Il caos per la rottamazione delle cartelle: disaccordi con l'Agenzia delle Entrate
di Antonio Castro
La rottamazione per il momento almeno due risultati li ha portati a casa: una probabile proroga dei termini (dal 31 marzo al 21 aprile, almeno), e una differente interpretazione delle norme, a contorno del provvedimento tra Equitalia e Agenzia delle Entrate. Non un dettaglio trascurabile, considerando che poi entro maggio le agenzie fiscali dovranno comunicare agli almeno 400mila richiedenti (ma stanno aumentando considerevolmente, e sono già stati prolungati gli orari di apertura degli sportelli e probabilmente non basterà), tempi, modalità e costi della rottamazione dei ruoli richiesti. Da qualche giorno è saltato fuori che i contribuenti si alzano anche all' alba per presentare personalmente la domanda.
Il problema è che a meno di 20 giorni dalla scadenza fissata, al ministero del Tesoro si sono resi conto che le proiezioni tecniche di adesione erano un po' sottovalutate (tanto da coinvolgere recentemente anche i Centri di assistenza fiscale per le autocompilazioni delle domande), ma soprattutto sta emergendo il sospetto che tutta l' operazione possa entrare in conflitto e causare più di un problema.
Perplessità e dubbi ben riportati ieri anche da Il Sole 24 Ore che sottolinea le consistenti «differenze interpretative fra agenzia delle Entrate ed Equitalia». Differenti interpretazioni che stanno già instillando un «effetto di disorientamento per i contribuenti». A cominciare proprio dalle cartelle per le quali può essere richiesta la rottamazione.
Uno dei nodi principali (e prima o poi Via XX Settembre dovrà fare chiarezza, meglio prima), è la corretta «delimitazione dei carichi definibili». Secondo Equitalia gli atti trasmessi dal 16 dicembre 2016 in poi «si considerano presi in carico il mese successivo», vale a dire che tutte le cartelle, se inviate nella seconda metà del mese di dicembre, sarebbero escluse dalla sanatoria. Al contrario, secondo la circolare delle Entrate, «si deve guardare unicamente alla data effettiva in cui si è verificato il flusso telematico.
Ne consegue che possono essere rottamati anche i ruoli inviati a fine del 2016. Si tratta di capire come reperire l' informazione sulla data di effettiva trasmissione, dato che dagli estratti di ruolo si desume la data di esecutività e «presa in consegna, non anche la prima. Occorrerà un' interrogazione specifica agli uffici di Equitalia». Dettaglio non trascurabile - quello della data - che potrebbe mettere nei guai contribuenti e imprese, che magari solo per poche ore non potranno regolarizzare la propria posizione.
Ma non basta. C' è pure il problema relativo alle precedenti dilazioni. Ha diritto o meno il debitore «di conservare la dilazione pregressa, non pagando la rata di luglio della definizione agevolata?». Pure in questo caso, le opinioni tra Agenzia ed Equitalia sono differenti: secondo Equitalia «è sufficiente che la dilazione precedente fosse in essere alla data di presentazione dell' istanza di rottamazione. Le Entrate, invece, fanno riferimento alle sole dilazioni in corso al 24 ottobre 2016».
Se neppure gli addetti ai lavori "fiscali" hanno le idee chiare, figuriamoci i contribuenti, alle prese con una non semplicissima richiesta di pagare i sospesi con il fisco. Insomma, andranno meglio puntualizzati tempi e termini dei nuovi pagamenti, e pure se per i fermi dei veicoli i termini siano sospesi per tutta la durata della dilazione. Pagare le tasse non è il massimo, magari rendere comprensibile anche agli esattori in che modo farlo semplificherebbe l' intera procedura. E ridurrebbe il rischio ricorsi.
Nel frattempo ci sono da registrare le code infinite agli sportelli abilitati a prendere in carico le rottamazioni. Il caos interpretativo non aiuta certo.