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mercoledì 10 agosto 2016

Migranti, chiusi tutti i confini con l'Italia Milano è invasa. E Sala parla di tende

Migranti, chiusi tutti i confini con l'Italia Milano invasa e Sala parla di tende



Emergenza migranti a Milano. Da Como e Ventimiglia c'è un continuo reflusso di stranieri. Giuseppe Sala prima parla di possibile uso delle tende e poi, quando la notizia rimbalza velocemente su tutti i siti che titolano sulle tendopoli precisa: "Non ci saranno". A Milano non è “prevista nessuna tendopoli” ha chiarito il sindaco Giuseppe Sala in una nota. La situazione dei migranti è “nel pieno controllo delle autorità competenti. Attualmente sono circa 3.200 le persone che trovano ospitalità in città e in funzione di ulteriori esigenze  si potranno aggiungere alcune tende per la prima accoglienza, che si aggiungeranno a quelle già sistemate all’interno dell’ex Centro di via Corelli e della caserma Mancini”. Poco prima però Sala era stato molto chiaro quando aveva detto: "Non è escluso che si valuti la soluzione tende, c’è questa possibilità perché obiettivamente di altri spazi in tempi rapidi non ce ne sono. Ho insistito col ministro Pinotti per lavorare sulle ex caserme dove ci sono elementi di sicurezza e sono spazi vuoti molto grandi”.

Accusava Tortora, il pm sbaglia ancora ecco a chi ha rovinato l'esistenza

Un altro errore del pm di Enzo Tortora, a chi ha rovinato la vita


di Claudia Osmetti



Finire in carcere per un errore, un'interpretazione sbagliata, una svista. È successo a Francesco Raiola, 35 anni, ex caporale maggiore dell' Esercito. A metterlo nei guai sono delle mozzarelle: cinque anni fa le promette a un collega che con lui presta servizio nella caserma di Barletta, in Puglia. Al telefono ci scherza su («Ti porto due chili di roba»), non immagina che chi lo sta intercettando è poco incline all'ironia. Poi la storia si ripete: Raiola si mette in testa di comprare per un commilitone un televisore di ultima generazione, uno di quelli con «l'ingresso Mediaset per vedere le partite». Pensa di farlo nella sua città d'origine, Scafati (Salerno), così può far risparmiare all'amico qualche euro. «Allora non preoccuparti, te la porto io». La tv, ovvio. Ne parla al telefono e i carabinieri che lo intercettano pensano a un «linguaggio in codice».

Risultato: il 20 settembre del 2011 Raiola finisce in manette. Le sue sono le mozzarelle più care di sempre, gli costano quattro giorni in isolamento, 21 in prigione (nel carcere casertano di Santa Maria Capua Vetere), cinque mesi agli arresti domiciliari e la divisa. Già, perché tra scartoffie, avvocati e accuse gratuite, Raiola è addirittura costretto anche a lasciare l'Esercito. Lui, tra l' altro, quello scudetto tricolore sul braccio se l'era sudato: due missioni in Kosovo, una in Afghanistan, pilota di mezzi corazzati, esperienza di livello, una passione talmente forte che per tre volte rinvia la data delle nozze visto che lo chiamano in servizio. Solo ora che la sua innocenza è venuta a galla può sperare nel reintegro, ma deve aspettare l'autunno prossimo.

Nel frattempo gli viene diagnosticato un melanoma, fortunatamente non ci sono metastasi, ma il calvario giudiziario si aggrava. Raiola non fa altro che sgolarsi, per cinque anni, nel ripetere che lui non c'entra nulla: è un errore, un'interpretazione sbagliata, una svista. Niente da fare: finisce nell' operazione «Alieno», una maxi inchiesta che si gioca tra le province di Salerno e Napoli, 73 indagati in tutto, misure cautelari, arresti, e processi. «Un tritacarne che non finiva mai», racconta il militare sulle pagine del quotidiano Il Dubbio, e deve essere andata proprio così.

A gestire l'indagine è la procura di Torre Annunziata: gip e pm non hanno dubbi. L'avvocato di Raiola fa un'istanza per incompetenza territoriale e il procedimento finisce nel palazzo di giustizia di Nocera Inferiore. E arriva l'assoluzione da tutte le accuse. Il caporale non ha mai fatto traffico di sostanze stupefacenti: le partite che prometteva al collega grazie alla pay-tv erano proprio gare di calcio. L'errore giudiziario, insomma, c'è. Se ne sono accorti anche al tribunale di Nocera (che ha sentenziato un risarcimento di 41mila euro) e il senatore Giuseppe Esposito (che, su questo ennesimo caso di «giustizia» all'italiana, ha aperto un'interrogazione parlamentare). E dire che a guidare la procura di Torre Annunziata in quegli anni c'era Diego Marmo: il pm che definì Enzo Tortora un «cinico mercante di morte» e condusse l'indagine contro il presentatore televisivo. Intendiamoci: Marmo fino al 2013 ha diretto l'ufficio in questione e non si è occupato, direttamente, della questione Raiola. Nel 1983, invece, era tra quelli convinti che il volto di Portobello fosse un pericoloso spacciatore: l'elemento d'accusa più forte che aveva in mano era l'agendina di un malavitoso su cui era scritto «Tortona». Marmo e gli altri magistrati lessero «Tortora». Una consonante diversa. Un errore, un'interpretazione sbagliata, una svista.

martedì 9 agosto 2016

Caos Pd, pure Orfni ha mollato Renzi Addio giochini, la sua frase al veleno"

