L'ex ambasciatore a Monaco, Franco Mistretta: "Tulliani chiamò in ambasciata per cambiare la camera dell'albergo"
Ottenere le residenza nel Principato di Monaco non è faccenda semplice e accessibile a tutti. Ma è tutto più semplice se tuo cognato è stato ministro degli Esteri. A raccontare l'ingresso a Montecarlo del giovane Giancarlo Tulliani è l'ambasciatore Franco Mistretta, che ai pm romani ha raccontato l'incontro con Tulliani, preceduto da una telefonata di Gianfranco Fini: "Quando venne in ambasciata, gli spiegai che non era molto semplice ottenere la residenza perché occorreva un titolo di proprietà o di locazione, e un contro in banca cospicuo. Mi chiese - ha aggiunto l'ambasciatore, riportato da Il Tempo - l'indirizzo di un albergo, voleva guardarsi un po' intorno e decidere se stabilirsi lì. Non mi parlò di iniziative immobiliari, né imprenditoriali".
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Dopo un po', i casi della vita, Tulliani torna e sembra aver risolto il suo annoso problema: "È ritornato dopo un paio di mesi - ha detto ancora Mistretta - dicendo che voleva ristrutturare una casa, senza specificarmi se fosse di proprietà o o in affitto, chiedendomi a chi potesse rivolgersi. Gli abbiamo fornito l'indicazione delle due principali ditte di ristrutturazione che facevano grandi lavori nel Principato. So che Tulliani si rivolse a una di queste, la Engeco della famiglia Casiraghi, in cui lavora Luciano Garzelli".
Ed è proprio a quella ditta che si rivolge Tulliani, ribadendo anche in quell'occasione la sua parentela illustre: "Garzelli dopo qualche mese mi disse che Tulliani si era rivolto a lui come parente di Fini". In ambasciata ancora si ricorderanno di Tulliani, uno che quando si era stabilito in albergo, non contento aveva chiamato gli uffici della Farnesina nel Principato per un suo problema personale: "So che era un tipo particolare, mi dissero che aveva chiamato l'ambasciata perché non gli volevano cambiare stanza in albergo".