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venerdì 2 giugno 2017

Aria condizionata, un massacro in bolletta? Ecco il trucco (infallibile) per risparmiare

Aria condizionata: ecco i trucchi per risparmiare



Sta arrivando l'estate e con lei un picco dei costi delle bollette, perché, si sa, rinfrescare casa costa e non poco. Il sito sostariffe.it ha creato un piccolo prontuario che riassume alcuni trucchi per risparmiare:

1 - Usare l'impostazione deumidificatore: si garantisce un risparmio circa del 40% dei consumi.

2 - Selezionare la temperatura corretta: per ogni grado ulteriore il consumo cresce del 5%, prestate quindi attenzione a non impostare i gradi del vostro condizionatore con un gradiente troppo alto fra temperatura esterna e interna. 

3 - Collocare l’unità esterna all’ombra: si è constatato un risparmio del 5% del consumo elettrico.

4 - Adoperare la tecnologia Inverter: consente una decurtazione del prezzo pari 30%.

5 - Usare l'impostazione Sleep: con questa funzionalità la temperatura si riduce di 3 gradi quindi 5% in meno per ogni grado. Questo si traduce in una riduzione del 15% di taglio al prezzo durante tutta la notte.

6 - Ridurre l’esposizione dell’ambiente ai raggi solari: grazie a tende e persiane si è notato un risparmio 5%.

7 - Utilizzare sia il condizionatore sia ventilatore: usare il condizionatore per la metà del tempo previsto e per l’altra metà del tempo accendere il ventilatore. Questo sistemaci consente di prorogare l’aria già rinfrescata per un risparmio di circa il 50% dei consumi.

8 - Abbonarsi al mercato libero: selezionando l’offerta più conveniente del mercato si risparmia del 17% il prezzo del consumo per il condizionatore.

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L'ultima vergogna delle Coop, cifre stratosferiche: quanti soldi fanno sulla pelle degli orfani

Gli affari delle Coop con i bambini in comunità


di Claudia Osmetti



A farne le spese sono i circa 35mila bambini che vivono nelle case famiglia o nelle comunità destinate ai minori. Circa, perché allo stato dei fatti non c'è manco un computo preciso di quanti piccoli, in tutto il territorio nazionale, siano effettivamente ospiti di queste strutture. Sono i figli di nessuno, quelli abbandonati dai genitori e presi in carico dallo Stato, o quelli allontanati dalla famiglia d'origine con una decisione del tribunale. Sulla loro pelle, però, passano scartoffie e carte bollate, incertezze normative e vuoti istituzionali, giri d'affari impressionanti e gestioni poco trasparenti. Basti pensare che il business di questa assistenza vale, all'anno, più di 1 miliardo di euro. Ma a snocciolare il quotidiano di questi ragazzini c'è molto di più.

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PAGANO I COMUNI - «Ci hanno raccontato che gli istituti dove, in passato, suonava la campanella per richiamarli non esistono più», racconta Cristina Franceschini, avvocato veronese e presidente della onlus Finalmente Liberi che si occupa (da anni) delle problematiche legate al mondo dell' affidamento minorile. Si riferisce forse alla chisura degli orfanotrofi, sancita dalla legge n. 149 del 28 marzo 2001 e prevista entro il 31 dicembre 2006, con conseguente ricollocamento dei minori in comunità di accoglienza, case-famiglia e, dove possibile, presso famiglie affidatarie o adottive. «Ovvio, tutto quello che può migliorare la loro vita va bene, ma nel complesso c' è qualcosa che non torna». A cominciare dalla questione portafogli: le rette degli ospiti di queste strutture si aggirano su una media che va dai 70 ai 120 euro al giorno, eppure ci sono casi in cui toccano addirittura i 400. Non proprio bruscolini, se in un mese l' esborso è di 12mila euro. A bambino. Cioè 144mila euro all'anno. Per una cifra simile, insomma, dovrebbero vivere da piccoli principi. E invece spesso non hanno nemmeno un numero adeguato di educatori che li segue.

