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sabato 11 febbraio 2017

"SCUSE PER LA PATATA?" Lezione a Raggi e Boldrini: Vittorio Feltri le zittisce così

M5S, Feltri risponde alla polemica su Patata bollente: "Io chiedere scusa? Rispettino le nostre idee"



Uno dei meriti che deve essere riconosciuto al titolo dedicato a Virginia Raggi in prima pagina di Libero ieri in edicola, "Patata Bollente", è di aver messo d'accordo buona parte dei dirigenti grillini con diversi pezzi grossi del Partito democratico. Da entrambi i partiti è arrivata la richiesta al direttore Vittorio Feltri di chiedere scusa al sindaco di Roma, una richiesta rigettata al mittente: "Ma perché dovrei chiedere scusa? - ha detto ad affaritaliani - Questo stesso titolo lo feci il 15 gennaio 2011 su Libero, dove ero tornato da poco come direttore editoriale, per il caso Ruby rubacuori. L’occhiello era: 'Silvio rischia grosso. Il titolo: 'La patata bollente. E ancora: 'Sul caso Ruby offensiva finale dei pm di Milano, processo al premier per sfruttamento della prostituzione minorile. Interrogate cento ragazze, 600 pagine di intercettazioni ma Berlusconi sfida i giudici: solo fantasie, lasciatemi governare o si va al voto. Lo stesso titolo, 'la patata bollente, fatto su Ruby e con foto di Ruby va bene, se invece lo facciamo sulla Raggi non va bene? Come mai?".

Lasciano il tempo che trovano le accuse di sessismo: "Poi che cos’è la patata? A Roma c'è sicuramente una questione scottante. E quindi è una patata bollente". Anche sul doppiosenso e il tono ironico del titolo secondo Feltri va riportato alla realtà: "Il doppio senso, eventualmente, lo attribuisce chi legge e non chi scrive".

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Tra gli indignati dell'ultim'ora non poteva mancare la presidente della Camera, Laura Boldrini, che ha definito la prima pagina di Libero: "Volgarità da giornalismo spazzatura". Feltri non usa gli stessi toni esacerbati: "Sono opinioni e io rispetto tutte le opinioni. Per cui desidererei che fossero rispettate anche le mie, ma forse pretendo troppo".

Restano le proteste di sottofondo alle quali Feltri non ha nessuna intenzione di dare peso, ricordando poi come si sono comportati gli scandalizzati di oggi solo pochi anni fa: "Perché dovrei chiedere scusa? Di che cosa? Per la patata bollente? Ma stiamo scherzando? Che questa sia una patata bollente non c’è il minimo dubbio. Poi il salto dalla patata alla f..a è notevole. Da notare che il 15 gennaio 2011 io ero qua, quello su Ruby non fu un titolo di Belpietro, ma mio. Ma nessuno fece polemiche. Anzi, manco se lo ricordano perché di Ruby si poteva dire tutto. E di Berlusconi soprattutto, perchè Ruby senza Berlusconi sarebbe stata la signora nessuno. Non ci furono polemiche e nessuno disse niente. Nessuno parlò di sessismo. Due pesi e due misure, che differenza c’è tra la Raggi e Ruby? Non sono due persone entrambe degne di rispetto?"

LA PATATA S'INCENDIA Ora arriva la vendetta Raggi, cosa vuol fare ora

Patata bollente, arriva la vendetta. Parla la Raggi: cosa vuol fare ora



Dopo Beppe Grillo, anche Virginia Raggi non ha gradito il titolo in prima pagina di Libero dedicato a lei. Il sindaco di Roma si è affidata a un lungo post su Facebook per definire "Patata bollente" solo un attacco con "insulto volgare". La Raggi ne fa tutta una questione di sessimo, ad offenderla è stato il "retro-pensiero che offende non soltanto me ma tante donne e tanti uomini. Voglio soltanto svelare un segreto a questi fini intellettuali - ci illumina il sindaco - un sindaco può essere anche donna! Nel 2017 c’è chi, sfortunatamente, non riesce ancora ad accettare questa semplice idea. Deve farsene una ragione".

La Raggi però va ben oltre l'indignazione di circostanza, promettendo battaglia in tribunale a Libero: "Ah, dimenticavo - ha aggiunto - Quando chiederò il risarcimento per diffamazione, ovviamente, lo farò, aggiungerò anche 1 euro e 50 centesimi che ho speso per comprare per la prima ed ultima volta questo giornale".

