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sabato 6 maggio 2017

Le Pen querela Cazzullo "Merda?". L'accusa durissima alla frima del Corriere

PRIMA DEL VOTO Marine Le Pen querela Aldo Cazzullo e il Corriere della Sera: "Mai detto che Fillon è una merda"



Marine Le Pen e il Front National contro Il Corriere della Sera ed Aldo Cazzullo: scatta la querela. Perché? La ragione sta in un passaggio dell'intervista pubblicata venerdì dal quotidiano di Via Solferino, nel quale la Le Pen avrebbe definito Fillon "una merda". Il FN, però, smentisce seccamente e annuncia l'intenzione di sporgere querela: "Tutto falso", hanno spiegato a France Presse. E ancora: "Era davvero una conversazione, in francese e senza traduttore, con un bicchiere in mano e non un'intervista ufficiale" e "il giornalista non parlava perfettamente francese", ha affermato Frédéric Chatillon, amico della Le Pen. "Ho assistito alla conversazione. Marine ha detto Fillon ha invitato a votare Macron perché è nella merda", ha aggiunto. Dunque David Rachline, direttore della campagna elettorale della Le Pen, il quale ha usato l'espressione "parole completamente inventate". Da par suo, Aldo Cazzullo non arretra: "Non posso che confermare quello che ho scritto. Lei ha detto sono delle merde. Io ho fatto il mio lavoro".

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Igor, l'irruzione in ospedale del killer di Budrio Terrore in corsia: come riesce a scappare (ancora)

Igor il killer avvistato in ospedale. L'ipotesi: ferito e malato, cerca medicine


di Matteo Pandini



Segnalazioni ogni giorno, che s’accumulano in un’area di venti chilometri quadrati tra le province di Ferrara e Bologna. Eppure, di Norbert Feher alias Igor Vaclavic, il russo che all’inizio di aprile ha ucciso due volte, non c’è traccia.

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Tra le ultime segnalazioni ecco una struttura sanitaria isolata, in cui è facilissimo infilarsi. Soprattutto dopo il tramonto. È a Bando, frazione di Argenta, 22mila anime spalmate tra campi e canali nel Ferrarese: hanno indicato un uomo - Igor! - che per ben due volte, lunedì e martedì notte, sarebbe entrato nell’edificio. In via Oca Campazzo. Forse a caccia di farmaci. Alla prima occasione, le infermiere l’hanno scambiato per un povero cristo. Alla seconda, hanno guardato meglio. E hanno chiamato il 112. «È lui!».

I militari non confermano. Il sindaco Antonio Fiorentini, Pd, allarga le braccia: «Ci sono segnalazioni ogni giorno». Un’altra telefonata ha collocato il killer di Davide Fabbri - 52 anni, tabaccaio - e di Valerio Verri - 62, guardia zoofila - in un’azienda a pochi chilometri dalla clinica. Anche lì, verifiche e interrogatori. Ma niente.

Restano i posti di blocco e le ricerche a tappeto. Nei giorni immediatamente successivi al primo omicidio (1 aprile a Budrio, Bologna) s’erano organizzati massicci controlli stradali. Dopo una settimana, Igor uccide Verri e ferisce una guardia provinciale. A Portomaggiore, Ferrara.

Da qui, piombano elicotteri e squadre speciali. Segugi che setacciano la campagna. Sospetti: Igor cancella le sue tracce nei canali. Anzi, «è sparita una zattera», sarà mica fuggito verso il mare?

Eppure i segugi sono convinti: è restato in zona. Ha dormito là!, ed ecco un giaciglio in mezzo all’erba. Spunta un casolare, tracce di sangue, indizi fragili. Se fossero veri gli avvistamenti di Argenta, significa che la belva è quasi immobile. A 30 chilometri dal primo omicidio. A meno di venti dal secondo. In un’area dove s’apre l’Oasi di Val Campotto. Con ruderi e corsi d’acqua, campi ed erba alta.