CASE COMUNITA' - I costi per i minori in questione sono tutti, senza eccezioni di sorta, a carico dei Comuni, cioè sul conto spesa dei contribuenti. Niente di male, intendiamoci: questi piccoli hanno bisogno di un aiuto concreto, e le istituzioni non possono e non devono tirarsi indietro. È l'ammontare complessivo e la sua gestione, semmai, che lasciano qualche dubbio. Come detto, dopo la chiusura dei vecchi orfanotrofi, ecco le "case famiglia" (dovrebbero essere - certezze, ovviamente, nessuna - 1800 in tutto lo Stivale) e le "comunità" che si dividono in terapeutiche ed educative. L'inserimento in una di queste è, parola del Garante per l'infanzia, l'ultima spiaggia, ma in realtà sta diventando una prassi consolidata.  «Tanto spesso ci sono delle cooperative che all'interno del proprio nucleo hanno diverse case famiglia che si trovano magari anche nello stesso palazzo», spiega Franceschini, «così alla fine diventano dei veri e propri istituti. Dovrebbe esserci un educatore ogni due bambini, ma spesso questo non avviene: ci sono comunità dove, di notte, è presente solo un adulto con dieci ragazzi».

CONTROLLI INSUFFICIENTI - D'altro canto, anche i controlli lasciano il tempo che trovano. Report semestrali mancanti, banche dati non ancora operative, statistiche mai stilate: tanto per capirci, nessuno ha mai messo nero su bianco quante risorse siano state in concreto investite per la cura di questi ragazzi. «Le procure visitano le comunità solo su segnalazione, e nella maggior parte dei casi si basano esclusivamente sulle auto-certificazioni. Questo non basta», continua l'avvocato. E a livello di raccordi locali va anche peggio: tra una regione e l'altra, infatti, non esiste nemmeno la stessa nomenclatura, per cui anche gli addetti ai lavori finiscono per perdersi. «Servirebbe un organo terzo che faccia i controlli, almeno a campione», chiosa Franceschini, «e che spulci tutto: dalla scheda dei minori, al percorso che stanno seguendo, fino ai prodotti che sono contenuti nel frigorifero di casa. Sarà pure una banalità che fa sorridere, ma quando si tratta dei nostri bambini non possiamo lasciare nulla al caso».

MARCIANISE (CE): L'AVVISO Scoperta disgustosa in quelle bottiglie di Coca-Cola: quel "sapore molto sgradevole", occhio all'etichetta

Ritirato un lotto di Coca-Cola da 1,5 litri: "Sapore sgradevole e presenza di..."



di Gaetano Daniele



Ci potrebbero essere "allergeni non dichiarati" nel lotto L170329863M con scadenza 28/09/2017 di bottiglie da 1,5 litri di Coca-Cola, ritirato per ordine del ministero della Salute. Il lotto era stato prodotto da Coca Cola Hbc Italia srl con sede a Marcianise, nel Casertano. Nella nota del ministero è chiarito che il ritiro è stato causato da una "non conformità di produzione. Il contenuto della bottiglia ha un sapore molto sgradevole, un aspetto molto denso e livelli concentrati di caffeina, acido fosforico e solfiti".

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"Ora col Pd è proprio finita" Alfano, il raptus contro Renzi: la frase con cui gela Matteo

Alfano attacca Renzi: "La collaborazione col Pd è finita, appoggiamo..."



La tensione tra Angelino Alfano e Matteo Renzi è arrivata al punto di rottura. Il segretario di Ap ha detto chiaro e tondo che "la collaborazione con il Pd è da ritenersi conclusa", anche se ha chiarito: "continuiamo a sostenere il governo Gentiloni, non faremo ostruzionismo sulla legge elettorale, e accettiamo la sfida alla soglia del 5%". Alfano va al contrattacco dopo la frecciata avvelenata di Renzi che sull'accordo per la riforma elettorale lo aveva definitivo uno che è stato "il ministro di tutto, e non riesce a superare il 5%, non possiamo bloccare tutto per lui".

