Visualizzazioni totali

venerdì 16 giugno 2017

Sallusti-Mimun-Porro, bomba atomica in politica: nasce un partito da record

FI, Berlusconi vuole candidare al Senato i direttori Sallusti, Mimun e Giordano



Quella di Silvio Berlusconi su Forza Italia ha sempre più l'aria di una rifondazione totale. Nei piani del Cav non ci sono solo i giovanissimi candidati, under 40 freschi di elezione alle ultime Amministrative o rieletti con percentuali bulgare nelle proprie città. Il Cav è sempre più convinto di puntare su questa pattuglia di volti sconosciuti al grande pubblico, ma dalle potenzialità enormi, sia per resa televisiva che per freschezza di idee che possono portare a un partito alla disperata ricerca di uno scatto di reni.

5X1000 AL MONZINO

Sostieni il primo ospedale cardiologico in Europa CF 13055640158 casella ricerca sanitaria  



E quello scatto di reni, leggasi almeno il 20%, Berlusconi ha tutta l'intenzione di raggiungerlo aggiungendo alle facce poco note, altre molto ma molto conosciute dal pubblico. Secondo quanto riporta la Stampa, ad Arcore sono già a lavoro per l'operazione direttori", che vedrebbe la candidatura alle prossime Politiche del direttore del Giornale, Alessandro Sallusti, del Tg5, Clemente J. Mimun, e del Tg4 Mario Giordano. Il Cav punterebbe a prendere due piccioni con una fava, dando così solidità al progetto di ristrutturazione del partito e rinnovando le direzione delle sue testate dopo diversi anni.

Per i tre direttori Berlusconi avrebbe riservato almeno uno scranno al Senato, sempre che il risultato elettorale non dovesse andare oltre le aspettative. Oltre i tre direttori individuati, circola da tempo anche il nome di Paolo Del Debbio, già promotore della prima ora di Forza Italia. Secondo la Stampa però Del Debbio accetterebbe una sua candidatura "solo se fosse lui il leader". A quel punto il Cav avrebbe risolto anche l'annosa questione della leadership da lasciare in eredità. Le speranze a Palazzo Grazioli sono alte, tanto da immaginare anche una rosa di nomi per possibili ministeri, magari per un governo di larghe intese. E tra i nomi è spuntato anche quello di un altro giornalista, il conduttore di Matrix Nicola Porro, che sarebbe "stimato a destra e a sinistra", anzi di lui i collaboratori del Cav avrebbero detto: "ha la stoffa del ministro".

giovedì 15 giugno 2017

La bomba da Strasburgo Silvio candidato premier: ecco il suo piano da brividi

La Bomba Silvio Berlusconi e Forza Italia, l'ultima speranza: udienza a Strasburgo il 22 novembre, dopo sei mesi la sentenza


Berlusconi, l'ultima speranza: udienza a Strasburgo il 22 novembre, dopo sei mesi la sentenza
Berlusconi visto da Benny

Adesso Silvio Berlusconi spera davvero di tornare in pista per le elezioni politiche. Fissata per il 22 novembre prossimo l'udienza di Gran Camera della Corte europea dei diritti umani di Strasburgo in merito al ricorso presentato dal leader di Forza Italia contro la legge Severino che lo ha fatto decadere dal Senato e reso incandidabile nel 2013. L'udienza è la prima e unica, con il pronunciamento che dovrebbe esserci dopo sei mesi. A questo punto sono inevitabili i calcoli: se ci fosse crisi di governo con voto anticipato già dopo l'estate, Berlusconi non potrebbe né fare campagna elettorale né tantomeno candidarsi. Ma l'ipotesi, in questo momento, appare lontana anche per la volontà di Matteo Renzi e del Pd. Si sta facendo strada, viceversa, l'idea non solo di arrivare a scadenza naturale (febbraio 2018), ma prolungare la legislatura fino a maggio (l'ultima data possibile per il voto sarebbe domenica 20) puntando sui 70 giorni di "proroga tecnica". Cavilli costituzionali e parlamentari che renderebbero dunque possibile il ritorno del Cav, sempre ammesso che a Strasburgo la sentenza non arrivi in extremis (e non sia, ovviamente, negativa). In quel caso Silvio resterebbe ancora fregato, per questione di una manciata di giorni.