Solo tre giorni fa, i quotidiani parlavano di un avvistamento a poca distanza, a Molinella, con un uomo dei corpi speciali che sibila alla radio «agganciato a 600 metri!» ma poi Igor o il suo fantasma, puff, si fa inghiottire dai canneti.

Titolo di estense.com, sito locale, giusto l’altro giorno: “Forse Igor è stremato, cattura vicina?”. Primo maggio. Il sindaco Fiorentini tuona: «Pretendiamo la risposta dello Stato». Ieri. A Libero nega che il suo Comune sia una zona di guerra. Non ci sono elicotteri che s’alzano ogni minuto o militari riversati in strada. Ma «i controlli continuano». E, certo, i cittadini «sono preoccupati». Dove sarà Igor?

I fari s’accendono ancora a Molinella - dove i corpi speciali giurano d’averlo visto - 20 chilometri e spiccioli da Argenta, con la sua clinica e la sua fabbrica. Altrettanti da Budrio e dalla tabaccheria insanguinata. Trenta da Portomaggiore dove è caduta la guardia zoofila.

Poche ore prima dell’omicidio di Fabbri, un 27enne sparisce. Si chiama Domenico D’Amato, fa il rapper, ne parla pure Chi l’ha visto. Pare che la campagna l’abbia rapito, proprio qui, e «Igor era già in zona da tempo» detta alle agenzie di stampa l’avvocato di famiglia, Barbara Iannuccelli. Eppure, «il collegamento, anche di striscio, non è stato fatto».

Un collegamento è stato cucito per un altro omicidio, quello di un metronotte di 42 anni, Salvatore Chianese, freddato il 30 dicembre 2015 nel Ravennate. A una cinquantina di chilometri dal parco del Delta.

Le infermiere di Argenta, finito il turno, si sfogano in una tabaccheria. «Era lui, dovevamo chiamare subito i carabinieri». Dove sei, Igor?

ESCLUSIVA "Amici in Festa 2017": L'evento ripreso dalle nostre telecamere e da Tele Capri Event

 "Amici in Festa 2017": L'evento ripreso dalle nostre telecamere A breve..


Riprese: Gaetano Daniele
Montaggio: Felice Soriente 
Servizio: Antonio Parrella




MARCIANISE - Una giornata di festa. Una giornata di solidarietà. Una giornata di amore. Una giornata di speranza. E’ stato davvero un grande successo per la VI edizione di “Amici in Festa”, organizzata da tantissimi volontari, che hanno accolto fin dalle prime ore del mattino del 25 aprile circa 500 diversamente abili, per dare loro un messaggio di speranza e per regalare momenti di mera spensieratezza, di gioia e serenità. A breve anche su Tele Capri e Capri Event. Guarda il Video: 

Catania, orrore dello scafista "Non mi dai il cappellino?" Uccide bimbo a pistolettate

Catania, cadavere di un bambino di 10 anni ucciso a colpi di pistola sulla barca della Ong: ucciso dallo scafista per un cappellino


Risultato immagine per nave di immigrati

Un orrore puro, al porto di Catania, dove ha attraccato la nave Phoenix della Ong Moas. A bordo 394 migranti. Ma anche un cadavere, quello di un ragazzino di dieci anni morto ammazzato. Ucciso "a colpi di pistola perché non ha voluto dare il suo cappellino da baseball allo scafista", ha raccontato Regina Catrambone, la fondatrice della Ong finita al centro di recenti polemiche innescate dalle dichiarazioni del procuratore di Catania, Carmelo Zuccaro. Il cadavere del piccolo è stato prelevato dai necrofori. I medici legali hanno confermato che avrebbe dieci anni e che sul corpo ha i segni di ferite da arma da fuoco.

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"I militari sono come la Casta" Beppe Grillo, ultimo sfregio: vuole affamare i nostri soldati

M5s propone un taglio allo stipendio dei militari italiani



L'ultima idea del Movimento 5 Stelle capitanato da Beppe Grillo? Tagliare lo stipendio ai militari italiani, considerati una casta. È l'ultima proposta, scrive oggi il quotidiano Il Tempo, in materia di Difesa. I grillini vorrebbero anche dare un taglio agli ufficiali, smettere di comprare armi "offensive" e creare un' autorità pubblica che controlli tutti gli acquisti delle forze armate.

