Renzi, piano anti-corruzione: Cantone, Daspo ai politici, riforme e legge Severino, le novità in arrivo
"Ci stiamo mettendo tempo perché non vogliamo misure spot". Matteo Renzi qualche giorno fa ha mascherato così le incertezze del governo sulle misure anti-corruzione. Ora i tempi sembrano maturi, anche perché c'è un'opinione pubblica da rassicurare. Il premier sa che sull'onda del biasimo per le storie di tangenti e appalti truccati che hanno coinvolto anche il Pd (dall'Expo al Mose) rischia di disperdere anche quel clamoroso 40% di consensi guadagnato in appena tre mesi a Palazzo Chigi.
Da Cantone al Daspo per i politici - La ricetta contro le mazzette e compagnia parte da Raffaele Cantone: venerdì prossimo pieni poteri al commissario anti-corruzione già chiamato al capezzale dell'Expo, sperando che questa volta siano effettivi. E poi via ad altre riforme di peso: Pubblica amministrazione (la convinzione di Renzi è che dentro la burocrazia si annidi il germe del malaffare) e giustizia amministrativa, con discrezionalità e tempi da ridurre drasticamente. Le parole d'ordine sono velocità e trasparenza, senza dimenticare qualche slogan ad effetto come "Daspo ai politici": il premier si è affezionato alla formula e la vuole imporre ai suoi collaboratori. L'idea, spiega La Stampa, è quella di estendere la legge Severino ai parlamentari, equiparandoli a consiglieri regionali e comunali. In altre parole, niente tetto di 2 anni per far scattare decadenza e incandidabilità per gli onorevoli condannati per corruzione e concussione, anche solo in primo grado e in caso di patteggiamento e pena mite. Il presidente del Senato Pietro Grasso è già andato in soccorso di Renzi, aggiungendo il carico: via i patrimoni illecitamente guadagnati dall'onorevole corrotto, insieme al suo vitalizio. E anche il limite dell'interdizione perpetua (che scatta per condanne superiori ai 5 anni) potrebbe essere rivisto al ribasso.
Appalti e lobby - Altro punto cruciale nel progetto anti-corruzione di Renzi è il Codice degli Appalti: procedure più snelle, controlli e vigilanza più forti e nuove regole sulle lobby. Come si tradurranno questi buoni propositi, però, non è ancora chiaro. L'idea è quella di escludere gli imprenditori corruttori dai futuri bandi pubblici, inserendoli in quella che La Stampa definisce una "black list delle gare d'asta". Tutto questo nel quadro, più ampio, della riforma della giustizia a cui sta lavorando il ministro Andrea Orlando: processi civili e penali, riti alternativi, smaltimento dell'arretrato civile, prescrizione, un malloppone per cui potrebbe servire un anno di tempo. L'ipotesi, per esempio, è di introdurre il reato di auto-riciclaggio (fino a 8 anni), alzare a 5 anni la pena per falso in bilancio e inasprire quelle per corruzione e concussione.
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