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mercoledì 1 giugno 2016

Incastrato Giorgio Napolitano: così Myrta Merlino lo demolisce

Così Myrta Merlino lo ha demolito. Napolitano incastrato





"No, non è giusto riformare la Costituzione a colpi di maggioranza. Credo però che la riforma del titolo V operata dalla maggioranza del centrosinistra sia stata preceduta da consultazioni, in modo particolare con le Regioni, che erano interessate al federalismo. Anche se alla fine non ci fu accordo in sede politica. La legge di revisione costituzionale approvata di recente, e che è sottoposta a referendum confermativo, è stata invece davvero un colpo di maggioranza, non c' è stato nessun dialogo, nessun confronto, e io credo che in generale occorre cercare la più larga intesa per qualsiasi modifica della Costituzione". A parlare è Giorgio Napolitano in una intervista a Myrta Merlino il 15 aprile 2006 ripresa e pubblicata ora sul Fatto Quotidiano. Dieci anni fa, insomma, il presidente emerito della Repubblica allora senatore a vita commenta il referendum sulla riforma costituzionale di Berlusconi e Bossi. E si dice contrario.

Secondo Napolitano "non deve passare una eccessiva amplificazione dei poteri del Capo del Governo. Non deve passare una riduzione dei poteri del Presidente della Repubblica come figura garante della Costituzione e dei valori costituzionali e credo che non debba passare l'enorme pasticcio che si è combinato tra il Senato, più o meno battezzato federale e la Camera, che provocherebbe la paralisi del procedimento legislativo".

Pazzesco Di Maio, parla di sesso: "Vi dico com'è farlo con Silvia"

Pazzesco Di Maio, parla di sesso: "Vi dico com'è farlo con Silvia"



Il leader in pectore del Movimento 5 Stelle, Luigi Di Maio, la campagna elettorale al rush per le amministrative la fa parlando di sesso. Per una volta il grillino scorda l'aplomb istituzionale e si confessa a Vanity Fair, rivista patinata per definizione e vocazione. Parla di tutto, e anche del suo amore, Silvia Virgulti, l'esperta di comunicazione pentastellata. "Capitava spesso che le chiedessi qualche consiglio. A un certo punto è stato naturale baciarci, e da lì è stato un crescendo", ammette. E ancora: "Ora sono quasi due anni che stiamo insieme, conviviamo in una casetta a Trastevere. Ho trovato una persona che condivide la mia passione e non se ne sente danneggiata: le mie due precedenti ragazze importanti erano gelose, la politica per loro era un'amante".

Una coppia perfetta, dunque, a sentire Di Maio. Perfetta nonostante l'età: lei ha dieci anni in più. E lui spiega: "Mi sono sempre sentito più grande e ho avuto difficoltà con le mie coetanee, mentre con lei ho una compatibilità assoluta. E poi mi gratifica la fiducia che ripone in me. La differenza d'età non la sentiamo - prosegue -, e neanche si vede: Silvia è molto giovane fisicamente. E il fatto che sia bella e sexy mi rende ancora più orgoglioso".

Un incontenibile Di Maio parla anche di sesso, e ammette: "È fondamentale. Se non c'è sesso non c'è relazione. Il massimo è avere sesso con l'amore. Mettere su famiglia? Non subito. Condividiamo oltre che un progetto personale anche quello per il Paese. L'idea della famiglia, però, c'è. I figli li vorremmo e anche il matrimonio. Io sono credente, non superpraticante". I fiori d'arancio, dunque, possono attendere ancora un poco.

"Tu sei frocio, e tua moglie De Filippi è..." Sgarbi-delirio, insulta Costanzo. Gelo

"Tu sei un frocio, e tua moglie De Filippi è...". Sgarbi-delirio, insulta Costanzo (che gli risponde così). Gelo glaciale



Una puntata da brivido, per Maurizio Costanzo col suo show della domenica sera. Su tutti, il più scalmanato era ovviamente Vittorio Sgarbi, che prima si è rivolto con termini non proprio consoni a Belen Rodriguez, e dopo ha messo nel mirino proprio il conduttore Costanzo. Nei confronti di Maurizio, Sgarbi si è speso in una battutaccia quasi irriferibile. Si parlava di nozze omosessuali, e il critico d'arte ha sparato: "Anche Costanzo ha fatto un matrimonio gay perché si è sposato la De Filippi che è un uomo". Gelo e risate in sala. Ma Costanzo la prende di buon grado, e risponde: "Ma io sono un vecchio frocio...".

La lettera choc di Ilda Boccassini: "Perché sto dalla parte di Gomorra"

La lettera choc della Boccassini: vi spiego perché sto dalla parte di Gomorra



In un intervento su Repubblica Ilda Boccassini spiega perché lei sta dalla parte di Roberto Saviano. "La serie tratta da Gomorra", scrive il magistrato, "ha riaperto il dibattito tra il bene e il male e il modo giusto per rappresentarlo. L'ideatore Roberto Saviano ... è bersaglio di critiche violente e ingiustificate".  Del resto, continua la Boccassini, "è già successo a Il Padrino di Francis Ford Coppola e al Romanzo criminale tratto dal libro di Giancarlo De Cataldo. Quando il crimine va in scena, puntuale si leva il coro di polemiche sul pericolo dell'emulazione". Ora il dibattito si è acceso sulla serie tv tratta da Gomorra. "Per il pm della Dda Catello Maresca, ricorda, "quella serie è un orrore e un errore narrativo".

