carico. L'inchiesta ha poi verificato come un altro appartamento milanese, tra 2009 e 2013, sia stato pagato ad Esposito prima da una società di un imprenditore poi arrestato, poi da una società di un consulente di sicurezza cui il pm avrebbe in cambio presentato potenziali clienti. Esposito nega con forza che ci siano state pressioni, e che tutto, prestiti compresi, sia nato in ambienti "amicali". A convincere chi indaga del reato di "induzione indebita" sarebbe però un passaggio dell'esposto di Morenghi (definito "falsità calunniose" da Esposito) in cui si fa cenno a una frase sibillina che avrebbe pronunciato lo stesso pm milanese: Esposito avrebbe consigliato all'amico di stare attento a come può andare a finire un'azienda nel caso capiti dentro una inchiesta sbagliata. Parole che lasciano intravedere, secondo gli inquirenti bresciani, una indebita pressione psicologica. In altre parole, questa è la tesi dell'accusa, Esposito si sarebbe fatto pagare l'affitto con la promessa di non far trovare intralci giudiziari sulla strada dell'amico.
Un Esposito a casa Berlusconi - Dall'inchiesta sono emerse anche le frequentazioni di Esposito con Arcore. In cinque occasioni, a partire dal 2009 (mai dopo che nell'estate 2013 il padre divenne titolare del processo Mediaset), il pm si sarebbe recato a casa Berlusconi, in un caso accompagnato da Michela Vittoria Brambilla. L'obiettivo, ha spiegato egli stesso ai colleghi bresciani, era discutere un proprio possibile incarico in politica, magari anche all'interno del Ministero della Giustizia, per tornare a Roma. Chissà se papà Antonio, che con gli amici si dipingeva come anti-berlusconiano di ferro, l'ha mai saputo.
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