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venerdì 19 agosto 2016

Beach, notte azzurra un po' amara Lupo-Nicolai d'argento coi brasiliani

Troppo Brasile per gli azzurri: è argento per Lupo-Nicolai



L'esaltante favola di Daniele Lupo e Paolo Nicolai si esaurisce sul secondo gradino del podio. A Copacabana, il tempio del beach volley, e sotto la pioggia battente gli Azzurri si arrendono ai maestri brasiliani Alison-Bruno che riportano i verdeoro al titolo a cinque cerchi che mancava da Atene 2004. Un 2-0 (21-19, 21-17) giusto per la superiorità vista in campo anche se gli Azzurri, specie nel primo set, hanno potuto giocarsi le loro carte per tentare il colpaccio. Quelli di Lupo e Nicolai resta comunque un argento vivissimo arrivato al termine di una cavalcata storica che ha appassionato una nazione intera e pure il pubblico locale che, finale esclusa, li ha eletti a loro beniamini.

Il Brasile ha tutto da perdere, l'Italia niente. I verdeoro sono contratti mentre gli azzurri giocano a cuor leggero volando subito sul 5-1. I padroni di casa chiamano timeout e tornano in campo con tutt'altro piglio. Alison si fa sentire mentre dall'altra parte della rete i campioni del mondo cercano Lupo per evitare le schiacciate di Nicolai. Il pareggio arriva a quota 8 poi i brasiliani mettono la freccia fino al 13-10. Un vantaggio che è resiste fino al 17-14 poi è di nuovo Italia. Muro di Nicolai e doppio errore di Alison per la nuova parità (17-17). Il più quotato dei due verdeoro è anche il più falloso e gli azzurri mettono nuovamente la testa avanti 19-18. Sul più bello però qualcosa si inceppa. Nicolai sbaglia una schiacciata piuttosto agevole regalando il primo set point al Brasile (20-19). Lupo lo segue facendosi murare da un più attento Alison ed il primo set è brasiliano (21-19).

L'Italia subisce il colpo e fatica. Un'incomprensione in ricezione fra Lupo e Nicolai porta il Brasile sul 3-2 adi inizio secondo parziale ma gli Azzurri ci sono e rispondono da campioni ribaltando la situazione sul 6-4 prima ed 8-5 poi. Come nel primo set i verdeoro 'battezzano' Lupo come attaccante designato. Il ragazzo di Fregene però risponde presente mantenendo un piccolo vantaggio in favore dell'Italia (11-8). Nel momento del massimo sforzo azzurro Alison, dopo essere stato superato varie volte, prende le misure al romano in un duello rusticano uno contro uno che è il leit motiv della partita. Due muri consecutivi del brasiliano portano i padroni di casa al pareggio (11-11). Un diagonale stretto di Bruno consente ai brasiliani di mettere la testa avanti (15-14). Il muro seguente di Alison su Lupo di ampliare il vantaggio (16-14). E' l'allungo decisivo. Trascinati dall Torcida i brasiliano non si voltano più indietro. Doppio pallonetto di Bruno e massimo vantaggio (19-15) che è il preludio al 21-17 finale. Appalusi a scena aperta per tutti. Ai vincitori per il trionfo ma anche ai vinti, autori comunque di un'impresa storica. Oltre non si poteva andare

Renzi e il vertice segreto con l'ex nemico. La spifferata di Dago: dove li hanno beccati / Guarda

Renzi e il vertice segreto con l'ex nemico. La spifferata di Dago: dove li hanno beccati



Se lo avessero fatto in Italia probabilmente non se ne sarebbe accorto nessuno. E invece il Presidente del Consiglio, Matteo Renzi, e l'imprenditore Diego Della Valle avrebbero scelto Parigi per un faccia a faccia riservatissimo. Secondo la spifferata di Alberto Dandolo su Dagospia, i due sarebbero stati visti incontrarsi lungo la Senna qualche settimana fa. L'incontro tra i due sarebbe durato un intero pomeriggio, durante il quale potrebbe essersi aggiunto qualcun altro, come sospetta l'autore della spifferata.

Quel "poverino" del colonnello Isis Chi sono gli italiani che lo difendono

Quel "poverino" del colonnello dell'Isis. Così i compagni italiani lo difendevano



C'è un filo nero che collega l'estremismo islamico e i militanti anarchici e neobrigatisti italiani. Un collegamento raccontato anche dalle lettere che il colonnello dell'Isis arrestato in Libia, Fezzani Moez Ben Abdelkader, detto anche Abu Nassim, scriveva agli "amici", i compagni anarchici attivi a Milano. Abu Nassim era stato arrestato a maggio 2010 e detenuto nel carcere di Rossano Calabro, in provincia di Cosenza. Il destinatario delle sue lettere era l'associazione Ampi orizzonti, che ha inserito le carte nel dossier "è Ora di Liberarsi dalle Galere", con il quale gli anarchici milanese fanno controinformazione sullo stato delle carceri.