SCOPRI LA MASCHERA VISO PERFETTA PER TE

Maschere viso? Non sono tutte uguali... Ecco i 3 segreti per scegliere la più adatta a te. 

ESCLUSIVA il Notiziario L'intervista di Daniele all'On. Enrico Zanetti, già Vice Ministro all'Economia e Finanze

L'intervista di Daniele all'On. Enrico Zanetti, già Vice Ministro all'Economia 


intervista a cura di Gaetano Daniele



On. Enrico Zanetti
Segretario Nazionale Scelta Civica già Vice Ministro Economia e Finanze


On. Zanetti, cosa ne pensa di quanto accaduto in Parlamento in merito alla Legge Elettorale. Franchi tiratori si franchi tiratori no, ma chi sono i traditori che hanno creato questo nuovo flop?

In realtà l'accordo non esisteva in partenza. Se uno dei contraenti del patto, nello specifico i 5 Stelle, accettano un testo di compromesso, ma poi si riservano di portare comunque al voto alcuni emendamenti, vuol dire che non esiste in partenza un testo blindato. Hanno quindi ragione quelli del PD a lamentarsi dell'atteggiamento in Aula dei 5 Stelle, ma dovrebbero prima ancora lamentarsi con se stessi per aver lanciato un treno a mille all'ora che con dal primo voto si capiva sarebbe deragliato alla grande. Ora è lecito chiedersi chi è più dilettante di chi.

POWERBOT: LA POTENZA CONQUISTA ANCHE GLI ANGOLI.

Samsung POWERbot™ VR7000: connesso, efficace, incredibilmente potente. Pulisce perfettamente anche negli... 



On. Zanetti, come legge il responso di queste ultime elezioni amministrative? Chi perde, chi non vince, chi vince?

La verità è che ne escono con le ossa rotte, chi più (5 Stelle, PD e Forza Italia) chi meno (Lega) tutti i fantastici quattro del defunto accordo elettorale. C'è una fetta non maggioritaria, ma molto ampia del Paese che, se gliene viene data l'occasione, non mette la "x" sul simbolo di grandi partiti che inseguono il consenso con leader che fanno la politica del "vaffanculo" (Grillo), che si fanno fotografare mentre dormono nei centri di accoglienza (Salvini), che promettono dentiere gratis a tutti (Berlusconi) o che dicono "cucù Equitalia non c'è più" (Renzi). Io faccio parte di quella ampia minoranza. Sia chiaro: rispetto i grandi partiti a vocazione maggioritaria e comprendo le difficoltà dei loro leader a non cadere nel populismo di opposizione o di governo, ma c'è una fetta importante di italiani che vuole partecipare al governo del Paese e delle città con partiti e liste civiche più identitarie e meno proiettate alla raccolta del consenso di massa a tutti i costi. Per questo serve un sistema che, come per le amministrative, consenta anche alle politiche coalizioni e spazi di agibilità politica a partiti minori a fianco dei più grandi.

On. Zanetti, Fisco. Ma veramente siamo nelle mani di Bersani?

Non vi è dubbio che l'area politica che più in assoluto ha compenetrato le dinamiche gestionali interne della macchina fiscale italiana sia quella che era prima riconducibile alla minoranza PD e ora in buona parte a MDP. Vincenzo Visco è stato l'unico Ministro alle Finanze e poi Viceministro all'Economia con delega alle Finanze con peso politico vero e reale competenza in materia. Gli altri ci hanno sempre capito poco o nulla e a me, quando sono stato fatto Viceministro da Renzi, il Ministro Padoan ha volutamente dato o proposto deleghe di ogni tipo tranne le uniche che avrebbe avuto senso darmi e che ho più volte chiesto: quelle fiscali.

