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lunedì 5 dicembre 2016

LA BOMBA PRIVATA "Non credevo che mi..." Matteo spazza via il Pd

Renzi, lo sfogo amaro: "Non credevo mi odiassero così tanto"


di Gaetano Daniele




Chi semina vento raccoglie tempesta. "Non credevo mi odiassero così tanto". Il Corriere della Sera raccoglie lo sfogo di Matteo Renzi con i suoi fedelissimi, pochi minuti dopo il disastroso esito del referendum. Il No supera quasi il 60%, e distrugge Matteo Renzi e Maria Elena Boschi. Al Premier ora non resta che dimettersi. "Ho fatto quello che dovevo fare. Ma insiste prepotente. Ho proposto una riforma giusta. Insomma, nulla da fare, Renzi è presuntuoso nonostante il 60% degli italiani lo ha mandato a lavorare, non solo a lui. Ma non dimentichiamoci che questa Riforma Costituzionale portava il nome di un'altra responsabile, Maria Elena Boschi, tanto discussa pochi mesi fa in merito a Banca Etruria e alle sue dimissioni nonostante estranea ai fatti, considerato che il papà è stato uno dei presidenti di quella Banca che mandò in mezzo una via centinaia di risparmiatori e lavoratori. Di certo il voto popolare non si discute, e in questo caso, nonostante lo sperpero di denaro per favorire il fronte del Sì (circa 8 milioni di euro), i cittadini in massa bocciano Matteo Renzi e Maria Elena Boschi, con una sola parola: "A CASA, VIA SUBITO". 

CIAONE MATTEO, RENZEXIT "Ho perso io, mi dimetto" 5 dicembre 2016: addio

Matteo Renzi: "Mi dimetto, al referendum ho perso io"



"Oggi pomeriggio salirò al Quirinale per rassegnare le mie dimissioni". Matteo Renzi dice addio a Palazzo Chigi: la conferenza stampa dopo la devastante sconfitta al referendum costituzionale (con i "No" al 60%) si conclude con un annuncio che era nell'aria. "Questo governo porterà in porto la legge di stabilità", assicura, cedendo poi la palla alle opposizioni su riforme e legge elettorale: "Al fronte del No tocca ora la responsabilità della proposta". 

"Ai No oneri e onori" - "Oggi il popolo italiano ha parlato in modo inequivocabile", è l'esordio commosso del premier. "Un abbraccio forte agli amici del sì, ci abbiamo provato", dice. "Le mie congratulazioni al fronte del No, auguri di buon lavoro nell'interesse dell'Italia e degli italiani". A chi ha vinto il referendum oneri o onori. Spetterà a loro avanzare proposte a partire dalla legge elettorale". "Volevo tagliare le poltrone, non ce l'ho fatta. La prima che salta è la mia", è la conferma. "Qui in questa sala saluterò il mio successore, chiunque egli sarà, e gli consegnerò la campanella e il dossier delle cose che restano da fare".

"Mattarella guida salda" - "Tutto il Paese sa di poter contare su un guida autorevole e salda come quella del presidente Mattarella". "Il governo - assicura - sarà al lavoro nei prossimi giorni per assicurare l'iter della legge di bilancio e seguire i provvedimenti sul post sisma. 

Stilettata a Prodi - "Si può perdere un referendum, ma non si perde il buon umore. Io ho perso e lo dico a voce alta, nella politica italiana non perde mai nessuno", è la stilettata a Pierluigi Bersani e alla sua "non vittoria" del 2013. "Io credo nella democrazia, andiamo via senza rimorsi".

Commosso - "Arriverà il giorno della vittoria", cerca di rincuorare ancora i suoi. "Ci ricorderemo di queste lacrime", dice il premier che ammette di avere "rabbia» per il risultato ma di aver fatto "tutto il possibile" per cambiare l'Italia. Renzi si commuove anche quando ringrazia la moglie Agnese e i figli per averlo supportato in questi giorni. 

