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sabato 17 settembre 2016

Pensioni: la dranmmatica verità quanti soldi (troppi) abbiamo perso

Ai pensionati già tolti 8mila euro


di Sandro Iacometti



Altro che bonus. Oltre ad essere state lasciate a secco da Matteo Renzi, le pensioni degli italiani sono pure diminuite. La perdita del potere d' acquisto dal 2009 al 2016 è stata in media tra il 3 e il 4%, che in termini assoluti significa circa 70 euro al mese, poco meno degli 80 euro regalati dal premier ai lavoratori dipendenti.

L'origine della beffa ai danni dei pensionati, secondo un dettagliato studio realizzato da Centro Europa ricerche e Comitato unitario dei pensionati del lavoro autonomo, è nell'azione incrociata di fisco e mancata perequazione. Per gli assegni più bassi, su cui l' adeguamento all'inflazione non è mai venuto meno, l'erosione è stata determinata quasi esclusivamente dall' inasprimento della tassazione. Le pensioni di 1.500 euro, ad esempio, tra il 2009 e il 2016 hanno perso circa il 4%, ovvero 50 euro al mese.

Riduzione che si abbassa al 3% (25 euro al mese) per gli assegni di mille euro. Alzando l'asticella, però, la sforbiciate diventa più robusta per effetto del combinato disposto di fisco e perequazione.

Le pensioni di importo superiore, tra i 2.000 e i 4.000 euro lordi, hanno subìto nel periodo in esame una riduzione di valore reale tra l' 8 e il 9%. Un taglio dovuto per metà alla tassazione diretta e per l'altra metà alla parziale indicizzazione.

Il divario tra l'andamento del valore reale delle pensioni rispetto ai redditi da lavoro dipendente non si è attenuato né con la sentenza della Corte costituzionale, che ha dichiarato illegittimo il blocco della perequazione disposto dal governo Monti, né con la legge di stabilità per il 2016, che ha alleggerito un po' il peso del fisco allineando la detrazione di base dei pensionati ultrasettantacinquenni a quella dei dipendenti. Su quest'ultimo fronte poco è cambiato. Anche dopo l'allineamento, si legge nel rapporto Cer-Cupla, a causa delle minori detrazioni «un pensionato con un imponibile annuo di 15mila euro viene gravato di una imposta personale maggiore di circa 100 euro al mese rispetto ad un dipendente di pari reddito»

Quanto alla mancata perequazione, «le perdite sono rilevanti, nonostante il rimborso degli arretrati disposto dal decreto legge 65 del 2015, che ha fatto seguito al pronunciamento di illegittimità» della Consulta. Per rendere più efficace l'adeguamento all' inflazione, suggerisce lo studio, «occorrerebbe utilizzare un indice dei prezzi che rifletta maggiormente le caratteristiche del paniere di spesa dei consumatori poveri»

Mentre sul terreno fiscale la soluzione sarebbe quella di allargare anche ai pensionati il bonus di 80 euro. Con un godimento pieno per i redditi tra 6,5 e 10mila euro e uno parziale per la fascia tra 10 e 12mila euro. L'operazione convolgerebbe 3,2 milioni di pensionati e costerebbe 2,6 miliardi. Più dell'intero pacchetto previdenziali previsto dal governo.

Le paure di Tiziana prima della denuncia: "Perché ho girato quei video". Da brividi

Le paure di Tiziana prima della denuncia: "Ero fragile e depressa, ecco perché quei video "



Chiedeva per la sua salute di essere aiutata a bloccare quell'incontrollata diffusione di video. Raccontava di aver avuto un periodo di fragilità psicologica. Faceva i nomi dei primi destinatari a cui aveva ingenuamente inviato quel materiale che la ritraeva in momenti imbarazzanti. Non aveva capito che mandare in giro quelle immagini significava mettere la sua intimità nelle mani di gente che ne avrebbe potuto fare qualsiasi cosa. 

