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lunedì 3 aprile 2017

Il Movimento Cinque Stelle pensa a Piercamillo Davigo come candidato premier nel 2018

Il Movimento Cinque Stelle pensa a Piercamillo Davigo come candidato premier



La corte del Movimento Cinque Stelle a Piercarmillo Davigo è appena cominciata. Il magistrato del mitologico pool di Mani Pulite ha da poco lasciato la carica di presidente dell'Associazione nazionale magistrati, il sindacato delle toghe, e intanto i grillini sono a caccia da tempo di nomi credibili da spendere per l'eventuale vittoria elettorale con il voto alle politiche del 2018. E così il candidato premier, si sussurra, potrebbe essere lui. Con buona pace di Luigi Di Maio, il premier in pectore.

L'intesa non è scontata, ma neanche così impossibile. Come riporta La Stampa, la mossa di avvicinamento a Davigo potrebbe seguire lo stesso schema usato in passato, tra il 2013 e il 2014, per avvicinare al Movimento personaggi del calibro di Stefano Rodotà o Nino Di Matteo. All'epoca i numeri che sostenevano l'onda grillina però non erano stati sufficienti per imporre i propri candidati. Ma stavolta le cifre che man mano emergono dai sondaggi potrebbero costringere i grillini a decidere davvero cosa vogliono fare una volta al governo.

Sul proprio futuro in politica, Davigo non si è mai sbilanciato del tutto. Anzi sin dalle sue ultime battute sull'impegno dei magistrati che diventano politici, Davigo è sempre stato netto sul tenere le due carriere separate. Per poi aggiungere che in realtà sono i partiti a trascinare i magistrati in politica, in una sorta di "reato a concorso necessario".

Davigo non sarebbe quindi del tutto intenzionato a mollare per sempre la toga per fare il premier dei grillini, sempre che superi l'arduo scoglio della selezione online sulla piattaforma Rousseau. Certo il contatto sembra esserci, visto che contattato dalla Stampa, Davigo non ha negato l'interessamento dei vertici grillini su di lui, rifugiandosi in un "preferisco non commentare". Immaginarsi Davigo fare una campagna elettorale sotto le bandiere grilline sembra al momento lo scenario meno probabile. ben più percorribile, invece, sarebbe l'ipotesi più simile a una trappola innocente: una volta conquistata la vittoria con il sistema proporzionale, i pentastellati sarebbero chiamati a formare un governo, e a quel punto una "chiamata" al magistrato dovrebbe smuovere l'orgoglio e l'animo del servitore dello Stato. Difficile dire di no così.

SESSO, PANARELLO-CHOC "C'è una cosa che non..." La confessione di Veronica

Veronica Panarello dal carcere: "L'unica cosa che oggi non rifarei"



E' in attesa del processo d'appello Veronica Panarello, la donna condannata in primo grado per l'omicidio del figlio Lorys a Santa Croce Camerina il 29 novembre 2014. E oggi "Mattino 5" ha mandato in onda l'audio dell'intervista realizzata in carcere tramite l'avvocato della donna Francesco Villardita.

Veronica ribadisce di non aver ucciso lei il piccolo: "Non sono una lucida assassina nè una criminale. Cosi’ come è scritto nella sentenza. Mi ha dato molto dispiacere, non dico fastidio ma mi ha procurato dolore essere dipinta per quello che non sono. Ho detto la verità e non sono stata creduta. Ho raccontato tutto e non mi credono: ho fornito arma del delitto, complice e movente. E non sono stata creduta. Cos'altro devo e posso fare? Il giudice dice che potrei continuare ad uccidere. L'errore è proprio in quella parola… 'continuare'. Non posso continuare a fare una cosa che non ho fatto. Io non ho ucciso mio figlio".

C'è però una cosa che Veronica ammette (ma chi da lei tirato in ballo dice di essere cosa del tutto falsa): il tradimento nei confronti del marito Davide: "Le confesso, oggi l'unica cosa che non farei è quella di tradire Davide… di avere una relazione con un'altra persona. Men che meno tradirlo con mio suocero Andrea. Così non avrei nulla da nascondere a mio marito. E poi, se avessi avuto il coraggio di parlargliene forse… no ne sono certa. Lui mi avrebbe aiutata".