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Il partito di Alfano era stato letteralmente tagliato fuori dall'accordo tra Forza Italia, Partito democratico e M5S, l'ennesima provocazione secondo il ministro degli Esteri che ora accusa Renzi: "Dica con chiarezza se vuole far cadere Gentiloni. La domanda è semplice, ma rende nervoso Renzi. Il segretario del Pd vuole fare cadere il governo Gentiloni, cioè vuol far cadere il terzo governo a guida Pd in quattro anni? Noi come Ap non lo vogliamo. La domanda è semplice, speriamo anche la risposta sia semplice".

Tagliati fuori dalla maggioranza, gli alfaniani sarebbero già a lavoro per mettere in piedi una nuova aggregazione centrista, per la quale "abbiamo messo il turbo", ha assicurato Alfano: "Maurizio Lupi sarà l'uomo della ricucitura, prenderà contatto con i tanti con cui siamo rimasti sempre in contatto. Un'aggregazione di questo tipo può raggiungere il 10%".

BOOM Feltri, così i politici prendono in giro gli italiani: "Da vomito, sono degli idioti: si mangeranno tutto"

Feltri, sulla legge elettorale i politici fanno un passo avanti e due indietro


di Vittorio Feltri



Non c'è nulla al mondo che mi interessi di meno della legge elettorale, sulla quale in questo Paese intontito si è sviluppato uno sterile dibattito decennale. Ora pare che finalmente i partiti abbiano trovato un accordo su un sistema di voto che dovrebbe consentire di tornare presto alle urne. Forse. Mai dire gatto se non è nel sacco, anche se mi domando perché mai un micio, poverino, vada imprigionato nel suddetto sacco. Sono ostile a ogni crudeltà sugli esseri viventi. Vabbè, sorvoliamo e veniamo al dunque.

ECCO IL GELATO DEL FUTURO!

Un gruppo di bambini ha scoperto il gelato del futuro. Il risultato è sconvolgente! 



I geni della nostra politica hanno optato per il proporzionale, contro il quale per mezzo secolo abbiamo tutti combattuto, considerandolo una iattura, causa di ogni male della Prima Repubblica. Al punto che all'inizio degli anni Novanta lo abolimmo con ignominia, quale abominevole schifezza. A cui attribuivamo di provocare la caduta di un governo dopo l'altro. Infatti i gabinetti duravano all'epoca un anno, due al massimo, poi bisognava aprire una crisi che si risolveva varando lo stesso gabinetto fotocopia del precedente.

Ad un certo punto, gli italiani, stanchi di assistere ai balletti inscenati periodicamente a Palazzo Chigi e dintorni, decisero di adottare il maggioritario. Ma si pentirono immediatamente e dettero vita al Porcellum. Un nome che era tutto un programma. Un decennio più tardi, i cervelloni della Corte costituzionale stabilirono che il Porcellum era contro le regole dei padri, anzi, dei nonni della Patria. Seguirono discussioni interminabili e naturalmente incomprensibili a noantri gente volgare.

Serviva dunque una nuova legge. Vi risparmio la parentesi dell'Italicum, finito nella pattumiera insieme col referendum del 4 dicembre dello scorso anno. E siamo all'oggi che ci riserva una sorpresa.

Cancellata ogni regola varata negli ultimi 23 anni circa, lorsignori hanno stabilito che si stava meglio quando si stava peggio e hanno dissotterrato il già odiatissimo proporzionale di sapore democristiano in voga al tempo della guerra fredda, allorché il comunismo sembrava una cosa seria e non quella buffonata che abbiamo scoperto essere tardivamente.

In pratica, per fare un passo avanti, ne facciamo due indietro tra l'esultanza delle forze (o debolezze) politiche attuali. Non so cosa ne pensino i lettori, però a me questa retromarcia appare una inevitabile idiozia che ci condurrà in un marasma ancora più vomitevole di quello in cui siamo immersi. I cittadini saranno cioè liberi di non scegliere chi ci governerà.

Il presidente del Consiglio e la sua maggioranza non verranno eletti da noi ma dai partiti dopo negoziati basati sulle loro convenienze e capacità manovriere. Il modo migliore per tenere lontano dai seggi il popolo, a cui tutto manca tranne il disgusto per la politica. Auguri, poltronisti pasticcioni, mangiatevi anche le schede bianche.

Spari ed esplosioni a Manila Terrore al resort, l'assalto dall'Isis Almeno 25 turisti feriti

Filippine, assalto a un resort turistico di Manila: "Sono lupi solitari dell'Isis"


di Gaetano Daniele



L'esplosione e i colpi d’arma da fuoco sono stati avvertiti in un resort a Manila, capitale delle Filippine, conosciuto come World Manila, che ospita anche un casinò ed un centro commerciale, vicino all’aeroporto. L'attentato sarebbe opera di «lupi solitari del Califfato» provenienti dalla regione di Marawi dove sono state schierate truppe nei giorni scorsi per combattere gli estremisti islamisti locali. Lo riferisce Rita Katz, responsabile di Site, l’organizzazione Usa che monitora i siti web jihadisti. La polizia ha ordinato l’evacuazione del complesso ed ha isolato la zona. Sul posto sono arrivate le forze speciali della polizia. Lo riferisce la Cnn. Nei giorni scorsi il controverso presidente Rodrigo Duterte aveva schierato truppe nella regione meridionale dell’isola di Mindanao dove sono attivi gruppi come Abu Sayyaf, legati ad Isis.

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giovedì 1 giugno 2017

SPACCIATO, O QUASI Antonino, il senatore dà il colpo di grazia a Fini "Cosa mi disse, cosa sapeva". Verso le manette?

Caruso: "Gianfranco Fini sapeva che la casa di Montecarlo valeva il triplo"



Gianfranco Fini lo sapeva pure nel 1999 che la casa di Montecarlo della contessa Colleoni donata ad An valeva quasi il triplo della cifra per la quale l'ha rivenduta 9 anni dopo alle società del cognato Giancarlo e della compagna Elisabetta Tulliani. Lo dice a chiare lettere Antonino Caruso, avvocato ed ex senatore di An che allora venne incaricato dal tesoriere del partito, Francesco Pontone, di assisterlo nelle pratiche di accettazione dell'eredità. In una intervista al Tempo Caruso racconta che il 16 settembre 2010 fu sentito nell'ambito del precedente procedimento penale della Procura di Roma (poi archiviato), che vedeva indagati Fini e Pontone per truffa, in relazione al prezzo di vendita dall'appartamento. Ora Fini, nella nuova inchiesta, rischia fino a 12 anni di galera.

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Vendita - Allora raccontò ai magistrati che aveva ricevuto un'offerta di acquisto per oltre 800mila euro. Invece Fini l'ha venduta per 300mila euro senza che nessuno nel partito si opponesse alla sua decisione: "Io riferii a Pontone e Pontone mi disse che non c'era nessuna intenzione di vendere né quella casa, né altro. Il resto fu un fulmine a ciel sereno: della vendita lo sapevano solo Fini e Pontone, e Pontone tra l'altro faceva solo quello che Fini gli diceva di fare".

Tutto torna - Non sa nulla invece Caruso dei 2,4 milioni di euro bonificati sul conto del suocero di Fini con la causale "liquidazione decreto legge 79/2009", decreto che poi favorì il business di Corallo, sapeva solo che era "interessato della questione delle slot machine" ma "che poi il suocero abbia ricevuto delle dazioni questo non lo so". Certo, "che Alleanza nazionale venda un appartamento a un prezzo vile a una società offshore e che questa società venga costituita ad hoc dai due amministratori del casinò caraibico di Corallo - conclude Caruso - mi sembra una coincidenza difficile da giustificare come tale. Poi guarda caso quella società rivendette subito dopo la casa a un'altra società, sempre riconducibile a Corallo (e ai Tulliani, ndr)...".