I punti in comune tra le rinascenti Br e i terroristi islamici stanno tutti nella lotta all'imperialismo americano e contro la misura dell'isolamento nelle carceri. Per i compagni italiani, gli estremisti islamici sono "prigionieri di guerra arabi". Nel dossier "Guantanamo italiane - Dalle sezioni speciali per araboislamici" del 2014 c'è la rappresentazione plastica del legame tra i due mondi, considerando che il dossier porta le firme dei principali "prigionieri politici" rossi come Alfredo Davanzo e Claudio Latino. Dal carcere di Siano, in provincia di Catanzaro, scrivono: "Siamo solidali con la loro lotta contro il carcere dello Stato imperialista italiano".

Per far breccia nei cuori dei compagni italiani, Abu Nassim aveva raccontato il suo curriculum carcerario. Quegli ultimi sette anni passati a Bagram, in Afghanistan, prigioniero dell'esercito americano, lo hanno reso praticamente un martire: "Ero legato al muro con i ferri - racconta in una lettera agli amici italiani - come i gladiatori romani, ricoperto dal suono della musica rock 24 ore su 24... Non dovrei trovarmi in carcere perché ho diritto all'asilo politico, perché dopo 7 anni nell'inferno di Bagram sono stato considerato innocente". Quando è tornato in Italia, Abu Nassim è stato espulso nel 2013, prima della condanna. In Tunisia ha fatto carriera tra le fila dell'esercito del Califatto, fino a toccarne i vertici

Caivano (Na): Il PD alle corde ha paura Fanno opposizione a chi non governa

Caivano (Na): Il PD di Sirico ha paura Fanno opposizione a chi non governa Fanno opposizione a chi presenta istanze


di Gaetano Daniele



Il Pd è un pugile suonato e alle corde. Esausto, affannato, stanco, impaurito. Questa la radiografia politica del corpo del Partito Democratico di Caivano, dopo un anno di opposizione al governo Monopoli. Anche se più che opposizione al Governo Monopoli, il PD locale, sembra fare opposizione a chi non governa il Paese, a chi non è neanche all'opposizione. O meglio, a livello nazionale sono contro le opposizioni di Grillo, quindi del Movimento 5 Stelle, e a Caivano, forse, hanno da ridire, politicamente parlando, sull'operato (riflesso del Movimento 5 Stelle) del Movimento Caivano. Difatti, se guardiamo la Pagina Facebook del "Partito Democratico Caivano", si parla solo del Movimento 5 Stelle, di Grillo e di Raggi. Un partito che critica non ha il tempo di proporre, infatti, a Caivano, aldilà che non esiste una maggioranza compatta, visti gli ultimi scenari politici, il PD locale, nulla ha proposto, nulla ha fatto per offrire un po di svago ai cittadini rimasti in città. Solo critiche al governo Monopoli, e solo con le critiche non si arriva lontano, soprattutto in politica, perchè poi quando si spezza la corda e gli animi si iniziano ad accendere, sono dolori di pancia. 

Insomma, a questo punto la domanda al leader del PD locale, Luigi Sirico, sorge spontanea: "si sente politicamente colpevole di quello che sta accadendo, soprattutto della politica che il suo partito, il PD, sta mettendo in atto in questo ultimo periodo, oppure è favorevole"?. Ancora, perchè in quanto leader del PD, e attento conoscitore della macchina amministrativa, non ha proposto, prima delle ferie estive, consapevole che il Comune è in dissesto finanziario, e che la maggioranza è una maggioranza rotta, come fece quando decise di donare alle associazioni il 50% dei gettoni comunali, un "evento" un "intrattenimento" o altro per i suoi concittadini? eppure ai militanti del suo partito, non manca la possibilità. 

Ecco, qualche domanda sorge spontanea, non tralasciando al caso neanche i problemi più seri come quelli delle mamme in protesta, che poi grazie alla funzionaria Ponticelli, sono riuscite a portare a casa ciò che gli spetta di diritto. 

Eppure in casa renziana nessuno nasconde di finire "contro un muro" nei prossimi mesi, come sintetizza brutalmente un esponente di governo: "è il momento più difficile della nostra vicenda". 

Per dirla in breve, anche a livello nazionale, state cercando un dialogo sotterraneo, con rappresentanti del mondo berlusconiano del calibro di Gianni Letta o Fedele Confalonieri, allora il dubbio risorge spontaneo, ma forse quella del Pd, attaccare unilateralmente solo uno schieramento come in questo caso il Movimento 5 Stelle, è sinonimo di paura? Ai posteri l'ardua sentenza. Alè

Feltri, la verità tombale sul burqini: "Vi spiego perché è una schifezza"

Vittorio Feltri, la verità finale sul burqini: "Perché è una schifezza inaccettabile"


di Vittorio Feltri



Ieri, tramite il nostro fenomenale Mario Giordano, direttore di Rete4 e scrittore di successo, Libero si è dedicato al burqini, costume da bagno raccomandato da Allah e messo all' indice dai francesi scottati dal terrorismo islamico. E ha chiesto ai suoi lettori se sarebbero d' accordo che anche gli italiani vietassero l' uso di simile indumento. Il loro parere ci interessa molto. Personalmente, essendo favorevole all' abolizione del burqini, sento di dover fornire qualche spiegazione che giustifichi la mia scelta.

