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giovedì 28 luglio 2016

Questo è l'infame terrorista di Nizza Qui è in Italia, che cosa ci faceva?

Questo è l'infame killer di Nizza: in queste fotografie si trovava in Italia, ecco cosa stava facendo


di Pierangelo Maurizio




Mohamed Lahaouiej Bouhlel, il macellaio che in nome della guerra santa a Nizza ha falciato con il Tir 84 vittime tra cui molti bambini prima di essere fermato, era di casa in Italia. Non solo per le sue visite in Puglia. La scorsa estate a Ventimiglia, poco oltre il confine con la Francia e in territorio italiano, era tra gli attivisti che partecipavano ai sit in e alle proteste di «solidarietà» con i «profughi» accampati sugli scogli della riviera. Almeno in un’occasione durante le manifestazioni proseguite per mesi il terrorista franco-tunisino è stato identificato dalla polizia italiana. Questa è la clamorosa novità.

Una novità che aumenta l’allarme tra specialisti dell’antiterrorismo, forze di polizia e servizi segreti. Al momento della segnalazione Mohamed Bouhlel aveva giustificato la sua presenza in Liguria perché in contatto con una cosiddetta associazione umanitaria francese. A Ventimiglia era arrivato con un gruppetto di altri soggetti, ai quali si dovrà dare nome e cognome.

Libero ha provato a vedere se per caso Mohamed Bouhlel compaia nelle riprese di quelle proteste. Nelle foto e nei video realizzati nel sit in organizzato dai «No borders» il 4 ottobre a Ventimiglia, prima che la tendopoli fosse smantellata, tra i 300 manifestanti spicca un giovane - giubbotto rosso e camicia verdina - con tratti somatici molto simili: altezza, fronte, attaccatura dei capelli, orecchie, taglio degli occhi, barbetta. È lui? Se non è lui, è il suo clone perfetto.

Lo si vede al centro della scena, dietro l’amplificatore, spellarsi le mani per gli interventi. In uno scatto ride e confabula con un altro uomo dall’aspetto nordafricano. Una volta partito il corteo, in un filmato è visibile mentre con altri tre regge l’unico striscione in arabo. Sarà interessante capire che cosa c’era scritto, e soprattutto chi erano gli altri in sua compagnia.

Giusto per cogliere il contesto di questi sostenitori accorsi a difendere i diritti dei «sans papiers», l'audio restituisce slogan tipo: «polizia polizia ad uno vi spazzeremo via…». Anche se questo ha provocato una spaccatura interna con chi era contrario che si attaccassero le forze dell'ordine.

E ora due parole sugli organizzatori. I «No borders» sono ritenuti una galassia a metà tra anarchici e centri sociali rimasta finora impermeabile agli investigatori. Su questo movimento sono ricaduti i sospetti - solo sospetti - per le minacce di attentati contro le Poste e la compagnia aerea Mistral Air. Ma niente di più, di loro si sa poco. D’ora in poi gli inquirenti dovranno avere una conoscenza decisamente più dettagliata di ognuno di loro.

Torniamo a Mohamed Bouhlel, il carnefice di Nizza. Gli accertamenti in corso in Italia e in Francia stanno cercando di verificare se con lui a Ventimiglia ci fosse anche il tizio dalla maglia a righe e con la scritta «Fly Emirates» - dovrebbe chiamarsi Mohamed Walid G. - immortalato dai selfie dell’attentatore di Nizza all’esterno del Tir pochi giorni prima della strage. Anche lui franco-tunisino, un amicone di Bouhlel: tra di loro gli inquirenti parigini hanno contato 1.278 chiamate in un anno. Mohamed Walid G. è uno dei 5 arrestati perché ritenuti complici di Bouhlel. Pare però, secondo alcune indiscrezioni finite sui giornali francesi, che lo abbiano già rilasciato.

Più inquietante la figura dell’altro giovane con la maglietta a righe ritratto nel Tir della morte. Dovrebbe essere lui quel tale Choukry Chafroud, 37 anni, detto anche il tunisino «pugliese» perché nel 2015 ha vissuto per alcuni mesi a Gravina di Puglia lavorando in una masseria. Sarebbe stato lui a far visitare la Puglia a Mohamed Bouhlel. Dopo la mattanza del 14 luglio secondo i francesi si sarebbe rifugiato in Italia da conoscenti (o fiancheggiatori del terrore jihadista). Ma in Italia ne abbiamo perso le tracce. E la cosa non piace per niente. Di certo nessuno dei «No borders» o degli altri attivisti pro-profughi che a Ventimiglia hanno avuto al loro fianco Mohamed Bouhlel, né il giorno dopo la promenade disseminata di cadaveri buttati giù come birilli né due settimane dopo, è corso alla polizia. A fornire qualche indicazione che potrebbe rivelarsi utile o anche solo per dire: «Non ce lo saremmo mai immaginato…».

