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lunedì 13 marzo 2017

Mossa scorretta, la Raggi umiliata: così Renzi l'ha fatta sbranare in diretta

Renzi, la pugnalata in diretta alla Raggi: ecco come l'ha umiliata davanti a tutti




Una umiliazione in diretta per Virginia Raggi, e ancora più perfida perché ammantata di "affettuosa" difesa. Matteo Renzi dal palco del Lingotto parla di giustizia e giustizialismo: "Un cittadino è innocente fino a condanna non perché ha ricevuto un avviso di garanzia. I processi li fanno i tribunali, non i commentatori dei giornali". Parole ovvie, che sanno tanto di difesa per Luca Lotti e suo papà Tiziano, indagati nel caso Consip. Poi, però, la pugnalata: "Permettetemi un saluto affettuoso a Virginia Raggi". La sindaca di Roma, come noto, ha affrontato non pochi guai giudiziari. Ma la grillina non è propriamente amata dal popolo del Pd, Renzi lo sa e la dà in pasto alla platea, che al nome dell'esponente M5s reagisce con un timidissimo applauso. "Cos'è, ci siete rimasti male?", finge di stupirsi Renzi, che conclude ad effetto: "Il doppiopesismo non deve appartenere alla politica".

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Aiuto, il listone dei "nuovi mostri" Gira una voce terrificante sul voto

La voce: listone elettorale unico tra Pisapia, Boldrini, Bersani e Speranza



Qualcuno lo sta già ribattezzando "il listone dei mostri". Di sinistra, ovviamente. Il giorno dopo il lancio del Campo progressista di Giuliano Pisapia al Teatro Brancaccio di Roma, su Repubblica spunta un retroscena inquietante. Proprio nel luogo in cui nacque l'Ulivo, si fa strada l'idea di un listone elettorale che riunisca gli uomini e le donne dell'ex sindaco di Milano (con la presidente della Camera Laura Boldrini in testa) e gli scissionisti del Pd guidati da Pierluigi Bersani e Roberto Speranza. Certo, a differenza loro Pisapia ha aperto a un'alleanza con Renzi chiamandolo a scegliere però una volta per tutte tra sinistra e Angelino Alfano e centristi. Ma c'è in ballo la legge elettorale e di fronte all'ipotesi di premi di maggioranza e sbarramenti occorre prepararsi ad allargare il campo. Nel caso specifico, a quelli di Democrazia e progresso. "Pisapia è uomo di mondo. E quindi la questione della lista alle elezioni se la pone", spiega a Repubblica Franco Monaco, amico di Romano Prodi. "Siamo sullo stesso convoglio - ammette Speranza - e il manifesto lanciato da Giuliano va nella giusta direzione e si intreccia con i nostri obiettivi, innanzitutto sui programmi. Ma lui parla anche di discontinuità: non mi pare sia l'abbraccio con Renzi lo scopo di Pisapia". Alle amministrative di giugno Pisapia e il suo movimento non si presenteranno, quindi l'obiettivo è a più lungo termine. La pausa di riflessione servirà a misurare anche le forze del Pd e dei demoprogressisti (tentati dal primo test alle urne) e in base al risultato scegliere la strategia e le alleanze.

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Le manovre segrete dei Compagni Veleni e trame per azzoppare Renzi

Cosa tramano i compagni per limitare i futuri poteri di Matteo Renzi




Una congiura dentro il Pd. Dietro le quinte del Lingotto, sono in corso grande manovre congressuali. E c'è il tentativo sotterraneo - sostiene Il Giornale - di vari pezzi della mozione pro-Renzi di condizionarne la vittoria, e di limitarne i futuri poteri. "È necessario che dopo il congresso Matteo non abbia una maggioranza autosufficiente in direzione e in Assemblea nazionale, e che non possa dettare la linea e fare quel che gli pare come finora", sibila uno dei sostenitori del "commissariamento" futuro.