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Ne parla il blog di Beppe Grillo, dove si chiede agli stessi militari di votare sul web. Ovviamente, riflette il Tempo, ci si domanda se abbia senso se in un periodo storico in cui i governi siano minacciati dal terrorismo e dove la cooperazione militare è sempre più importante (dall' Afghanistan alla Libia fino all' Iraq), abbia senso indebolire la nostra Difesa. 

Area a nord di Napoli “Caivano assediata dai rifiuti, rischia di diventare una discarica a cielo aperto. Il sindaco? Assente”

Area a nord di Napoli “Caivano assediata dai rifiuti, rischia di diventare una discarica a cielo aperto. Il sindaco? Assente”



di Gaetano Daniele



Nei mesi scorsi vi riportavamo la situazione di Caivano, in cui le strade assomigliano tanto a quelle di Napoli di qualche anno fa. Le carenze strutturali che vanno avanti da quando si è insediato l'attuale Sindaco Monopoli sono state peggiorate dall'incapacità politica nel gestire l'emergenza. Risultato: strade invase dai sacchetti e situazione invivibile. Purtroppo questa è solo la punta dell’iceberg visto che il Sindaco non sa proprio come gestire questo increscioso dilemma. Ed è proprio il caso di dirlo: "tra il dire e il fare c'è di mezzo il mare". Monopoli, in campagna elettorale promise il reddito di cittadinanza per poi dichiarare dissesto finanziario causato (a sua insaputa e per detta sua) dalle passate amministrazioni, nonostante la sua presenza costante (in maggioranza) in consiglio provinciale.

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Oggi Caivano è un Paese assediato dai rifiuti e rischia di diventare una vera e propria discarica a cielo aperto. "Se il Sindaco Simone Monopoli non è in grado di far fronte a quella che rischia di diventare un’emergenza rifiuti a tutti gli effetti, rassegni le dimissioni e vada a casa con tutto il suo esecutivo”. Tanto più nera della mezzanotte non può venire.

Sembra essere tornati a vent’anni fa, nel periodo Bassolino, quando i rifiuti sommergevano la città. La gente ha ragione di protestare per questa indecenza che rischia di trasformare Caivano in una piccola Napoli o Palermo. Si rischia un’epidemia se non si provvederà nel più breve tempo possibile a ripulire le strade.

Quando un Sindaco non è in grado di garantire la pulizia della città deve andare a casa. Insomma, questa amministrazione non è in grado di fare manutenzione ordinaria e non è in grado di tenere il Paese pulito. Caivano sta cadendo a pezzi tra l'incuria generale. Il Sindaco Monopoli non sembra vivere i problemi e le esigenze di un'intera comunità. 

LA MINACCIA Hanno impiccato De Rossi, Salah e Nainggolan. Spunta lo striscione da brividi / Foto

LA MINACCIA Scena macabra al Colosseo: hanno impiccato De Rossi, Nainggolan e Salah. Lo striscione da brividi



Una scena macabra è apparsa la scorsa notte vicino al Colosseo. Sul ponte pedonale di via Annibaldi è stato appeso uno striscione e quattro manichini impiccati con le maglie di De Rossi, Nainggolan e Salah. La scritta nera sullo striscione bianco recitava: "Un consiglio senza offesa, dormite con la luce accesa". Allertate le forze dell'ordine, i manichini sono stati rimossi solo dopo un paio d'ore, verso l'una. Lo striscione, invece, seppur strappato, è rimasto leggibile più a lungo. Diverse ore da pagine Facebook e siti vicini al mondo degli ultras laziali sembrano essere arrivate delle sorte di rivendicazioni, giustificando il tutto come gesto goliardico. Sul ponte sarebbero stati trovati anche adesivi degli "Irriducibili", gruppo ultras biancoceleste. Finora però non c'è stato alcuna rivendicazione ufficiali.

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