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venerdì 21 ottobre 2016

Colpo di mano di Renzi nella notte: ecco come Putin ha piegato l'Europa

Il colpo di mano di Renzi: così Putin ha piegato l'Europa



La sterzata nel cuore della notte. E  Matteo Renzi fa diventare l'Europa filo-Putin. Secondo un retroscena del Financial Times sarebbe stato proprio il premier italiano il più irremovibile nella linea del "no sanzioni " alla Russia per quanto sta succedendo in Siria e ad Aleppo. E così dal testo delle conclusioni del Consiglio europeo è sparita propriola parola "sanzioni" che appariva nell'ultima bozza elaborata giovedì mattina, senza specifici riferimenti se i destinatari dovessero essere esponenti siriani o russi. 

I leader hanno avuto questa notte una lunga discussione sull'argomento, e hanno concordato un testo in cui si legge che "l'Unione europea sta considerando tutte le opzioni disponibili se le atrocità continueranno. Tutto deve essere fatto per estendere il cessate il fuoco, portare aiuto umanitario alla popolazione civile e creare le condizioni per aprire i negoziati su una transizione politica in Siria". 

"Io credo che non avesse senso inserire anche qui un riferimento alle sanzioni", ha spiegato Renzi. "Bisogna fare tutte le pressioni possibili perché si faccia un accordo in Siria, ma è difficile che questo abbia a che vedere con ulteriori sanzioni alla Russia". L'Italia è sempre stato fra i paesi che non condividevano l'ipotesi di nuove sanzioni contro Mosca per la Siria; lunedì scorso, i ministri degli Esteri avevano ipotizzato di inasprire quelle già in corso contro esponenti del regime siriano.

GLI USA SOTTO ATTACCO Agguato cinese in mare: hanno colpito la portaerei

Cina, attacco hacker alla portaerei americana Ronald Reagan



Hacker cinesi hanno attaccato la portaerei americana Ronald Reagan, per ottenere informazioni e dati sulle manovre militari degli Stati Uniti. Lo ha riferito il Financial Times, citando l'azienda di cyber sicurezza FireEye, secondo cui l'attacco sarebbe avvenuto lo scorso 11 luglio, il giorno prima che il tribunale dell'Aia si esprimesse contro le rivendicazioni di Pechino sul Mar cinese meridionale. Proprio in quel periodo la portaerei stava pattugliando l'area.

Gli hacker avrebbero inviato una serie di mail infette dal malware Enfal a personale di governi stranieri in visita sulla Ronald Reagan. Il sistema, scrive il Financial Times, può essere utilizzato per copiare informazioni da un computer infetto o scaricare altri virus.

Secondo FireEye, gli autori degli attacchi potrebbero essere gli stessi che hanno condotto azioni in passato per compromettere le reti di difesa di Usa e Vietnam. Non ci sono per ora prove che leghino l'attacco al governo di Pechino, né indicazioni che l'operazione sia andata a buon fine.

Giallo di Brescia, svolta clamorosa: l'operaio morto e il tesoretto segreto

Giallo di Brescia, la svolta clamorosa. Adesso spunta un tesoretto segreto



Siamo a una svolta nell'omicidio di Mario Bozzoli, l'imprenditore di Marcheno (Brescia), scomparso nella sua azienda di famiglia e con ogni probabilità finito nel forno di fusione dei lingotti. Una morte intrecciata con quella del suo operaio Beppe Ghirardini, trovato avvelenato accanto a un ruscello a Case di Viso, nella zona di Ponte di Legno.

