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sabato 12 aprile 2014

Marcello Dell'Utri arrestato a Beirut, in Libano

Confermata l'indiscrezione de "Il Notiziario", Marcello Dell'Utri arrestato a Beirut, in Libano



Finito il giallo delle fuga di Marcello Dell'Utri: l'ex Senatore del Pdl è stato fermato a Beirut, in Libano. L'annuncio è stato dato dal ministro dell'Interno, Angelino Alfano, a margine dell'assemblea di Nuovo Centrodestra: "Dell'Utri - ha spiegato - in questo momento si trova negli uffici della polizia libanese a Beirut". Così, dopo poco più di 24 ore, si chiude il mistero della sua fuga, che come avevano suggerito diverse indiscrezioni sin dal principio della vicenda si trovava in Libano. L'ipotesi era stata confermata anche da una fonte anonima all'agenzia di stampa Ansa, che spiegava di aver viaggiato su un aereo diretto a Beirut al fianco dell'ex Senatore.

"Subito l'estradizione" - "Marcello Dell'Utri - ha spiegato il titolare del Viminale - è stato rintracciato a Beirut dalla polizia libanese, in ottemperanza a un mandato internazionale, ed è stato catturato". Alfano ha poi annunciato che il governo si attiverà immediatamente per l'estradizione: "E' una cattura connessa a una procedura che diventerà estradizionale, per la quale il governo italiano, per il tramite del ministero della Giustizia, immediatamente si attiverà". Dell'Utri è stato catturato all'Intercontinental Pheonicia, un hotel a 5 Stelle della capitale libanese.

Richiesta d'arresto - La richiesta d'arresto per Dell'Utri, alla vigilia della sentenza definitiva per mafia (l'accusa è quella di concorso esterno in associazione mafiosa), era scattata l'8 aprile, ed era stata concessa il giorno successivo dalla Corte d'Appello di Palermo. Il giorno precedente, il 7 aprile, un'informativa della Dia confermava ai magistrati che Dell'Utri si trovava in Libano, poiché il 3 aprile la cella del suo telefonino era stata agganciata a Beirut. Già il 20 febbraio la procura di Roma aveva segnalato alla procura generale di Palermo l'esistenza di dialoghi intercettati nel novembre 2013 tra il fratello gemello di Dell'Utri, Alberto, e Vincenzo Mancuso. A quest'ultimo Alberto Dell'Utri spiegava il progetto del fratello, quello di "andarsene in Libano", o comunque lasciare l'Italia prima del verdetto di Cassazione.

Il nodo del passaporto - Il 4 marzo la procura generale di Palermo, in base ai contenuti delle intercettazioni, aveva chiesto il divieto di espatrio e il ritiro del passaporto: una richiesta però respinta dalla Corte di Appello, ritenendo che per i reati di mafia l'unica misura possibile è la custodia cautelare. La procura di Palermo, però, ritenendo troppo duro l'arresto preventivo, continua a chiedere un provvedimento più lieve e fa ricorso al tribunale del riesame affinché a Dell'Utri venga ritirato il passaporto. L'ex senatore viene però a conoscenza non solo della richiesta di ritiro del passaporto, ma anche dell'intercettazione del fratello di cui dispongono gli investigatori. Ne segue la breve latitanza, conclusa a Beirut 

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