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Tra le varie correnti ci sarebbe un velenoso braccio di ferro. Renziani doc contro franceschiniani, ex Ds, Turchi, ex lettiani e compagnia cantante. Litigano sulla composizione delle liste o forse del listone unico dei delegati che saranno collegate alla mozione pro-Renzi. La corsa è in salita, anche per gli effetti della scissione: in zone chiave, come l'Emilia Romagna, molti uomini di Bersani ed Errani sono rimasti nel Pd, anziché seguirli in Dp, per fare - si sospetta - da quinte colonne interne, con lo scopo di boicottare Renzi e aiutare Andrea Orlando.

domenica 12 marzo 2017

Impianto di Eversense-Senseonics “Una svolta epocale per il diabete”

Impianto di Eversense-Senseonics “Una svolta epocale per il diabete”


di Eugenia Sermonti



Arriva in Italia il primo sensore per il monitoraggio continuo della glicemia (CGM) impiantabile, progettato da Roche Diabetes Care per la misurazione dei valori di glucosio fino a 90 giorni senza necessità di sostituzione del sensore ogni settimana. Il sistema di monitoraggio continuo del glucosio Eversense misura h24 i livelli di glucosio. I dati sul glucosio acquisiti dal sistema vengono automaticamente inviati al dispositivo mobile. Il sistema Eversense invia allarmi, avvisi e notifiche relativi ai valori del glucosio visibili in qualsiasi momento sull’app. Gli algoritmi predittivi avvertono il paziente di probabili episodi di ipo o iperglicemia. Il paziente può condividere questi dati con il proprio diabetologo in ogni momento attraverso il portale dedicato. Il sistema Eversense viene inserito durante una seduta ambulatoriale di pochi minuti. Il sensore viene impiantato a livello sottocutaneo sulla parte superiore del braccio. È sufficiente un’incisione millimetrica per l’inserzione del sensore.

La prima grande novità del sistema Eversense è la sua capacità di monitorare costantemente i livelli glicemici per un periodo di 90 giorni, rispetto ai 7 o 14 giorni dei sistemi Cgm non impiantabili disponibili sul mercato fino a questo momento. La seconda grande novità è che il sensore è sottocutaneo e non necessita di alcun ago che lo colleghi al trasmettitore ricaricabile, che è interamente rimovibile in modo semplice e senza rischi. I dati e l'andamento glicemico sono poi visibili sull'app di Eversense. Il trasmettitore attraverso suoni e/o vibrazioni avvisa l’utilizzatore quando i livelli di glucosio raggiungono valori troppo elevati o troppo bassi. Questo è un aspetto fondamentale soprattutto per coloro che soffrono di ipoglicemia inavvertita. Poiché essere avvisati in caso si determini il rischio di ipoglicemia contribuisce a evitare complicanze acute gravi e aiuta i familiari ad acquisire uno stato di maggiore serenità nella gestione quotidiana della malattia.

I pazienti impiantati con Eversense nella prima settimana di marzo sono in tutto 5. Tre sono stati impiantati a Padova dal team della dottoressa Daniela Bruttomesso dell'Unità Operativa Complessa di Malattie del Metabolismo diretta dal professor Angelo Avogaro e due sono stati impiantati a Olbia presso il centro di Diabetologia dell’Ospedale San Giovanni di Dio di Olbia diretto dal dottor Giancarlo Tonolo. L’impianto è indolore, infatti, i primi pazienti al termine della seduta hanno dichiarato di non aver avuto alcun dolore o problemi di altro tipo, sono consapevoli e felici di essere attori di un cambiamento importante. “L’impianto di per sé è molto semplice fatto in anestesia locale con un taglio microscopico, la procedura occupa solo qualche minuto - ha affermato Tonolo - Si tratta di un’evoluzione molto interessante, lo strumento è molto preciso, rispetto ai sistemi tradizionali ha il vantaggio che il sensore non rischia di staccarsi in quanto è impiantato sotto cute. A mio avviso l’evoluzione del sistema permetterà in un prossimo futuro di condurre una vita ancora migliore”.

