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giovedì 22 giugno 2017

Caivano affonda nel caos mentre Monopoli gioca sui Social / Foto

Caivano affonda nel caos mentre Monopoli gioca sui Social


di Gaetano Daniele



Mentre il Sindaco di Caivano, Simone Monopoli, gioca sui Social Network, Caivano affonda e soffre. 

Igiene urbana, commercio, tasse, immondizia: il Paese è alle prese con una crisi di liquidità senza precedenti che ha messo in ginocchio i cittadini e sta polverizzando i servizi minimi essenziali. 

Insomma, una situazione tragica sotto tutti i punti di vista: finanziario, tasse ai record storici. Il commercio è allo stremo. Il 2016, è stato l'anno più brutto della storia caivanese. Ed il 2017 si appresta a superarlo. Sembra un gioco di parole, ma non lo è. 

La crisi politica è a tutto oggi in atto. "L'intesa" tra il Sindaco Simone Monopoli e alcuni consiglieri di Forza Italia, è utopia. Ormai il vaso si è rotto. In mille pezzi. La nostra è una riflessione seria, (non di parte) basata su quanto sta accadendo in questi ultimi mesi. Una vera crisi politica, senza precedenti, portata avanti da netti incapaci che si improvvisano tutto: politici, giornalisti professionisti, manager d'azienda, blogger etc etc. I risultati? sono sotto gli occhi di tutti i caivanesi. Ma guai a dirlo. Sono talmente convinti della loro incapacità nell'amministrare un Paese difficile come Caivano, che pur di non ammetterlo, ironizzano. Cambiano discorso. Offendono. 

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Ad esempio, se trovate buche durante il tragitto, la colpa è dell'opposizione. Speriamo non sia di chi verrà dopo di loro. Ma una domanda semplice semplice al Sindaco Monopoli la dobbiamo fare: Sindaco Monopoli, e il fallimento politico? La crisi interna ai partiti della sua maggioranza? Questo stallo continuo fatto di incomprensioni e di asti, di chi è? Sempre dell'opposizione? 

Qualcuno mi chiede ma perchè? La risposta sembra difficile, ma non lo è. Questo succede quando si improvvisa. Di qui, l'arte di arrangiarsi. Siamo tutti politici, giornalisti professionisti, blogger etc etc. 

Sono due anni che ripeto che Monopoli non è in grado di governare il Paese. Anzi. Avevamo previsto tutto quello che si sta verificando. Tutto. Dalla A alla Z. Ma la risposta non arriva dai miei Post. La conferma arriva dai Post ironici del Sindaco. Dietro quell'ironia, si nasconde, a mio avviso, l'amaro. L'amarezza di un netto e totale fallimento politico. Ma soprattutto si nasconde la paura di non essere più eletto. (Ma poi dove lo trova tutto questo tempo da perdere?). 









mercoledì 21 giugno 2017

I topi d'appartamento dell'est Europa intercettati "Perché rubiamo a casa loro". Italia, Paese umiliato

La banda dei topi d'appartamento: "Rubiamo in Italia perché usciamo subito"


di Giuseppe Spatola 

Brescia, la banda dei topi d'appartamento: "Rubiamo in Italia perché usciamo subito di galera"

Per i loro raid avevano scelto l’Italia perché in caso di un inseguimento «la polizia non spara» e anche se vieni arrestato «esci subito di galera». La banda dell’Est (tre moldavi e cinque romeni) sgominata a Brescia dai Carabinieri aveva le idee chiare su come funzionano le cose in suolo italico, tanto che per un anno ha agito indisturbata razziando i bancomat di mezza Lombardia. Non solo. Nel corso della conferenza stampa il pubblico ministero Ambrogio Cassiani ha spiegato che, come emerge dalla intercettazioni, i banditi «avessero scelto l’Italia perché le forze di polizia durante gli inseguimenti, difficilmente usano le armi da fuoco e con la legislazione italiana sarebbero subito usciti dal carcere».

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Gli ha fatto eco il Procuratore Capo, Tommaso Buonanno che ha spiegato: «Si sentivano impuniti e pensavano di poter agire indisturbati». Alla fine, però, gli investigatori hanno avuto la meglio e otto persone sono state arrestate al termine di un’inchiesta coordinata dalla Procura. Gli arrestati sono accusati di avere portato a termine o tentato non meno di una decina di assalti a bancomat di istituti di credito del Bresciano tra l’ottobre 2015 e la prima metà del 2016. Tra i centri colpiti Pozzolengo e Isorella, ma anche Milzano, Offlaga, Pavone, Mazzano, Calcinato, Maclodio e Puegnago. La tecnica era sempre la stessa: utilizzando un gancio per sradicare gli sportelli automatici la banda di albanesi rubava il bancomat che poi veniva forzato e rapinato. In totale i malavitosi, che pensavano di rimanere impuniti per via delle leggi italiane, sono riusciti a rubare 500mila euro, causando un milione di euro di danni alle banche colpite. Le accuse nei confronti degli arrestati comprendono furto, danneggiamento e associazione per delinquere. Presa la banda la polemica ora si è spostata a Roma, dove il parlamentare leghista (segretario lombardo della Lega) Paolo Grimoldi ha interrogato il ministro Minniti.

«Qualcuno informi Minniti e il ministro Orlando che i criminali dell’Est prediligono venire a colpire in Italia, preferibilmente nella ricca Lombardia, perché tanto qui la polizia non spara e in galera di resta pochissimo» ha ribadito Grimoldi. «Come dargli torto? Certo le parole di questi criminali sentenziano la sconfitta dello Stato, dello Stato di diritto, dello Stato di giustizia». Stessa reazione per l’assessore regionale Viviana Beccalossi di Fratelli d’Italia: «È davvero agghiacciante. Ma purtroppo questa è la realtà dei fatti, come sanno bene donne e uomini delle Forze dell’ordine che dopo aver lavorato duramente e a loro rischio per assicurare un criminale alla giustizia lo rivedono in libertà con troppa facilità».

Caivano (Na): "Settembrini in Music" Meno due all'Evento

"Settembrini in Music" -2 all'Evento




Tutto pronto per un'altra grande serata all'insegna di Musica, Live, Steetfood, Amicizia e Condivisione. Venerdì 23 Giugno, presso il noto ‘’Bar Settembrini’’ del noto imprenditore, Mario Castaldo, parte: "Settembrini in Music 2017", un'altra serata, all'insegna della buona musica. L'evento, tanto atteso, inizierà alle ore 19.00. 

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Un gruppo di bambini ha scoperto il gelato del futuro. Il risultato è sconvolgente! 

L'avvocato Risponde: "E' giusto pagare la busta della spesa?"

Esclusiva il Notiziario Spazio settimanale dedicato all'Avvocato Risponde




Avv. Mario Setola


E’giusto pagare la busta della spesa?

Egregio avvocato, mi chiamo Luca e scrivo da Caivano. Vorrei capire perché ogni volta che mi reco in un supermercato, sono obbligato a pagare 5 centesimi per il sacchetto di plastica. E poi in qualsiasi altro esercizio, per qualsiasi altro prodotto acquistato (vestiti, scarpe, profumi, libri, cd musicali, lampadine), il sacchetto con il nome del negozio mi viene fornito sempre gratuitamente. E allora perché mai nei supermercati lo devo pagare? Mi posso rifiutare di farlo?



Gentile Luca, il suo legittimo e simpatico quesito, è fondato ed interessante perché è indubbio che con questo sistema il supermercato in questione rende capillare la promozione del suo marchio, “usando” letteralmente il suo cliente come vero e proprio veicolo pubblicitario, in quanto la busta marchiata, una volta uscita dal supermercato, percorre le vie cittadine, raggiunge le case, spesso (se non sempre) ritorna in circolazione come contenitore per altra merce od oggetti di casa del consumatore, raddoppiando quindi l’efficacia della diffusione del logo del supermercato. Tutto questo è ben noto ai gestori di supermercati, e pertanto non vi è alcuno di questi che rinunci a questo veicolo di promozione, però – per ciò che si andrà a dire – con modalità diverse. Infatti, molti distributori commerciali offrono la busta della spesa con il loro logo impresso del tutto gratuitamente, ben consapevoli che tale “gratuità” è solamente virtuale, in quanto nei ricarichi del prezzo al consumatore del singolo prodotto, vi è percentualmente presente anche il costo pro quota della pubblicità rappresentata dalla produzione e stampa della busta. Altri distributori, al contrario, gravano il servizio reso al consumatore (la messa a disposizione di una busta per contenere la merce acquistata) di una somma sicuramente irrisoria, ma che comunque rappresenta un qualcosa di non dovuto, proprio in base a quanto sopra evidenziato. Infatti, partendo dal presupposto che il costo della busta sia già ampiamente ed opportunamente ricaricato sul prezzo finale del prodotto acquistato, ne deriva che qualunque cifra a qualunque titolo sia chiesta per la disponibilità della busta rappresenta sicuramente – a mio modestissimo avviso – un atteggiamento censurabile sia in fatto che in diritto. In effetti il vantaggio rappresentato dalla pubblicità capillare che la circolazione della busta della spesa rappresenta, dovrebbe già indurre il venditore a ritenersi “pagato” per i costi sostenuti, costi – si badi bene – che per quanto sopra detto sono già comunque sicuramente pagati dal ricarico sul prezzo finale del bene acquistato. Si potrà quindi ravvisare in questo caso un vero e proprio indebito arricchimento così come previsto dal vigente Codice Civile all’art. 2041, il cui dettato prevede che “chi, senza una giusta causa, si è arricchito a danno di un’altra persona è tenuto, nei limiti dell’arricchimento, ad indennizzare quest’ultima della correlativa diminuzione patrimoniale”. È evidente quindi che il lettore sicuramente potrebbe rivolgersi al Tribunale, esponendo il fatto lamentato e chiedendo che questo accerti l’effettivo indebito arricchimento del supermercato, condannando quest’ultimo alla restituzione di quanto non dovuto, gravato anche delle spese legali anticipate. Una considerazione pratica però non può essere elusa, riportandomi a quanto più volte espresso in questa rubrica: ovverosia valutare sempre il rapporto fra costi e benefici. Indubbiamente nel caso specifico, a fronte di pochi centesimi di euro da recuperare, vi è la fondata ipotesi di dover soggiacere a spese legali da anticipare e tempi certamente non brevi per avere una pronuncia a favore. Pertanto, caro Luca, in alternativa suggerirei un’altra strada, ovverosia quella di farsi capofila di un certo numero di consumatori che intendano azionare lo stesso diritto, e quindi proponendo un’azione collettiva, con il vantaggio di dare più “forza” alla stessa, ed una suddivisione pro quota dei relativi costi, fermo restando che questi, in caso di sentenza favorevole, saranno rimborsati di ogni spesa.

Cordiali Saluti

Avv. Mario Setola – Civilista-  Esperto in Diritto di Famiglia 
Studio: Cardito (Na) Corso Cesare Battisti n. 145
Cell. 3382011387 Email: avvocato.mariosetola@libero

Cardito (Na): L'avv. Francesco Pisano: "Il Paese non è governato, ma comandato"

L'avv. Francesco Pisano: "Il Paese non è governato, ma comandato"



di Francesco Pisano


Avv. Francesco Pisano
Consigliere comunale 


Innanzitutto Le faccio i miei più sinceri auguri per il lavoro di informazione per i nostri territori. Le scrivo alcune mie considerazioni sull'attuale situazione politica carditese.

Cardito non è governata, ma comandata. Il clima politico che si respira già da molto tempo nelle stanze del Municipio, è da coprifuoco. Chi ha cercato di interloquire o confrontarsi con noi due delle minoranze - (ricordiamo che l’opposizione è composta solo da Pisano e Santucci) -, viene considerato spia e, di conseguenza, isolato.  

Allora abbiamo deciso di controllarli da lontano. Così faranno come il cane, che senza il gatto, inizia a mordersi la coda fino a quando non impazzisce! Purtroppo questa è la situazione politica carditese. Tutto ruota in funzione delle loro cariche e aspirazioni politiche. Non c’è un solo provvedimento politico che non sia il prodotto di un calcolo elettorale.

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Cardito ha bisogno innanzitutto di essere educata, e poi governata. I giovani non troveranno mai spazio sul nostro territorio se i più grandi continueranno ad imporre la loro cultura retrogada caratterizzata soprattutto dal servilismo politico. Quella cultura che alimenta la corruzione e i politici di mestiere.     

Bisogna mettere a riposo chi dal 1994 continua ad alimentare il “sistema” caratterizzato da una forte invadenza del politico nelle scelte gestionali dei dipendenti comunali. La cd. “macchina dei voti”. Quella che garantisce la poltrona a chi vive di sola politica o grazie alla politica. Quella che garantisce al dipendente pubblico disonesto, di essere portatore di voti e, di conseguenza, il pupillo del governante di turno. 

Se leggete la programmazione dei bilanci approvati dall’amministrazione Cirillo, vi renderete conto che c’è un modo di amministrare poco trasparente. Questo è il sistema di chi vuole accontentare gli amici del giorno e fare clientele. La gente non può sapere se quel servizio è un diritto, e se lo riceve, deve prenderlo come un piacere fatto dal politico di turno o dal dipendente.  

Questa coalizione di governo sarà ricordata dalla storia come la più antidemocratica nei rapporti con le opposizioni. Nonostante la presenza di soli due consiglieri di minoranza, questa maggioranza bulgara capeggiata da Cirillo, vive con enorme difficoltà la nostra esistenza, soprattutto quando chiediamo la discussione sulle problematiche che attanagliano il nostro paese. Si stanno nascondendo dietro al fatto che durante i consigli io alzo la voce e li offendo. Attenzione. Non cadete nella trappola del perbenismo mascherato. Che io abbia in alcune circostanze utilizzato paroloni e toni aggressivi, è vero. Ma non perché sono impazzito. La verità è che la loro faccia di bronzo e il pressapochismo rispetto alle illegalità che denuncio, irriterebbero anche il più calmo di questo mondo. Inoltre bisogna dire anche che abbiamo un presidente del consiglio comunale, Nunziante Raucci, incapace di svolgere il suo ruolo. Come Cirillo faceva il presidente testa di legno del Sindaco Peppe Barra, così lo fa Raucci con Cirillo. Con la differenza però, che Cirillo non ha la capacità di dialogo democratico che Peppe Barra aveva con le opposizioni, e non ha realizzato alcunché per il paese. Mentre Barra può vantarsi delle opere realizzate durante i suoi mandati, anche se ha la colpa di aver creato prima Cirillo e poi Raucci. 

Gli unici obiettivi raggiunti dall’attuale Sindaco, sono la fascia tricolore per ben due volte e la poltrona nella Città Metropolitana. Forse per questo Raucci segue la sua scia. Fare la testa di legno dell’attuale Sindaco per essere il futuro Sindaco? Io spero di no. Visti i risultati per il paese. 

Inutile fare la lista della lavandaia. Il paese ha bisogno di tante cose. Negli ultimi anni Cardito ha perso molte tappe. Soprattutto nell’accesso ai finanziamenti europei. Sarà davvero difficile rilanciarlo se si  continua ad amministrare senza una organizzazione della macchina amministrativa fondata sulle competenze e la meritocrazia, e un programma chiaro come prescritto dalla legge, che detta le linee guida dell’azione amministrativa (garantendo così trasparenza e imparzialità nelle scelte), e che contenga gli obiettivi operativi e strategici. 

Il Sindaco ha promesso più volte l’approvazione del nuovo Piano Urbano Comunale che giace nel cassetto dal 2011 e per il quale venne impegnata una cifra intorno ai 200 mila €uro. L’approvazione del PUC, oltre a garantire il recupero del territorio, sbloccherebbe un tesoretto di circa 5 milioni di €uro che si ricaverebbero dai condoni degli edifici costruiti sulle lottizzazioni abusive. Purtroppo anche l’ultima data annunciata sarà disattesa, perché se si voleva adottare il PUC entro il prossimo mese di luglio, non si chiedeva l’ennesima verifica politica. Poi, se coi fatti mi smentirà, saremo tutti più contenti.  

Sembra una presa in giro quando si promette un “PUC a cemento zero” e ci accorgiamo che nel frattempo sono state trasformate le zone industriali in zone commerciali, e si sta aumentando la superficie abitabile nel centro storico con il rilascio di piani casa molto discutibili sulla sussistenza del requisito della ristrutturazione innovativa negli ultimi 50 anni e delle distanze. Tutto ciò sta garantendo un oligopolio nel settore dell’edilizia privata e tanta ingiustizia sociale. A pagarne le conseguenze sono, da un lato, i giovani professionisti e gli imprenditori non politicizzati, dall’altro, i proprietari dei suoli B/1 non edificati, che vorrebbero realizzare una casa per la loro famiglia; i proprietari dei manufatti abusivi condonati o sanabili, che attendono il recupero legale della loro posizione; quelli che hanno costruito nella zona B/1 con la sblocca vani del 2003, e quelli che hanno costruito nella zona C/2 (ex SAIC). A settembre inizieremo una serie di convegni per iniziare a costruire le basi per un progetto politico alternativo. Ci sono tanti cittadini che ce lo chiedono e vogliono impegnarsi in prima persona perchè stufi e delusi da chi ci governa oggi.

Caivano (Na): "Tutto va ben madama la marchesa?" Video

Halò Halò Halò OH Halò Halò Halò: "Tutto va ben mia nobila Marchesa, però c'è una sorpresa.... Un gran falò" Ridiamoci su!



di Ciro Pisano e Gaetano Daniele



Povera Caivano. Come la povera cavalla della povera marchesa, è morta. Caivano, sotto il profilo politico. La Cavalla invece non si sa. Pare per una scintilla. Povera marchesa. Halò Halò Halò. Povera Cavalla. Nunzio Filogamo cantava appunto "Tutto Va ben, Madama la Marchesa", una storiella dall'anima ironica di grande spessore. Mentre la marchesa lasciava il suo Castello e andava a folleggiare a Parigi, ogni sera chiamava il suo fido Battista per chiedergli notizie. Puntualmente arrivava la solita risposta: "Tutto Va Ben, Madama la Marchesa", nel frattempo però, le Stalle si incendiavano, il Castello crollava e il marito si era già suicidato. Povero Marito. Cosa potrebbe in questo momento storico, rappresentare Monopoli e il suo amministrare un Paese allo sfacelo se non Filogamo con la sua canzonetta? Il Paese brucia, il Castello cade a pezzi dopo milioni di euro spesi, le strutture pubbliche giacciono abbandonate e appaiono come lande desolate e deserte, i serrvizi sono stati soppressi, la Cultura cancellata, i ceti meno abbienti dimenticati, eppure, "Tutto Va Ben Madama la Marchesa".





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Grosso guaio per Woodcock Cosa vogliono fare al pm che spaventa Renzi

Presunte irregolarità, le inchieste di Woodcock finiscono al Csm


Presunte irregolarità, le inchieste di Woodcock finiscono al Csm

Le presunte irregolarità che potrebbero essere state compiute nel filone napoletano dell' inchiesta Consip, di cui sono titolari i pm Henry John Woodcock e Celestina Carrano, finiscono al vaglio del Csm. 

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Dopo mesi di incertezze, il Comitato di presidenza ha deciso di investire del caso la Prima Commissione, competente sul trasferimento d' ufficio per incompatibilità ambientale e funzionale dei magistrati. E di sollecitarla a esaminare un' altra pratica che pende quasi da due anni a Palazzo dei marescialli: quella sulle intercettazioni ambientali tra il generale della Gdf Adinolfi e l' allora premier, Matteo Renzi, disposte nell' ambito di un' altra inchiesta della procura di Napoli, su Cpl Concordia, finite sulle pagine dei giornali.

A spingere il vice presidente Giovanni Legnini e i vertici della Corte di Cassazione, che di comune accordo ad aprile non avevano voluto aprire una pratica per evitare di interferire con le indagini in corso, è stata una nota del Pg di Napoli, Luigi Riello. Riguarda le modalità con cui è stata indagata dai pm napoletani una donna magistrato, Rosita D' Angiolella, oggi giudice al tribunale di Milano, ma sino a pochi mesi fa capo dell' ufficio legislativo del ministero dell' Istruzione. Il suo nome era finito sui giornali alcuni mesi fa: si era parlato di lei come amica di Alfredo Romeo, l' imprenditore indagato per corruzione nell' inchiesta Consip, ma anche del presidente dell' Anac, Raffaele Cantone. E quando il presidente dell' Anticorruzione era stato sentito come testimone dai pm napoletani, gli era stato chiesto di parlare anche di una telefonata che gli fece la collega alla vigilia di un convegno a cui Romeo lo aveva invitato a partecipare.