Riporta Repubblica che un nuovo scenario si è aperto dopo la scoperta di una mazzetta di denaro inspiegabile e una serie di telefonate altrettanto inspiegabile. Ma facciamo un salto indietro. Quella sera Bozzoli chiama la moglie, le dice che la raggiunge per cena ma alle 23 Irene Zerbini, non vedendolo arrivare, corre nella fabbrica. Le aprono alcuni operai, tra cui Beppe Ghirardini. Scopre che dal forno di fusione dei materiali ferrosi si è levata una fumata anomala e che l'impianto, bloccato dall'alert, è stato riavviato dallo stesso Ghirardini. Il quale sparisce proprio nel giorno dell'interrogatorio già programmato con i carabinieri del colonnello Spina. Viene trovato qualche giorno dopo, morto. Davanti ha dei fazzolettini e una capsula di cianuro. Si è ucciso con un boccone avvelenato che usavano i cacciatori (non è più in commercio da tempo) per i cinghiali.

Bozzoli e Ghilardini si conoscevano fin da bambini ma non si sentivano spesso. Eppure è stato registrato un flusso di telefonate nei giorni precedenti. Era Bozzoli a chiamare Ghirardini, che era assente e sarebbe tornato proprio l'8 ottobre: che cosa voleva? Una risposta potrebbe nascondersi in alcune migliaia di euro trovate a casa Ghirardini che aveva il conto in banca sempre in rosso. Soldi che non sono giustificati da prestiti o donazioni. Insomma, per gli inquirenti, lo scenario potrebbe essere questo: Bozzoli chiede spiegazioni a Ghirardini sul denaro sparito dalla ditta e l'operaio si sente braccato. La sua reputazione è rovinata e capisce che nemmeno questa volta avrà i soldi per fare il padre con l'adorato figlio che vive in Brasile. A quel punto ha perso la testa. Ma per scrivere l'ultimo capitolo di questo giallo c'è un ultimo indizio che può arrivare oggi da un setaccio.

L'intervista - Dalla contrattura all’infiammazione “Impegno per la salute del muscolo”

Dalla contrattura all’infiammazione “La salute del muscolo”


di Andrea Sermonti


Eugenio Aringhieri AD del Gruppo Dompè

Sono moltissimi coloro che fanno attività sportiva, addirittura l’86% degli italiani 18-54enni secondo quanto emerso da un’indagine condotta da Doxa Marketing Advice per conto di Dompé per far luce sulle attitudini e i comportamenti nella pratica sportiva. Perché tanti (forse troppi!!) tra quelli che dichiarano di fare regolarmente attività sportiva nel corso dell’anno non si prendono sufficiente cura dei propri muscoli, incorrendo in spiacevoli infortuni. E questo tema della contrattura e dell’infiammazione è molto importante – sottolinea Eugenio Aringhieri, CEO del Gruppo Dompé – in un mondo come quello dello sport dove la voglia di salute rappresenta un obiettivo ormai di tutti, aggiungere vita agli anni e non anni alla vita. La salute del muscolo rappresenta un elemento importante”.

Noi, ovviamente, come azienda ci occupiamo di trovare ‘rimedi’ terapeutici. Il nostro mestiere è questo e lo facciamo in diversi settori: dalle malattie rare al primary care sono settori in cui da tempo lavoriamo. Ecco, la terapia è un elemento importante ma per averne una appropriata è fondamentale seguire un percorso diagnostico appropriato. La sfida sta proprio nella diagnosi più che nella terapia: se la diagnosi è giusta la terapia è più facile che sia appropriata. Ma siccome proprio sul tema della contrattura e dell’infiammazione vi è un’area ‘grigia’ - spesso si confonde la contrattura con l’infiammazione - e oggi abbiamo capito dagli esperti che sono due fenomeni distinti e hanno anche frequenze diverse. Non tutti hanno presente che spesso la contrattura non curata o non riconosciuta produce infiammazione, e questo crea indubbiamente un danno diverso.

Perché questo incontro a Milano, quindi?

L’obiettivo del nostro incontro era proprio questo, favorire il dialogo tra i diversi attori: medici dello sport ma anche persone che hanno vissuto in prima linea il problema, con il contributo diretto dei fisioterapisti, che hanno a che fare con atleti professionisti. Tutti hanno detto la loro ma quello che effettivamente è emerso è proprio che c’è un’area grigia che bisogna illuminare. La diagnosi della contrattura è una diagnosi che va saputa fare e che va fatta, e occorre aver ben chiaro questo perché solo in questo modo è possibile evitare danni più importanti.