Il congedo - In chiusura, Renzi snocciola le riforme portate a termine nei suoi 1.017 giorni a Palazzo Chigi: "Baden-Powell diceva che bisogna lasciare ogni posto un po' meglio di come lo abbiamo trovato. Noi lasciamo l'Italia un po' meglio, con molte cose fatte".

domenica 4 dicembre 2016

Referendum: Affluenza alle 19 vicino 55%

Referendum: si vota fino alle 23. Affluenza alle 19 intorno al 55%


Secondo i primi dati arrivati al Viminale (relativi al 10% dei comuni, circa 800 su un totale di 7.998) l'affluenza alle urne alle ore 19 in Italia per il referendum è di poco inferiore al 55%. Lo si rileva dal sito del ministero dell'Interno. L'affluenza finora è stata massiccia al Nord, minore al Sud. Nelle grandi città il record dei votanti è a Bologna, 26,67%. A Milano ha votato il 22,8%, a Roma il 18,9, a Torino il 18,4, a Napoli il 15%.

Tra Vettel e Ferrari finisce in disgrazia Sfregio del tedesco: chiama gli avvocati

Vettel scatena gli avvocati per scaricare la Ferrari e andare in Mercedes



Poche ore dopo il clamoroso ritiro di Nico Rosberg dalla Formula 1 ha iniziato a prendere consistenza una voce: in Mercedes ci finirà l'altrettanto tedesco Sebastian Vettel, pronto a dire addio alla Ferrari dopo due anni di alterne fortune. Il punto, certo, è che Seb ha un altro anno di contratto con la rossa. Altrettanto certo, per la Mercedes è proprio lui la prima opzione. Ed è in questo contesto che, secondo Repubblica, Vettel avrebbe elaborato una strategia per scaricare la Ferrari. Secondo le indiscrezioni, il pilota avrebbe dato mandato ai suoi avvocati di studiare approfonditamente il contratto che lo lega alla Ferrari, alla ricerca di clausole e cavilli che gli permettano di svincolarsi.

Ma - ancor più clamoroso - gli avvocati avrebbero già trovato questi cavilli: Maranello, infatti, sarebbe inadempiente rispetto a molti dei punti esplicitamente previsti nel contratto siglato più di due anni fa. Nel dettaglio, gli avvocati sottolineano come il team italiano si era impegnato a ricevere e considerare le opinioni del pilota nella scelta in entrata e in uscita dei tecnici, oltre al fatto che la scuderia si era impegnata a garantire standard di sviluppo vettura e organizzazione interna almeno pari a quelli della Red Bull. Nessuna di queste condizioni si sarebbe verificata: per gli avvocati di Vettel, queste circostanze potrebbero avere un forte rilievo nell'eventuale trattativa che porterebbe alla rottura.

Comunque vada a finire, la mossa di Seb ha probabilmente incrinato per sempre i suoi rapporti con il Cavallino, tanto che l'idea che la Ferrari lo lasci andar via (certo, trovando il modo di fargli pagare il prezzo più alto possibile) non è più così peregrina.

"DEI BROGLI PAZZESCHI" La furia di Salvini al seggio: la "prova" della truffa / Foto

Referendum, la denuncia di Piero Pelù: "Matita cancellabile". E Matteo Salvini: "Brogli pazzeschi"






L'ombra dei brogli sul referendum. La bomba la sgancia Piero Pelù sulla sua pagina Facebook, dove posta la foto della denuncia sporta dopo aver votato. Il cantante, infatti, afferma che "la matita che ho usato per votare era cancellabile. Dopo aver provato su un foglio e averlo constatato ho denunciato la cosa al presidente del mio seggio". Dunque, nella nota a verbale postata online si legge: "Il votante PieTro Pelù tessera elettorale n. 078449246 ha posto il problema che la matita per la votazione data in dotazione facendo una prova su un foglio risulta NON-INDELEBILE". A Pelù, online, si è fatto notare che la matita è cancellabile su carta normale e non sulla scheda elettorale. Chi però ha subito azzannato è stato Matteo Salvini: "Pazzesco! Cominciano ad arrivare segnalazioni (le prime da Roma e Mantova) di matite elettorali che si possono cancellare con una semplice gomma!", ha commentato il leader della Lega Nord. Protesta, per inciso, cavalcata anche dai grillini, scatenati su Twitter. In seguito, in numerosi seggi, è scoppiata la protesta: i cittadini provavano le matite e si rifiutavano di votare.