Putin in città, esplodono le bombe: carneficina in Russia, "molti morti"

Attentato in metropolitana in occasione della visita di Putin: molti morti



Una esplosione violenta esplosione si è verificata alla fermata Sennaya Ploshad della metropolitana di San Pietroburgo, in pieno centro, mentre nella ex capitale degli zar si trova anche il presidente Vladimir Putin che ha partecipato al media forum del movimento Fronte popolare panrusso. Secondo quanto riporta una fonte della Tass, ci sarebbero almeno 10 morti e una cinquantina di feriti. Il vagone della linea blu, fatto saltare da quello che per ora viene definito come "un ordigno improvvisato", appare completamente distrutto. Chiuse lungo la linea tutto il traffico e sette stazioni.

Secondo l'agenzia Novosti, le stazioni coinvolte da quello che appare a tutti gli effetti come un attacco terroristico sarebbero addirittura due: oltre a Sennaya Ploshchad anche la stazione di Sadovaja. I media russi fanno notare che l’esplosione è avvenuta 15 minuti prima della fine del forum a cui stava partecipando il capo di Stato. Il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov, ha detto che Putin è stato informato dell’accaduto.

San Marco Evangelista (Ce): Il Nuovo Ristorante di Dora Canzano apre col botto: "TUTTO ESAURITO"

Il Nuovo Ristorante di Dora Canzano e Domenico Motta, fa il tutto esaurito



E' partito col botto il nuovo Ristornate DO.RE.MI', 600 metri quadri su due livelli e circa 200 posti a sedere a San Marco Evangelista, Caserta, alle spalle dell'Hotel "Vanvitelli", ad un passo da Napoli e Caserta.
Un successo atteso. Difatti, la folla in letterale delirio, ha dovuto attendere anche diverse ore pur di assaggiare le Pizze e la Cucina del DO.RE.MI'.

L'ambiente pulito ed accogliente, perfetto per coppie (sotto) e per famiglie (sopra). Infatti, nel piano superiore è stata attrezzata un'area con Play Ground, indicato soprattutto per Compleanni. "Se volete fare due chiacchiere con gli amici (anche se c'è un po di confusione) mentre mangiate un boccone controllando agevolmente vostro figlio che gioca in sicurezza è uno dei posti giusti". Così ai nostri microfoni, il titolare del Ristornate DO.RE.MI', Domenico Motta. "La Pizza è buona e la varietà è ampia", conclude Domenico Motta, che invita tutti i lettori a provare la Pizza DO.RE.MI', ricca, e con il cornicione di ricotta.

Insomma, da provare. Il Ristorante DO.RE.MI', si trova a San Marco Evangelista, in Viale della Libertà, 311. Per Info e prenotazioni: 0823.1554041 - Cell: 347.0820218

"Lui vuole uccidermi e nessuno mi aiuta" Ridotta così dal suo ex, ora torna l'incubo

Sta per tornare libero lo stalker: "Vuole uccidermi e non interessa a nessuno"



Era riuscita a fare arrestare il suo ex compagno dopo che l'aveva sequestrata e quasi ammazzata. Lidia Vivoli, 45 anni, ex hostess Windjet, non è riuscita a scacciare del tutto dalla sua vita l'incubo che lui possa tornare a tormentarla. "Me l'ha giurata - ha detto al Corriere della sera - Lui non si rassegna, non si è mai rassegnato. Mi ha detto in faccia che appena fuori me la farà pagare".

Nel frattempo la donna si è rifatta una vita con un nuovo compagno ed è diventata mamma di due gemelli di un anno. Vive a Bagheria, il suo ex compagno a Terrasini, lontano appena 50 chilometri: "Cinque mesi dopo l'arresto, ottenne i domiciliari, cominciò a mandarmi messaggi su Facebook. Un giorno me lo ritrovai davanti. Mi disse che voleva tornare da me, che lo stavo rovinando, che me l'avrebbe fatta pagare".
Cinque anni fa Lidia aveva visto la morte in faccia. Era il 25 giugno 2012 quando una scenata di gelosia dell'uomo è degenerata in un delirio di violenza: "Ogni appuntamento pensava che celasse un tradimento. Poi no lavorava e praticamente ero io a mantenerlo. Quella notte, dopo l'ennesima discussione, andò in bagno e qualche minuto dopo tornò con una padella di ghisa. Cominciò a colpirmi fino a rompermela in testa. Poi afferrò le forbici e mi colpì al ventre e alla coscia. Lottai - ha raccontato Lidia - cercai di resistere, ma lui mi tenne immobilizzata per tre ore. Mi liberò solo con la promesse che non lo avrei denunciato". Fermato dai carabinieri il giorno dopo, l'uomo ha potuto patteggiare, riducendo notevolmente la pena da scontare. "La sua pena teoricamente finisce a novembre - ha ricordato Lidia - Considerando però i premi di 45 giorni ogni sei mesi e una probabile penalizzazione per una evasione dai domiciliari, prevedo che torni libero tra maggio e luglio. Se domani lui mi ammazza non cambierà nulla. Nessuno si preoccuperà della mia famiglia, degli orfani. Qualche articolo sui giornali, dichiarazioni di circostanza e poi tutto come prima".

