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martedì 30 agosto 2016

Caivano (Na): L’associazione Diritti Sociali ripulisce il Parco Verde

Caivano: L’associazione "Diritti Sociali" ripulisce il Parco Verde


di Alfonso Mormile 
(Minformo.com)








C’è chi è abituato a lavorare nel silenzio e a risolvere concretamente i problemi, senza chiasso, senza l’aiuto dei media o di professionisti chiamati per darsi un tono o per spillare altri contributi per la propria associazione.

Parafrasando le parole del Vangelo potremmo scrivere, non sappia la tua destra quello che fa la tua sinistra.

In questo caso parliamo dell’associazione “Diritti Sociali” nata dalla volontà di alcuni cittadini del rione Parco Verde di Caivano.

Nel 2014 con un progetto intitolato “Decoriamo il Parco Verde” abbiamo ripulito il rione, con interventi su tutte le aree a verde e non solo, ci dice Antonio Annavale, a cui fa capo l’associazione.

Poi continua:

Nel 2015, sempre la stessa associazione ha ripetuto il progetto ripulendo, come non mai nei 29 anni di esistenza, il parco giochi all’interno dello stesso Rione, chiedemmo al Comune di Caivano, con richiesta protocollata, di dedicare il Parco Giochi allo scomparso Procuratore Federico Bisceglie, ma questa nostra richiesta non fu presa in considerazione, chiedemmo al Dott. Vito Coppola il perchè, ci rispose che il procuratore era da poco tempo scomparso e quindi non si poteva intitolare con una targa il Parco Giochi allo stesso, adesso un’altra associazione sta attirando interessi da piu parti, ci chiediamo perché!

Ci limitiamo a postare le immagini di ciò che è stato fatto ultimamente, lasciando al lettore
le conclusioni e la libertà di giudicare le dichiarazioni dell’Annavale.

lunedì 29 agosto 2016

"Per carità non venire ad Amatrice" Così la sismologa ha salvato la figlia

"Per carità non venire ad Amatrice". Così la sismologa alla figlia



Avrebbe voluto raggiungere sua madre a Saletta, frazione di Amatrice, proprio la sera del 23 agosto, poche ore prima che il terremoto devastasse i comuni di quella zona. Valentina Gatti, studentessa di 27 anni, voleva raggiungere sua madre Tiziana Lo Presti, tecnica dipendente dell'ufficio sismico della Protezione civile che da qualche giorno era nel piccolo centro laziale per stare vicino a sua madre 91enne, ricoverata nell'ospedale del paese e sopravvissuta al sisma. A fermare però la ragazza sono state proprio le preghiere di sua madre, morta sotto le macerie del sisma: "Martedì in quel letto matrimoniale che è diventata la sua tomba dovevo esserci anch'io - ha detto la ragazza all'Ansa - Mia madre mi ha salvato la vita, martedì ha insistito come non mai perché rimanessi a Roma".

Non c'è spazio in questi casi per deliri da complottisti, quella di Tiziana può essere stata la semplice richiesta di una madre che voleva evitare un viaggio inutile a sua figlia. La ragazza studia musica e fa la cantante, sua madre non le aveva ancora detto nulla del recente ricovero della nonna, così Valentina le ha proposto di raggiungerla: "Lei stranamente ha insistito perché non andassi. Mi ha detto che dovevo studiare, che la mia auto era troppo malandata per fare tutti quei chilometri, di stare tranquilla. Domenica sarebbe tornata e insieme saremmo andate due giorni al mare. Sono state le ultime parole che mi ha detto al telefono". Valentina però sente in cuor suo che quella preghiera di non partire sia nata da una sorta di sesto senso materno: "Un presentimento? - si è chiesta la studentessa - Forse, non lo so. Sono cose inspiegabili. Lei che studiava i terremoti ne è rimasta vittima. Mia madre era stata un anno a L'Aquila dopo il terremoto e tornava a Roma solo per i fine settimana. Aveva aiutato i terremotati a recuperare i loro oggetti nelle case pericolanti e aveva lavorato nelle tendopoli. Mi diceva che era un'esperienza dura stare vicino a chi aveva perso tutto, ma era molto felice di poterli aiutare. Un'esperienza che le aveva fatto capire quanto era fortunata ad avere me. La chiamavano tutti 'Sorriso', perché era sempre allegra anche se la vita non era stata sempre generosa con lei". Qualche anno fa sua madre aveva fatto fare dei controlli sulla vecchia casa della nonna a Saletta: "le avevano detto che non era il massimo della sicurezza".

