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giovedì 11 agosto 2016

Napoli, aumentano i ricoveri estivi negli ospedali per anziani e clochard

Napoli - Aumentano i ricoveri Si moltiplicano le richieste d’aiuto al “Call center della solidarietà”. 


Salvatore Isaia
Presidente di Federsociale

NAPOLI - "Nel periodo estivo centinaia di anziani vengono letteralmente ‘parcheggiati’ negli ospedali campani, attraverso ricoveri ‘impropri’, spesso effettuati dai familiari per poter andare in vacanza”. L’allarme viene lanciato da Salvatore Isaia, presidente di Federsociale e dell’Osservatorio per la Terza età. 

“Il boom dei ricoveri estivi nei nosocomi, causato anche dell’aumento delle temperature registra, in molti casi, l’esaurimento dei posti letto disponibili, costringendo i sanitari alla degenza in barella e addirittura nelle corsie, in tal modo si aggravano i metodi di soccorso e crescono ulteriormente i costi della spesa sanitaria. Purtroppo non ci sono nella nostra regione strutture intermedie pubbliche o convenzionate – ha aggiunto Isaia - in grado di garantire l’assistenza ai clochard e agli anziani fragili e ormai aumentano sempre più i familiari che ‘adottano’ lo stratagemma del nonno che ha un malore e necessita delle indispensabili cure ospedaliere, anche in presenza di rischiose patologie. Per contrastare questi fenomeni occorre il contributo di tutti, innanzitutto delle Istituzioni che dovrebbero intervenire attraverso la realizzazione di piani strategico-operativi contro la solitudine degli anziani e non attraverso singole iniziative. Occorre potenziare l’offerta dei servizi sociali nei territori dove l’isolamento è più accentuato, avendo una chiara mappa delle fragilità presenti nella nostra regione, che consenta provvedimenti concreti, in particolare dopo i notevoli tagli imposti dalla spending review anche a questo complesso segmento”.

"Aumentano sensibilmente anche le richieste di aiuto al “Call Center della solidarietà”, attivo 24 ore al giorno dal primo agosto, allo scopo di dare informazioni agli anziani e ai cittadini che rimangono in città sulle strutture socio-sanitarie aperte. Grazie alla collaborazione con Federfarma, le farmacie consegnano medicinali agli anziani impossibilitati a muoversi. Non dobbiamo dimenticare - ha continuato Isaia - che il 35% degli anziani in Campania non ha assistenza sanitaria. Basti pensare che le case di riposo sono solo 231 contro le 876 della Lombardia e le 810 della Sicilia. Gli anziani over 65 in Campania sono più di 940mila. La percentuale di disabili, tra questi, è del 22,6%".

“Ad agosto le persone anziane hanno necessità di un’assistenza maggiore perché tendono a disidratarsi per la dispersione di liquidi con la sudorazione ed il primo consiglio dei medici di base è di far bere almeno due litri di acqua nel corso della giornata. Anche l’assunzione dei farmaci si complica per la scarsa idratazione: i medicinali assorbiti nel sangue trovano una componente liquida ridotta e quindi potrebbero subire una maggiore concentrazione e un effetto controproducente. In alcuni casi, senza un'opportuna assistenza, si rischia solo di far peggio, tentando il ‘rimedio fai da te’, ovvero riducendo autonomamente il dosaggio delle cure o addirittura interrompendo le terapie, senza l'indispensabile consultazione del medico. Poi, in alcuni casi - ha concluso il numero uno di Federsociale -, abbiamo anche registrato che i pensionati non acquistano i farmaci e non si sottopongono ai necessari esami diagnostici perché non hanno i soldi per pagare il ticket”.

Perché questi due ci hanno scocciato Boldrini e Grasso? Ci faranno invadere

Perché questi due ci hanno scocciato. Boldrini e Grasso? Ci faranno invadere


di Marco Gorra



La cosa strepitosa è che sono riusciti a far rimpiangere predecessori di cui mai nessuno si sarebbe sognato di provare anche solo la più blanda nostalgia.

Ad appena tre anni dall’insediamento al vertice delle rispettive assemblee, i presidenti di Senato e Camera Pietro Grasso e Laura Boldrini risultano infatti non solo avere dissipato il non poco credito di cui godevano all’elezione (erano pur sempre i campioni della società civile, che diamine) ma addirittura essere finiti sul gozzo di un numero sempre crescente di cittadini ed elettori. In altre parole: dei Cip e Ciop del civismo prestati alla politica, della loro spocchia, della loro banalità e del loro ditino perennemente alzato non se ne può più.

L’ultimo exploit è ancora fresco. Commemorazioni di Marcinelle, consueto cerimoniale di mandarini officianti e retorica sulle valigie di cartone e il sogno dell’Europa. Non bastassero, i nostri provvedono ad operare il salto di qualità: tra gli italiani in miniera degli anni ’50 e gli immigrati in barcone di oggi, dicono, gran differenza non c’è. Più esplicita la Boldrini, che l’altro giorno ha deviato dal discorso sui minatori per ricordare che è nostro dovere accogliere «i migranti, i rifugiati» i quali «sono costretti ad andare via». Più sottile Grasso: «Ripensare a come eravamo e vivevamo», ha buttato lì ieri, «rafforza la nostra determinazione ad accogliere con spirito di solidarietà chi oggi è costretto a migrare».

PIETÀ DI NOI
Di buono c’è che l’accostamento tra i nostri paisà di allora andati a spaccarsi la schiena sotto la terra e ad essere cittadini irreprensibili sopra e gli immigrati di oggi venuti qui ad approfittare dell’Europa nell’ipotesi migliore o a farne saltare per aria un pezzo nella peggiore è talmente lunare che non necessita di essere approfondito. Lasciando così maggiore spazio alla panoramica delle gesta dei nostri.

I quali agiscono in curiosa simbiosi: pur differendo quanto a cavalli di battaglia, aree di riferimento, mire personali ed altre quisquilie, i due colpiscono sempre uniti. Quale che sia la questione che finisce loro a tiro, si può stare sicuri che la loro risposta sarà sempre quella più politicamente corretta, quella più conformista, quella più lisciapelo dell’opinione pubblica, quella più ipocrita.

Prendiamo Grasso. Che da ex magistrato predilige il campo della giustizia. E che non perde occasione di strizzare l’occhio ai settori più manettari del Parlamento (e relative propaggini mediatiche) facendo sfoggio di giacobinismo. Per dire, la settimana scorsa è arrivato ad invertire d’autorità l’odg dei lavori per anticipare le votazioni sull’arresto del senatore Antonio Caridi, onde evitare la possibilità che il tutto slittasse a dopo le ferie con relative polemiche sulla Casta che salva gli inquisiti. Giammai: agenda ribaltata, Caridi a Rebibbia e ddl sull’editoria (evidentemente meno importante) rinviato a settembre.

Delle forzature procedurali, d’altronde, il nostro è virtuoso: si tratti della decadenza di Silvio Berlusconi o degli emendamenti al salva-Roma, della cacciata di Augusto Minzolini o della discussione sulle unioni civili, l’unica certezza è che Grasso farà il possibile per piegare l’Aula alla propria convenienza. Cioè il risultare sempre come il più intransigente, il più puro, il più inflessibile.

Ed è naturale: prevedendo per se stesso una luminosa carriera nel firmamento delle istituzioni (Colle o Palazzo Chigi), Grasso non perde occasione per cementarsi il consenso: ed essendo parimenti malvisto da centrodestra e Pd renziano, non potrà che bussare da sinistra e grillini, cui non par vero di aprire la porta a tanto alleato. In questa continua, sfiancante opera di auto-accreditamento il nostro ha trascorso - si mormora anche sobillato dalla signora Maria Fedele, di cui narrano un’ambizione pari solo all’influenza esercitata sul consorte - l’intera legislatura, e non c’è motivo di credere che da qui al termine si cambierà registro.

Discorso simile per Laura Boldrini. Che arriva al vertice di Montecitorio da paladina delle minoranze e non cessa di atteggiarsi a tale. Tra una seduta e l'altra, infatti, è tutto un sensibilizzare, un rampognare, un lanciare moniti.

Leggendarie le sue battaglie sulle questioni di genere: fondamentali campagne sulla necessità di dire “sindaca” e “presidenta” perché altrimenti il patriarcato trionfa; decisivi bracci di ferro con l’amministrazione della Camera onde sanare lo sconcio della prevalenza di busti e dipinti maschili su quelli dedicati al gentil sesso; risolutive campagne contro le tv che insistono a mandare in video le ragazze troppo scollacciate. Una specie di commissaria dell’Udi fuori tempo massimo, teoria da mullah e pratica da beghina.