Caivano (Na): Monopoli come Marino? Maggioranza in frantumi in meno di un anno

Caivano (Na): Monopoli si dimette e sfida la Lista Civica La Svolta, la Lista Noi Insieme con Monopoli e parte dei Socialisti


di Gaetano Daniele



A mandare su tutte le furie il Sindaco di Caivano, Simone Monopoli, sono stati 6 consiglieri comunali della sua stessa maggioranza: Lista Civica La Svolta, parte dei socialisti e i due consiglieri comunali della Lista Civica Noi Insieme con Monopoli, rappresentati da Falco e Marzano. 6 consiglieri. Proprio come ad inizio mandato, (dopo circa due mesi), come quando 5 consiglieri comunali di Forza Italia, Mellone, Ponticelli, Buonfiglio, Fusco etc etc. chiesero al neo Sindaco Monopoli più trasparenza nelle scelte. Più trasparenza. Nessun appartamento, nessun posto di lavoro, no. Solo più democrazia nelle scelte politiche. Insomma, democrazia, una parola che basta pronunciarla per mandare in Tilt l'ex Sindaco di Caivano, Simone Monopoli, da indurlo, appunto, oggi, a dimettersi. Sembra quasi un dispetto, come fanno a volte i bambini quando non vincono. Braccio di ferro, oppure dimissioni irrevocabili? Se la storia ci insegna qualcosa, l'ex Sindaco di Caivano, Simone Monopoli, ha 20 giorni di tempo per ripensarci. In sintesi ha 20 giorni di tempo per trattare. C'è chi scommette che sono dimissioni farsa, chi invece che sono dimissioni farsa, insomma, come la giriamo giriamo, queste di Monopoli sembrano proprio dimissioni dispetto. 

Se l'ex Sindaco Monopoli dovesse ritirare le sue dimissioni la verifica invocata si sposterebbe in aula di consiglio, costringendo, forse, i 6 consiglieri comunali dissidenti a sfiduciarlo con il supporto delle opposizioni, anche se questa ipotesi sembra impossibile, visto che le dimissioni appaiono dimissioni farsa. 

Monopoli "Over The Top" ai danni dei cittadini, ai danni di inesperti consiglieri comunali. Consiglieri giovani, alle prime armi. Proprio come i 6 consiglieri comunali del suo stesso partito, Forza Italia. Alla fine la spuntò lo stesso Monopoli, nominando in toto 5 assessori, tutti secondo il suo metro di valutazione. Ieri i 6 consiglieri di Forza Italia, poi ritornati in pompa magna, oggi, invece, sbatte fuori l'Avv. Luigi Padricelli, Perrotta, Riccio, Falco, Marzano e Alibrico Giamante, solo perchè avevano chiesto maggiore visibilità nelle scelte democratiche, nelle scelte o sulla rotazione dei responsabili di settore del Comune di Caivano, e, come ciliegina sulla torta, l'ultima proposta delle opposizioni, portata avanti anche dai 6 consiglieri comunali di maggioranza, Marzano, Falco, Giamante, Riccio e Padricelli, cioè di ridursi gli emolumenti del 50%. E' bastato questo ad innescare il solito gioco, soprattutto da parte della Stampa amica, pronta a puntare dritto contro chi ha osato pensarla diversamente dal primo cittadino, o quasi. 

E, fanno molto riflettere le parole del Leader del Partito Democratico, nonchè assessore ai lavori pubblici di Afragola, Luigi Sirico, che difronte a questo teatrino, nota: "E’ successo quello che era prevedibile. Una maggioranza raccolta intorno ad un unico obiettivo: vincere le elezioni a tutti i costi, per soddisfare l’insopprimibile desiderio  del candidato sindaco. Senza un programma, senza una idea di sviluppo e di progresso per il paese. Una baraonda di candidati e di liste, buoni per le campagne elettorali ma non per governare un paese difficile come Caivano. Ed eccoci qui. A distanza di meno di un anno dalle elezioni, il sindaco si è dimesso e la maggioranza va in pezzi. Purtroppo non era difficile prevedere tutto questo". 

Ma aldilà di tutto, vanno spiegate e chiarite molte cose, soprattutto come una ditta di raccolta rifiuti come la Buttol, una ditta sanzionata dallo stesso Sindaco Monopoli, riesce poi a vincere una gara Europea di svariati milioni di euro. Nel prossimo articolo, cercheremo di spiegare alcuni passaggi fondamentali affinchè il lettore possa farsi un'idea. Insomma, che dire, Monopoli come Ignazio Marino? 

