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domenica 30 ottobre 2016

Facci: "Case sequestrate agli italiani: follia: così le regalano ai profughi"

Facci: "L'ultima follia". Case sequestrate agli italiani: le regalano ai profughi


di Filippo Facci



La trovata è del giudice delle esecuzioni immobiliari Dario Colasanti (Tribunale di Lecco) che anziché limitarsi a redigere delle sentenze ha redatto una «comunicazione»: in essa ufficializza, in pratica, la millesima interferenza della magistratura in affari non suoi. Il giudice comunica la possibilità di usare le case pignorate ai cittadini morosi per metterci gli immigrati, cioè i rifugiati: ciò il giudice fa sapere ad avvocati e cittadini. «Il menzionato progetto», ha scritto il giudice il 14 ottobre scorso, «persegue un alto scopo umanitario e sociale in quanto è volto a realizzare una distribuzione sull' intero territorio provinciale dei rifugiati assicurandogli alloggi dignitosi, così da limitare i disagi e i pericoli della permanenza accentrata nei centri di accoglienza».

Il documento è stato spedito anche per email con un titolo non lascia dubbi: «Progetto accoglienza - provvedimento G.E. Tribunale di Lecco locazione immobili pignorati ai rifugiati». A parte il linguaggio (scritto così, sembra che abbiano pignorato i rifugiati, inoltre nel testo spicca uno splendido «ammobigliati») il destinatari della comunicazione sono la prefettura, la cancelleria del Tribunale e l' Ordine degli avvocati di Lecco. Si parla di locazioni «temporanee» per i rifugiati, e della possibilità che la prefettura (che esegue i pignoramenti) paghi dei canoni d' affitto alle cooperative che si sono aggiudicate i bandi per l' assistenza. Poi si legge che gli immigrati potrebbero prestarsi a opere di manuntenzione ordinaria degli appartamenti: ma con che criterio non viene specificato.

Morale: il giudice lascia intendere - se capiamo bene - che la scelta sarebbe appunto temporanea, e riguarderebbe solo appartamenti vuoti; la prefettura, ossia il creditore che ha eseguito il pignoramento, in questo modo darebbe un ruolo e un valore a dei beni inerti. Questo all' apparenza, perché vista di spalle suona in un altro modo.

Anzitutto: è impensabile che una procedura del genere sia dovuta alla trovata di un giudice fallimentare di Lecco, e non a una norma legislativa che la preveda o a un regolamento che la contempli: il tutto, come minimo, andrebbe discusso e, se non disturba, sottoposto all' attenzione dell' opinione pubblica. Invece qui c' è una mail mandata a un Consiglio degli avvocati. In secondo luogo, c' è da chiedersi che fine farebbero gli appartamenti: a parte la sostanziale impossibilità di ritornarne in possesso da parte del pignorato, chi volesse comprarne uno ne uscirebbe solo scoraggiato; avrebbe difficoltà anche solo a visionarlo, oppure a visionarlo in buone condizioni, visto che non è credibile che degli immigrati si mettano seriamente a risistemarlo; il prezzo di vendita poi si abbasserebbe e basta, e sarebbe interessante vedere quanti si fronteggerebbero, in un' asta, per acquistare un appartamento che intanto risulta occupato e che andrà comunque sgomberato. Nell' insieme, ci perderebbero tutti. O quasi. Ci perderebbe il pignorato, privato della possibilità pur remota di recuperare il bene; ci perderebbe la prefettura (cioè lo Stato) che dovrebbe pagare dei canoni d' affitto per qualcosa che le appartiene e che gli occupanti danneggerebbero e basta; ci perderebbe ancora lo Stato, costretto a congelare la vendita di un bene che la procedura svaluterebbe; nel suo piccolo potrebbe perderci anche il cittadino: il quale, senza nessun piano d' impatto sociale, si ritroverebbe dei rifugiati come vicini di casa e questo solo perché l' appartamento è stato pignorato.

