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martedì 4 ottobre 2016

Vicini a Porro - Rai, vergogna totale contro Nicola Porro: cacciato dallo studio prima della diretta

Vergogna totale contro Porro: cacciato dagli studi Rai poco prima del programma. Lui sbotta: "Sapete chi è stato...?"

Solidarietà al giornalista Nicola Porro



La Rai è vietata a Nicola Porro: dopo la "cacciata" del suo Virus una nuova censura, sulla quale è il diretto interessato ad alzare il velo. , ieri, lunedì 3 ottobre, Porro avrebbe dovuto presentare il suo nuovo libro a Quante Storie, il programma di Corrado Augias. Ma a poche ore dalla diretta, l'appuntamento è saltato. E Porro, su Il Giornale, spiega cosa sarebbe accaduto.

"Giovedì scorso la casa editrice che ha pubblicato il libro ha ricevuto uno stop piuttosto inconsueto: rimandiamo di un mesetto. Alla richiesta di spiegazioni - scrive Porro -, la risposta, imbarazzata, è stata che per un po’ si voleva evitare, per par condicio referendaria, di invitare il sottoscritto. Il libro, come ormai sapete, parla dei grandi del pensiero liberale e del referendum non fa minimo accenno. Come peraltro il sottoscritto non ha mai fatto alcun cenno allo stesso. Ma insomma, anche Cappuccetto Rosso capisce bene che la questione non ha a che vedere con il quesito, ma con il libro. Difficile pensare, ad esempio, che i tanti autori di Repubblica invitati da Augias siano vergini politicamente. Cosa è successo dunque?”.

E alla domanda, Porro, mostra di avere una risposta molto chiara: "La decisione è dei piani alti. Il Conte Mascetti e ParapaParapa (suo assistente alla comunicazione a sua volta assistito dall’amico Gianluca Comin) devono aver preso male le mie intemerate mattutine nella Zuppa di Porro” ha commentato il giornalista, riferendosi alle sue dirette quotidiane su Facebook, nelle quali i vertici Rai - Antonio Campo Dall'Orto e Giovanni Parapini - sono più volte finiti nel mirino.

Rivoluzione sui contratti di luce e gas: dove si fanno e su cosa si risparmia

News: i contratti di luce e gas si potranno fare al supermercato



Novità in vista: Luce e gas adesso si potranno comprare anche al supermercato. Con la presenza di sconti e con molti servizi aggiuntivi. In vista della definitiva liberalizzazione del mercato dell’energia, cresce il numero di operatori esterni che provano a mettere piede in questo settore. Coop è stata la prima a vendere ai suoi soci anche luce e gas.

Ma presto tutto questo potrebbe essere allargato anche alle altre cooperative: "Abbiamo approcciato questo mercato perché ce lo hanno chiesto i soci e vediamo molto interesse - racconta Antonio Cerulli, presidente di “Luce&Gas e coop”, la società dell’energia costituita da Coop Alleanza . A oggi abbiamo attivato 25 mila forniture, con un ritmo di 100 nuovi contratti al giorno. Nel frattempo abbiamo deciso di aprirci ai non soci".  

Ma non solo prezzi bassi: sulla materia energia ci sono altri vantaggi ancora, come l’azzeramento della cauzione (intorno ai 50 euro) e la possibilità di ottenere punti premio con la bolletta (per ricariche telefoniche o buoni spesa).

Non ci sono soltanto i supermercati tra gli interessati all'energia. L’obiettivo infatti è quello di aggiudicarsi una fetta del business e di farsi strada in nuovi segmenti che potrebbero svilupparsi nei prossimi anni e che sono collegati all'energia di casa nostra e alle nuove tecnologie. 

Pizzarotti come Giuseppe Ziello, lascia, lo schiaffo di Grillo La frase: lo tratta come la peggio m...

