Visualizzazioni totali

mercoledì 26 ottobre 2016

Caivano (Na): PD e Monopoli Accordi sottobanco?

Caivano (Na): PD e Monopoli Accordi sottobanco?


Simone Monopoli
Sindaco di Caivano

«Forza Italia oggi fa accordi sottobanco con il PD, che tendono a tagliare fuori parte della maggioranza?». E’ scontro aperto, su più fronti, tra i gruppi politici che hanno sostenuto Simone Monopoli a sindaco. La Lista Civica La Svolta resta fuori dall’esecutivo passando dall'altra parte, e annuncia giornate di fuoco dai banchi dell'opposizione, ma il maltempo investe anche Forza Italia e il Sindaco Monopoli, che da fonti tutte da accertare, pare abbia preso accordi sottobanco proprio con il Partito Democratico, rappresentato dal leader, Luigi Sirico. Senza dimenticare i socialisti di Giamante, che palesa preoccupazione per presunti accordi politici diversi da quelli fatti al ballottaggio. Insomma, un accordo sottobanco avvenuto lontano da Caivano, lontano da occhi indiscreti, un accordo che se dovesse essere confermato segnerebbe ancora una volta il disastro politico di un Paese già martoriato. Ricordiamo che il Pd, già nella passata amministrazione, appoggiò passando dalle fila dell'opposizione in maggioranza, la Giunta Falco. Ma come riportavamo ad inizio titolo, sono e restano indiscrezioni, che possono essere smentite da un momento all'altro dai diretti interessati, in particolar modo da un singolo del PD.

"UNA DOLOROSA MALATTIA" Linus, la confessione choc "Influenza? No, ho mentito"

Linus, la sua confessione choc: "Influenza? No, ho mentito"



Dopo l'addio al blog, Linus torna con un post pieno di malinconia e dolore. Il deejay più famoso d'Italia aveva annunciato in un video l'intenzione di interrompere le pubblicazioni sul suo diario online ma ora ha cambiato idea e ha ricominciato a scrivere con una clamorosa confessione: "Per radio o su Instagram ho detto che ho l'influenza, la verità è che sono solo un po' debilitato per una cura che sto seguendo". E ancora: "Ormai la guarigione del tallone è diventata il mio Sacro Graal, una ricerca che sta tra il mistico, lo scientifico e la stregoneria. L'ultimo tentativo è una serie di infiltrazioni che dovrebbero aiutare 'osso a riassorbire l'edema che da tempo immemore mi causa tanto dolore. In pratica mi mettono una flebo di una cosa che non mi interessa cosa sia e me ne sto quattro ore abbondanti ad aspettare che scenda". "A malapena", conclude Linus, "mi rimangono le forze per fare la radio al mattino". "Ma tengo duro. Sono un maratoneta, posso correre per quarantadue chilometri senza fermarmi, di cosa posso aver paura?".

Arriva in Italia Naprossene 660mg per un ‘miglior controllo’ del dolore

Arriva Naprossene 660mg per un ‘miglior controllo’ del dolore


di Eugenia Sermonti



Si chiama naprossene sodico 660 mg a rilascio modificato il nuovo farmaco che, caso assai raro, arriva in Italia come primo paese al mondo e che permette di ottenere un rapido sollievo dal dolore in soli 15 minuti, mantenendo l’effetto analgesico per 24 ore. “Per ottenere rapidità di azione e sollievo dal dolore prolungato - ha dichiarato Alberto Paredes-Diaz, responsabile Terapie Analgesiche, Affari Medici e Sviluppo Clinico Internazionale di Bayer - 660 mg di naprossene sodico sono stati inseriti in un sistema di rilascio modificato tecnologicamente avanzato a due strati, uno dei quali caratterizzato da una matrice idrofila di ipromellosa. Lo strato a rilascio immediato contiene circa il 40% di principio attivo complessivo e si dissolve entro pochi minuti, consentendo il raggiungimento di concentrazioni terapeutiche in tempi rapidi e un sollievo dal dolore in soli 15 minuti. Lo strato a rilascio prolungato contiene il restante 60% del principio attivo e, grazie a un rilascio controllato, lo mantiene in circolo a livelli terapeutici stabili per 24 ore”. Le malattie osteoarticolari e il dolore che ne consegue, rappresentano un problema sanitario e sociale di crescente importanza, anche per il costante aumento delle aspettative di vita che comporta l’incremento di patologie degenerative legate all’invecchiamento. Non stupisce, quindi, che, secondo la valutazione Global Burden of Diseases, condotta nel 2013 dall'Organizzazione Mondiale della Sanità e pubblicata lo scorso anno sulla prestigiosa rivista Lancet, ai primi dieci posti tra le malattie che maggiormente riducono la qualità della vita, ben cinque siano condizioni primariamente caratterizzate da dolore, e il mal di schiena sia in assoluto la condizione più impattante, per via della sua larghissima diffusione.