On. Zanetti, secondo Lei, questo Governo (papocchio) durerà fino alla fine del suo mandato?

Un governo che prende la fiducia al Senato su una manovra finanziaria con la miseria di 144 "sì" è un governo inaffondabile. È evidente che non ha una maggioranza palese, ma è altrettanto evidente che chi deve vergognarsi sono le finte opposizioni di Forza Italia, della Lega e del Movimento 5 Stelle che, con le loro numerosissime e consapevolissime assenze, fanno a pieno titolo parte della maggioranza occulta. I 5 Stelle e la Lega, in particolare, da oggi abbiano la decenza di tacere su intese, inciuci, compromessi e cotillon.

On. Zanetti, qual è la posizione di Scelta Civica?

Speriamo si vada a votare il prima possibile, ma con una legge maggioritaria. Il 22 giugno sarò a Bruxelles per il vertice annuale dei leader Alde e sono confidente che, dopo la manifestazione di Milano dello scorso 6 maggio, possa arrivare l'investitura a costruire anche in Italia l'alleanza dei liberal-democratici e cioè dei liberali, dei repubblicani, dei radicali e dei riformisti, rivolgendosi a quel ceto professionale, imprenditoriale e impiegatizio del pubblico e del privato che costituisce la spina dorsale di questo Paese e di quella ampia minoranza di cui parlavamo prima. Scelta Civica è pronta a mettere a disposizione di questo progetto, che avrà ovviamente nuovo nome e simbolo, le proprie strutture organizzative e le proprie prerogative di partito che non deve nemmeno raccogliere le firme per presentare le liste. Io per primo farò duecento passi indietro se serve, mi va benissimo occuparmi delle politiche economiche del movimento, non ho alcun bisogno di guidarlo. Possiamo davvero fare un grande servizio al Paese, perché di un'area politica così, che può andare dal 3 al 10 per cento ed essere determinante nella sua autonomia nel governo del Paese, ce ne è un bisogno enorme tra noeuro-deliri, dentiere e sparizioni e riapparizioni di Equitalia.

ESCLUSIVA - BOOM - Il Giornalista de ilventiquattro.it, Sossio Barra: "Monopoli..."

Il Giornalista de ilventiquattro.it, Sossio Barra: "Monopoli..."


di Gaetano Daniele



Sossio Barra
Giornalista ilventiquattro.it


Dott. Barra, cosa sta succedendo alla politica caivanese?

Innanzitutto ringrazio lei, caro Gaetano, per questa breve chiacchierata fra di noi. A Caivano sta succedendo quello che la stampa ha sempre sostenuto. Non è una novità. Monopoli corre seriamente il rischio di andarsene a casa. Inutile ripeterlo, il braccio di ferro con Forza Italia è cosa risaputa. Ma sembra quasi diventata un'ossessione in salsa caivanese perché il centrodestra a Caivano non riesce mai a governare.

Cosa ne pensa di un eventuale appoggio esterno Forzista? 

Appoggio esterno? Sul piano politico una cosa del genere ha senso se la proposta arrivasse dall'opposizione. Ma l'appoggio esterno forzista è una cretinata perché il partito azzurro è stato eletto per governare, non per fare gli inciuci. Se davvero vuol prendere le distanze dal sindaco, lo faccia seriamente. Lo mandi a casa e presenti una proposta politica alternativa.

Secondo Lei, perchè il Sindaco Monopoli, non riesce a governare il Paese? Insomma, è sempre colpa degli altri?