“Stiamo assistendo ad una vera e propria trasformazione nella gestione del diabete. Essere i primi in Italia a poter contribuire a questo cambiamento epocale ci riempie di orgoglio e di soddisfazione. Credo di esprimere il pensiero di tutte le persone che in Roche Diabetes Care Italy hanno lavorato con impegno e dedizione per la riuscita di questa vera e propria ‘rivoluzione’ nella gestione del monitoraggio della glicemia dicendo che siamo certi di aver portato in Italia un enorme beneficio per le persone con diabete - ha affermato Massimo Balestri, general manager di Roche Diabetes Care Italy. - Questa tecnologia garantisce un livello elevato di accuratezza delle rilevazioni, i primi riscontri da parte dei pazienti, recentemente impiantati, ci dicono che abbiamo imboccato la strada giusta”.

Napoli: Vergogna dei sinistri anti-Salvini, assalto alla polizia Salvini accerchiato, sassi e bombe / Foto

Napoli, sassi e molotov contro la polizia. La vergogna dei sinistri anti-Salvini


Foto di Paolo Emilio Russo





Carica della polizia contro i manifestanti lungo via Giulio Cesare a Napoli. Cellulari, camionette della polizia e agenti a passo di corsa contro oltre un centinaio di manifestanti e con il volto coperto che hanno ingaggiato un fitto lancio di oggetti e fumogeni contro le forze dell’ordine. Lo scontro è molto violento e prosegue lungo via Giulio Cesare per diversi metri. Gran parte del corteo pacifico è disperso. In strade solo i facinorosi. Una camionetta dei carabinieri, che si era fermata, è stata assaltata da un gruppo di manifestanti con mazze. L’area è irrespirabile per l’alto numero di lacrimogeni sparati dalle forze dell’ordine. In azione ancora un idrante.

Dopo due ore, la situazione si è calmata, ma permane una forte tensione. Via Giulio Cesare è un tappeto di cocci di bottiglie infrante, cassonetti dei rifiuti divelti e immondizia data alle fiamme. Piena di pozzanghere d’acque laddove sono intervenuti gli idranti. Abbattuta anche una transenna che delimitava dei lavori in corso per la riqualificazione dei marciapiedi. Una lunga fila di camionette di polizia e carabinieri con i lampeggianti accesi aiuta il cordone di forze dell’ordine ad allontanare sempre più verso la galleria i facinorosi. Un elicottero sorvola la zona. Fumogeni bruciano ancora a bordo della strada, mentre i vigili del fuoco sono impegnati a spegnere i piccoli roghi creati dai manifestanti.

Il corteo sembra sciolto, ma il centinaio di violenti incapucciati e vestiti di nero sembra essersi diviso in due frange, una delle quali è risalita lungo via Consalvo, strada attraverso la quale si può tornare indietro su via Terracina e tentare di entrare di nuovo nella Mostra d’Oltremare. Davanti alla galleria laziale camionette delle forze dell’ordine e agenti in tenuta antisommossa. Durante gli scontri, una parte di viale Augusto è stata riaperta al traffico dopo il passaggio del corteo e lacrimogeni e petardi sono volati anche mentre passavano auto con famiglie a bordo.

Di Maio, la svolta epocale dei M5S: ecco con chi si alleano al governo

M5S, il retroscena: i grillini valutano alleanze per il prossimo governo



Sta per arrivare anche per i grillini il momento di decidere che cosa vogliono fare da grandi. Da settimane il frontman del Movimento, Luigi Di Maio, sta provando a infilare alcuni messaggi subliminali nei suoi discorsi agli attivisti Cinquestelle, in particolare sul tema delle alleanze: da soli al governo non si andrà da nessuna parte. Come riporta il Corriere della sera in un retroscena, Di Maio non crede che il Parlamento riuscirà a sfornare una legge elettorale diversa dall'Italicum depurato dalla Consulta. E stando così le cose, chi vincerà alle urne non avrà i numeri necessari per governare in beata solitudine, come hanno sempre predicato i grillini finora.

Per convincere i duri e puri, Di Maio avrebbe proposto di imbastire gli accordi con i possibili alleati "sperimentando nuovi strumenti di dialogo parlamentare". Che cosa significhi in termini pratici è arduo immaginarlo, ma qualche dettaglio sarebbe sfuggito al grillino: "Avverrebbe tutto alla luce del sole, non faremmo accordi sui ministeri, verificheremmo solo se c'è la compatibilità di altri gruppi con il nostro programma...".