Il barista ammazzato a Bologna  Clamoroso: "Chi è il sospetto killer"

Budrio, per l'omicidio del barista Davide Fabbri è ricercato un ex militare dell'Est Europa: è altamente addestrato



È ancora in fuga il killer di Budrio, l'uomo che ha sparato al petto al barista Davide Fabbri, che domenica ha provato a reagire a un tentativo di rapina, perdendo la vita davanti alla moglie. E da fonti vicine all'indagine trapela che il ricercato sarebbe un militare dell'Est Europa, un uomo dunque altamente addestrato, il che spiegherebbe le testimonianze, della moglie e dei clienti, che riferiscono come abbia agito con assoluta efferatezza, in modo quasi automatico. L'uomo era già ricercato dalla procura di Ferrara per altri episodi violenti: la foto del militare è sui cruscotti di tutte le auto delle forze dell'ordine. Potrebbe dunque essere lui il responsabile dell'omicidio, nonché di altre rapine commesse con modalità violente nella provincia ferrarese. Fabbri è stato ammazzato con una pistola Smith & Wesson 9x21, arma rubata a una guardia giurata a Consandolo: tra i reati che potrebbero essere contestati all'uomo in fuga, dunque, c'è anche questo. Inoltre, ora spuntano anche testimonianze di cittadini che, nei giorni scorsi, avevano notato una persona con fucile a tracolla (quello utilizzato nella rapina prima che il barista reagisse) e un giubbotto militare che girava in bicicletta nelle zone di pianura al confine tra le pianure di Bologna e Ferrara: si ipotizzava che si trattasse di un cacciatore, ma ora non si esclude che possa trattarsi del killer.

TRUMP, BOMBE DI NOTTE  L'arma che scatena l'inferno:  è quasi guerra. E la Cina...

Donald Trump alla Cina: "Pronti a risolvere la questione Corea del Nord anche da soli". E a Seul arrivano i super-droni



Donald Trump chiederà al presidente cinese Xi Jinping di "aiutare gli Stati Uniti" a fermare la minaccia nucleare della Corea del Nord. "Se la Cina non risolverà il problema, lo faremo noi. Da soli". Queste le parole di The Donald nell'intervista pubblicata dal Financial Times. Ma queste poche parole sono sufficienti per segnare una svolta importante, in vista del summit del 6 e 7 aprile con il numero uno cinese, nel resort di Mar-a-Lago, in Florida. Già il 16 marzo il segretario di Stato a stelle e strisce, Rex Tillerson aveva dichiarato: "Nei confronti della Corea del Nord tutte le opzioni, inclusa quella militare, sono sul tavolo". La possibilità di un attacco americano al regime di Pyongyang, insomma, si fa sempre più concreta. "Ho grande rispetto per Xi Jinping. Ho grande rispetto per la Cina. Non sarei per niente sorpreso se riuscissimo a fare qualcosa di molto importante e di molto buono per i nostri Paesi", ha aggiunto Trump al Ft.

A far crescere in modo esponenziale le tensioni tra Usa e Corea del Nord, le recenti esercitazioni del regime di Kim-Jong un e il lancio di missili verso il Giappone. In questo contesto, continuano e si intensificano le operazioni congiunte di coreani e statunitensi, che per la prima volta hanno impiegato anche i Navy Seals, i militari d'eccellenza che si occuparono anche del raid in cui fu ucciso Osama Bin Laden. Ma non è tutto. Proprio in Corea del Sud è arrivato il Gray Eagle Unmanned Aerial System, ossia una flotta di super-droni in grado di volare dal Paese fino alla basi della Corea del Nord, per bombardarle e distruggerle, plausibilmente nel cuore della notte. Il dispiegamento di queste unità era prevista unicamente per i piani di guerra: altro indizio del fatto che quando Trump e la sua amministrazione parlano di "opzione militare" non stanno scherzando, affatto. Con o senza l'aiuto della Cina.