L'effetto Raggi sui Cinque stelle Grillo, il sondaggio bollente / Cifre

Sondaggio Ixè, caso Raggi: il M5s perde il 2,3 per cento



Gli scandali capitolini costano caro al Movimento Cinque stelle che nell'ultima settimana ha perso quasi due punti e mezzo percentuali. Secondo i risultati di un sondaggio sulle intenzioni di voto degli italiani dell'Istituto Ixè fatte per Agorà, Rai tre, il Partito democratico resta il primo partito con il 31 per cento dei consensi (perde uno 0,1 per cento in una settimana) mentre il M5s è il secondo partito che perde il 2,3 per cento passando quindi dal 29,9 per cento al 27,6, complice la situazione del sindaco di Roma Virginia Raggi.

La Lega Nord si attesta invece al 13,3 per cento, mentre Forza Italia è al 12,5 per cento. Stabile la fiducia nel premier Paolo Gentiloni. Il presidente del Consiglio mantiene il 33% di fiducia degli italiani, 6 punti in più rispetto a quella del suo esecutivo, che sale dal 26 al 27 per cento. Matteo Renzi è al 30%, Matteo Salvini e Giorgia Meloni al 23%, Beppe Grillo al 17 per cento.

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Gli intervistati hanno anche risposto alla seguente domanda: "A quale politico farebbe condurre il Festival di Sanremo?". Anche questa volta Grillo, comico di professione viene battuto. Il 19 per cento ha infatti indicato Silvio Berlusconi. Il leader di Forza Italia è considerato meglio di Renzi (18 per cento) e di Grillo, appunto (12 per cento). A seguire Salvini (6 per cento), e Gentiloni (2).

venerdì 10 febbraio 2017

NASCE LA FINESTRA D’INFORMAZIONE #CHIESADIAVERSANEWS / VIDEO

Ogni settimana l’Ufficio Comunicazioni Sociali racconta in un video gli eventi diocesani che si sono appena svolti e quelli in programma


di Don Francesco Riccio
a cura di Gaetano Daniele



Mons. Angelo Spinillo

L’Ufficio Comunicazioni Sociali della diocesi di Aversa inaugura il nuovo format #ChiesadiAversaNews, uno spazio informativo periodico che racconterà settimanalmente, e in brevi servizi, le iniziative che hanno caratterizzato la vita della nostra diocesi, annunciando anche gli eventi in programma nei giorni a venire. Il tutto nel consueto contesto all’interno del quale si svolgono quotidianamente le attività del gruppo di lavoro, ovvero l’ufficio che ha sede nella curia diocesana, e in un clima informale e amichevole. A condurre questa finestra d’informazione è don Francesco Riccio, direttore dell’Ufficio Comunicazioni Sociali.

In questo primo appuntamento del 10 febbraio 2017, sotto la lente d’ingrandimento di #ChiesadiAversaNews sono finite quattro iniziative: il WeekEnd della Pace organizzato il 28 e 29 Gennaio dall’Azione Cattolica; la Giornata per la Vita Consacrata e Festa della Candelora; la Giornata per la Vita di sabato 4 febbraio; l’elezione dei nuovi segretari del M.S.A.C. diocesano (Movimento Studenti Azione Cattolica) di domenica 5 febbraio.


Banche, hanno salvato i bidonisti Che fanno in aula: vergogna / Guarda

Il Senato salva i bidonisti delle banche. La vergogna: ecco com'era l'Aula



di Franco Bechis



Non saranno resi pubblici i nomi di chi ha creato buona parte della crisi finanziaria del Monte dei Paschi di Siena, scaricando le proprie perdite sulla banca che oggi viene salvata dallo Stato con i soldi di tutti i contribuenti. La lista dei grandi debitori di Mps che perfino il presidente dell’Abi, Antonio Patuelli, aveva chiesto di pubblicare, è stata blindata per decisione del governo di Paolo Gentiloni e del Pd, il partito che da decenni era il vero azionista di riferimento della banca senese.

Dopo avere detto no in ogni modo agli emendamenti presentati in commissione Finanze da Forza Italia, M5s e Lega Nord, ieri il ministro dei rapporti con il Parlamento, Anna Finocchiaro ha messo la fiducia su un maxi-emendamento del governo sostitutivo dell’intero testo del decreto legge che blindava però la privacy dei bidonisti Mps. La fiducia è poi arrivata a tarda sera con 157 sì, e una sola cosa è saltata in extremis rispetto alle intenzioni dell’esecutivo: quello che era già stato ribattezzato come l’emendamento Luca Lotti-Gianni Letta che inseriva nel decreto una fidejussione pubblica di 97 milioni di euro alla Federazione italiana golf per l’organizzazione nel 2022 della Ryder Cup. A farla saltare però non è stata una agguerrita opposizione parlamentare, ma il presidente del Senato, Piero Grasso, che ha considerato quell’emendamento inammissibile per ovvia estraneità di materia. Se l’è presa il governo, e si è risentito anche gran parte del Pd, cui evidentemente quel finanziamento alla manifestazione sportiva stava a cuore più delle drammatiche vicende di Mps, dei bidonisti che hanno portato la banca in questa situazione, e della sorte dei risparmiatori.