Secondo un’indagine quantitativa realizzata a fine 2014 da GFK Eurisko emerge che 29 milioni di Italiani soffrono di dolori muscolo-scheletrici, in particolare il mal di schiena colpisce 21 milioni di individui. I dolori articolari e l’artrosi interessano 11 milioni di persone, in particolare donne. “A soffrire di mal di schiena si inizia dai 35 anni di età, mentre i dolori articolari colpiscono prevalentemente una popolazione più anziana con un picco oltre i 55 anni - sottolinea Isabella Cecchini, ‎Head of Health Department GfK - Alla base di entrambi i disturbi troviamo movimenti e posture sbagliate, vita sedentaria e l’invecchiamento. Nella metà dei soggetti il dolore tende a presentarsi tutti i mesi più volte al mese con intensità che varia da moderata a elevata”. Nonostante si tratti di disturbi frequenti, intensi, duraturi e pervasivi, che influiscono in modo importante sulla qualità di vita, le persone tendono a sopportare/resistere al dolore. “Solo 1 sofferente su 2 cura il mal di schiena - ricorda la  Cecchini - e 2 su 3 curano i dolori articolari, sottintendendo unbisogno di una soluzione più adeguata. Ci si cura prevalentemente con farmaci orali, anche in concomitanza con creme e cerotti (per un maggior beneficio), attribuendo al medico il ruolo fondamentale nella scelta del farmaco”.

“Le malattie osteoarticolari sono tra le prime 10 cause di accesso di un paziente nello studio di un medico di medicina generale - dichiara Aurelio Sessa, presidente Regionale SIMG per la Lombardia - e, secondo l’Osservatorio Nazionale sull’Impiego dei Medicinali (OSMED), nel 2015 i farmaci per l’apparato muscolo-scheletrico si collocano al 9° posto in termini di spesa farmaceutica e al 6° posto in termini di consumo. Il medico di medicina generale - continua Sessa - di fronte a un paziente che lamenta dolori osteoarticolari deve svolgere un ruolo di ‘regista’ che, attraverso una valutazione complessiva della storia del paziente, possa raggiungere obiettivi quali ridurre il dolore e la disabilità che ne deriva, migliorare la qualità di vita e raggiungere un equilibrio tra le aspettative del paziente e le strategie terapeutiche. Strategie che devono partire dall’educazione del paziente circa i propri stili di vita, come controllare il proprio peso corporeo, svolgere attività fisica, evitare posture improprie, ridurre sforzi e traumi meccanici, fino alla prescrizione di un adeguato trattamento farmacologico, scegliendo una soluzione che possa coniugare al meglio efficacia e sicurezza, tenendo conto che oggi siamo nelle condizioni di poter personalizzare le terapie a seconda del tipo di dolore e del tipo di paziente”.

Gli antinfiammatori non steroidei (FANS) sono gli analgesici più comunemente prescritti per la gestione del dolore osteoarticolare e la loro efficacia è stata ampiamente dimostrata. “Il naprossene è uno dei principi attivi maggiormente studiati nel trattamento del dolore da osteoartrosi,che rappresenta una delle principali cause di disabilità in tutto il mondo - dichiara Giorgio Gandolini, responsabile del Servizio di Reumatologia dell’I.R.C.C.S. Santa Maria Nascente della Fondazione ‘Don Carlo Gnocchi’ ONLUS di Milano - Utilizzato da 40 anni nella pratica clinica, la sua efficacia è stata dimostrata in numerosi studi clinici, dai quali emerge l’efficacia del naprossene nell’alleviare i sintomi dell’osteoartrosi, non solo sul dolore, ma anche sulla disabilità che da esso ne deriva”. Nella lombalgia acuta (meno di sei settimane di durata) uno studio ha dimostrato una efficacia sostanzialmente paragonabile tra naprossene e diclofenac somministrati per 5 e 10 giorni; entrambi i principi attivi si sono dimostrati in grado di ridurre significativamente il dolore associato alla lombalgia.