E’ per questo che avete avviato quest’iniziativa social?

Vero, è la prova che l’obiettivo lo abbiamo raggiunto: il lancio di questo sito www.stopcontratture.it ha un po' questo obiettivo, ovvero quello di creare una piattaforma per dialogare con gli esperti.

Dietro tutto questo c’è un investimento e un lavoro non da poco, che se avete deciso di affrontare significa che avete delle aspettative, dei ritorni concreti da questo hub

Il mestiere che facciamo ha un presupposto granitico: quello di appoggiarsi sulla conoscenza. Il ritorno vero ritorno è quello. Non ho fatto sicuramente un conto economico ma ho ritenuto necessario investire sulla conoscenza perché avere il polso del fenomeno, come dicevo, in primis sicuramente migliora le diagnosi e quindi, a cascata, permette terapie più mirate. Da questo punto di vista noi siamo veramente convinti di possedere i rimedi ‘giusti’: nei prossimi mesi verranno pubblicati su riviste scientifiche internazionali lavori che dimostrano come il miorilassante raggiunge l’obiettivo di migliorare le condizioni muscolari. Ci tengo però a sottolineare come l’obiettivo di questo portale sia quello di creare le condizioni ideali per discutere in modo appropriato del percorso diagnostico, cosa che permette di differenziare la contrattura dall’infiammazione. Se riusciremo a fare questo avrà vinto il paziente, avrà vinto l’operatore e avrà vinto anche – ovviamente – chi come noi produce i farmaci.

E’ questo un settore strategico e in crescita per Dompé?

E’ un settore in crescita non solo per noi ma, direi, in tutto il mondo: come la stessa indagine Doxa a confermato è uno dei temi più dibattuti in assoluto. Ci sono oggigiorno 17 milioni di italiani che fanno sport, a conferma del fatto che il desiderio di salute, di sentirsi bene e in forma, rappresenta un obiettivo importante e noi come azienda dobbiamo ‘accompagnare’ questo trend. La giornata che abbiamo organizzato ne è la dimostrazione.

Dalle malattie rare allo sport…

Ceto, ci occupiamo di malattie rare e di aree dove il bisogno di salute è molto alto; ma indubbiamente siamo ‘osservatori’ anche di fenomeni in crescita, ai quali siamo interessati, come quello del wellness.

Qual è il prossimo ‘step’ in questo ambito specifico della salute sportiva?

Per il momento continueremo ad investire in questo settore, proprio perché è un’area dove ovviamente abbiamo un expertise consolidato. Certo sarà molto importante capire nei prossimi 6-8 mesi se la risposta del mercato e dell’opinione pubblica sarà di conferma del trend attuale. 

‘Vuoto informativo’ nel pubblico sul melanoma e le terapie mirate

‘Vuoto informativo’ nel pubblico sul melanoma e Le terapie


di Eugenia Sermonti


La Conferenza al Circolo della Stampa di Milano

Strano ma vero: nel nostro Paese il melanoma cutaneo è il terzo tumore più frequente al di sotto dei 50 anni, ma per l’opinione pubblica non rientra tra i tumori più conosciuti e pericolosi. Lo conferma un’inedita indagine SWG condotta su un campione di 1.000 cittadini italiani, uomini e donne, presentata oggi a Milano, infatti, solo il 28% degli intervistati ritiene di conoscere il melanoma, rispetto al 45% che si ritiene molto informato sul tumore al seno, al quale seguono le leucemie (35%), il tumore al polmone (33%) e il tumore alla prostata (33%). Informazioni, quelle sul melanoma, reperite principalmente (72%) grazie ai media (Tv 44%; giornali e riviste 32%; internet 29%) ma anche da amici/conoscenti (39%), dal medico di famiglia o specialista (29%) e grazie a iniziative e campagne di sensibilizzazione e prevenzione (26%). La maggioranza degli intervistati ritiene comunque importante poter avere maggiori informazioni su questa patologia. “E’ interessante vedere come 1 italiano su 3 dichiari di essere entrato in relazione con qualcuno, persona amica o conoscente, colpito da melanoma mentre la metà delle persone intervistate dichiara di saperne poco o niente - precisa Guja Tacchi, Direttore Ricerca SWG - Un dato che va ulteriormente interpretato alla luce del fatto che tra le principali cause che concorrono alla comparsa del melanoma, gli intervistati individuano nel 78% dei casi l’esposizione solare, seguita dal 63% per la presenza di nei”. Inoltre, solo il 26% riconosce come fattori di rischio le caratteristiche fenotipiche (colore dei capelli, tipologia di pelle etc.) e addirittura un residuo 15% associa la patologia ad eventuali modificazioni del DNA della cellula tumorale.