Da Caivano a Parma un unico coro: "Ciao Grillo" 


di Gaetano Daniele



A Caivano, ultimo Paese a nor di Napoli, a lasciare il Movimento 5 Stelle, è l'ex candidato Sindaco, Giuseppe Ziello, che a causa di forti incomprensioni con il Movimento locale, decide di lasciare quest'ultimo per appoggiare, per il bene del suo Paese, Caivano, il Capogruppo di Forza Italia in maggioranza, Gaetano Ponticelli. Come a Caivano anche a Parma, il Sindaco del Movimento 5 Stelle, è uscito dal Movimento: "Lascio da uomo libero" - "Ringrazio Grillo - ha ammesso - perché senza di lui io non mi sarei alzato dal divano e non sarei davanti ai miei cittadini ma quello che è successo dopo mi ha portato a questa scelta. Non sono riuscito a cambiare le cose da dentro e ora da uomo libero non posso che uscire, lascio un movimento che è cambiato. Non ho mai accettato di avere paura e di dire quello che ritenevo giusto. Il cambiamento parte dalla dignità delle persone e io ho sempre guardato in faccia le responsabilità". Ma non tarda la risposta di Grillo: "Sono contento e specialmente per lui. Spero che si goda i suoi quindici minuti di celebrità. E terminati quelli, spero che renda pubblici il prima possibile i documenti che gli sono stati richiesti il 6 giugno e che non ha mai fornito. Arrivederci Pizza, ciao".

Fini incorona il suo erede, è questo qui: (politicamente) un uomo morto / Guarda

Fini incorona il suo erede: "Auguri". Ahia, Pizzarotti è finito



Segnatevi questo nome: Gianfranco Fini l'ha designato come suo erede politico, gli ha fatto gli auguri per la nuova avventura e, stando a com'è finita la carriera politica dell'ex leader di Futuro e Libertà, potrebbe non portargli molto bene. L'uomo destinato a un avvenire gramo è Federico Pizzarotti, il sindaco di Parma che ieri ha annunciato il suo polemico addio al Movimento 5 Stelle e a Beppe Grillo. Fini, su Twitter, lo ha salutato così:

Gianfranco Fini @gianfranco_fini
#Cinquestelle + cinque (cento) dubbi. 
@FedePizzarotti sceglie l'addio e non i diktat. Auguri.


Insomma, Capitan Pizza come Gianfy ha scelto l'addio e non i diktat. Fini, davanti alle critiche di Silvio Berlusconi, si alzò e gridò l'ormai mitologico "Che fai, mi cacci?". Oggi viene il sospetto che Pizzarotti, davanti a Gianfranco, potrebbe alzarsi e gridare: "Che fai, mi gufi?".

"Ecco che cosa ha fatto con 895 euro" Il miracolo della Appendino: trionfo

Appendino, il documento del trionfo: "Che cosa ha fatto con 895 euro". Virginia Raggi umiliata



Non ha sborsato nemmeno mille euro per la campagna elettorale ma Chiara Appendino è riuscita a diventare comunque sindaco di Torino. Lo scorso 19 giugno, riporta La Stampa, è andata così: al ballottaggio i torinesi hanno eletto una candidata  che ha speso in tutto 895 euro. È quanto emerge dall'elenco presentato in Corte d'appello per le spese elettorali.

Roberto Rosso è quello che a Torino ha investito una mole di denaro: 288mila euro (di cui 260 mila sborsati di tasca propria) con cui si è assicurato il 5% e uno scranno in Sala Rossa. Peggio è andata al suo omonimo candidato nelle liste di Forza Italia a cui non sono bastati 22.800 euro per entrare in Consiglio. Il Pd ha rendicontato 88mila euro, la lista Fassino 68mila. Dell'ex sindaco, però, non è stato ancora pubblicato il rendiconto.

Una vittoria, quella dell'Appendino, ottenuta con una manciata di euro. Un fatto che rende la sua elezione ancor più clamoroso: un roboante esempio di efficienza, una lezione sia ai rivali torinesi che a Virginia Raggi e al M5s romano. 

RENZI ABBATTUTO "Indietro di sedici punti" Gira un sondaggio horror

Renzi indietro di sedici punti. Il sondaggio che lo condanna



A due mesi dal referendum costituzionale lo scenario per Matteo Renzi non è dei migliori. Secondo un sondaggio Ipsos per il Corriere della Sera, infatti, il No è in vantaggio con il 52 per cento. Detto questo è vero anche che un elettore su due non ha ancora deciso cosa votare. Tra quelli sicuri, nel Pd il 19% voterebbe No, mentre in Forza Italia il 40% è per il Sì. 