Furia dei terremotati contro Renzi "Tieni giù le mani dai nostri morti"

I terremotati di Amatrice contro Renzi: "No ai funerali a Rieti"


Scoppia il caso-funerali delle vittime del terremoto. E per Renzi, che fino qui era miracolosamente riuscito a tenere basso il volume delle polemiche e delle proteste, la protesta rischia di essere una vera e propria bomba. I fatti: la prefettura aveva annunciato nelle scorse ore che le esequie di un centinaio di morti trovati sotto le macerie di Amatrice. Le loro salme erano già state trasportate a Rieti, in un hangar dell'aeroporto della cittadina laziale, per essere conservate in un ambiente refrigerato. Poi l'annuncio che, per questioni logistiche, il rito funebre si sarebbe svolto lì e non ad Amatrice.

Apriti cielo. In paese è scoppiata la protesta, con decine di cittadini che hanno preso d'assedio la sede locale della protezione civile. "I nostri morti noi li vogliamo qui. Vogliamo salutarli nel nostro paese, non in hangar". E ancora: "Già ce li hanno portati via, che non abbiamo nemmeno potuto stringerli e salutarli un'ultima volta. Ora pure i funerali lontano da casa". E poi: "«Noi siamo del posto, ci hanno preso in giro - accusano - Non ci servono i funerali, la pubblicità vogliamo i nostri morti vicino a noi". Cioè, anche: basta passerelle dei politici, siamo stufi.

Tempo qualche minuto e il premier, che aveva subodorato puzza di contestazione, ha annunciato con un twitter che "i funerali saranno celebrati ad Amatrice, come è giusto che sia". La data delle esequie è stata confermata per domani, martedì 30 agosto, alle ore 18 alla presenza, oltre che di Renzi, anche del capo dello Stato Sergio Mattarella.

Terremoto, il re degli sciacalli: non versate soldi su quel conto

Terremoto, il re degli sciacalli: così fregava i soldi 


#PrayforItaly #Sisma #Poliziapostale identifia
sciacallo del Web, indicava c/c per donazioni ma il conto era il suo

La Polizia postale ha identificato uno "sciacallo del web": indicava un conto corrente per donazioni a favore delle popolazioni colpite dal terremoto ma il conto era suo. A darne notizia è la stessa Polizia di Stato sul suo profilo twitter. 

Gli sciacalli in carne e ossa - Gli scorsi giorni non sono mancati i casi di sciacallaggio "in carne e ossa", con uomini che si spacciavano per agenti di polizia e carabinieri, esponenti della Protezione civile o semplici volontari, aggirandosi nei luoghi colpiti dal sisma per fare razzia di quello che è rimasto nelle case abbandonate. Due di loro sono stati arrestati nella martoriata Amatrice dagli agenti del contingente della Polizia di Roma Capitale. Sono stati condotti presso la base operativa, anche per allontanarli dalla folla che iniziava ad inveire e voleva linciarli. I sospettati, italiani di 30 anni circa, hanno dichiarato di aver viaggiato per 700 km e di essere lì per aiutare: agli accertamenti, condotti con l'ausilio di una stazione mobile dei Carabinieri, sono risultati pregiudicati con numerosi precedenti specifici tra cui furto e rapina. Nelle stesse ore un uomo si era spacciato per agente in perlustrazione, è stato allontanato da una donna che gli ha chiesto il tesserino.

I minichalet, le casette degli sfollati: come sono, quanto costano / Guarda

Arrivano i minichalet, le casette degli sfollati: ecco come saranno e quanto costeranno



I terremotati dicono no a una città di container e accettano di aspettare tre mesi prima di rientrare in una casa. La soluzione che verrà adottata ad Arquata del Tronto sarà quella dei minichalet, piccole unità abitative a nucleo famigliare, che saranno messe a disposizione dei 2500 sfollati del paese del Picenese.