“Il melanoma rappresenta il 3% di tutti i tumori sia negli uomini sia nelle donne. Nonostante sia il tumore meno frequente tra le neoplasie della pelle, è potenzialmente il più maligno, ossia quello con maggiori probabilità di metastatizzare – afferma il professor Giuseppe Palmieri, oncologo medico, primo ricercatore CNR, responsabile dell'Unità di Genetica dei Tumori del CNR di Sassari e Presidente Eletto IMI - Intergruppo Melanoma Italiano - Le modificazioni del DNA individuate in questi ultimi anni possono essere di diversi tipi e ciò rende dunque possibile affermare che, dal punto di vista genetico e biologico, i melanomi non sono tutti uguali”. I progressi compiuti dalla ricerca scientifica, in termini di individuazione di specifiche mutazioni a carico del DNA della cellula tumorale, hanno permesso lo sviluppo di trattamenti a bersaglio molecolare che agiscano direttamente sulla mutazione specifica. Aspetti complessi, questi, che aprono interessanti sfide per il progresso della medicina e, allo stato attuale, poco chiari alla popolazione italiana. Il 59% degli intervistati, infatti, dichiara di non essere a conoscenza del fatto che alcune tipologie di tumori siano contraddistinte da questo tipo di mutazioni della cellula 'malata' e il 72% non ha mai sentito parlare di terapie mirate per la cura dei tumori.

Tornando alla terapia del melanoma, l’approccio di precisione anche detto ‘terapia target’, in questi anni si è concentrato su alcune tipologie di mutazioni come quella a carico del gene BRAF-V600 (il 90% delle mutazioni BRAF) e del MEK, il componente della cascata molecolare immediatamente a valle di BRAF. Tra gli approcci terapeutici alla cura del melanoma metastatico, importanti studi clinici hanno messo a confronto le terapie di combinazione di BRAF e MEK inibitori, come dabrafenib+trametinib, rispetto al trattamento con dabrafenib+placebo (studio Combi-d) o rispetto alla monoterapia con il solo vemurafenib (studio Combi-v). “Se fino ad oggi le terapie tradizionali, chemioterapia e radioterapia, hanno avuto come obiettivo il tumore, l’approccio di precisione prende a bersaglio solo le mutazioni genetiche rilevanti. La mutazione BRAF è presente in circa il 50% della popolazione affetta da melanoma metastatico e rappresenta dunque un importante bersaglio molecolare. - commenta la professoressa Paola Queirolo, UOC Oncologia medica IRCCS San Martino, IST Genova e presidente IMI, Intergruppo Melanoma Italiano - Grazie alle evidenze di efficacia e sicurezza dimostrate in importanti studi clinici, la combinazione dabrafenib + trametinib, a breve sarà rimborsabile per il trattamento di pazienti adulti con melanoma non resecabile o metastatico positivo per la mutazione di BRAF V600. Come IMI, Intergruppo Melanoma Italiano, operiamo in rappresentanza di tutte le professionalità che entrano in gioco in questo nuovo approccio alla gestione clinica del paziente con melanoma, un approccio multidisciplinare che permette l’ottimizzazione del trattamento, rappresentando la caratteristica distintiva dell’oncologia di precisione”.