Ma i cittadini italiani quanto ne sanno in tema di Costituzione e riforma della Costituzione? Solo uno su dieci dice di conoscere i contenuti della riforma costituzionale, il 44% la conosce a grandi linee, il 38% ne ha sentito vagamente parlare e l'8% non sa nemmeno che ci sarà un referendum. Dati inquietanti forse dovuti al fatto che più che della riforma si parla delle liti sulla riforma. 

Tant'è. Il fronte del Sì, rispetto a luglio perde due punti (da 25% a 23), stabile il No (25%), mentre aumentano gli indecisi (da 7% a 8) e gli astenuti (da 42 a 44). Tra gli elettori quelli che sembrano più motivati ad andare a votare sono quelli del Pd (3 su 4), quelli di M5S, Lega, Forza Italia si fermano a due su tre. Nel Pd, nonostante le liti prevale largamente il Sì (81% a 19%). E il Sì è intesta anche tra gli elettori centristi (59%). Tra gli elettori dei partiti d'opposizione prevale il No ma uno su cinque tra i grillini (19%) e i leghisti (21%) e il 40% tra i sostenitori di Forza Italia voterebbe Sì. 

Non solo. L'orientamento di voto è molto diversificato a seconda delle regioni: in quelle del Nord ovest e in quelle del Centro Nord prevale il Sì, nel Nordest prevale di poco il No mentre nelle regioni del Centro Sud e nelle Isole il No ha un vantaggio di sedici punti.

lunedì 3 ottobre 2016

Terremoto, governo in tilt: c'è il decreto ma non i soldi

Per il momento non sono stati ancora indicati i fondi per la ricostruzione post-terremoto nel Centro Italia. Nessuna indicazione sulle risorse da stanziare


di Franco Grilli



Nella bozza del decreto, come riporta Public Policy, mancherebbero le indicazioni sulle cifre da stanziare. I cinque capi della bozza di decreto per il momento prevedono: governance e risorse per la ricostruzione; ricostruzione privata e pubblica, misure per le attività economiche e l’ambiente. Trasparenza e legalità; misure urgenti concernenti le attività e la piena operatività del servizio nazionale della protezione civile in caso di emergenza e per il passaggio dalla gestione dell’emergenza alla ricostruzione nei territori colpiti dal sisma del 24 agosto 2016; misure per gli enti locali, sospensioni termini e tributi; disposizioni in materia di organizzazione e di personale.

Ma dopo queste indicazioni, la voce riguardante le risorse è vuota. Il decreto, per esempio, sempre come riporta Public Policy, istituisce al ministero dell’Economia, a partire dal 2017, un Fondo per la ricostruzione delle aree terremotate ma la parte relativa alle risorse stanziate risulta ancora in bianco. Nell’articolo, ad ogni modo, si capisce che il Fondo sarà alimentato anche dalle risorse eventualmente rivenienti dal Fondo di solidarietà dell’Unione europea e che in esso confluiranno le donazioni effettuate dai cittadini. Il decreto poi definisce anche il ruolo di Vasco Errani, commissario alla ricostruzione. Errani avrà una apposita contabilità speciale aperta presso la tesoreria statale su cui sono assegnate le risorse provenienti dal fondo. Le risorse potranno essere erogate in via diretta o con le modalità del finanziamento agevolato.

Intanto settanta milioni complessivi per il 2016 saranno stanziati per garantire un sostegno al reddito per lavoratori dipendenti e autonomi impossibilitati a riprendere la loro attività perché colpiti dal sisma. Nello specifico la bozza di decreto prevede "una indennità riservata ai lavoratori subordinati del settore privato impossibilitati a prestare attività lavorativa a seguito degli eventi sismici, nei confronti dei quali non trovino applicazione le vigenti disposizioni in materia di interventi a sostegno del reddito". L’indennità sarà definita "anche secondo le forme e le modalità previste per la concessione degli ammortizzatori in deroga".