Gli italiani, dopo secoli, finalmente hanno capito che la paritá dei sessi è un fatto indiscutibile. E considerano la subalternità della donna - un dogma e una pratica degli islamici - una schifezza inaccettabile. Di più: un reato. I cittadini sono tutti uguali, a prescindere dal loro genere. E sono liberi di comportarsi come gradiscono nel rispetto della legge. Fin qui suppongo non esistano dubbi.

Pertanto non possiamo tollerare che stranieri ospiti della nostra amata terra, impongano alle loro femmine di indossare un abbigliamento simbolico di pregiudizi anticostituzionali che caratterizzano la mentalità musulmana. Un abbigliamento che dimostra emblematicamente la sottomissione delle signore e delle signorine islamiche ai maschi prepotenti e violenti appartenenti alla stessa civiltà o, meglio, inciviltà.

Di conseguenza gli indumenti balneari in questione non sono un problema attinente alla moda, ma rivelano la schiavitù cui sono ridotte le mogli e le figlie di certa gente immigrata e incapace di integrarsi, perché fortemente legata alle proprie tradizioni tribali. Costringere le donne a coprirsi il volto col burqa e la testa col velo e il corpo con palandrane significa ribadire in modo visibile a tutti la presunta superiorità dell' uomo rispetto alla donna, il che è contrario alle regole che ci siamo dati e costituisce una sorta di apologia di reato se non un reato tout court. Qualcuno potrebbe obiettare che le femmine islamiche non subiscono alcuna pressione illecita, ma sono consenzienti allorché si conciano quali suore perfino per bagnarsi in mare, ma questo nessuno lo ha accertato.

D' altronde è noto che i modelli culturali si trasmettono di generazione in generazione per contagio, ed è altrettanto noto che i condizionamenti familiari sono decisivi nel determinare i comportamenti delle persone, perfino quelle che intimamente vorrebbero ribellarsi senza osare farlo nel timore di essere punite nell' ambito del clan. In sostanza non è azzardato pensare che le islamiche evitino di contestare mariti e padri, pur desiderandolo, allo scopo di non rischiare d' essere picchiate o addirittura ammazzate, come è successo a varie ragazze colpevoli di essersi occidentalizzate contravvenendo agli ordini dei patriarchi. I codici italiani hanno tanti difetti ma sono chiari: uomo e donna pari sono.

Chiunque in diverse forme tenti di trasgredire a tale norma commette un abuso da condannarsi. Per cui il burqini addosso a una donna va interpretato come un elemento propagandistico in favore della supremazia del maschio sulla femmina e va bandito come è vietato inneggiare al nazismo e predicare la bontà del femminicidio o dell' infanticidio. Comprendiamo la prudenza di Alfano che, in quanto ministro dell' Interno, non si esprime per l' abolizione del costume di Allah, avendo paura di istigare i terroristi a colpirci, ma sul piano logico abbiamo ragione noi di respingere la islamizzazione del nostro Paese.

Bufera a casa Mastella: "Renzi porco e omm' e... La moglie Agnese..."

Benevento "Renzi porco con la moglie transessuale". Mastella caccia il suo assessore



So' ragazzi, si dice quando qualcuno dei "ragazzi" ne fa una delle sue. Andate a dirlo a Gerardo Giorgione, assessore all'Urbanistica di Forza Italia in quel di Benevento dove è da poche settimane sindaco clemente Mastella. Sul suo profilo Facebook è infatti apparsa una frasaccia sul premier Matteo Renzi e la moglie Agnese "Porco e omm' e merda" lui, "Transessuale" lei. Alè. Giorgione accusa gli amici del figlio 15enne. C'è da credergli "Ero andato a correre e ho lasciato lo smartphone a casa" spiega. Ma so' ragazzi o...?

giovedì 18 agosto 2016

Bergamo: Video / Renzi con questi due come la mettiamo?

Coppia italiana perde il lavoro e dorme in stazione: non sono profughi, niente hotel


di Bergamonews




Da quasi due mesi si sono trasferiti a Bergamo in cerca di una speranza chiamata lavoro. Elisa e Nicola, 39 e 42 anni, siciliani, conviventi da 7, dopo aver girato mezza Italia sono arrivati nella nostra città. Un lungo viaggio non voluto, ma dettato dalla necessità di trovare un’occupazione e riuscire così a vivere insieme.

Per il momento, però, la loro isola felice è una panchina di viale Papa Giovanni, dove si siedono ogni giorno. Insieme portano le valigie dentro alle quali hanno messo tutto ciò che è rimasto in loro possesso: alcuni vestiti e qualche oggetto personale. Su un trolley hanno appeso un cartello con una scritta piuttosto eloquente: “Siamo una coppia italiana che ha perso il lavoro e la casa, saremo grati a chi possa offrirci un lavoro e un alloggio”.

Non vogliono spiccioli, cercano un’occupazione con la quale poter affittare una casa, continuare a coltivare il loro sogno d’amore ma soprattutto vivere dignitosamente e porre fine all’incubo che stanno vivendo: