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martedì 11 aprile 2017

La mappa-disastro del voto grillino Città per città, ecco dove perdono

Amministrative 2017, i sondaggi stimano un crollo del M5S nei comuni: male al centro-nord




Da un lato ci sono i sondaggi a livello nazionale che fotografano il Movimento Cinque Stelle oltre il 30% e in continua ascesa. Dall'altro però c'è la concretezza delle prossime elezioni Amministrative, un test che per i grillini potrebbe portare poche soddisfazioni e tante ferite. A trenta giorni dalla chiusura della candidature, il voto è programmato per l'11 giugno, i dati emersi dalle rilevazioni di Euromedia e Ipsos sulle varie città chiamate al voto non portano buone notizie per Beppe Grillo.

Stando a oggi, le stime per i grillini sono più che nefaste al nord, riporta la Stampa, oltre che al centro dove non riuscirebbero a sfondare neanche al turno del ballottaggio. Certo c'è il Pd che soffre non poco in città dove storicamente ha vinto senza particolari affanni, ma ad avere la meglio in questa fase potrebbe essere più il centrodestra, in risalita nelle diverse realtà locali.
Secondo diversi sondaggi tra Padova e Verona, ad esempio, il M5S non andrebbe oltre il 20%, non trovando spazio tra lo strapotere della Lega in Veneto e lo scarso appeal che i grillini suscitano tra gli scontenti della sinistra padovana e veronese. I veri test per i grillini però saranno Genova e Parma. Nel primo caso il voto dimostrerà quanto possa averli danneggiati la polemica scoppiata nella città di Grillo e il suo stop d'imperio alla candidata vincitrice delle primarie interne. A Parma invece c'è il ribelle Pizzarotti, contro il quale i pentastellati dovranno sacrificare qualcuno.

L'onda grillina sembra più alta al sud, in particolare a Taranto, città dell'Ilva amministrata da un centrosinistra spaccato e un centrodestra alla ricerca di un'anima. Gli osservatori più attenti però escludono che il M5S possa sfondare a Lecce, dove il classico scontro centrodestra contro centrosinistra tiene ancora banco. E non è detto che il fenomeno possa tornare in voga in molte altre città italiane.

CONSIP Renzi, quel sospetto atroce sui giudici Attacco in tv: "Grillo? Adesso deve..."

Renzi a Porta a porta: "Succedono cose strane, ma la verità sta venendo a galla"



"È molto strano quello che sta accadendo, ma nessuna polemica. Ho totale fiducia nella magistratura, la verità sta venendo fuori". Matteo Renzi ha commentato a Porta a porta su Raiuno così l'ultimo sviluppo nell'inchiesta Consip, con l'aggiunta di un capitano del Noe tra gli indagati per falso dalla Procura di Roma. Il militare sarebbe accusato di aver attribuito all'imprenditore Alfredo Romeo la frase: "Renzi, l'ultima volta che l'ho incontrato", con riferimento al padre dell'ex premier. L'analisi più approfondita dell'intercettazione, invece, avrebbe fatto emergere che quella frase sarebbe stata pronunciata dall'ex parlamentare Italo Bocchino, collaboratore dell'imprenditore napoletano.

Da tempo Renzi si era tenuto lontano dalle telecamere, fino a oggi quando ha accettato l'invito di Bruno Vespa mentre le agenzie ribattevano l'iscrizione nel registro degli indagati dell'ufficiale dei carabinieri: "Sarebbe facile per me dire, essendo in corso un'indagine per falso 'eh avete visto'. Niente di tutto questo - ha aggiunto Renzi - Io chiedo che tutti abbiano la più totale fiducia nella magistratura. La verità alla fine viene a galla. E se avete visto i politici tentare di nascondere le carte, noi siamo diversi".


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Non poteva mancare l'affondo contro Beppe Grillo, che subito dopo l'apertura dell'inchiesta a carico di Tiziano Renzi aveva attaccato l'ex segretario del Pd dal suo blog: "A Beppe Grillo ho da dire una sola parola: caro Beppe Grillo, virgola, vergognati. Grillo - ha rincarato Renzi - gode a mettere in giro false notizie: prendono casi giudiziari, li mettono in giro in modo devastante. Non faccio l’esempio di mio padre, ma con Stefano Graziano, presidente dle Pd campano che il M5S diceva essere camorrista. È stato prosciolto da ogni accusa, ma ci fosse stato uno solo a dire scusa".

Alatri, terzo fermato: "È pericolosissimo" Chi è finito in manette, dove era nascosto

Fermato dai carabinieri Michel Fortuna: "Su di lui gravi indizi di colpevolezza"




Terzo fermo per l’omicidio di Emanuele Morganti, il giovane deceduto per le conseguenze di a un feroce pestaggio di cui è stato vittima davanti a una discoteca di Alatri, nel frusinate, il 26 marzo scorso. In manette, è finito Michel Fortuna, 24 anni. A eseguire il decreto di fermo emesso nei suoi confronti dalla procura, i carabinieri, che hanno bloccato il giovane a Frosinone, a casa di un parente.
A carico di Fortuna, "al pari di quanto già evidenziato nei confronti degli altri due soggetti sottoposti a fermo nei giorni scorsi - si sottolinea in una nota -, sono emersi, nel corso di articolata e complessa attività investigativa espletata dai militari del Comando Provinciale Carabinieri di Frosinone e diretta dai Pubblici Ministeri assegnatari dell’inchiesta, gravi indizi di colpevolezza circa il suo attivo coinvolgimento nel violento delitto".