“Partendo dal comprovato profilo d’efficacia, la nuova formulazione di naprossene sodico 660 mga rilascio modificato permette di ottenere un effetto analgesico per 24 ore con una sola somministrazione al giorno - continua Gandolini - La nuova formulazione è stata indagata in più di 600 pazienti in due studi randomizzati separati, entrambi creati per valutare l’effetto antalgico a seguito di un’estrazione dentale, un modello ben caratterizzato di dolore. In entrambi gli studi, l’efficacia della nuova formulazione è stata confrontata a placebo, e in uno di questi anche con una dose equivalente di naprossene sodico a rilascio immediato, formulato in compresse da 220 mg assunte tre volte al giorno. In entrambi gli studi, l’efficacia è stata significativamente superiore al placebo per tutti gli endpoint considerati, e in particolare la nuova formulazione ha determinato una riduzione del dolore già dopo 15 minuti dall’assunzione e per una durata di 24 ore,con una sola somministrazione,in maniera paragonabile alla formulazione a rilascio immediato, assunta però tre volte al giorno. Il vantaggio della mono-somministrazione giornaliera si sostanzia in un effetto antalgico costante nell’arco della giornata, minori occasioni di ricomparsa del dolore, e di conseguenza una maggiore aderenza terapeutica del paziente, soprattutto se anziano e politrattato”.

“Il dolore come epifenomeno di un processo degenerativo e infiammatorio delle articolazioni pone delle sfide al medico di medicina generale nei confronti dei propri pazienti, specialmente quelli anziani, che maggiormente presentano disturbi di questo genere - aggiunge Sessa - Se prendiamo, infatti, in considerazione la fascia di età degli ultra 65enni, dobbiamo tenere presente che circa il 50% di essi presenta comorbilità. Sono, dunque, pazienti politrattati, con molteplici fattori di rischio. Per questo motivo è importante prescrivere farmaci che interferiscano il meno possibile con la storia clinica del paziente stesso, favorendo l’aderenza al trattamento”. L’uso diffuso dei FANS è stato messo in discussione a causa della comparsa di complicanze a carico del tratto gastrointestinale superiore e, più recentemente, di eventi cardiovascolari. È importante precisare, tuttavia, che questa classe farmacologica è costituita da molecole che si differenziano anche per il profilo di sicurezza.

“Per molto tempo si è sottovalutato il rischio cardiovascolare, puntualizzando e rimarcando prevalentemente quello emorragico del tratto gastrointestinale – continua Sessa - Partendo dalla premessa che la sicurezza dei FANS varia in dipendenza del dosaggio e della durata del trattamento, oggi il medico ha a disposizione un ampio arsenale terapeutico, con la possibilità di scegliere la molecola che espone a minori rischi. Nel caso specifico, naprossene oltre a essere noto da tempo e apprezzato per la sua efficacia analgesica presenta un rapporto benefici-rischi favorevole sia dal punto di visto gastroenterico che cardiologico”. Diversi sono gli studi che supportano la sicurezza gastrointestinale di naprossene sodico nel trattamento del dolore muscolo-scheletrico, quando impiegato per periodi di tempo compatibili con la normale pratica clinica. A riguardo della sicurezza gastrointestinale, sette giorni di trattamento con naprossene sodico al dosaggio di 660 mg ha confermato una tollerabilità gastrointestinale di questo principio attivo sovrapponibile a quella del paracetamolo. Per quanto concerne i rischi cardiovascolari, tematica emersa con la caratterizzazione degli inibitori selettivi della COX2 e successivamente estesa a tutti i FANS, Linee Guida a livello internazionali – NICE, American College of Gastroenterology, American College of Rheumatology, European Society of Cardiology, solo per citarne alcune – raccomandano il naprossene tra i FANS per i pazienti che presentano rischio cardiovascolare. Inoltre, numerosi studi epidemiologici sono concordi nel definire il naprossene come il FANS il cui utilizzo è associato al minor rischio di sviluppare eventi cerebrovascolari” conclude Sessa.

Siamo tra le eccellenze in Europa ma si fanno troppi pochi trapianti

Siamo tra le eccellenze in Europa ma pochi trapianti


di Pierluigi Montebelli



In Italia il numero dei trapianti d’organo è pressoché costante da 10 anni. Nel 2015 sono stati 3326, in leggero aumento rispetto all’anno precedente. Ma sono ancora troppo pochi. Dalla nostra abbiamo, i professionisti, e la rete organizzativa. A remare contro una cultura della donazione praticamente sopita, una forte resistenza nelle donazioni da vivente e un gap nei donatori a cuore fermo che deve essere colmato. Siamo tra le eccellenze europee e dobbiamo esserne fieri. Oggi non si fanno più viaggi della speranza in Francia per un trapianto, i nostri bambini non vanno più a Pittsburgh. Solo 20 anni fa tutto questo sarebbe sembrato un sogno. Ma non basta. Se si chiudessero le liste d’attesa per il trapianto, occorrerebbero tra i 2 e 3 anni per trapiantare tutti i pazienti già in lista. E si ritorna al problema delle donazioni, poche troppo poche. Alla vigilia dell’apertura del 40° Congresso della Società Italiana Trapianti d’Organo (SITO) è un ritratto con luci ed ombre quello che disegnano a quattro mani Franco Citterio, presidente SITO attualmente in carica fino alla fine dell’anno e Presidente della Fondazione Italiana per la Promozione Trapianti d’Organo (FIPTO) e Umberto Cillo, presidente eletto SITO in carica da gennaio 2017, commentando le cifre del Centro Nazionale Trapianti. Perché loro, che sono tutti i giorni in sala operatoria, sanno bene che dietro a quei numeri c’è molto di più. Un’Italia a due velocità dove la professionalità e l’organizzazione corrono ma le coscienze si muovono a piccoli passi. Per questo al fianco della SITO si schiera la FIPTO che fa il suo debutto proprio in occasione del Congresso che si apre domani, mercoledì 25, all’Ergife Palace Hotel a Roma sotto la presidenza del professore Pasquale Berloco, per chiudersi il 28. Se SITO sarà la voce della Scienza, FIPTO sarà quella della Coscienza per far fare al nostro Paese quel passo in avanti di cui ha bisogno.

I trapianti sono troppo pochi. dobbiamo fare cultura della donazione. «Per la qualità dei Centri e per la qualità dei trapianti (misurabile in termini di risultati, sopravvivenza dei pazienti e qualità di vita post intervento) l’Italia può considerarsi soddisfatta - spiega Franco Citterio, presidente SITO attualmente in carica fino alla fine dell’anno e Presidente della Fondazione Italiana per la Promozione Trapianti d’Organo FIPTO - ma sono ancora troppo pochi i trapianti effettuati. E questo perché manca ancora una vera cultura della donazione nel nostro Paese. E se qualcosa si è fatto in questi anni in termini di donazione da donatore deceduto ancora moltissimo si deve fare per la donazione da vivente che incontra moltissime resistenze. Basti guardare il divario numerico nel 2015 che c’è nel trapianto di rene da donatore vivente tra Italia (301) e quelli (1075) eseguiti in UK, paese dello stesso numero di abitanti dell’Italia. Quella delle donazioni è una spina nel fianco nel sistema italiano dei trapianti per questo dobbiamo fare più educazione, più cultura della donazione a 360 gradi, solo così l’Italia potrà crescere. Stare uno o due anni in lista d’attesa è un problema enorme perché il quadro clinico del paziente spesso si aggrava. Dobbiamo fare il possibile perché questo tempo si riduca al minimo. E ancora una volta, inutile dirlo, torna il discorso sulle donazioni: donatori in morte cerebrale, donatori a cuore non battente, donatori viventi».

I media possono fare molto per aiutarci. «Dal punto di vista scientifico ed organizzativo l’Italia non ha nulla da invidiare, anzi ha molto da insegnare a tanti Paesi nel mondo - dice Umberto Cillo, presidente eletto SITO in carica da gennaio 2017 - però ci sono dei gap che dobbiamo colmare rapidamente. Prendiamo proprio i trapianti da donatore a cuore fermo: nel nostro Paese stiamo iniziando adesso. In Olanda e in altre nazioni si fanno da anni. In Italia l’accertamento della morte con criteri cardiaci prevede che, prima di poter dichiarare il decesso e quindi prelevare gli organi, per almeno 20 minuti non ci sia attività cardiaca e circolo. Fino ad oggi in Italia si è pensato che quel limite di 20 minuti fissato dal legislatore rappresentasse un punto di non ritorno che rendeva gli organi inutilizzabili. Oggi abbiamo capito che possiamo rigenerare gli organi e possiamo anche gestire diversamente il potenziale donatore grazie alla circolazione extracorporea. Una soluzione messa in atto in sala operatoria nell’attesa - speriamo non infinita - che il legislatore si renda conto che le cose vanno riviste alla luce dell’esperienza internazionale. Perché sono molti i pazienti che hanno bisogno di un organo. Anche se per capire davvero le liste d’attesa è necessario rendersi conto che si tratta solo della punta di un iceberg. Impossibile non pensare a quanti pazienti a quelle liste neppure arrivano e per i più svariati motivi: perché muoiono prima, perché non ricevono una corretta diagnosi, perché nessuno gli prospetta come via d’uscita quella del trapianto. Si tratta dell’emerso non del reale bisogno. Ognuno di noi può salvare una vita, anzi più vite, scegliendo di diventare donatore. In vent’anni abbiamo fatto passi da gigante in termini di professionalità in sala operatoria e di organizzazione ma solo piccoli passi nelle coscienze. Per questo la SITO e la FIPTO chiedono l’aiuto dei mass media per tornare a parlare di trapianti e donazioni, non solo quando c’è un evento di cronaca».

Un congresso per fare il punto sulle nuove sfide. «Il Congresso della Società Italiana Trapianti d’Organo - dice Pasquale Berloco presidente del 40esimo Congresso SITO - si pone come sfida quella di affrontare tematiche di grande attualità: dalla donazione da vivente a quella da cuore non battente. Sarà l’occasione per confrontarci sulle nuove strade da percorrere per la conservazione e per la rigenerazione degli organi. Un Congresso che si tiene a Roma non per caso, perché è a Roma che 50 anni fa Paride Stefanini con Raffaello Cortesini (presente alla cerimonia inaugurale) ha eseguito il primo trapianto d’organi italiano, un trapianto di rene da una donna abruzzese ad una ragazza di 17 anni. Da allora di strada ne abbiamo fatta tanta. La SITO è sempre stata in prima linea e i Congressi sono sempre stati l’occasione per confrontarci e migliorare. Oggi possiamo dire con orgoglio che nel mondo della trapiantologia l’Italia ha ben poco da imparare dalle altre nazioni e spesso è presa a modello. Purtroppo non possiamo dire lo stesso per quanto riguarda le donazioni. Dobbiamo ancora fare molto». Il programma del Congresso sul sito: www.congresso.it

"Gay? Si, confesso: sono...". Emanuele Filiberto vuota il sacco, imbarazzo in casa Savoia

Emanuele Filiberto confessa: "Sono filo-gay"



Ora, già l'erede di una casa reale che rilascia una intervista al sito gay.it sarebbe stata cosa impensabile appena trent'anni fa. Ma ormai... Emanuele Filiberto è uno che si è lanciato in reality televisivi e quant'altro. E poi, come si dice, i tempi cambiano. Così, confessandosi al portale omo, l'erede di casa Savoia, attacca: "Se sono stato sedotto da un uomo? Mi capita, ho abbastanza successo con gli uomini! - ha ammesso il principe - Ho un approccio molto più libero, più aperto, ho frequentato molto gli ambienti gay. A Parigi andavo al Boy, era una discoteca favolosa perché c’erano le più belle donne di Parigi, sicure che nessuno le annoiasse. Anch’io trovo gli uomini belli, non ho questa barriera da macho anche se la mia sessualità è portata verso le donne, amo la donna. Sono filogay, anzi Filigay!"

