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venerdì 7 ottobre 2016

La parola all'esperto - Tiroide, paratiroidi e surreni… Oggi si può per via endocopica

Tiroide, paratiroidi e surreni… Oggi si può per via endocopica


di Pierluigi Montebelli


Prof. Dott. Rocco Bellantone

Tra le principali patologie endocrine, quelle della tiroide affliggono circa 6 milioni di italiani, soprattutto donne. La tiroide è un organo poco conosciuto eppure fondamentale per il buon funzionamento del nostro organismo. “È infatti il ‘direttore d’orchestra’ che ne detta il ritmo -sottolinea il professor Rocco Bellantone, direttore dell’Unità Operativa complessa di Chirurgia Endocrina e Metabolica del Policlinico Universitario ‘A. Gemelli’ di Roma - attraverso la produzione degli ormoni tiroidei, controlla il metabolismo modulandolo a seconda della situazione che si sta vivendo (riposo, sforzo fisico, paura, stress, etc). Quando la tiroide funziona ‘troppo’, il nostro organismo ‘corre’ - si parla in questo caso di ipertiroidismo, problema trasversale a tutte le età, ma che interessa soprattutto i giovani; quando funziona poco, l’organismo ‘rallenta’ - e si ha allora il cosiddetto ipotiroidismo, che riguarda prevalentemente gli anziani. Altre disfunzioni della tiroide sono dovute a un aumento anomalo del volume della ghiandola (il cosiddetto gozzo) e alla formazione di noduli neoplastici. Anche le paratiroidi, due coppie di ghiandole localizzate in prossimità della tiroide, preposte al controllo dei livelli di calcio nell’organismo attraverso la produzione del paratormone, possono essere affette da specifiche patologie.

In caso di malfunzionamento di una di queste ghiandole, si può avere un eccessivo rilascio del paratormone che causa indebolimento delle ossa ma non solo: il calcio, infatti, dalle ossa fluisce nel sangue e nelle urine, e può causare calcoli renali e, nei casi più gravi, alterazioni del ritmo cardiaco.  Un altro gruppo di patologie endocrine interessa i surreni, ghiandole localizzate all’apice di ognuno dei due reni, il cui malfunzionamento può causare innalzamento della pressione e diabete.

Quali sono i campanelli d’allarme delle malattie endocrine?

Tachicardia, insonnia, nervosismo e perdita di peso possono essere spie di ipertiroidismo, mentre stanchezza e debolezza di ipotiroidismo. Per quanto riguarda il tumore, precedenti casi in famiglia e la presenza di un nodulo percepibile al tatto rendono consigliabile sottoporsi a controlli. La patologia delle paratiroidi è più subdola: di solito si scopre casualmente, tramite analisi del sangue in cui i livelli di calcio risultano elevati, oppure tramite MOC (esame che indica alterazioni della densità ossea), o ancora all’atto di individuare le cause di una calcolosi renale già in corso. Per le patologie dei surreni, invece, il primo campanello d’allarme è la pressione alta, seguita da alterazione del metabolismo degli zuccheri.

Come vengono diagnosticate tutte queste malattie?

I primi due step del percorso diagnostico sono le analisi del sangue e l’ecografia. Se questi esami rilevano qualcosa di anomalo si procede con ulteriori accertamenti, come l’ago aspirato e la scintigrafia. L’ago aspirato di un nodulo tiroideo prevede il prelievo di un piccolo quantitativo di cellule dal nodulo sospetto, per condurre un’analisi che dia indicazioni sull’eventuale natura maligna della formazione, e quindi rendendo eventualmente consigliabile l’asportazione chirurgica. Oggi questo esame può fornire ancora esiti indeterminati, ma a breve, grazie all’evoluzione delle analisi di immunoistochimica, sarà possibile avere indicazioni sempre più precise.

Quando si interviene chirurgicamente?

