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sabato 25 febbraio 2017

Il dato che cancella l'Europa Chi la ucciderà (c'è pure la data)

Le Pen prima nei sondaggi, "l'Europa è finita"



Nonostante il salto in avanti di Emmanuel Macron nei sondaggi sulle presidenziali francesi dopo l'alleanza con il centrista François Bayrou, che l'ha spinto al 23,5% nelle intenzioni di voto, la leader del Front National Marine Le Pen resta prima in classifica con il 26% (in calo di mezzo punto percentuale).

Ora, se vincesse davvero le elezioni la Le Pen, per l'Europa sarebbe finita. "La candidata propone semplicemente di uccidere l'Europa invece di curarla. Io definisco questo un crimine politico", sbotta il commissario Ue agli Affari economici e monetari, Pierre Moscovici: "Il rimedio che propone è peggiore del male: è l'eutanasia dell'Europa".

Dello stesso avviso, Enrico Letta, "Se Marine Le Pen vince, l'Europa è finita". "Oggi il primo problema, il vero crocevia sono le elezioni francesi", spiega il presidente dell'Istituto Jcques Delors, durante un convegno organizzato dal think tank Centre for European Policy Studies (Ceps). A preoccuparlo è anche il "sistema elettorale che hanno (in Francia), sono un po' una roulette russa". I francesi saranno chiamati alle urne a giugno. Il sistema a doppio turno prevede che possano correre al ballottaggio tutti i candidati che in ciascun collegio hanno superato la soglia del 12,5 per cento degli elettori iscritti. Con centinaia di possibili ballottaggi a tre o quattro candidati, nessuno dei principali partiti potrebbe avere la maggioranza all'Assemblea nazionale. 

Mastella alla sbarra, crolla in aula, lacrime calde davanti al giudice: "Mi avete trattato come un..."

Mastella: "Ero diventato una sorta di Provenzano della politica campana"



Clemente Mastella, sindaco di Benevento ed ex deputato, europarlamentare e ministro durante la Prima e Seconda Repubblica, è crollato mercoledì scorso, quando si è presentato nell'aula del tribunale di Napoli per alcune dichiarazioni spontanee.

Dopo sette anni dal rinvio a giudizio, capi di imputazione smontati (concussione, corruzione, l’associazione a delinquere è prescritta, ma pende ancora in Cassazione) e una collezione di assoluzioni, è l’ultimo ostacolo che Mastella deve affrontare: a distanza di nove anni dalle accuse che lo travolsero nel 2008 come leader dell'Udeur e ministro della Giustizia, portando alla caduta del governo Prodi, il 15 marzo i giudici dovranno emettere la sentenza di primo grado. Il pm chiede due anni e otto mesi per induzione indebita ai danni dell’ex governatore della Campania Antonio Bassolino per la nomina all’Asi di Benevento di una persona di fiducia.

Le lacrime solcano il viso di Mastella, che si è emozionato ripensando a ciò che la sua famiglia ha subito, spiega Il Giornale. “Il dolore più grande non è l’inchiesta di per sé, che ho affrontato grazie all’unità della famiglia ”, sottolinea il sindaco di Benevento, “ma gli effetti che ha avuto sui miei cari”. La riabilitazione politica gli è stata concessa grazie all’elezione, a maggioranza schiacciante, da parte della città di Benevento perché “ha capito chi ruba e chi no”, specifica il sindaco. “Ero diventato una sorta di Provenzano della politica campana e se anche dovessero decidere di assolvermi, niente sarà in grado di cancellare lo stato di difficoltà umana e psicologica che è stato creato a me e alla mia famiglia”. Un suo grande dolore è stato vedere sua moglie, Sandra Lonardo Mastella, allora presidente del Consiglio regionale della Campania, venire arrestata, oggi però assolta da tutte le accuse.

Ora si attende la sentenza del 15 marzo. Il legale, Alfonso Furgiuele, auspica un risvolto positivo: “Sono sicuro che i giudici avranno il coraggio di assolvere l’allora ministro Mastella, anche se questo processo ha provocato la fine di un governo”.

Marchionne, colpo di scena patriottico  Ecco la nuova Ferrari: sorpresa / Foto

Formula 1, presentata la nuova Ferrari SF70H




Subito dopo un video nel quale venivano proposti tutti i profili della monoposto che hanno disputato il Mondiale, alle ore 9:45 del 24 febbraio è stata presentata a Fiorano la nuova Ferrari per il Mondiale 2017 di Formula 1. La 63esima monoposto prende il nome di SF70H, in omaggio ai 70 anni che celebra la Scuderia del Cavallino rampante e la lettera H rimarca la motorizzazione ibrida. A presenziare al debutto c'era anche il presidente e amministratore della Ferrari, Sergio Marchionne. La nuova Ferrari debutterà in pista lunedì per i primi test stagionali a Montmelò, ma ad inaugurarla oggi ci hanno pensato i due piloti ufficiali: Kimi Raikkonen seguito da Sebastian Vettel.