Ecco le 10 auto più rubate: tutti i modelli Appena comprata? Possono fregarla così

Hai questa auto? Fai attenzione ai ladri, ogni ora ne rubano 13




Se pensate che le automobili più recenti e tecnologicamente più sofisticate siano più sicure delle più attempate, vi sbagliate di grosso. Almeno stando ai dati dell'ultimo rapporto dell'Associazione sostenitori amici della polizia stradale che ha stilato la classifica delle auto più rubate a Roma nel 2015 e i tempi impiegati dai ladri per mettere a segno il furto.

Circa vent'anni fa, i ladri di auto impiegavano circa dieci minuti per aprire lo sportello e fuggire con il bottino. Oggi in media il tempo per un furto si aggira sui 14 secondi. Merito, secondo l'Asaps, della prevalenza di elettronica rispetto alla meccanica nei sistemi di antifurto, dettaglio che li rende più vulnerabili anche grazie all'evoluzione delle tecnologie che gli stessi ladri utilizzano.

Tra i modelli più facili da rubare svetta in classifica la Fiat Panda, sottratta ai legittimi proprietari nella Capitale in 11.598 casi. Per quanto bersagliata però, la Panda non sembra essere un ottimo bottino per i ladri, visto che nel 56% dei casi i proprietari sono riusciti a tornare in possesso del proprio veicolo. Segue nella graduatoria la Fiat Punto con 8.742 auto rubate, la Fiat Cinquecento, la Lancia Ypsilon e al quinto la Fiat Uno.

La classifica

1. Fiat Panda 11.598 (12%)
2. Fiat Punto 8.742 (9%)
3. Fiat 500 6.669 (7%)
4. Lancia Ypsilon 4.089 (4%)
5. Fiat Uno 3.476 (3%)
6. Ford Fiesta 3.205 (3%)
7. Volkswagen Golf 2.919 (3%)
8. Smart ForTwo 2.077 (2%)
9. Renault Clio 1.755 (2%)
10. Opel Astra 1.448 (1%)

Canone Rai, occhio le bollette pazze E' caos totale: arrivano le fregature

Canone Rai, bollette impazzite: occhio alla fregatura



Come volevasi dimostrare, è già caos per il pagamento del canone Rai in bolletta. Come rilevato dall'Unione nazionale dei Consumatori, infatti, ci sono moltissime segnalazioni degli utenti su addebiti in bolletta del canone nonostante sia stata presentata regolarmente la dichiarazione sostitutiva di esenzione per non avere l'apparecchio televisivo o per aver già un'altra utenza.

"Non era difficile prevedere che qualcosa si sarebbe inceppato" dice Massimiliano Dona, segretario dell'Unione Nazionale Consumatori, come riporta Corriere.it. Consumatori che hanno dichiarato di non avere la tv o che il canone andava pagato su un’altra utenza elettrica, si sono ritrovati, rispettivamente, uno e due canoni Rai in bolletta".

TENSIONI IN FORZA ITALIA "Non va bene? Siete fuori" Furia-Cav, chi caccia

"Non vi va bene? Andate a casa": furia di Berlusconi, chi caccia dal partito



"Chi non si adegua può anche andare via, ognuno è libero di fare quello che vuole...". E' un Silvio Berlusconi molto irritato quello che si scaglia contro gli "oppositori" all'ascesa di Stefano Parisi all'interno di Forza Italia. Puntualizza, secondo un retroscena del Messaggero, che non c'è alcuna investitura, che Parisi non sarà il coordinatore, che non è certo detto che sarà lui il prossimo candidato premier. "Non capisco tutta questa agitazione, se qualcuno gli sbarra la strada allora vuol dire che non vuole più restare dentro FI", si sarebbe sfogato. 

Di certo il partito azzurro è spaccato. C'è chi è pro, chi contro, chi indifferente. I più esposti favorevolmente nei confronti dell'ex Dg sono Bernini, Giro, Tajani, Di Girolamo. Maria Stella Gelmini e Mara Carfagna sono freddine. Contrari, invece, Brunetta, Gasparri, Toti, Matteoli e Romani. Dunque, chi ha orecchie per intendere, intenda.

