Francesca Persi, l'assistente arrestata amava Fabrizio Corona
"Per Corona avrebbe fatto qualsiasi cosa", dicono i conoscenti di Francesca Persi, l'assistente del manager finita in carcere assieme a lui. Laureata, di 40 anni, un matrimonio fallito alle spalle da cui ha avuto due figli, chi la conosce la definisce una donna "intelligente e competente", spiega un ritratto a lei dedicato sul Corriere della Sera. E sul legame tra la Persi e Corona ci sono numerosi dettagli interessanti.
A partire dal fatto che, scrive Giuseppe Guastella, "Francesca Persi ha sempre amato Fabrizio Corona, probabilmente senza essere corrisposta o forse solo in minima parte". Parole nette, che descrivono il rapporto sotto tutt'altra luce. Francesca, in effetti, negli anni ha coperto i traffici di Fabrizio, si è lasciata usare come prestanome, gli ha fatto da spallone: questo almeno è quanto sostengono gli atti dell'inchiesta della Procura di Milano che l'ha spinta in carcere per intestazione fittizia di beni. E ancora, per intendersi, quando prima del primo arresto Corona fuggì in Portogallo, lo fece con l'automobile di Francesca.
Lei lo conobbe nella palestra di Corso Como dove lui andava ad allenarsi. Secondo le persone vicine al loro entourage, c'è stato un momento in cui, forse, tra i due c'è stato qualcosa in più che un rapporto professionale o una semplice amicizia: non a caso, tempo fa, si vociferò di una loro relazione.
Ora, Francesca, è in carcere: nascondeva nella sua casa i soldi di Fabrizio, 1,7 milioni di euro in contanti. Quando i ladri provarono a entrarle in casa, Fabrizio le chiese al telefono se avevano sfondato il soffitto. In quel momento gli investigatori compresero che in quel controsoffitto ci fosse qualcosa che valeva la pena di essere scoperto. La Persi era terrorizzata dai ladri, e ora, quando gli investigatori le chiedono se Corona avesse debiti con qualcuno, magari un qualcuno di pericoloso, risponde di non saperlo. Eppure, secondo quanto scrive il Corsera, Francesca avrebbe parlato di un litigio tra Fabrizio e un "calabrese", in pieno centro a Milano, anche se dice di aver "sempre pensato" che fosse "a causa di una donna".