Circa il 10% della popolazione italiana soffre di qualche alterazione della tiroide, una buona parte fortunatamente non è patologicamente significativa e merita solo osservazione, mentre un’altra parte della popolazione è curata con terapie farmacologiche. La chirurgia è indicata in caso di noduli tiroidei sospettati di essere di origine maligna, in caso di ipertiroidismo che non risponde ai farmaci, e infine quando l’aumento di volume della tiroide provoca difficoltà a ingoiare o addirittura a respirare. Sono problematiche in crescita, basti pensare che in Italia si fanno ogni anno oltre 40.000 interventi di tiroidectomia. Altra indicazione all’intervento si ha nel caso di disfunzione dei surreni e delle paratiroidi, per cui l’approccio chirurgico è l’unica soluzione. Il paziente non risente in alcun modo dell’asportazione della tiroide, grazie alla possibilità di assumere un ormone di sintesi che supplisce alla mancanza di quello naturale, non più prodotto dalla tiroide asportata. Per quanto riguarda la rimozione di una delle paratiroidi o di un surrene, l’organo sano, lasciato in sede, è in grado di garantire le funzioni svolte da queste ghiandole. Eseguendo ogni anno circa 1.500 interventi, prevalentemente alla tiroide, con un’incidenza di complicanze inferiore allo 0,8%, la nostra Unità Operativa Complessa, al Gemelli, è tra i centri con la più alta casistica di chirurgia endocrina e le migliori performance in Italia e nel mondo.

Quali sono le possibili complicanze dell’intervento chirurgico?

L’intervento alla tiroide, che si trova in prossimità dei nervi della voce e delle paratiroidi, è molto delicato per il rischio di causare danni agli organi circostanti. Le più frequenti complicanze post operatorie sono infatti l’abbassamento della voce e l’ipocalcemia dovuta all’asportazione delle paratiroidi. Lo stesso intervento di rimozione di una paratiroide mal funzionante è di non semplice esecuzione, poiché occorre saper individuare quella effettivamente malata, preservando le altre. Anche la chirurgia dei surreni, adiacenti a fegato, milza e pancreas, presenta un rischio elevato. Nell’ambito dei tumori, invece, la principale complicanza postoperatoria è data da eventuali residui di malattia non rimossi correttamente.  In tutti questi casi a fare la differenza sono l’abilità e l’esperienza del chirurgo. Oggi, purtroppo, dei 40.000 interventi annui alla tiroide, l’80% viene condotto in centri che ne eseguono meno di 10 all’anno. Per ridurre al minimo il rischio di complicanze, è quindi fondamentale affidarsi a strutture specializzate nell’ambito della chirurgia endocrina e che possano vantare un’ampia casistica.

Quali sono le innovazioni introdotte più di recente?

Il più importante passo avanti nell’ambito della chirurgia endocrina riguarda la possibilità di intervenire per via endoscopica, metodica messa a punto proprio da noi al Gemelli e con cui abbiamo fatto scuola in tutto il mondo. Anziché un taglio esteso sul collo, si pratica ora un’incisione di circa 2 cm e si lavora con l’introduzione di una telecamera che ingrandisce l’immagine. Il decorso postoperatorio è più veloce, il dolore praticamente inesistente e il risultato estetico sorprendente: dopo 6 mesi il taglio non si vede più. La tecnica endoscopica è applicabile nel 30% dei casi, per noduli tiroidei che non superano i 3 cm. Altre innovazioni sul fronte della chirurgia endocrina sono il bisturi a ultrasuoni, strumento impiegato nei centri più all’avanguardia, che permette di tagliare e coagulare allo stesso tempo, facilitando il controllo di eventuali emorragie, e infine il nerve monitoring che consente al chirurgo di lavorare meglio in prossimità del nervo della voce, senza danneggiarlo. Per quanto riguarda gli interventi di asportazione delle paratiroidi, al Gemelli abbiamo una particolare strumentazione che ci permette di monitorare il paratormone durante l’intervento, verificando in tempo reale di aver tolto la paratiroide giusta, e di accertarci che non ce ne sia un’altra malata. Anche per la chirurgia dei surreni è stato rinnovato l’approccio, oggi infatti operiamo in laparoscopia e con il robot. Siamo stati tra i primi in Italia a introdurre questa metodica. Infine, tra le innovazioni future, va citata la tendenza a praticare interventi quanto più conservativi, soprattutto nell’ambito dei tumori. Fino a qualche tempo fa qualsiasi tipo di tumore della tiroide comportava l’asportazione totale dell’organo, adesso noi, seguendo le linee guida internazionali, per tumori molto piccoli facciamo interventi conservativi, togliamo cioè soltanto parte della tiroide malata. 