Qualche xenofobo, del resto, potrebbe anche obiettare che tutta l' operazione si presti a una morale beffarda: prima lo Stato ti pignora perché non paghi il mutuo (la maggioranza dei pignoramenti è per questo) e poi lo stesso Stato, anziché favorire l' incasso con una vendita, si mette a pagare lui (cioè noi) per ospitare dell' altra gente che non sei tu, ma evidentemente è più degna di te. Sarebbe tutto regolare: ma di fatto si caccerebbe un italiano (che non paga) per ospitare dei non-italiani (che non pagano).

"Rai abusiva, non può trasmettere" Bomba nucleare sulla tv pubblica

Allarme in tv, Rai a rischio: in quale giorno non si vedrà



Per un paio di settimane, da martedì, Viale Mazzini sarà abusiva. E' quello che scrive Il Fatto Quotidiano, secondo cui "il contratto di concessione fra la Rai e lo Stato - l'accordo che rende l'azienda gestore del servizio pubblico televisivo e radiofonico e destinataria degli introiti del canone - scadrà lunedì 31 ottobre, ma la seconda proroga (la prima è di maggio) sarà efficace verso la metà di novembre".

Il succo è questo: la Rai farà servizio pubblico in maniera illegittima. La questione è complessa. Il governo ha commesso l'errore di infilare la norma in un articolo della legge sull' Editoria, approvata il 4 ottobre, firmata giovedì dal Quirinale, ma non ancora pubblicata in Gazzetta Ufficiale. 

Siccome i parlamentari non hanno previsto un tempo più stretto, immediato, l'entrata in vigore scatterà quindici giorni dopo l' inserimento in Gazzetta Ufficiale e dunque dopo il fatidico 31 ottobre. Il caso spaventa i vertici di Viale Mazzini: "Il ministero per lo Sviluppo economico ci ha informato che, molto probabilmente, la pubblicazione in Gazzetta avverrà per lunedì 31 ottobre. Noi proseguiamo, senza soluzione di continuità, le nostre attività gestionali, societarie e funzionali al servizio pubblico. Per i giorni non coperti dalla concessione, aspettiamo un parere legale per sapere come agire".

FISCHI E URLA Raggi contestata a Roma Frase verità, poi il gelo

Virginia Raggi, imbarazzo totale: "Buu" e fischi, fiasco a Roma



"Mi dispiace che facciate così". Con queste parole Virginia Raggi reagisce ai "buu" e ai fischi durante il suo discorso all'inaugurazione della Nuvola di Fuksas ieri a Roma.  Diciotto anni per realizzarla, 363 milioni di euro di costi, 15 ascensori di cui 8 panoramici e una capienza di ottomila posti: è il nuovo centro congressi di Roma.

Affollatissima la platea da cui sono arrivati segni di contestazioni in due momenti. Quando la Raggi ha parlato dei costi elevati dell'opera (soldi pubblici) e quando ha espresso il suo progetto di rilancio dell'Eur. "La Nuvola è un’opera iniziata molto tempo fa con costi spropositati", ha detto il sindaco di Roma, "può essere vista come una spinta verso il futuro, una vittoria che però non può portare a dimenticare errori del passato o far finta di nulla di fronte ai molti anni, troppi, passati dall’annuncio del progetto. Lo ripeto: troppi. Così come troppe sono state le gestioni responsabili del ritardo e della inimmaginabile crescita dei costi per la sua realizzazione. Quando si tratta di denaro pubblico, gli sperperi non potranno mai vederci d’accordo e - non dovranno mai più avvenire".

sabato 29 ottobre 2016

Cardito (Na): Esclusiva / Video Intervista all'ex Sindaco Giuseppe Barra

Esclusiva / Video L'ex Sindaco Giuseppe Barra interviene sul nostro blog



di Gaetano Daniele


Giuseppe Barra
Ex Sindaco di Cardito

Il nostro Blog il Notiziario sul web, incontra l'ex Sindaco di Cardito, Giuseppe Barra, con lui cerchiamo di capire cosa sta succedendo veramente a Cardito, dopo le ultime dichiarazioni apparse sul web, a firma di un cittadino che coinvolge in maniera incisiva le amministrazioni locali.