UNO VALE ONU
Ma è sul comparto immigrazione che la presidenta dà il meglio di sé. Tutta compresa nel proprio ruolo di coscienza unica della nazione, la nostra non perde occasione per spandere quel misto di pietismo, volemose bene e senso di colpa che della sua visione del mondo è l’architrave: ecco che gli immigrati sono «una risorsa», che accoglierli indiscriminatamente «è un dovere morale», che chi la pensa diversamente è ovviamente propalatore di «odio e razzismo», che deve diventare migratoriamente corretto anche il linguaggio con «la parola clandestino che andrebbe cancellata dal vocabolario perché carica di pregiudizio e negatività».

Anche nel suo caso, non è estraneo il calcolo personale. Alla signora lo scranno di Montecitorio inizia ad andare stretto, e non è mistero che immagini per sé approdi più prestigiosi, siano essi il Palazzo di Vetro dell’Onu o addirittura il Quirinale. Profili il cui raggiungimento passa necessariamente attraverso la costruzione di un personaggio ad hoc: sempre perbene, sempre serioso, sempre rigido, sempre dalla parte giusta e sempre ostentante il fardello di avere da drizzare a mani nude i torti del mondo. Un personaggio tanto perfetto da spingere chi di dovere - Camere riunite o Assemblea generale dell’Onu sarà uguale - ad eleggerlo perché terrorizzati di passare per villanzoni in caso contrario.

Eccoli, Grasso e Boldrini. Seconda e terza carica dello Stato da tre anni e destinati a restare tali fino alla fine della legislatura. Poi dice che uno tifa per le elezioni anticipate.

Schwazer "ucciso", la sentenza choc Niente Giochi e la squalifica-monstre

Schwazer "ucciso", la sentenza choc : niente Giochi e la squalifica-monstre



Punito. Anzi, massacrato. Non solo niente Olimpiadi per Alex Schwazer, ma anche otto anni di squalifica, così come chiesto dalla Iaaf. Eliminato, cancellato, fatto fuori. Per sempre, perché l'atleta, oggi, di anni ne ha già 32. Ma tant'è, questa sospetta vicenda di doping, il secondo doping, significa fine di tutto, non solo dei giochi di Rio. La sentenza del Tas, il Tribunale Arbitrale dello Sport che lo ha ascoltato a Rio de Janeiro in un clima di caccia alle streghe, non lascia appello. La speranza di Alex era quella di correre alla 20 e alla 50 km di marcia. Chi sperava che il rinvio della decisione fosse di buon auspicio sbagliava. Chi non sbagliava, invece, era chi dall'entourage di Schwazer diceva che la sentenza era già scritta. Sentenza appellabile soltanto presso un tribunale federale svizzero. Ma tanto ormai l'Olimpiade se n'è andata. Schwazer ci aveva creduto. Fino all'ultimo. Fino a questa mattina, dove è stato fotografato, solo e sotto alla pioggia, mentre correva, mentre ostinatamente si allenava.

Schwazer era stato trovato positivo in un controllo antidoping a sorpresa effettuato ordinata dalla Iaaf presso la sua abitazione di Racines, in provincia di Bolzano. Dopo un primo esame negativo, la federazione internazionale - in base alla raccolta dei dati del passaporto biologico steroideo - aveva ordinato un esame di secondo livello che aveva evidenziato la presenza di testosterone. Ma alcune modalità dell'iter della vicenda - anzi, moltissime modalità -, dalla violazione dell'anonimato all'allungamento dei tempi di comunicazione dell'accaduto all'atleta, combinati con i dati di tutti gli altri 14 controlli che non avevano evidenziato alcuna anomalia, avevano portato la difesa del marciatore a denunciare l'ipotesi di dolo. Un'ipotesi che ora resta in piedi soltanto per la giustizia penale visto che la procura di Bolzano ha aperto un fascicolo sulla denuncia contro ignoti presentata dall'avvocato di Schwazer, Gerhard Brandstaetter.

Per Schwazer, questa è la seconda positività. La prima risale all'estate 2012, a pochi giorni dall'Olimpiade di Londra, quando il marciatore ammise l'assunzione di Epo in una straziante conferenza stampa. Confessò tutto, dall'inizio alla fine. In questo secondo caso, invece, non ha confessato nulla. Perché non aveva nulla da confessare, ha ripetuto più volte, convincendo tutti. O quasi. Già, perché i giudici non si sono fatti convincere. Per loro, Schwazer, è un recidivo. Un atleta da cancellare. Con questa enorme, spropositata e, forse, ingiusta sentenza.

mercoledì 10 agosto 2016

Agonia Isis, conquistato il quartier generale. La vittoria in Libia: che cosa succede