Che consigli dare al paziente a cui viene proposto l’intervento chirurgico?

In primo luogo il paziente deve prestare attenzione all’esperienza del chirurgo e rivolgersi a centri specializzati nella cura e nel trattamento chirurgico delle patologie endocrine; in Italia queste strutture dedicate sono circa una decina. Di fronte alla prospettiva della soluzione chirurgica, il paziente comunque non si deve spaventare perché nei centri d’eccellenza si tratta di interventi di routine. Il primo indicatore da valutare, per stare tranquilli, è il numero e il risultato degli interventi praticati ogni anno nel centro al quale ci si rivolge: l’esperienza del chirurgo è l’elemento di gran lunga più importante per la buona riuscita dell’intervento. 

Artrite reumatoide: scoperto il cattivo ‘grilletto molecolare’

Artrite reumatoide: scoperto il cattivo ‘grilletto molecolare’


di Pierluigi Montebelli



Pubblicata sull’ultimo numero della scientifica rivista ‘Nature Communications’ la scoperta di un ‘grilletto molecolare’ dell’artrite reumatoide che attiva la sintesi di anticorpi nocivi nell’organismo dei pazienti e amplifica processi infiammatori patologici. Gli autori dell’importante studio, che apre anche nuove prospettive terapeutiche per i malati, sono ricercatori della Facoltà di Medicina e chirurgia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore e della Fondazione Policlinico Universitario  A. Gemelli di Roma. Si tratta di una molecola chiamata microRNA155 e i ricercatori, grazie alla collaborazione con colleghi dell’Università di Glasgow, hanno testato con successo un potenziale ‘farmaco’ per disinnescare questo grilletto. La scoperta è frutto del lavoro dei reumatologi Stefano Alivernini e Barbara Tolusso coordinati da Gianfranco Ferraccioli, ordinario di Reumatologia alla Cattolica e Direttore del Polo di Scienze Reumatologiche, Dermatologiche, Immuno-Allergologiche, Urologiche e Nefrologiche del Policlinico A. Gemelli.

L’artrite reumatoide è una malattia infiammatoria progressiva con una incidenza tra lo 0.5% e l’1 della popolazione. Interessa primariamente le articolazioni e coinvolge tutti gli organi e apparati causando un aumento di morbidità e la riduzione dell’aspettativa di vita. Affligge più frequentemente le donne, insorgendo più spesso nella quarta-quinta decade di vita.  La base della malattia è una reazione ‘autoimmunitaria’, durante la quale cellule di difesa - i linfociti T e linfociti B - normalmente deputate a riconoscere ed eliminare agenti infettivi - si rivoltano contro lo stesso organismo e generano infiammazione distruttiva diretta contro le articolazioni e gli organi interni del paziente, nonché producono anticorpi (i cosiddetti autoanticorpi) patologici che attaccano a loro volta le articolazioni. In questa ricerca, che è il proseguimento di studi su specifiche sottopopolazioni delle B cellule, si è cercato di comprendere come vengono attivate le cellule immunitarie B, ovvero quelle che producono gli autoanticorpi e come sia possibile frenarle, evitando dunque la produzione di autoanticorpi e i processi infiammatori deleteri che da essi conseguono. 