Epatite C: confronto tra esperti su iniziativa della Regione Veneto

Epatite C: confronto tra esperti su iniziativa della Regione Veneto


di Walfgang Cordsen



Si è tenuto presso l’Azienda Ospedaliera di Padova, grazie ad un contributo incondizionato di AbbVie, un workshop dedicato all’epatite C con focus sulla Regione Veneto, che ha riunito un parterre di esperti tra cui Paolo Turri, responsabile Assistenza Specialistica Regione del Veneto, che ha portato nel suo intervento alcuni dati: i pazienti trattati da gennaio a settembre 2016 sono stati 1.625 con una media mensile di 210 pazienti. I pazienti in attesa di essere trattati ed eleggibili ai criteri AIFa sono 640 e ulteriori 1.460 sono già noti ma non rientrano in questi criteri. Sta per essere attivato un programma di sensibilizzazione verso i Centri e i MMG per intercettare i pazienti meno gravi. La spesa lorda sostenuta per i farmaci di epatite C da gennaio a luglio 2016 è stata di 184.816.000 euro di cui la spesa reale 113.616.000 euro. Nello specifico dell’Azienda Ospedaliera di Padova, i pazienti trattati da Registro AIFA sono stati 933. Questa una sintesi degli interventi più importanti.

Alfredo Alberti, epatologo Azienda Ospedaliero Universitaria di Padova – ha spiegato che negli ultimi due anni la terapia della epatite C, che rappresenta la principale causa di cirrosi, di tumore del fegato e di trapianto epatico in Italia e nel Veneto, è stata rivoluzionata dalla introduzione dei nuovi antivirali orali, di altissima efficacia e tollerabilità. “In Veneto, da gennaio 2015 ad oggi, sono stati trattati con questi farmaci oltre 3.500 pazienti con malattia avanzata , in vari casi già scompensata, ottenendo la eliminazione definitiva del virus in oltre il 90%, con importanti benefici clinici, come anche documentato da una piattaforma Regionale: la ‘piattaforma Navigatore’, che registra tutti i trattamenti nella rete dei Centri Clinici del Veneto. L'obiettivo è ora quello di estendere le cure anche a pazienti meno gravi, che sono in attesa di queste terapie innovative, in un programma che preveda il riconoscimento precoce della malattia e allarghi progressivamente il diritto di accesso per un numero di pazienti che in Veneto è stimato essere di almeno 10.000 per i casi già diagnosticati e verosimilmente altrettanti da identificare. Questi nuovi scenari prevedono un coinvolgimento attivo e una task force con MMG, clinici e altri attori del sistema ”, ha concluso Alberti.

Stefano Campostrini, ordinario di statistica sociale e direttore della scuola dottorale presso l’Università Cà Foscari di Venezia, ha dichiarato che: “il caso dei nuovi farmaci per la cura dell'epatite C è assolutamente paradigmatico, imponendo soluzioni innovative che, da un lato rispettino i diritti di salute dei cittadini e i principi di equità, dall'altro non ‘sbanchino’ il sistema – sottolinea il professore - aldilà della ‘negoziazione’ con le case farmaceutiche, vanno pensati e attuati meccanismi efficienti che offrano equamente le cure partendo da chi ne più ha bisogno e che si basino, a mio avviso, su queste tre principali caratteristiche: piena comprensione dell'evoluzione clinica della patologia e della sua epidemiologia, attento controllo degli effetti di cura e degli effetti collaterali, apertura studio e sostegno del mercato delle nuove molecole”.

Ivan Gardini, presidente EpaC Onlus si augura che lo stanziamento di risorse per la cura dei pazienti con epatite C, annunciate dal Presidente del Consiglio e dal Ministro della salute, siano confermate al 100% e soprattutto il fondo per i farmaci innovativi sia rifinanziato automaticamente tutti gli anni sino ad esaurimento dei pazienti da curare. Queste misure consentirebbero di eliminare le barriere di accesso ai nuovi farmaci innovativi a beneficio di oltre 150.000 pazienti che al momento sono esclusi e che sempre più spesso si recano in India per acquistare i farmaci generici. Questo esodo di massa può essere fermato con un piano nazionale di eradicazione, concertato con le regioni e ci auguriamo che la Regione Veneto sia in prima linea - come sinora ha fatto in modo esemplare - per garantire farmaci a tutti i pazienti.