Il sindaco non riesce a governare perché, come detto prima, corre il serio rischio di andarsene a casa. La sua maggioranza non è più compatta. No, non è sempre colpa degli altri. Sicuramente Forza Italia ha commesso degli errori, ma ricordiamo che questa classe dirigente l'ha scelta Monopoli. Quindi una sconfitta del progetto azzurro basato sulla discontinuità è anche una sua sconfitta.

Il Pd ha chiesto le dimissioni del Sindaco Monopoli. Lei è d'accordo con questa tesi?

Il Pd è tutto il centrosinistra deve fare una sola cosa. Abbandoni i proclami, raccolga i numeri necessari e spedisca a casa il primo cittadino. Del resto è assolutamente normale che in questo caso il Pd non aspetti altro. Ma attenzione. Stavolta i democratici, a differenza della passata consiliatura, non hanno fatto nessun ribaltone. Quindi mi aspetto che presenti alla cittadinanza una visione di città, un progetto politico alternativo al centro destra. Altrimenti parliamo di fumo.

Crisi politica. Cosa ci aspetta nei prossimi giorni?

Io direi di attendere l'esito degli eventi pure perché la storia di questa città c'insegna che tutto è possibile. Nelle prossime settimane capiremo davvero quale sarà la mossa del Sindaco e di  Forza Italia.

SOTTO ASSEDIO Donald Trump è indagato Il disastro ora è ufficiale: "Dimissioni", voce-bomba

SOTTO ASSEDIO Russiagate, Donald Trump indagato dal procuratore Mueller per "ostacolo alla giustizia". Richard Nixon si dimise




Nel giorno del suo settantunesimo compleanno, il presidente Usa Donald Trump ha scoperto di essere indagato per possibile ostruzione alla giustizia. La notizia è stata data dal Washington Post. Il procuratore speciale Robert Mueller, che guida l’indagine sul ruolo della Russia nelle presidenziali del 2016, "indagherà alti dirigenti dell’intelligence nell’ambito di una indagine più ampia che ora include l’esame dell’ipotesi se Donald Trump ha tentato di ostruire la giustizia", ha rivelato il quotidiano. È lo stesso reato per cui Richard Nixon si dimise evitando l’impeachment. Per Trump, dunque, un compleanno amarissimo e orizzonti disastrosi (in una giornata, per altro, scandita dall'attentato contro Steve Scalise).

LE PLUS GRAND CHOIX D’ANNONCES IMMOBILIÈRES

Trouvez votre bien immobilier parmi 1,4 millions d’annonces 



L’ipotesi del reato di ostruzione alla giustizia si è rafforzata dopo il licenziamento a sorpresa dell’allora capo dell’Fbi James Comey, che indagava sul Russiagate. Successivamente Comey, in una deposizione al Senato, ha accusato Trump di avergli chiesto di far cadere l’indagine sull’ex consigliere per la sicurezza nazionale Michael Flynn. "La fuga di notizie dell’Fbi sul presidente è scandalosa, ingiustificabile e illegale", è stata la reazione dell’avvocato privato che difende il presidente nel Russiagate, Marc Kasowitz, tramite un suo portavoce. Il Washington Post cita cinque fonti informate sui fatti, secondo le quali il capo della National Intelligence Daniel Coats, il direttore della Nsa Mike Rogers e il suo vice Richrad Ledgett, hanno concordato di essere ascoltati nei prossimi giorni da Mueller.

Di Maio, la frase rubata con l'ambasciatore: "Grillo? Pronto a...". Come smonta il suo capo

Luigi Di Maio all'ambasciatore: "Beppe Grillo è pronto al passo indietro"



Il M5s rischia di essere la prima forza politica alle future elezioni. Una circostanza che allarma ambasciatori e cancellerie internazionali: come si riveleranno i pentastellati, nel caso vi arrivassero, a Palazzo Chigi? E a cercare di dare una risposta ci ha pensato Luigi Di Maio, il premier in pectore. E delle sue risposte, in un retroscena, dà conto Il Messaggero.

-60% e spedizione rapida e gratuita per tutti

Approfitta dei vantaggi eBay: scegli il tuo acquisto e ricevilo a casa senza spese di spedizione. Non c’è... 



Siamo all'hotel Kolbe di Roma, dove Di Maio ha incontrato i diplomatici della Ue a 27 più l'ambasciatrice britannica, Jill Morris. E a loro, il grillino, ha svelato il bluff a Cinque Stelle. Già, perché il tanto chiacchierato referendum sull'euro, sostanzialmente, non esiste. Di Maio lo ha bollato come "estrema ratio e quindi un'ipotesi remota, nel caso in cui il M5s andasse al governo". Prima, ha spiegato, ci sarebbero altre strade da percorrere, come mettere in discussione l'ultima firma utile per ratificare il fiscal compact, prevista per novembre.

Ma Di Maio, probabilmente, la battuta più interessante l'ha concessa sul grande capo Beppe Grillo, che sarebbe pronto a un passo indietro: "Come sarà il suo rapporto con Beppe Grillo se diventerà premier?", gli chiedono. E il grillino spiega che "nel momento in cui a settembre ci sarà il candidato premier questa persona avrà piena autonomia nel scegliere la squadra e il programma di governo". Quello di Grillo in caso di vittoria del M5s sarebbe un vero e proprio passo indietro, con incoronazione proprio di Di Maio. Resta un dubbio: ci dobbiamo credere?

COINVOLTI NOVE MILITARI Massa, arrestati 4 carabinieri. Gli orrori dentro quelle caserme: "Pestaggi metodici e sistematici"

Arrestati 4 carabinieri. L'inchiesta che li ha incastrati: "Pestaggi sistematici in..."



La Procura di Massa Carrara ha indagato nove carabinieri nell’ambito di un’inchiesta su presunte irregolarità in Lunigiana. Tre militari sono finiti agli arresti domiciliari e uno in carcere. Per altri quattro militari è stato disposto il divieto di dimora e per un altro la sospensione dal servizio. I militari si sarebbero resi responsabili dei reati di lesioni e falso per episodi accaduti nei mesi scorsi nelle caserme di Aulla e Albiano Magra.

UN GIORNO IDEALE A NEW YORK.

Segua i consigli di viaggio di grandi esperti. 



"L’adozione delle misure, ancorché dolorosa sul piano umano, deve rendere edotti dell’assurdità da parte di chiunque, militari dell’Arma dei carabinieri compresi, di considerarsi al di fuori e al di sopra delle leggi dello Stato e anzi offre garanzia, enucleati gli autori di condotte improprie, della sicura correttezza e del sicuro senso delle regole di quanti altri fanno parte dell’Arma", afferma in una nota il procuratore di Massa Carrara, Aldo Giubilaro, a proposito dell’inchiesta, precisando che l’accaduto è "un fatto circoscritto" e ribadendo "il più incondizionato e alto apprezzamento" per l’opera dell’Arma dei carabinieri. Il procuratore Aldo Giubilaro ha affermato che l’esecuzione del provvedimento è avvenuta "con sincero dispiacere". 

Le misure cautelari sono state richieste dalla Procura lo scorso 4 aprile e disposte il 12 giugno dal gip del Tribunale di Massa Carrara, Ermanno De Mattia. Non è consentito, ricorda Giubilaro, "in uno stato di diritto quale è il nostro, che la sola appartenenza a una categoria sociale oppure a un corpo, ancorché meritevole e glorioso come l’Arma dei carabinieri, renda immuni da ogni responsabilità, autorizzi persino la commissione di reati e metta al riparo dal subire indagini". Il procuratore sottolinea come le misure abbiano colpito "un numero ristretto di militari, a dimostrazione dell’impegno, della correttezza, del senso delle istituzioni e dello spirito di sacrificio che normalmente pongono nell’adempimento dei loro molteplici e delicati compiti i militari dell’Arma dei carabinieri della provincia di Massa".