La nuova vettura pesa 728 kg, ha una cilindrata di 1660 cc e presenta diverse novità rispetto a quelle degli ultimi anni, soprattutto grazie alla modifica di alcune norme del regolamento della Formula 1: il gruppo della Gestione Sportiva ha puntato sull'aumento di carico aerodinamico e aderenza meccanica, oltre ad aver rivoluzionato il telaio. Sulla nuova Ferrari hanno montato le nuove gomme Pirelli, più larghe rispetto al passato di 6 cm all'anteriore e di 8 cm al posteriore. La vettura appare ancora più rossa: solo gli alettoni anteriori e la parte alta del retrotreno presentano un po’ di bianco attraversato, sul retro, da un tricolore bianco, rosso e verde.

La sinistra premia banche e ladri:  a chi ha regalato altri sei miliardi

Banche venete, contribuenti: la sinistra protegge ricchi e ladri


di Francesco De Dominicis



Mani al portafoglio: arriva la stangata della Bce di Mario Draghi sulle banche venete. La vigilanza dell' Eurotower deve indicare l'importo dell' aumento di capitale a carico delle promesse spose (assai malandate) Popolare di Vicenza e Veneto Banca. Sulla cifra non ci sono ormai molti misteri: dagli iniziali 3 miliardi di euro, il conto finale è destinato a raddoppiare a 6 miliardi. E si tratta di un conto che, salvo miracoli, sarà quasi totalmente a carico dei contribuenti italiani. Per una ragione molto semplice: il fondo Atlante, oggi azionista dei due istituti, ha mezzi finanziari scarsissimi e gli 1,7 miliardi in cassa non coprono nemmeno la metà delle richieste di Francoforte. Che pretende certezze sul rafforzamento patrimoniale prima del via libera alla fusione, affidata alla regia di Fabrizio Viola (oggi ad di Vicenza e capo in pectore del nuovo soggetto bancario).

Dunque, non ci sono alternative. L'unico modo per evitare il fallimento dei due istituti del Nord Est è seguire la strada già imboccata dal Monte dei paschi di Siena ovvero quella che porta a via Venti Settembre, a Roma. Il Tesoro attingerà così al fondo da 20 miliardi creato col decreto salva banche di fine dicembre e diventerà azionista di PopVicenza e Veneto Banca. Un passo inevitabile che riporta l'orologio indietro di oltre 25anni. Era il 1990 quando lo Stato cercò goffamente di uscire dal recinto finanziario, con una riforma - quella che spostò il capitale degli istituti nei patrimoni delle fondazioni bancarie - mai completata e, visti i risultati, assai poco efficace. E la vicenda Mps è la rappresentazione plastica del fallimento di quella riforma pasticciata.

Del resto, per tenere in piedi le banche si è fatto ricorso ai quattrini dei cittadini. Con l'Unione europea che ieri ha lanciato l'allarme: la peste bancaria può avere effetti assai negativi sulle finanze pubbliche. A Bruxelles, evidentemente, cominciano a sospettare che quei 20 miliardi stanziati dal governo di Paolo Gentiloni non siano sufficienti ad arginare la crisi finanziaria.

Facciamo un po' di conti: circa 7 miliardi sono già stati messi da parte per la ex banca del Partito democratico (Mps) e altri 6 sono prenotati per il crac Veneto. Nel giro di due mesi, insomma, più di due terzi del cuscinetto finanziario anti crisi sono stati usati, gettando un' ombra su eventuali, nuovi terremoti allo sportello. Senza dimenticare che il ministero dell' Economia non ha ancora chiuso il cerchio per la questione senese visto che il negoziato con la Ue e col vertice dell' istituto non è chiuso: sul tavolo ci sono soprattutto i rimborsi agli obbligazionisti e la pulizia del bilancio, con la cessione di 45 miliardi di sofferenze tutta da definire (l' ad Morelli vorrebbe creare una bad bank aperta a investitori stranieri).

Gli indennizzi tengono banco anche in Veneto. La transazione con i 185mila ex titolari di azioni è in alto mare e la Bce sta facendo una serie di approfondimenti. Sono formalmente azionisti, ma si tratta per lo più di piccoli risparmiatori. Costretti, insieme con i contribuenti, a saldare il gigantesco conto finale del salvataggio di Stato del sistema bancario. E i veri responsabili? Salvati da governo e Parlamento: le due misure chiave, quella sulla lista dei bidonisti (ovvero i grandi debitori delle banche in crisi) e la tagliola sui premi ai manager di istituti falliti, sono morte sul nascere. Con buona pace della trasparenza.

Piano-choc di Putin: così prepara l'assalto al palazzo della Merkel

I soldati russi si addestrano alla presa del Parlamento tedesco




La foto dei soldati russi che issano la bandiera rossa sul tetto del Reichstag di Berlino poi dato alle fiamme è uno dei simboli della Seconda Guerra Mondiale. Una immagine che però non è solo storia, ma anche presente. Perchè alla scuola militare di Kubinka, dove si formano le truppe d'assalto russe, è stata realizzata una copia di quel Parlamento. E l'obiettivo è quello di usarla per le esercitazioni dei teenager iscritti alla Yunarmiya (la giovane armata). Il ministro della Difesa ha spiegato che la cosa servirà a fornire un obiettivo "concreto e non immaginario" ai giovani sotto addestramento. Chiaramente, come riporta il Corriere della Sera, a Berlino non l'hanno presa bene. Un po' perchè la presa di Berlino ad opera delle truppe comuniste resta per molti tedeschi una umiliazione nazionale. E un po' perchè al presente i rapporti tra Mosca e l'Occidente sono tesi e la cosa appare decisamente provocatoria.

La scissione Pd azzoppa Gentiloni Si dimette un big del governo / Foto

La scissione Pd arriva nel governo: si dimette il viceministro Filippo Bubbico



La scissione del Pd arriva fino al governo Gentiloni: il viceministro dell'Interno Filippo Bubbico si è infatti dimesso dal suo incarico a palazzo Chigi, aprendo così una crepa nell'esecutivo. "Lascio il partito democratico per un convincimento politico e a seguito di una situazione che non poteva essere sostenuta oltre" ha spiegato Bubbico, aggiungendo che "la decisione non dipende da me, è relativa a problemi politici che riguardano metodi e contenuti".

RAGGI, LO STADIO SI FA Resuscita e fa il miracolo: che cosa hanno eliminato

Lo stadio si farà. Raggi resuscita e fa il miracolo: che cosa hanno eliminato



Lo stadio della Roma si farà e si farà a Tor di valle, ma con un taglio delle cubature del 60 per cento. L'accordo arriva in serata, dopo un vertice in notturna, tra l'amministrazione capitolina e il club giallorosso. "Un nuovo progetto - ha commentato il sindaco Virginia Raggi - che potremmo chiamare 2.0". Soddisfazione anche da parte di Mauro Baldissoni, direttore generale della Roma: "Siamo molto felici di questo accordo che migliora il progetto. Questo è un giorno storico, non solo per la Roma, ma anche per la città. E' un progetto ambizioso". Poco meno di un'ora di faccia a faccia e poi prima di scendere dalla scala di palazzo Senatorio il post della Raggi che spiega nel dettaglio: "Le torri eliminate; cubature dimezzate, addirittura il 60% in meno per la parte relativa al Business Park; abbiamo elevato gli standard di costruzione a classe A4, la più alta al mondo; mettiamo in sicurezza il quartiere di Decima che non sarà piu soggetto ad allagamenti; realizzeremo una stazione nuova per la ferrovia Roma-Lido. Abbiamo rivoluzionato il progetto dello stadio della Roma e lo abbiamo trasformato in una opportunità per Roma", scrive. Poi l'affondo: "Abbiamo evitato il progetto mostro ereditato dalla precedente amministrazione. A Tor di Valle nascerà uno stadio ma moderno, ecocompatibile, all'avanguardia dal punto di vista delle tecnologie ma soprattutto sarà un'opera che rispetterà molto di più l'ambiente e il territorio. E abbiamo previsto una convenzione con i costruttori: avranno priorita' le opere di urbanizzazione utili alla città e ai romani, come la messa in sicurezza dell'area di Decima o il potenziamento della ferrovia Roma-Lido grazie a cui si accorceranno i tempi per andare e venire dal litorale di Ostia". A stretto giro diu posta arriva direttamente da Boston anche il commento di James Pallotta, presidente giallorosso: "Questa è una serata importante per la Roma. Non vediamo l?ora di costruire uno stadio che Roma possa mostrare a tutto il mondo del calcio. Forza Roma". In sintesi un altro progetto dove il Capidoglio rinuncia all'idea di costruire lo stadio in un altro spazio e l'As Roma a gran parte delle opere che aveva in mente di realizzare. Ora però bisognerà aspettare il vaglio della Conferenza dei Servizi del 3 marzo prossimo per cantare vittoria definitivamente.

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La riunione sul nuovo stadio della Roma a Tor di Valle è iniziata poco prima delle 22 dopo una giornata fatta di rinvii quasi di ora in ora. Complice il malore del sindaco Virginia Raggi, ricoverata al San Filippo Neri, che ha costretto a riscrive l'intera agenda di oggi. Tutti gli impegni annullati, tranne il faccia a faccia con il club giallorosso a cui il primo cittadino di Roma ha voluto partecipare a tutti i costi. Alle 19 infatti Raggi entra in Campidoglio, conclusi gli accertamenti sulla sua salute, e riunisce la maggioranza del Movimento 5 Stelle in Campidoglio. Unica certezza di una questione che risulta comunque in salita è il parere dell'avvocatura che di fatto mette l'amministrazione capitolina al riparo da eventuali ricorsi.

Il progetto dello stadio e la conseguente riqualificazione di Tor di Valle non scompare quindi nella notte buia della Capitale. Molti i tifosi che oggi hanno atteso in piazza del Capidoglio, ore e ore, con la speranza di poter convincere l'amministrazione di palazzo Senatorio a 'farlo questo stadio' imbracciando lo striscione: "Sì allo stadio - basta melina!". Una manifestazione non autorizzata che portato anche la questura ad identificare le persone grazie alle riprese delle telecamere.