"Ero fragile e depressa" con queste parole Tiziana Cantone, che si è suicidata martedì scorso a Mugnano, si era rivolta alla Procura di Napoli. "In un momento di temporanea instabilità psicologica, ho iniziato una corrispondenza virtuale. Si trattava di un gioco virtuale a scopo sessuale", è la premessa da cui parte Tiziana, nel presentare querela nel luglio 2015, e denunciando le quattro persone, tutti uomini, che oggi risultano indagati con l'ipotesi di diffamazione. Qualche mese dopo, a ottobre, Tiziana verrà anche ascoltata per integrare con nuovi elementi, precisare e fornire ai pm ulteriori dettagli. 

Intanto lei smette di uscire di casa perché le è capitato di essere riconosciuta e derisa. Non va più a fare la spesa, al cinema, in palestra. Gli amici non la chiamano più, spariscono: rimane sola. Inizia a stare male ed avere attacchi di panico, pensa al suicidio ma viene fermata in tempo. L'unica persona che le è accanto e che la sostiene anche nelle spese dell'avvocato è l'ex fidanzato anche se non è chiara un suo eventuale ruolo in tutta la faccenda dei video. 

venerdì 16 settembre 2016

La data del voto? Renzi ha già deciso Occhio: così fa infuriare il Quirinale

Matteo Renzi ha deciso la data del voto. La mossa che fa infuriare il Quirinale e non solo



Da un lato Matteo Renzi da giorni invita a schiarire le nubi che avvolgono il dibattito del referendum costituzionale. Dall'altro però il premier non fa altro che aggiungere carne al fuoco, infarcendo il dibattito di questioni che solo apparentemente poco c'entrano con il voto sulla riforma costituzionale, ma che di fatto gli sono funzionali all'obiettivo finale: restare in sella a prescindere dall'esito delle urne.

Ieri ha cominciato di buon mattino la sua giornata campale che si sarebbe conclusa col confronto a Bologna davanti al presidente nazionale dell'Anpi, Carlo Smuraglia. Come riporta Il Giornale, Renzi ha richiamato una fantomatico: "fondo di 500 milioni per la povertà" dal quale si potrà attingere naturalmente solo se vincerà il Sì. La sera alla Festa dell'Unità bolognese ha battagliato usando bastone e carota con quel pezzo di partito storicamente a lui più riottoso, arrivando anche alle minacce velate quando, a chi dal pubblico gli chiedeva di andare a casa, lui ha ribadito che resta dov'è finché gode della maggioranza in Parlamento. E ultimo, ma non meno trascurabile, c'è il pezzo di carne più fumoso sul bracere, cioè quello delle possibili modifiche all'Italicum, la legge elettorale, sulla cui legittimità si esprimerà la Corte costituzionale il prossimo 4 ottobre.

Quel che resta ancora un mistero è il giorno in cui gli italiani saranno chiamati a decidere se tenere o no la riforma Renzi-Boschi. Il premier ha annunciato che la data sarà discussa nel Consiglio dei ministri del 26 settembre. Con il calendario che scorre, le opzioni utili si stanno riducendo all'osso, facendo presagire che il giorno più probabile potrà essere domenica 27 novembre. Data non proprio casuale, perché a quel punto la legge di Stabilità sarà già passata alla Camera, portando con sé una serie di stanziamenti sempre suscettibili di modifiche nel passaggio al Senato, ma dopo il voto referendario. Una scelta squisitamente politica che poco piace al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che inutilmente ha provato a spendersi nei giorni scorsi perché il voto fosse "sterilizzato" da incursioni di mercimonio politico.

È morto Carlo Azeglio Ciampi Addio al presidente banchiere

E' morto Carlo Azeglio Ciampi, addio al presidente banchiere



È morto Carlo Azeglio Ciampi. L'ex presidente della Repubblica si è spento all'età di 95 anni dopo una lunga malattia in un ospedale della Capitale. Da poco era stato sottoposto a un delicato intervento chirurgico.

Presidente della Repubblica dal 1999 al 2006, governatore della Banca d'Italia dal 1979 al 1993, poi presidente del Consiglio tra il '93 e il 94, quindi ministro del Tesoro dal 1996 fino all'elezione al Quirinale, Ciampi amava definirsi, un "italiano normale".