Piero Pelù ha aggiunto 3 nuove foto.
3 ore fa · 

LA MATITA CHE HO USATO PER VOTARE ERA CANCELLABILE. 

Dopo aver provato su un foglio e averlo constatato ho denunciato la cosa al presidente del mio seggio.
Fatelo pure voi è un vostro diritto!
#DavideConGolia
#Eutòpia

Crolla il calcio: Juve, Milan, Inter... "Scoperto un fiume di milioni in nero"

Football Leaks, soldi in nero: le rivelazioni su Juve, Milan, Inter, Roma e Napoli



Conti offshore e soldi in nero. Fiumi di milioni evasi. Un terremoto scuote il calcio mondiale con l'inchiesta Football Laeaks. Le prime rivelazioni hanno riguardato Cristiano Ronaldo e Josè Mourinho. Il primo tra il 2009 e il 2014 avrebbe trasferito oltre 70 milioni di euro nei conti di una società registrata nel paradiso fiscale delle British Virgiin Island. E ancora, CR7 avrebbe incassato altri 74 milioni versati su un conto svizzero per i diritti di immagine. Dunque Mourinho. Secondo L'Espresso, che pubblica l'inchiesta, "la sua società personale, come svelano le carte di Football Leaks, si chiama Koper Services ed è stata registrata allo stesso indirizzo di quella di Ronaldo. Entrambe hanno sede in una palazzina di due piani a Vanterpool Plaza, nella cittadina di Road Town, sull’isola di Tortola".

Il punto però è che lo scandalo sarebbe endemico. Internazionale. Anche i maggiori club italiani sarebbero coinvolti. L'Espresso infatti, a partire da oggi, annuncia che rivelerà in una serie di articoli le malefatte del pallone. Sul sito del settimanale si legge: "Il racconto va a incrociare i grandi club europei, compresi alcuni italiani, come Juventus, Inter, Milan, Roma, Napoli, Torino. Descriveremo nei particolari le clausole segrete dei contratti di decine di calciatori, compresi alcuni grandi nomi che militano nel nostro campionato. E infine, seguendo le tracce del denaro, siamo riusciti ad alzare il velo sui risvolti finanziari, fin qui inediti, di alcuni clamorosi colpi di calciomercato". Uno scandalo che potrebbe avere conseguenze devastanti per il nostro pallone.

Vip e politici al voto, show di Berlusconi Occhio, come si presenta la Raggi / Foto

Le foto di vip e politici alle urne: Berlusconi con la Pascale e Renzi con Agnese


Silvio Berlusconi

Matteo Renzi


Coniugi Renzi


Virginia Raggi


Luigi Zanda


Piero Grasso

Debora Serracchiani

Luigi De Magistris


Nel giorno del referendum, vip e politici sfilano alle urne. In questa gallery, vi proponiamo tutti i loro volti. C'è Silvio Berlusconi, che vota a Roma insieme a Francesca Pascale: il Cav è tutto sorrisi e, come sempre, si intrattiene anche con scrutatori e persone impegnate per le elezioni. Dunque Matteo Renzi a Pontassieve, in tenuta sportiva e rigorosamente in compagnia della moglie Agnese Landini. Dunque a Roma ecco la sindaca Virginia Raggi, avvolta in un maglione grigio e con un paio di jeans. Poi il presidente del Senato, Piero Grasso, il capogruppo del Pd Luigi Zanda, la presidente del Friuli Venezia Giulia Debora Serracchiani e, a Napoli, il primo cittadino Luigi De Magistris.