Eppure, sottolinea la Boccassini, Gomorra "ci mette in guardia contro il male", "ci costringe a guardarci dentro". Saviano "ha capito che solo partendo dal male assoluto, dall'assenza di bene, può nascere il motivo autentico di rinnovamento. Ci invita a guardare con occhi sgombri da preconcetti e false ipocrisie e cioè che la realtà del sud, di Napoli, di Secondigliano, di Scampia… è anche quella rappresentata da Gomorra. Il degrado urbano non nasce dalla serie, preesiste". Insomma, "Gomorra riproduce la realtà, altro che rischio di emulazione. Rappresentare il male non significa infangare il sud" e non sarà la serie tv "a scalfire la bellezza della mia città, della sua cultura, della sua storia, di cui tutti siamo fieri e orgogliosi". "Ecco perché io sto dalla parte di Gomorra, che indaga il male per superarlo".

Pure il Dalai Lama bastona il Papa: "Così diventate un Paese arabo"

Pure il Dalai Lama bastona il Papa: "Italia paese Arabo?"


di Andrea Morigi



«Anche da un punto di vista morale», il Dalai Lama è convinto che «i rifugiati dovrebbero essere ammessi soltanto temporaneamente» e «l’obiettivo dovrebbe essere che ritornino e aiutino a ricostruire i loro Paesi».

L’argomento è scottante, il terreno è scivoloso, ma lui non ha paura a dichiararlo pubblicamente, in un’intervista alla tedesca Frankfurter Allgemeine Zeitung, consapevole che sta per farsi dei nemici. A partire dalla cancelliera tedesca Angela Merkel, a cui sembra rivolto il messaggio visto il mezzo di comunicazione, ma anche le parole scelte per parlare dell’emergenza migranti: «Ce ne sono troppi adesso», ha aggiunto.

Se lo avessero detto Marine Le Pen, Matteo Salvini o qualche leader di Pegida, nessuno ci avrebbe fatto caso. Che le loro opinioni siano condivise da una delle personalità più note e stimate del mondo, sconcerta. Potrà risultare anche sorprendente che un religioso mantenga il proprio attaccamento a una tradizione minacciata dalla globalizzazione, eppure il Dalai Lama sa quel che dice quando ci mette sul chi va là, spiegando che l’Europa, in particolare la Germania non può diventare un Paese arabo. La Germania è la Germania».

Certo, «quando guardiamo il volto di ogni rifugiato, ma specialmente quelli di donne e bambini, percepiamo la loro sofferenza e un essere umano che è un pochino più fortunato ha il dovere di aiutarlim ma ce ne sono così tanti che in pratica è diventato difficile».

Certo, i templi e i monasteri buddisti non sono noti come succursali della Caritas, ma ognuno ha la propria vocazione e in ogni caso Tenzin Gyatso, l’81enne leader mondiale del buddismo tibetano, è lui stesso un profugo, che ha scelto l’esilio dal 1959, a causa dell’invasione del Tibet da parte della Cina comunista nel 1950 e della successiva persecuzione della religione buddista. Già questa sua posizione politica ha contribuito un po’ a dipingere il Dalai Lama come un bieco reazionario e lo ha reso sgradito a molti che con Pechino desiderano a tutti i costi fare affari, dispostissimi a chiudere due occhi davanti ai campi di concentramento, alle esecuzioni capitali e alla mancanza di democrazia. Magari tenteranno di togliergli anche il Nobel per la Pace, che gli era stato assegnato nel 1989, di dargli dello xenofobo se non proprio del nazista, scoprendo che fra i simboli buddisti si trova anche una svastica.

Il rifiuto di Nicola Porro alla Rai: ecco a che cosa ha detto no

Il rifiuto di Porro alla Rai: ecco a che cosa ha detto no



Nicola Porro ha deciso di lasciare in modo definitivo la Rai. L'ultima offerta arrivata da viale Mazzini aveva quello strano retrogusto da elemosina. Il direttore di Raidue, Ilaria Dallatana, secondo il Giornale avrebbe offerto a Porro uno spazio di approfondimento giornalistico la domenica dalle 19 alle 20.30. Ben altra cosa rispetto al talk in prima serata che il giornalista ha condotto dal luglio 2013 fino a stasera, quando si appresterà a condurre la sua ultima puntata.

Porro è sotto il fuoco incrociato delle polemiche da metà maggio, quando lo stesso Porro aveva annunciato dalla sua pagina Facebook che il programma Virus non avrebbe avuto una nuova stagione, dopo quella che stava finendo. La decisione della Rai di non rinnovare il programma è apparsa a molti commentatori come un gesto punitivo, considerando il conduttore non proprio vicino alle posizioni del governo Renzi.

La manager rompe il lungo silenzio: come sta (davvero) Micheal Schumacher

La manager rompe il lungo silenzio: come sta davvero Schumacher



Nei giorni scorsi era stato Luca Cordero di Montezemolo a riaccendere le speranze per la salute di Micheal Schumacher. Adesso parla la sua manager storica Sabine Kehm che, dopo aver ritirato un premio dedicato alla carriera del campione, ha detto: "Credo che siamo tutti d’accordo – ha detto la Kehm – nel pensare che staremmo tutti meglio se Michael potesse essere qui e ringraziarvi. Questo purtroppo non è possibile. Purtroppo lo dobbiamo accettare, imparando come affrontare questo problema". E ancora: "Nonostante questo possiamo ancora sperare e fare di tutto, perché forse la situazione sarà diversa. Non lo possiamo valutare, e neppure influenzare. Ma possiamo fare tutto perché ciò succeda". Anche la parole della manager fanno sperare per il futuro, regalano ai suoi tifosi qualcosa (anche se si tratta solo di parole) a cui aggrapparsi.