Scandalo Dieselgate, mazzata miliardaria Il disastro tedesco: quanto pagheranno

Scandalo Dieselgate: la mazzata miliardaria. La condanna mostruosa: quanto pagheranno



Il tribunale di San Francisco ha approvato l’accordo per un patteggiamento con i proprietari statunitensi dei veicoli Volkswagen per lo scandalo delle emissioni diesel. L’accordo prevede un risarcimento di 14,7 miliardi di dollari da parte della casa automobilistica. Vw ha concordato una spesa di 10 miliardi di dollari per i riacquisti e le compensazioni e di 4,7 miliardi di dollari per i programmi per limitare le emissioni in eccesso e favorire la produzione di veicoli verdi.

Si tratta di un compromesso "ragionevole", spiega il giudice Breyer nella sentenza, che permetterà di "compensare i danni" causati dalle emissioni truccate. I rimborsi e i riacquisti previsti dal piano di 14,7 miliardi di dollari riguarderà 480 mila propietari di vetture VW diesel da due litri, che, al momento della riconsegna della propria auto, potranno decidere se riacquistare un’altra vettura o farsi riparare la propria, rimettendola in regola secondo gli standard vigenti per le emissioni, a spese del costruttore tedesco. In ogni caso riceveranno un’indennità fino a 10 mila dollari a testa.

VW si è poi impegnata a investire 2,7 miliardi di dollari per "rimediare integralmente" alle conseguenze ambientali delle emissioni truccate e altri 2 miliardi di dollari per creare infrastrutture per i veicoli a zero emissioni e per promuoverli presso l’opinione pubblica. La fattura complessiva è di 14,7 miliardi di dollari, a cui dovrà aggiungere altri 603 milioni di dollari agli stati locali per mettere fine alle loro denunce. Dopo l’accordo odierno che riguarda le vetture diesel due litri, cioè il grosso delle auto VW coinvolte nelle truffa, i guai giudiziari della casa tedesca negli Usa proseguiranno con le denunce delle 80 mila vetture tre litri di cilindrata che non sono coperte dall’accordo odierno.

Europa, ricatto all'Italia: "Avete 2 giorni" La lettera-schiaffo ai nostri terremotati

La lettera-ultimatum all'Italia: "Avete due giorni". Lo schiaffo ai terremotati: cosa scrivono



La lettera tanto attesa dalla Commissione europea sull'ultima manovra finanziaria varata dal governo di Matteo Renzi è finalmente arrivata e non porta nessuna buona notizia per l'esecutivo. I commissari Valdis Dombrovskis e Pierre Moscovici hanno chiesto chiarimenti all'Italia sul mancato rispetto degli impegni di diminuzione del deficit strutturale e sull'entità delle spese sostenute per gli eventi eccezionali, come crisi dei migranti e terremoto, inseriti nel bilancio 2017. La Commissione però pretende una risposta chiara entro e non oltre giovedì 27 ottobre.

La richiesta della Commissione punta a "valutare se l'Italia soddisfa le condizioni per le quali la flessibilità aggiuntiva è stata concessa per il 2016". Tra i chiarimenti richiesti dai commissari, c'è in particolare: "la revisione degli obiettivi e la differenza sostanziale che emerge rispetto agli impegni presi la scorsa primavera. Un esame preliminare del documento programmatico per il bilancio 2017 - scrivono - suggerisce che il cambiamento programmatico del bilancio strutturale per il 2017, ricalcolato secondo la metodologia comunemente accolta, è negativo e molto al di sotto dello 0,6% del Pil o oltre raccomandato dal Consiglio il 12 luglio scorso".

Secca la risposta di Renzi: "Da Bruxelles possono scrivere tutto quello che vogliono - ha detto - ma Amatrice, Accumoli e Arquata le rimettiamo su come si comanda. E le scuole le mettiamo in sicurezza perché per me i nostri figli sono dieci volte più importanti di Bruxelles".