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lunedì 20 gennaio 2014

Il Giornalista De Cicco invita tutti ad una riflessione sul "caso Cosentino"

Il Giornalista De Cicco invita tutti ad una riflessione sul "caso Cosentino". L'idea: "Salga sul palco di "Forza Campania". Lo chiede il Popolo di Centrodestra


Articolo di Giovanni De Cicco
per Notix.it
con la collaborazione de "Il Notiziario sul web"


NAPOLI – Una seria valutazione e poi la decisione. Di iniziare la settimana con un “corsivo” sulla vicenda che riguarda Nicola Cosentino. L’indiscusso leader del centrodestra campano. Non mi lascerò andare in queste riflessioni sull’analisi delle carte della Procura. No. 

E’ un aspetto giudiziario che riguarda gli avvocati di Nicola nonostante ci sarebbe tanto da dire soprattutto sul “pelo” trovato dalla Cassazione in modo da far si che la partita “politica” restasse aperta. Né voglio fare l’ennesimo avvocato di Nicola o trattare temi, seppur di grandissima attualità, che nessuno vuole trattare, sulla mancanza in Italia di equilibrio dei poteri e di un meccanismo, ormai inceppato, che dà vita, magari inconsapevolmente, a situazioni perverse e deviate. Nulla di tutto questo. Preferisco restare nell’alveo politico e mettere su carta dei pensieri che, spero, inducano ad una valutazione seria. 

Per prima cosa faccio un invito a Nicola Cosentino e poi spiegherò il perché. E lo scrivo consapevole di ciò che significa: il leader del centrodestra deve capire che è arrivato il momento che “scenda in campo” seriamente perché tanta gente perbene e onesta, il popolo di centrodestra, lo rimpiange, non lo ha mai abbandonato e soprattutto sa bene chi ha di fronte. Ecco perché Cosentino non può arrendersi nonostante la battaglia sia difficile. Deve trovare la forza di reagire negli attestati di solidarietà che quotidianamente riceve dalla “gente normale”. E lo deve fare pubblicamente, magari sabato mattina (25 gennaio) alla “Stazione Marittima” durante l’iniziativa di “Forza Campania”. Nicola deve prendere la parola perché è questo che vogliono i militanti. 

Si badi bene. Come ho spiegato ad inizio articolo, non lo deve fare contro la magistratura anche perché ognuno, soprattutto quelli che conoscono Cosentino, si sono già fatti un’idea su ciò che è successo e sta succedendo. Nicola deve prendere la parola e finalmente parlare di politica, del presente e del futuro, per far capire al vero ed onesto popolo del centrodestra campano che il leader c’è, è vivo e vegeto; si difenderà da uomo libero (così come accade in ogni vera democrazia) in tribunale ma è in campo a tutti gli effetti perché è la gente che lo vuole. Sono gli elettori, unici giudici sovrani e onesti, che sul piano politico premiano un leader o lo pensionano. E, magari, dopo l’intervento di Nicola, sabato mattina, se ci sarà, gli scroscianti appalusi di migliaia di persone lo legittimeranno ancora di più: rappresenteranno, ove mai ce ne fosse bisogno, anche un segnale chiaro nei confronti della magistratura. Quest’ultima è giusto che faccia il suo corso e senza interferenze, col sostegno e piena fiducia di chi come “noi” che abbiamo sempre creduto nella legalità e siamo stati protagonisti di mille battaglie “scomode”, mettendoci la faccia e rischiando in proprio. Su questo versante possiamo dare lezioni e non abbiamo nulla da dimostrare. E ne approfitto proprio in questo momento difficile per Nicola affinché questo “pedigree” inizi a “pesare” senza timore di esprimere valutazioni che molti pensano ma pochi hanno il coraggio di fare.

 Nicola Cosentino non può essere l’ennesima vittima “politica” di un sistema giudiziario malato e da riformare. Nicola Cosentino non può sentirsi, da uomo libero, sotto assedio e obbligato a restare a casa per rimanere tranquillo nonostante ci siano migliaia di elettori pronti a votarlo perché capace e rappresentante vero di una coalizione. Da “innocente fino a prova contraria” si è fatto il carcere, poi i domiciliari. Ha dovuto interrompere una carriera politica che lo vedeva lanciato verso ambiziosi traguardi dopo i successi già collezionati. Anche perché sanno tutti che Stefano Caldoro, il governatore della Campania, ha vinto coi voti di Nicola, con la classe dirigente che ha creato Nicola, con l’apparato di Nicola, con la credibilità di Nicola sui territori di tutta la Campania. Quindi, da dove vogliamo iniziare a discutere? Il “caso De Girolamo” mi ha fatto pensare ulteriormente al “caso Cosentino”. 

Si riapre il dibattito e si dice per difendere la ministra: “Un uomo che ha fatto il delinquente non può essere credibile quando accusa una persona onesta”. In un Paese civile si tratterebbe, in assenza di prove reali, di “fango che non sporca”. In Italia, invece, si utilizzano due pesi e due misure. Cosentino è un nome pesante? E allora deve pagare. Anche perché, sul piano politico, si è macchiato di una “colpa” storica: ha trasformato la Campania, territorio “rosso”, in una Regione di centrodestra. Scomodo, quindi, agli amici e ai nemici. Troppo forte per tutti. Allora tutto va bene per mandarlo in pensione. No. Chi è onesto intellettualmente non consentirà mai una degenerazione simile. Ed io, e noi siamo tra questi. Ecco perché Cosentino deve rompere gli indugi. Sabato mattina lo aspettiamo alla “Stazione Marittima” non da “uditore” ma da protagonista. Salga sul palco. La gente lo vuole ascoltare. Il leader è lui e lo ha deciso il popolo di centrodestra. Gli appalusi sono pronti. E in una democrazia sana nessuno deve avere timore di fare ciò che pensa. Nicola parli, il popolo di centrodestra applauda!

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