Agonia Isis, conquistato il quartier generale. La vittoria in Libia: che cosa succede



Le forze dell’operazione Al-Bunyan Al-Marsoos, fedeli al governo di concordia guidato dal premier libico Fayez al-Serraj, hanno preso il controllo del centro Ouagadougou, quartiere generale del sedicente Stato islamico (Is) a Sirte. Lo ha riferito il sito d’informazione Libya Herald, aggiungendo che le forze filo-Serraj hanno conquistato anche l’ospedale Ibn Sina e l’università. Secondo fonti del governo di concordia nazionale, gruppi di jihadisti restano ancora asserragliati in tre quartieri residenziali di Sirte e in un altro complesso vicino al lungomare. L’annuncio della completa liberazione della città, hanno specificato, arriverà quando anche queste zone saranno liberate dall’Is.

I soldati italiani combattono in Libia. Ora spunta un documento segreto

I soldati italiani in Libia. Ora spunta un documento segreto



Per la prima volta il governo Renzi ha ammesso ufficialmente che un commando di soldati italiani delle forze speciali è stato dislocato in Iraq e Libia. In un documento classificato come "segreto" al Comitato di controllo sui servizi segreti (Copasir), il Comando interforze per le operazioni delle forze speciali ha chiarito la natura delle operazioni in corso. Dopo una prima fuga di notizie nei giorni scorsi, dal governo erano arrivate solo vaghe smentite ai sospetti dell'opposizione di aver scavalcato il via libera del Parlamento. Come descritto nel documento, diffuso per primo dall'Huffingtonpost, le operazioni in corso delle forze speciali si stanno svolgendo in applicazione della normativa approvata a novembre scorso proprio dal Parlamento, grazie alla quale il Presidente del Consiglio può autorizzare missioni all'estero di militari dei corpi d'elite, facendoli rispondere direttamente ai servizi segreti, con tutte le garanzie che ne conseguono, compresa l'immunità.

In Libia sono impegnati gli uomini del 9° Reggimento Col Moschin del Gruppo Operativo Incursori del Comsubin, del 17° Stormo Incursori dell'Aeronautica Militare e del Gruppo di Intervento Speciale dei Carabinieri. Questi gruppi rispondono direttamente al governo, per questo solo formalmente non sarebbe corretto dire che l'Italia è in guerra in Libia. Che cosa stiano facendo su quel fronte i nostri militari è descritto con precisione nel documento trasmesso al Copasir, sul quale però è stato apposto il segreto che il governo potrebbe elevare a Segreto di Stato.

Successo il Notiziario: Superato il milione di visualizzazioni dall'apertura del blog

Successo il Notiziario: Superato il milione di visualizzazioni dall'apertura del blog

Gaetano Daniele
Amministratore il Notiziario sul web

Grande successo del blog, il Notiziario sul web, che oltre ad aver superato il milione e mezzo di visualizzazioni con Google+, oggi, supera il milione di visualizzazioni con blogger. Report dedicato soprattutto a chi pensa che tale strumento di comunicazione venga seguito da pochi. Grazie a tutti coloro che in questi anni mi hanno seguito e continuano a farlo, ma anche un grazie a tutti i residenti all'estero che, grazie al blog, si tengono informati su tutto ciò che accade nella nostra comunità. Così l'amministratore del blog, Gaetano Daniele. 

Miss Mondo: Una Nolana vince la tappa provinciale a Pontelandolfo

Miss Mondo: Una Nolana vince la tappa provinciale a Pontelandolfo



di Francesco Celiento



PONTELANDOLFO - Nella centralissima piazza Roma del piccolo Comune Beneventano, una quindicina di ragazze, nonostante un fortissimo vento, si sono sfidate in passerella per la finale provinciale del noto concorso Miss Mondo Italia, organizzato dall’agenzia sannita Ag Production di Giuseppe Puzio. 

Prima assoluta Mena Venuso, 17 anni, residente a Nola, alta 1.76, capelli castani, occhi marroni, ragazza che frequenta il liceo classico e sarà maturanda il prossimo anno; come hobby Mena preferisce trascorrere il tempo libero in palestra ed ha vinto anche altri concorsi di bellezza regionali. Adesso aspira a raggiungere Gallipoli, la stupenda località turistica pugliese, dove si terrà la finalissima nazionale di Miss Mondo Italia. L’evento è stato presentato da Antonio Esposito con le coreografie di Roberta Adelini.