Studiando campioni biologici di oltre 60 pazienti, gli esperti hanno scoperto che la ‘chiave di volta’ della malattia è il micro-RNA155 (miR155): hanno visto che questa molecola è in grado di attivare le cellule B di memoria (oltre ai monociti-macrofagi) e farle divenire patogene. Inoltre gli scienziati hanno scoperto che miR155 è a sua volta attivato da altre molecole infiammatorie, come CD40L, IL6, BAFF, IL21. E non è tutto: i ricercatori hanno anche dimostrato che, quando presente in eccesso, questo microRNA riduce la espressione (presenza) di una importante molecola anti-infiammatoria chiamata Pu-1. Ridurre la espressione di Pu-1 significa aumentare l’infiammazione. Infine gli scienziati hanno visto che bloccando miR155 attraverso una molecola specifica, fornita dai ricercatori dell’Università di Glasgow, è possibile spegnere l’infiammazione determinando l’aumento di Pu-1, che è, appunto, un potente inibitore dell’ infiammazione.

“Il lavoro - sottolinea il professor Ferraccioli - è durato 5 anni ed ha richiesto lo studio di vari campioni (oltre a cellule del sangue e cellule del liquido articolare) di cellule del tessuto sinoviale ottenuti attraverso biopsie sinoviali mirate, e la collaborazione di oltre 60 pazienti che hanno acconsentito a essere studiati nel tempo, prima e durante le terapie. La scoperta di questa possibile via di controllo della malattia apre nuovissime prospettive terapeutiche e soprattutto insegna che il controllo della infiammazione prodotta dalle cellule B che producono gli autoanticorpi nocivi, è realmente possibile senza usare farmaci o chemioterapici che abbattono le cellule B”.

Laura Pausini, malore improvviso: annullati i concerti. Fan preoccupati, cosa succede

Pausini, malore improvviso: annullati i concerti. Cosa succede



Salta l’inizio del tour europeo di Laura Pausini. La cantante, che il 7 ottobre avrebbe dovuto debuttare a Madrid, è affetta da una "laringotracheite acuta" che le impedirà di onorare le prime cinque date in programma. Il tour comincerà quindi a Londra il prossimo 15 ottobre. A darne notizia è la F&GP Group in un post sulla pagina Facebook della cantante. "F&GP Group comunica che le prime cinque date del tour europeo di Laura Pausini (7 ottobre Madrid, 8 ottobre Barcellona, 10 ottobre Marsiglia, 12 ottobre Parigi ,13 ottobre Lussemburgo) sono state cancellate per motivi di salute". "Il medico ha imposto otto giorni di riposo. Il tour debutterà quindi a Londra il 15 ottobre prossimo per proseguire regolarmente fino al 25 ottobre in cui chiuderà con l’ultimo appuntamento a Monaco. Saranno comunicate a breve le eventuali date di recupero".

Italia-Spagna 1-1, papera di Gigi Buffon E De Rossi su rigore salva la partita

Italia-Spagna 1-1, papera di Gigi Buffon: De Rossi salva 



L'Italia evita nel finale una pesante sconfitta interna contro la Spagna al termine di una partita dominata per 80' dalle Furie Rosse, ma che gli Azzurri alla fine con grande cuore avrebbero anche potuto vincere. Dopo un primo tempo senza reti, nella ripresa una paperissima del capitano azzurro Gigi Buffon consente a Vitolo di gelare lo Stadium. Ci pensa De Rossi con freddezza a trasformare il calcio di rigore del pareggio, il centrocampista della Roma festeggia nel migliore dei modi le 100 e più presenze con il gol numero 19 in Azzurro. Con Belotti e Immobile in campo nei minuti finali l'Italia ha dimostrato di essere decisamente più aggressiva e pericolosa, sicuramente una indicazione che Ventura dovrà tenere in considerazione per il futuro. Alla luce di questo risultato Italia e Spagna sono ora seconde nel Gruppo G di qualificazione alle spalle dell'Albania prima a punteggio pieno. Domenica gli Azzurri saranno di scena a Skopje in Macedonia (sconfitta in casa da Israele, ndr) per una partita a questo punto da vincere a tutti i costi. Certo è che in campo si sono viste due squadre ben diverse da quelle viste agli Europei, nel bene e nel male.