Gli investigatori sottolineano inoltre che il decreto di fermo si è reso necessario "alla luce della rilevantissima pericolosità desumibile dal comportamento gravissimo posto in essere, in ragione del concreto pericolo che il fermato potesse darsi alla fuga nonché per prevenire il concreto rischio di inquinamento di prove dichiarative, riferibile sia al materiale probatorio già raccolto che all'evoluzione delle investigazioni, che proseguono ancora con il massimo impegno".

Interrogatorio per l'indagato Fini Ore davanti ai pm, cosa non gli ha detto

Riciclaggio, Gianfranco Fini interrogato dai pm di Roma



Un lungo interrogatorio, corroborato da una corposa memoria preparata dagli avvocati Francesco Caroleo Grimaldi e Michele Sarno. L’ex presidente della Camera Gianfranco Fini, sotto inchiesta per concorso in riciclaggio con la famiglia Tulliani, ha negato ogni coinvolgimento. Ai magistrati della Procura di Roma che lo hanno sentito in una sede diversa dal palazzo di giustizia, l’ex leader di An ha detto di respingere tutte le accuse e spiegato di non aver avuto alcun ruolo nella vicenda che ha portato il 14 febbraio scorso al sequestro di beni per cinque milioni di euro riconducibili a Sergio Tulliani e ai figli Giancarlo ed Elisabetta, a sua volta compagna dell’esponente politico. Intanto oggi i difensori di Giancarlo, dichiarato latitante dopo la mancata esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere in quanto residente a Dubai, hanno rinunciato a discutere il ricorso
davanti al tribunale del riesame contro la misura restrittiva.

lunedì 10 aprile 2017

Cardito (Na): Articolo 21 della Costituzione Italiana Libertà di informare e di essere informati

"Articolo 21 della Costituzione Italiana Libertà di informare e di essere informati"





Domani 11 Aprile, ore 18.00, presso la Sala consiliare del Comune di Cardito (Palazzo Mastrilli), l'Associazione "Libera", terrà una Manifestazione denominata: "Articolo 21 della Costituzione Italiana - Libertà di Informare e di essere informati". Presenti all'incontro: Prof. Maria Saccardo; dott. Sandro Ruotolo; dott. Giovanni Corona; dott. Fabio Giuliani; dott. Claudio Silvestri. Modera: Desireè Klein. 

TERREMOTO CONSIP Babbo Renzi, viene giù tutto "Le intercettazioni? False"

Consip, carabiniere accusato di aver falsificato gli atti contro Tiziano Renzi



Un capitano del Noe è inquisito - riporta il Corriere della sera - dalla Procura di Roma perché avrebbe manipolato gli atti dell’inchiesta Consip. Gianpaolo Scarfato è indagato per falso e ieri è stato convocato in procura. Il carabiniere si è avvalso della facoltà di non rispondere.

Secondo quanto si legge, avrebbe attribuito a Alfredo Romeo (in carcere per corruzione di un funzionario della Consip) la frase: "Renzi, l’ultima volta che l’ho incontrato", riferita a Tiziano Renzi. Il procuratore Giuseppe Pignatone e il sostituto Mario Palazzi hanno disposto l’analisi di tutti i nastri e hanno scoperto che in realtà quella frase era stata pronunciata dall’ex parlamentare Italo Bocchino.

L'iscrizione al registro degli indagati dell'uomo ribalta non poco la situazione. Dimostrerebbe l'assenza di prove sul fatto che Romeo e Renzi si siano incontrati. Gli atti sarebbero stati falsificati, secondo l’accusa. "In realtà gli stessi carabinieri", scrive Fiorenza Sarzanini, "avevano accertato che la persona notata mentre venivano recuperati i 'pizzini' nella spazzatura adiacente gli uffici della 'Romeo Gestioni' era un cittadino residente nella stessa strada".

Secondo la Procura sarebbe stato messo in atto un depistaggio prima della decisione, presa dagli stessi magistrati romani, di ritirare la delega al Noe e affidarla ai carabinieri del Comando Provinciale di Roma.

Come se la gode tra un crimine e l'altro l'assassino più ricercato d'Italia / Foto

Igor, la sua vera identità: le foto e il nome su Facebook, doveva essere espulso



Russo anzi no, serbo. Ex soldato dell'Armata rossa anzi no: solo un killer efferato, abilissimo con le armi. Di Igor Vaclavic si è detto di tutto. La verità è che dell'assassino in fuga tra Budrio e Ferrara, dove ha seminato morti (due) e paura, si conosce solo il nome. Anzi, i nomi: come riporta Il Giorno, il quarantenne serbo è noto alle autorità anche come Ezechiele Norberto Feher, nato a Subotica, nel sud della Serbia. Era un ladro di campagna, un piccolo delinquente ritenuto relativamente pericoloso anche se violento. Aveva addirittura un profilo Facebook, a nome Ezechiele. E le sue foto sono beffarde: selfie sorridente, in giacca e camicia, in occhiali scuri. Un camaleonte dalle mille identità, che non esitava a mostrarsi sui social anche mentre era già latitante, ricercato per tre rapine e con i complici della sua banda in carcere. Il 29 dicembre 2015 augurava addirittura buon anno, l'agosto precedente si fa una foto al castello di Ferrara con il commento "alla grande". Aveva appena messo a segno un colpo.

La belva, tra l'altro, era già stata arrestata. È stato per 15 giorni "parcheggiato" nel Cie di Bari con "decreto di allontanamento dal territorio nazionale", come ricorda il Giornale. Una espulsione mai avvenuta, perché è stato rilasciato sulla fiducia.