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sabato 31 maggio 2014

Magistratura democratica: "Matrimoni gay subito, non possiamo restare indietro"

Magistratura democratica: "Matrimoni gay subito, non possiamo restare indietro"



I magistrati vogliono scrivere l'agenda politica: compatti, quelli di Magistratura Democratica - la corrente di sinistra delle toghe - scendono in campo a favore del matrimonio omosessuale. L'occasione per "suggerire" la via al governo è il convegno che si è tenuto a Roma, dove si sono ritrovati Md, il portale di studi giuridici Articolo29 e l'associazione Avvocatura per i diritti lgbt Retelenford. Un'occasione tutta dedicata ai diritti delle persone gay e lesbiche e delle loro famiglie. La "dritta" arriva da Anna Canepa, il segretario generale di Md: "Credo che questo sia il momento di rilanciare il tema dei diritti - premette -, un tema che si ricollega strettamente all'uguaglianza. La riflessione che abbiamo fatto a così alto livello oggi non è un tentativo di sostituzione della magistratura alla politica, accusa che ci è stata rivolta ancora una volta - prova a difendersi -, ma è invece una sollecitazione alla politica a riprendersi il suo spazio. E' un forte richiamo, un modo per dire: fate le riforme".

Il diktat - E di quali riforma parla la signora Canepa? Semplice: matrimonio omo. Continua nella sua tirata: "Che cosa c'è di più forte della politica dei diritti? I diritti delle famiglie omosessuali non possono restare questione privata, perché si tratta di un problema di dignità e uguaglianza dei cittadini". La segretaria parla poi dei problemi giuridici che hanno incontrato i relatori nelle loro relazioni. La Canepa spiega: "I problemi sono dovuti alla totale assenza di norme da interpretare. C'è un grandissimo sforzo fatto, soprattutto dalle corti di merito, in maniera più timida dalla corte di Cassazione che però ormai è stata travolta dalla giurisprudenza europea. Abbiamo la strada tracciata dall'Europa in un panorama internazionale che sta cambiando molto velocemente". La segretaria di Magistratura Democratica chiude con un diktat: "Non possiamo restare indietro".

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