Renzi traballa
di Alessandro Sallusti
Giornata ad alto rischio, Forza Italia salva il governo sulla riforma del Senato. Ma il Pd pugnala il premier alle spalle sulle coperture per il bonus di 80 euro
Matteo Renzi ieri ha rischiato di crollare alla prima curva delle riforme. In una giornata ad alto rischio per il governo, tra le coltellate alle spalle della sua stessa maggioranza (compresi alcuni esponenti del Pd) e l'altolà di Forza Italia, il premier ha barcollato non poco. E alla fine è stata proprio Forza Italia a salvarlo in extremis sulla riforma del Senato, a dimostrazione che senza un patto con Berlusconi sul futuro del Paese, Renzi va poco lontano. Non tira una bella aria dalle parti di Palazzo Chigi, come più volte avevamo detto, questo governo si deve guardare dai nemici interni. È il classico stile della sinistra, capace di distruggere i suoi leader per odi fratricidi e per alleanze come quella con Alfano e altri, tipo i Popolari di Mauro che ieri hanno cercato di sabotare il governo.
In questo scenario, ieri Silvio Berlusconi ha rilanciato l'ipotesi dell'investitura della figlia Marina per la sua successione. Segno che i tempi stringono. Se si vuole è proprio un segnale che Renzi cadrà prima del tempo, per mano di un alleato o addirittura del Pd. La scelta dinastica appare come l'unica percorribile. Staffette del genere sono avvenute con successo in democrazie moderne ed evolute, dall'America alla Francia. Marina Berlusconi è donna autorevole e imprenditrice capace. Oltre che il sangue, ha lo stesso spirito del padre, con il quale ha condiviso nell'ombra, ma metro per metro, ascese e cadute di questi vent'anni. E in più conosce bene gli equilibri e le follie del magico mondo di Forza Italia.
Lasciando da parte Alfano e la sua follia egocentrica e autodistruttiva, Marina Berlusconi è forse l'unica possibilità per riunire il centrodestra sotto un unico tetto. Di incazzati, più che di moderati, per come lo Stato continua a trattare i cittadini da sudditi. Su tasse e oppressione burocratica neppure Renzi è riuscito a invertire la rotta. Tantomeno potrebbe riuscirci Grillo che proprio ieri ha gettato la maschera: «Il comunismo è bello, l'hanno solo applicato male. Il capitalismo è il cancro della società», ha detto il comico nel suo ultimo comizio. Ecco svelato cosa accadrebbe ai liberali se per sciagurata ipotesi dovesse imporsi il nazi-comunismo dei Cinquestelle: saremmo nelle mani di un pazzo passato da testimonial pubblicitario di una multinazionale dello yogurt a nuovo interprete di Marx e Lenin (anticamere di Stalin). Farà anche ridere, ma purtroppo è così. Tra un ostaggio dei comunisti (Renzi) e un fanatico comunista (Grillo), tutta la vita Berlusconi, Silvio o Marina che sia.
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