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Di fronte al muro opposto dall’esecutivo sulla trasparenza nel dissesto di Mps ci si aspettava fuoco e fiamme dalle opposizioni. Ma l’incendio in aula non si è visto nemmeno con il binocolo. Durante il dibattito - perfino quello sulla fiducia, i banchi erano praticamente vuoti. Nel momento di massimo affollamento erano in aula 70-75 senatori su 320. Di questi 17 erano del Pd, 15 di M5s, 12 della Lega Nord, 6 della sinistra, 5 di Forza Italia e il resto del gruppo Ala e formazioni minori. A lungo il povero Paolo Romani, capogruppo di Forza Italia che aveva promesso battaglia sulla lista dei bidonisti Mps, è restato solo in attesa di avere la parola: in aula c’era anche il suo collega Maurizio Gasparri, ma stava presiedendo l’assemblea e non poteva intervenire. Nel disinteresse collettivo (anche sui banchi del governo a sentire il dibattito sulla fiducia c’era un solo rappresentante: il sottosegretario all’Economia Paolo Baretta), poche proteste ci sono state per la mancata trasparenza dopo tanti tira e molla delle settimane precedenti.

La Lega Nord ha accarezzato l’argomento, innalzando cartelli con scritto “Risparmiatori truffati, banchieri Pd graziati” e lanciando in aria banconote fac-simile. Toni più tecnici da parte di Laura Bottici (Mps) che ha notato: «Noi non sapremo mai né chi ha preso i soldi né chi li ha dati (perché la colpa è anche di chi li ha dati), e sappiamo benissimo che questi grandi debitori si chiamano “grandi” perché hanno delle esposizioni enormi».

Finalmente è entrato in aula qualcuno per tenere compagnia in favore di telecamere a Romani. Ha preso la parola, e non è venuto giù il mondo. Ha spiegato le condizioni poste per dire sì, tutte respinte. E di queste «la richiesta più importante che abbiamo avanzato è che i nomi dei cento debitori insolventi più importanti siano resi pubblici. Non rispondeva, infatti, solo a un bisogno generico, seppure sacrosanto, di giustizia e di trasparenza. Riconosceva il diritto del nuovo azionista di maggioranza, il popolo italiano, attraverso lo Stato italiano, a conoscere nome e cognome di chi, in spregio dei patti e degli obblighi, aveva contribuito a creare le condizioni per cui ogni cittadino viene oggi chiamato a partecipare al salvataggio di MPS. Di chi, grazie al proprio nome, alla forza delle proprie aziende, forse anche alla vicinanza con la politica, era riuscito a ottenere crediti ingentissimi, per non restituirli nemmeno: una beffa e un danno alla libera concorrenza, per tutti coloro i quali, cittadini e imprese, vivono sulla propria pelle la difficoltà di accedere al credito». Tutto qui.

Meningite fulminante, muore una prof: il contagio ora terrorizza anche Milano

Meningite, Milano: muore una professoressa di 55 anni



Una donna di 55 anni è stata portata ricoverata nella serata di mercoledì all'ospedale San Paolo di Milano per un'infezione di meningococco in condizioni gravissime. Trasferita d'urgenza nel reparto rianimazione, la donna è morta nella mattinata di giovedì. Quando è intervenuto il 118 la donna, che viveva in zona Barona, a sud di Milano, era in uno stato di forte agitazione ed era febbricitante. La diagnosi è stata subito chiara: "Choc settico in sepsi meningococcica", insomma, meningite. L'allarme è stato subito diramato dalla scuola in cui la donna lavorava, l'Istituto Curie, una scuola superiore scientifica e tecnica, che conta all'incirca 800 studenti e si trova in zona Bisceglie.


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Via dal lavoro in malattia, cambia tutto Per quante ore dovrete restare in casa

Inps, Boeri: "Estendere a 7 ore reperibilità lavoratori in malattia"



Una stangata per i lavoratori privati in malattia. E' quella che ha in mente il presidente dell'Inps Tito Boeri che ieri, nel corso di un convegno alla Camera dei Deputati ha annunciato il piano dell'Istituto previdenziale: le fasce di reperibilità per malattia "saranno armonizzate ed estese ad almeno 7 ore per tutti i lavoratori,  pubblici e privati" ha spiegato Boeri. "L’armonizzazione e l’estensione servono a svolgere i controlli in  modo efficiente, a ridurre le spese e a gestire al meglio i nostri medici" ha spiegato Boeri.

Glicemia alta e colesterolo: nemici del cuore!


Chi ha la glicemia alta e colesterolo in eccesso è 3 volte più esposto al rischio di morire a causa di una...