Tutte bellissime intenzioni che però dovranno fare i conti con la realtà. In particolare con il rischio, neanche tanto remoto, di ritrovarsi nella stessa imbarazzante situazione in cui gli stessi grillini misero Pierluigi Bersani nel 2013.

IL CAOS EQUITALIA Cartelle ridotte? Dite addio State attenti a questa data

Il caos per la rottamazione delle cartelle: disaccordi con l'Agenzia delle Entrate


di Antonio Castro



La rottamazione per il momento almeno due risultati li ha portati a casa: una probabile proroga dei termini (dal 31 marzo al 21 aprile, almeno), e una differente interpretazione delle norme, a contorno del provvedimento tra Equitalia e Agenzia delle Entrate. Non un dettaglio trascurabile, considerando che poi entro maggio le agenzie fiscali dovranno comunicare agli almeno 400mila richiedenti (ma stanno aumentando considerevolmente, e sono già stati prolungati gli orari di apertura degli sportelli e probabilmente non basterà), tempi, modalità e costi della rottamazione dei ruoli richiesti. Da qualche giorno è saltato fuori che i contribuenti si alzano anche all' alba per presentare personalmente la domanda.

Il problema è che a meno di 20 giorni dalla scadenza fissata, al ministero del Tesoro si sono resi conto che le proiezioni tecniche di adesione erano un po' sottovalutate (tanto da coinvolgere recentemente anche i Centri di assistenza fiscale per le autocompilazioni delle domande), ma soprattutto sta emergendo il sospetto che tutta l' operazione possa entrare in conflitto e causare più di un problema.

Perplessità e dubbi ben riportati ieri anche da Il Sole 24 Ore che sottolinea le consistenti «differenze interpretative fra agenzia delle Entrate ed Equitalia». Differenti interpretazioni che stanno già instillando un «effetto di disorientamento per i contribuenti». A cominciare proprio dalle cartelle per le quali può essere richiesta la rottamazione.

Uno dei nodi principali (e prima o poi Via XX Settembre dovrà fare chiarezza, meglio prima), è la corretta «delimitazione dei carichi definibili». Secondo Equitalia gli atti trasmessi dal 16 dicembre 2016 in poi «si considerano presi in carico il mese successivo», vale a dire che tutte le cartelle, se inviate nella seconda metà del mese di dicembre, sarebbero escluse dalla sanatoria. Al contrario, secondo la circolare delle Entrate, «si deve guardare unicamente alla data effettiva in cui si è verificato il flusso telematico.

Ne consegue che possono essere rottamati anche i ruoli inviati a fine del 2016. Si tratta di capire come reperire l' informazione sulla data di effettiva trasmissione, dato che dagli estratti di ruolo si desume la data di esecutività e «presa in consegna, non anche la prima. Occorrerà un' interrogazione specifica agli uffici di Equitalia». Dettaglio non trascurabile - quello della data - che potrebbe mettere nei guai contribuenti e imprese, che magari solo per poche ore non potranno regolarizzare la propria posizione.

Ma non basta. C' è pure il problema relativo alle precedenti dilazioni. Ha diritto o meno il debitore «di conservare la dilazione pregressa, non pagando la rata di luglio della definizione agevolata?». Pure in questo caso, le opinioni tra Agenzia ed Equitalia sono differenti: secondo Equitalia «è sufficiente che la dilazione precedente fosse in essere alla data di presentazione dell' istanza di rottamazione. Le Entrate, invece, fanno riferimento alle sole dilazioni in corso al 24 ottobre 2016».

Se neppure gli addetti ai lavori "fiscali" hanno le idee chiare, figuriamoci i contribuenti, alle prese con una non semplicissima richiesta di pagare i sospesi con il fisco. Insomma, andranno meglio puntualizzati tempi e termini dei nuovi pagamenti, e pure se per i fermi dei veicoli i termini siano sospesi per tutta la durata della dilazione. Pagare le tasse non è il massimo, magari rendere comprensibile anche agli esattori in che modo farlo semplificherebbe l' intera procedura. E ridurrebbe il rischio ricorsi.

Nel frattempo ci sono da registrare le code infinite agli sportelli abilitati a prendere in carico le rottamazioni. Il caos interpretativo non aiuta certo.