Come riporta Il Corriere, la soluzione dei container sarebbe stata molto più rapida ed economica, ma non sarebbe venuta incontro alle richieste "sentimentali" e legittime dei terremotati, cioè rimanere vicino alle loro abitazioni distrutte. Entro tre mesi arriveranno le prime costruzioni in legno, agibili in circa 20 giorni tra costruzione e allacciamento. Una casetta standard (40 metri quadri, cucina, bagno e una stanza) costerà allo Stato intorno ai 55 mila euro, molto più di un container delle stesse dimensioni, ma il coordinatore delle operazioni della Protezione Civile, Cesare Spuri, ha spiegato che "meglio un euro in più se si può recuperare almeno un po’ di quotidianità". Intanto è partito il censimento per capire quante unità sono necessarie: stime approssimative indicano circa 700 chalet, per un costo totale di 35 milioni. Al di là dei costi, 'importante è questo, ritrovare la routine. E' quello che si tenterà di fare a settembre, riaprendo scuole ed altre strutture pubbliche.

Niente show gratis per i terremotati Fiorello controcorrente: "Ecco perché"

Fiorello: "Basta cantare gratis per beneficenza, meglio dare soldi senza dire nulla"



Fiorello controcorrente, sulle "donazioni" dei vip, ai quali spesso, in occasioni come quella del terremoto in centro Italia, viene chiesto di cantare gratis, o comunque di apparire gratis in spettacoli il cui ricavato finisce poi in beneficenza. "Attenti a chi organizzerà spettacoli con i vip per il terremoto. Ho ricevuto già almeno quattro inviti. Io lo so come funzionano queste cose: preferisco donare privatamente e non dire nulla" scrive il re dei nostri showman. "Dicono cantiamo insieme poi scopri che non va tutto in beneficenza. Ci sono le spese, gli affitti, troppi organizzatori e non sai dove finiscono i soldi. Diciamola tutta: non c'è bisogno di cantare, contribuisci direttamente e il gioco è fatto".

"Effetto domino", la grande paura Terremoti più forti: le zone a rischio

Terremoto, la grande paura dell'effetto domino



In gergo tecnico si chiama "effetto domino" ma si può tradurre con "paura continua". Da mercoledì a oggi sono state 2.000 le scosse nell'area tra Amatrice e Pescara del Tronto, l'ultima domenica nel tardo pomeriggio, magnitudo 4.4: uno sciame sismico naturale (dopo L'Aquila furono 18mila, l'ultima superiore a magnitudo 3.0 un anno dopo, nel 2010), ma che tiene in allerta geologi e sismologi. Il perché è presto detto: il pericolo è che la faglia che ha causato il terremoto di Amatrice, entrando in azione, abbia attivato le faglie vicine. Una probabilità inferiore al 10%, precisa Warner Marzocchi dell'Ingv (Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia), ma presente.

"Lì accanto - spiega a Repubblica Alessandro Amato, sismologo dell'Ingv e direttore del Centro nazionale terremoti - ci sono altre faglie importanti, che in passato hanno generato terremoti forti. Anche più forti dell'attuale". L'area dell'Appennino ha una situazione geologica molto complessa, le fratture della Terra si susseguono ogni 5-10 km, a causa della immersione della placca Adriatica sotto all'Eurasia, del movimento degli Appennini da Est a Ovest, della collisione fra l'Africa e l'Eurasia che spinge la catena alpina verso Nord e dell'allargamento del bacino tirrenico". Pressioni opposte che generano un altissimo rischio sismico. "Quando avviene una scossa, questa potrebbe caricare di energia altre faglie nella zona limitrofa - spiega ancora Marzocchi -. Se una di queste era già prossima alla rottura, diventa facile che possa generare un altro terremoto forte. Ma non sappiamo dire né se, né dove e né quando. Ci sono tante faglie, non abbiamo idea di quale sia, eventualmente, quella pronta ad attivarsi".

I sismologi in allarme - Da mercoledì notte sono attivi gli esperti dell'Ingv, che stanno monitorando l'area di Rieti con 15 sismometri da campo, piazzati in terreni e cortili. "Per il momento - spiega Amato - non abbiamo riscontrato migrazioni dello sciame. Ma siamo ancora incerti se la scossa principale abbia coinvolto solo una oppure due faglie diverse. I primi dati che abbiamo ricevuto dagli strumenti e via satellite sono compatibili con entrambe le ipotesi". L'epicentro del terremoto di mercoledì era a cavallo fra la frattura dei Monti della Laga a Sud e quella del Monte Vettore a Nord: "Sappiamo che lì sotto ci sono faglie attive sia verso il lago di Campotosto a Sud che verso i Sibillini a Nord - conclude Amato -. In passato, da questi segmenti, abbiamo avuto sismi importanti, anche superiori in magnitudo rispetto a quello di oggi".