L’obiettivo delle terapie nel trattamento del melanoma metastatico è quello di rallentare la progressione della malattia, prolungando la sopravvivenza del paziente. Durante il recente Congresso ESMO (European Society for Medical Oncology) i dati dello studio Combi-v, con follow-up a 3 anni, hanno dimostrato per il trattamento di prima linea con la combinazione di dabrafenib + trametinib rispetto alla monoterapia con vemurafenibun miglioramento in termini si sopravvivenza globale - che riguarda il 45% dei pazienti rispetto al 31% trattati con vemurafenib - e di sopravvivenza libera da progressione (24%vs10%). “Si tratta di dati clinici molto importanti che confermano una maggiore sopravvivenza a lungo termine dei pazienti con melanoma metastatico rispetto alla monoterapia con vemurafenib – conclude Paola Queirolo – A questo, si aggiungono significativi risultati in termini di durata mediana delle risposte complete, che si attesta a circa 3 anni e mezzo.Dati che rinforzano il valore di questa terapia mirata di combinazione nel trattamento di una patologia così complessa”

"Il clamoroso sgarbo a Gigi Buffon" È nervoso? Voce-bomba sulla Juve

Il clamoroso sgarbo a Gigi Buffon, le voci della Juve su Donnarumma dietro al suo nervosismo?



Due errori in una settimana, se in porta c'è Gianluigi Buffon, sono una notizia. Una clamorosa notizia. Infatti se ne è parlato, a lungo, e c'è chi si è spinto ad insinuare che, forse, il portierone fosse arrivato alla fine, o quasi. Panzane, ovviamente, come ha dimostrato la prestazione-monstre che Gigi ha sfoggiato in Champions League contro il Lione. Eppure quelle voci, in un qualche modo, erano riuscite a turbare anche lui. È apparso prima nervoso, quando si è lasciato andare a quella frase sul "mio funerale a cui non verrà nessuno", e poi infuriato, nel dopo-partita di Champions, quando tutti avevano ancora negli occhi i suoi miracoli e, in favor di telecamera, ha sfoggiato il muso lungo e gli occhi della tigre.

Possibile che Buffon, a 38 anni e con il mondo in mano, possa essersela davvero presa per le critiche? Possibile, e ci mancherebbe altro, perché di mezzo c'è un signor professionista, che dà tutto, sempre. Mettiamoci anche il nervosismo per le papere e il mix è servito. Eppure, negli ultimi giorni, si è diffusa una voce, rimbalzata da più parti e su più quotidiani. Una voce che riguarda il suo erede designato o presunto tale, il baby Gianluigi Donnarumma, che già scalpita alle spalle di Gigi in nazionale. Quali voci? Presto detto: sulle tracce del portiere del Milan, si dice, ci sarebbe proprio la Juventus. Vere o false che siano, questa è la tesi ed è tutt'altro che peregrina, potrebbero essere state proprio queste voci a consegnarci un Buffon nervoso come - quasi - mai lo avevamo mai visto.

Morandi anticipa tutti, scoop pazzesco: la nuova canzone di Mina e Adriano Celentano

Gianni Morandi anticipa tutti e pubblica il nuovo singolo di Mina e Adriano Celentano



"Adriano e Mina hanno inciso una nuova canzone insieme. Ascoltatela in anteprima e ditemi se vi piace. A me sembra fortissima...". Gianni Morandi spiazza tutti e sorpresa posta sulla sua pagina Facebook un video di 30 secondi di "Amami amami", nuovo pezzo di Celentano e Mina. Il post è stato sommerso di commenti e conta già 200 mila  visualizzazioni.

La Tigre di Cremona e il Molleggiato torneranno a duettare insieme. L'11 novembre arriverà il nuovo album di inediti dal titolo "Le migliori". Mentre il primo singolo, che Morandi ha pubblicato in anteprima, sarà disponibile da venerdì 21 ottobre.