Silvia Adami, dell’Unità Organizzativa Farmaceutico Protesica Dispositivi Medici Regione del Veneto, ha dichiarato che in linea con quanto previsto dal Piano socio-sanitario delle Regione Veneto, “i centri della regione autorizzati alla prescrizione dei farmaci per l’epatite C sono stati organizzate a rete secondo Hub & Spoke. I centri Hub cui compete la prescrizione, la distribuzione e il monitoraggio della terapia con i DAAs e i centri Spoke che interagiscono con il centro Hub della propria area riferendo a questo i casi eleggibili alla terapia con i DAAs”. Questa rete consente da un lato la massima facilità di accesso ai servizi da parte dei cittadini e dall’altro la prevenzione e l’attento monitoraggio di gravi complicazioni derivanti dall’utilizzo dei nuovi farmaci. Attivare la rete di collegamento con i centri Spoke e i MMG per attivare un percorso che consenta di intercettare i pazienti che necessitano di cure.

Domenico Crisarà, segretario FIMMG Veneto, ha definito di fondamentale importanza la necessità che la medicina di territorio, partendo dai MMG, abbiano un’evoluzione in termini di collaborazione e integrazione con le reti e di comunicazione tra i vari attori operanti. 

Debora Serracchiani "condannata": cosa ha fatto con i soldi dei cittadini

Debora Serracchiani sanzionata per violazione della par condicio

Risultati immagini per DEBORA SERRACCHIANI PIANGE

E' finita nella bufera Debora Serracchiani che ha organizzato - a spese dei contribuenti, riporta il Fatto Quotidiano - un convegno dal titolo "Riforma costituzionale e Autonomie speciali" che si è svolto nella sede della Regione autonoma Friuli Venezia Giulia, a Udine, dove tutti gli invitati erano per il Sì al referendum.

A denunciare il fatto all'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (Agcom) è stato il Movimento cinque stelle del Friuli Venezia Giulia. L'Agcom ha poi sanzionato la vice segretaria nazionale del Pd per aver violato le regole della par condicio sul referendum. "Non solo questo spudorato manifesto per il Sì al prossimo referendum del 4 dicembre è stato pagato con risorse pubbliche - ha fatto sapere la portavoce del Movimento 5 Stelle regionale Elena Bianchi - ma si è svolto in piena violazione della par condicio e in totale assenza di contraddittorio".

L'Agcom ha anche ordinato alla Regione Friuli Venezia Giulia di pubblicare sulla home page del proprio sito istituzionale, per la durata di 15 giorni, l'indicazione che lo stesso convegno, "Riforma costituzionale e Autonomie speciali", non ha rispettato quanto previsto dall'art. 9 della legge 22 febbraio 2000 n. 28 in materia di comunicazione istituzionale.

Corona in galera, la mamma in lacrime: "Fabrizio ha...", drammatica confessione

La disperazione della mamma di Corona: "Fabrizio ha distrutto le nostre vite"



Gabriella Corona si sfoga con il giornalisti di fronte al tribunale del Riesame, che sta ancora decidendo sulla richiesta di revoca dell'ordinanza di custodia cautelare presentata dai suoi avvocati. La donna dichiara: "Fabrizio ha distrutto le nostre vite. Ha fatto tanti errori e ha distrutto la sua vita e in parte anche la mia", ha affermato. "Io credo a mio figlio. Ha commesso errori molto importanti, si è distrutto la vita, ha distrutto anche in parte la mia vita. La speranza è che possa cambiare un po' la testa, ma mio figlio non è un criminale. I criminali sono altri. Di errori e di reati ne ha commessi, lo so. Ma questa custodia cautelare, da quanto mi dicono gli avvocati è esagerata", ha spiegato la donna. 

Gabriella parla dei problemi psicologici di Fabrizio: "Il carcere non gli giova. Mio figlio ha problemi psicologici, li ha molto gravi da tempo, lo dico. Ha bisogno di essere seguito e curato e mi auguro che questo aspetto possa migliorare. Fabrizio ha la testa un po' matta. Ma quando fa le cose, non se ne rende bene conto, non è uno che a tavolino commette errori o reati, purtroppo la testa ce l'ha un po' così. Io lo giustificherò sempre, perché sono sua madre".