"I bastardi confratelli e criminali" Feltri definitivo, l'attacco all'islam

"I bastardi confratelli e criminali" definitivo l'attacco all'Islam


di Vittorio Feltri



Non ci scoraggiamo. Siamo sempre in attesa di un segnale che però tarda venire. Non demordiamo. Negli ultimi giorni i terroristi ci hanno tenuti svegli ammazzando qua e là. Nizza ha registrato un numero di morti abbastanza elevato. A Monaco di Baviera l’iraniano solitario si è dato da fare e ne ha stecchiti una cifra. Ieri abbiamo appreso che in Normandia due esaltatati armati di coltello hanno aggredito in una chiesa il prete e un fedele, sgozzandoli entrambi con abilità da macellai professionisti.

Insomma non passa giorno senza che qualcuno uccida qualcun altro con la stessa disinvoltura con cui una persona calpesta, magari involontariamente, una formica. L’indomani i giornali pubblicano la notizia, le televisioni mandano in onda accurati servizi; poi i fatti tragici vengono dimenticati - anzi archiviati - e le emozioni si spengono rapidamente. Ci si abitua a tutto, anche ai crimini più efferati. Tra poco tempo un attentato terroristico, a prescindere dal numero dei cadaveri, non desterà più scalpore e sarà commentato con lo stesso tono distaccato con cui si racconta un tamponamento sull’autostrada. Di questo non abbiamo dubbi. Negli anni Settanta, i sequestri di persona erano all’ordine del giorno. I primi casi del genere occuparono pagine e pagine di giornale e furono seguiti nei dettagli fino alla conclusione, sia che l’ostaggio venisse liberato sia che fosse eliminato dai rapitori. Mesi dopo, dato il ripetersi pressochè quotidiano di simili odiosi reati, le cronache che li narravano furono ridotte ad alcune colonne interne e comunque liquidate in un mucchietto di righe sbrigative. Ecco. Temiamo che le imprese sempre più frequenti compiute dagli assassini islamisti facciano la stessa fine: trattate quali normali fatti di nera, per usare il gergo dei redattori. Così fosse sarebbe un guaio. Significherebbe che l’opinione pubblica, avendo fatto indigestione di sangue, non reagisce più ed ha imparato a digerire qualsiasi nefandezza.

Il prete sgozzato in Normandia è un’indicazione importante: quella dei terroristi evidentemente è guerra di religione, se non di civiltà, altrimenti essi non si sarebbero azzardati ad agire con armi da taglio addirittura in parrocchia, oltretutto nella chiesa di Giovanna d’Arco, un simbolo non secondario della cristianità. Due morti sgozzati sotto l’altare non possono essere inseriti nell’elenco delle vittime di incidenti ordinari. Immagino che anche a un laico non sfugga il senso emblematico di un delitto del genere.

Ciò detto rimane da fare una considerazione fondamentale. Di fronte all’ecatombe provocata dai farabutti in questione, ci si domanda perché la comunità dei cosiddetti islamici moderati - che sarebbero la maggioranza secondo i saggi intellettuali che predicano convintamente l’esigenza di accogliere i musulmani e di integrarli - non abbia organizzato neanche lo straccio di una manifestazione ostile alla violenza dell’Isis e affini. Essa non ha fiatato, non ha mosso un dito, non ha marciato né deplorato, è stata zitta, neppure una parola di biasimo verso i bastardi confratelli criminali. Come mai i figli di Allah non condannano i correligionari che massacrano coloro che li ospitano e li nutrono? È noto che chi tace acconsente. Se i moderati maomettani non aprono bocca dopo gli attentati commessi dai figli di puttana, forse hanno la stessa mamma. Forse. Diversamente ce lo facciano sapere, dimostrino di essere perbene, possibilmente in fretta. Alzino la voce, se ne hanno una con cui esprimersi in modo chiaro e netto.

mercoledì 27 luglio 2016

Sant'Antimo (Na): Prima tappa del Tour 2016/17 di Miss Mondo

Sant'Antimo (Na): Prima tappa del tour 2016-2017 di Miss Mondo


Francesco Paolo Antoni

L'Ag Production di Giuseppe Puzio, in collaborazione con il Comune di Sant'Antimo, guidato dal sindaco Francesco Piemonte, e l'assessore agli eventi, Corrado Chiariello, ha organizzato una tappa del concorso di bellezza in piazza della Repubblica sabato 30 luglio a partire dalle ore 21. Ospite il maestro della comicità tutto partenopeo Francesco Paolantoni, Flavio Zerella, protagonista assoluto del programma record di ascolti “Temptation Island” e la bellissima Elena Santoro, bionda dagli occhi azzurri, Miss Mondo Campania 2016 . Presentatore Antonio Esposito, le coreografie a Roberta Adelini. Sul palco si sfideranno una ventina di ragazze provenienti da tutte le province della Campania per aggiudicarsi il titolo provinciale.