Il guru: Italia dritta verso la rovina "Cosa accadrà dopo il referendum"

Il guru: Italia dritta verso la rovina. "Cosa accadrà"



Il referendum? "Non fatelo". A dirlo è Niall Ferguson, 52 anni storico dell'università di Stanford e amico e consigliere dell'ex premier britannico David Cameron. "Per il mondo esterno è sempre forte la tentazione di vedere tutti i referendum europei come delle bombe che fanno saltare i governi. E non solo questi, anche l'Europa. Pensiamo alla Brexit o alla Grecia, quindi guardiamo al referendum italiano e pensiamo: eccone un altro" dice Ferguson.

"Se sei fuori dal Paese non guardi alle avvertenze scritte in piccolo, non guardi alla formulazione della domanda referendaria o alla questione in sé. Perché in qualche modo tutti i referendum sono semplici domande al pubblico: quale parola vi piace di più, sì o no? Oppure: il governo fa pena sì o no?. Certo, ciò che sta accadendo in Italia è di minore importanza storica: la riforma costituzionale è una precondizione per le riforme economiche di cui l' Italia ha bisogno. Sostengo Matteo Renzi dall'inizio e ho sempre pensato che debba mettere a posto la politica, prima di mettere a posto l' economia. Sul Sì uno non dovrebbe avere dubbi. Il problema è che questo è un referendum".

E ancora: "Sarebbe molto, molto miope se gli italiani votassero No. Il Paese è in una situazione molto precaria. La sua performance economica è scadente, il sistema bancario è straordinariamente fragile malgrado la sua enorme importanza per l' economia. Gli italiani si devono ricordare che un No sarà interpretato dal mondo esterno come una versione del voto greco. Sarebbe estremamente pericoloso perché la fiducia verso l' Italia all' estero potrebbe affondare molto, molto precipitosamente".

Brunetta-Boschi, i messaggi privati Lei è in tv, lui la bombarda di sms...

Brunetta, quegli sms alla Boschi. La vede e... Non le resiste più

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"Hai vinto contro Parisi, sei stata molto brava...": i complimenti a Maria Elena Boschi non sono arrivati da un esponente del Pd ma da Renato Brunetta. Durante la capigruppo alla Camera di ieri mattina 6 ottobre, spiegano fonti parlamentari all'Agi, Brunetta ha lodato il ministro delle Riforme che ha duellato dal salotto di Porta a porta contro l'incaricato di Silvio Berlusconi di rigenerare il centrodestra.

Pare che Brunetta ai colleghi di partito abbia persino mostrato gli sms inviati alla Boschi per congratularsi con lei. Naturalmente la guida dei deputati azzurri è concentrato sul sostegno per il no al referendum, ma il siparietto di ieri serve soprattutto a rendere l'idea del clima dentro Forza Italia. Con Parisi che in diretta ha preso le distanze: "Forza Italia non è il mio partito". Una frase che ha fatto ancor di più infuriare i dirigenti azzurri.

giovedì 6 ottobre 2016

Napoli, 15enne accoltellato a scuola Orrore in classe: adesso è in fin di vita

Napoli, 15enne accoltellato a scuola. Orrore in classe: adesso è in fin di vita



Momenti drammatici in una scuola media di Napoli. Uno studente 15enne è stato trasportato in ospedale in gravi condizioni dopo essere stato accoltellato da un altro minorenne al culmine di una lite. E' accaduto nell'Istituto comprensivo Teresa Confalonieri, nel centro storico della città partenopea.

Tracce di sangue sarebbero state viste nel cortile della scuola. La lite sarebbe iniziata all'interno della scuola, per poi proseguire nel cortile esterno. I due minori sono compagni di classe. Il ferito sarà sottoposto a intervento chirurgico. L'aggressore è già identificato dalla polizia: sono in corso le ricerche del ragazzino da parte degli agenti.