Disastro Inter, travolta dagli israeliani. Sassuolo sempre più fenomenale

Disastro Inter, travolta dagli israeliani. Sassuolo sempre più fenomenale Roma e Fiorentina solo un pari



Comincia nel peggiore dei modi l’avventura dell’Inter in Europa League. Una sconfitta a San Siro con gli israeliani dell’Hapoel Be’er Sheva, un secco due a zero, inevitabile per i nerazzurri che in campo hanno fatto vedere poco. De Boer ha fatto un po’ di turn over mettendo in attacco Eder e Palacio e lasciando in panchina Icardi. Nel secondo tempo il micidiale uno-due di Miguel Vitor e Buzaglo e gli ingressi di Icardi e Candreva non sono serviti a cambiare il risultato.

Grande partita, invece, per il Sassuolo che ha rifilato tre gol all’Athletic Bilbao. Tutti nel secondo tempo, grazie a Lirola, Defrel e Politano. La Roma ha pareggiato fuori casa con il Viktoria Plzen: uno a uno, grazie a un rigore di Perotti. Anche la Fiorentina torna dalla trasferta con un punto: pari senza reti a Salonicco, in casa del Paok.

Paralimpiadi, Beatrice Vio vince l'oro nella scherma: ecco la sua storia

Paralimpiadi, Beatrice Vio vince l'oro nella scherma



Altra medaglia d'oro per l'Italia alle Paralimpiadi di Rio. Dopo le vittorie di Zanaradi, Legnante, Podestà e Mazzon arriva anche Beatrice Vio a completare una giornata a dir poco indimenticabile. Nel fioretto di categoria B, la campionessa mondiale in carica conquista il podio più alto battendo in finale la cinese Zhou per 15 a 7. 

Da tutti chiamata "Bebe", è una delle atlete paralimpiche più forte e note: dal 2011 ha vinto tutti i più importanti tornei della scherma, dai campionati nazionali passando per gli Europei e i Mondiali. Le sue vittorie sono particolarmente seguite perché nel 2008, quando aveva undici anni, Vio venne colpita da una grave meningite, che costrinse i medici ad amputarle gambe e braccia pur di tenerla in vita. Frequentava le scuole medie di Mogliano Veneto, in provincia di Treviso, e verso la fine di novembre fu ricoverata in ospedale a causa di una forte febbre che non voleva scendere. I medici, dopo aver sospettato un caso di sepsi da meningite, la fecero ricoverare già in gravi condizioni nel reparto di terapia intensiva. La crisi settica le provocarono delle emorragie interne che costrinsero i medici ad amputarle gambe e braccia. Nonostante questo trauma "Bebe" non si è fatta prendere dallo sconforto e ha voluto continuare con la sua grande passione: la scherma. Divenne la prima schermitrice disabile a gareggiare con tutti e quattro gli arti artificiali. 

"Politics" fa flop, Semprini già trema Pazzesco: chi ha chiesto la sua testa

Politics, flop clamoroso. Chi ha chiesto la testa di Semprini



Politics, il nuovo talk show condotto da Gianluca Semprini, deve chiudere. Riporta il Fatto quotidiano che secondo il sindacato dei giornalisti Rai (Usigrai) il flop delle prime due puntate bastano per archiviare e dimenticare il programma che ha fatto la settimana scorsa 1 milione e 306mila spettatori (5,56% di share) e nell'ultima puntata 835mila (3,45%). Quasi la metà di DiMartedì (6,1%), condotto da Giovanni Floris su La7.

L'ex giornalista di Sky è il personaggio di punta della nuova direttrice di Rai3, Daria Bignardi che lo ha addirittura definito "il nuovo Vespa". Michele Anzaldi, deputato Pd di fede renziana e segretario della commissione di Vigilanza Rai, attacca: "Il flop di Politics rappresenta il coronamento di una strategia tafazziana e suicida della Rai".

E anche il Codacons chiede la chiusura del programma di Semprini: "Ha un costo non indifferente per la rete e per la collettività" e "i dati di ascolto dimostrano il mancato gradimento da parte del pubblico".