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domenica 27 luglio 2014

Caos Figc, gaffe "razzista" di Tavecchio Il Pd: "Indegno, non si deve candidare"

Figc, gaffe "razzista" di Carlo Tavecchio e il Pd attacca: "Indegno, non si candidi"



Doveva semplicemente convincere un'Assemblea (peraltro già dalla sua parte) di essere l'uomo giusto. E invece Carlo Tavecchio, una vita nel calcio come dirigente e attuale presidente della Lega Nazionale Dilettanti, ha sollevato su un polverone che rischia di non esaurirsi così facilmente, spargendo veleni alla vigilia dell'elezione del nuovo presidente della Federcalcio italiana.

In sintesi - La gaffe è ormai virale, ma per i più distratti è successo questo: Tavecchio, 71 anni, si è fatto sfuggire il seguente virgolettato: "L’Inghilterra rispetto a noi è un’altra cosa: individua dei soggetti che possono entrare in base alla loro professionalità. Da noi invece arriva Opti Pobà, che prima mangiava le banane e adesso gioca titolare nella Lazio". Da lì la bagarre. Accuse di razzismo rimbalzano da tutte le parti, ma sui social la contestazione è più ironica che altro. L'hashtag più comune dopo #tavecchio è #noTav, un riciclo dello slogan utilizzato dai manifestanti contro i treni ad alta velocità.

Demagogia e politically correct - Le reazioni non si sono fatte attendere: "Il signor Tavecchio, che è candidato a ricoprire il ruolo di Presidente della Federcalcio, dovrebbe ritirarsi dopo le sue indegne dichiarazioni di ieri" è la solenne richiesta di Roberto Morassut, del Partito Democratico, che chiede un gentile passo indietro all'esuberante candidato alla Figc. Il democratico continua con la linea dura: "Le parole di Tavecchio sono gravi e non possono essere sminuite o delimitate dentro gli ambienti del calcio. Sono parole offensive che lo coinvolgono come espressione della classe dirigente italiana nel suo complesso". Per la linea morbida invece il presidente della Lega Serie B Andrea Abodi che minimizza: "Una frase inaccettabile non fa di una persona un razzista. La demagogia non è una buona medicina". Lo stesso Tavecchio aveva detto di non ricordarsi neppure di aver usato quel termine. "Mi riferivo al curriculum e alla professionalità richiesti dal calcio inglese per i giocatori che vengono dall'Africa o da altri paesi". E si è comunque poi scusato dicendo: "Se qualcuno può aver interpretato il mio intervento in maniera offensiva me ne scuso". Storia finita? Vedremo.

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