E anche Orfini ha mollato Renzi. Ecco la sua frase al veleno



Un po' di là e un po' di qua, Matteo Orfini sembra il prototipo del socialdemocratico appena uscito da un corso intensivo di democristianità. Al presidente del Pd serve un'intera intervista sul Fatto quotidiano per cercare di far capire la propria posizione nei confronti del governo di Matteo Renzi, della segreteria renziana, dei temi che in teoria dovrebbero essere cavalli di battaglia della Sinistra che si fregia di rappresentare dentro il suo partito, come lavoro e uguaglianza. Partono le prime piroette quando difende la riforma del lavoro, quel Jobs Act che proprio lui aveva attaccato con ferocia. Oggi si appella ai dettagli e alle sfumature: "Ero contrario all'abolizione del'articolo 18. Ho fatto la mia battaglia e ho accettato una mediazione: un sacrificio per aumentare diritti e tutele per chi non ne aveva". Soddisfatto, ma anche no: "Trovo che il quadro generale del mercato del lavoro sia migliorato. Anche se continuo a pensare che si potesse fare senza cancellare l'articolo 18".

Sembrano lontani i tempi in cui, gli ricordano al Fatto, Orfini cadeva nella trappola della Zanzara su Radio24 quando gli chiedevano chi preferisse come leader tra Nichi Vendola e Renzi. Il degno erede di Massimo D'Alema preferiva l'ex presidente della Puglia, perché: "Ci vuole più sinistra". Salvo poi - strano ma vero - cambiare ancora idea e sostenere il suo segretario nella campagna per il Sì al referendum. E poi l'ultima giravolta che sarà affidata a un team di crittografi per l'interpretazione. Parlando di Renzi, Orfini ha sentenziato: "Non l'ho mai votato, in nessun congresso. E non è detto che lo voti nel prossimo".

Referendum, ecco la decisione dei giudici Le tappe per il voto: cosa farà ora Renzi

La Cassazione dà via libera al referendum, Boschi: "Adesso la parola passa ai cittadini"



"Via libera della Cassazione alle firme raccolte dal comitato del si! Adesso la parola ai cittadini #bastaunsi". Lo scrive su Twitter la ministra per le Riforme Maria Elena Boschi che ha così annunciato la decisine della Corte di Cassazione che ha, appunto, detto sì alla consultazione popolare.  La Cassazione non ha spacchettato il quesito, che sarà dunque unico.

Il quesito - L’ipotesi di sottoporre agli elettori più quesiti era venuta dai Radicali. "L’ufficio centrale per il referendum presso la Corte Suprema di Cassazione - informa un comunicato della stessa Corte - con ordinanza dell’8 agosto 2016 ha dichiarato conforme all’articolo 130 della Costituzione e alla Legge n. 352 del 1970 la richiesta di referendum depositata il 14 luglio 2016 alle ore 18.45 sul testo di legge costituzionale avente ad oggetto il seguente quesito referendario: "Approvate il testo della legge costituzionale concernente ’disposizioni per il superamento del bicameralismo paritario, la riduzione del numero dei parlamentari, il contenimento dei costi di funzionamento delle istituzioni, la soppressione del Cnel e la revisione del titolo V della parte II della Costituzionè, approvato dal Parlamento e pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 88 del 15 aprile 2016?. L’Ufficio centrale per il referendum ha quindi ammesso la suddetta richiesta di referendum". 

Meteo-agosto, le ferie da incubo Da oggi dite addio all'estate

Agosto, le tue vacanze da incubo: da oggi (ancora) meteo horror, ecco dove (quasi ovunque)



Doveva essere l'estate più calda di tutti i tempi, ce la ricorderemo come un'estate funestata dal maltempo. Dopo un weekend di poco sole e molta pioggia, ci aspetta una nuova settimana da incubo: un nuovo fronte freddo in discesa dal Nord Europa, spiega 3Bmeteo, costringerà l'anticiclone delle Azzorre a una temporanea ritirata verso Ovest.

In sostanza, arriverà una nuova ondata di temporali sullo Stivale, da Nord Verso Sud, in particolare tra martedì e giovedì. In parallelo un drastico calo delle temperature (in ribasso fino a 6-8 gradi) per venti settentrionali. Per tutta questa estate, l'anticiclone non si è rivelato particolarmente stabile sul Mediterraneo, e anzi viene regolarmente insidiato dalle perturbazioni nord atlantiche.

Rovesci e temporali sparsi torneranno a interessare prima le Alpi, per poi estendersi entro sera e notte anche alla Pianura Padana a partire da Piemonte e Lombardia verso Veneto e Friuli Venezia Giulia. Si rischiano fenomeni intensi con locali grandinate e improvvise raffiche di vento. A fine giornata occasionali fenomeni anche sulla Liguria a partire dall'Appennino.

Mercoledì sono previsti rovesci e temporali sparsi anche al Centro, e colpiranno soprattutto Appennino e versanti adriatici; fuori dai giochi la Sardegna con tempo in prevalenza stabile. Giovedì qualche fenomeno raggiungerà pure il Sud Italia, specie adriatiche. Anche in questo caso saranno possibili temporali localmente intensi. Seguite tutti gli aggiornamenti.

PELLEGRINI, UN'ALIENA Vola in finale (e ora spera): quella frase su Katie Ledecky

Federica Pellegrini, un'aliena. Vola in finale (e ora spera): quella frase su Katie Ledecky



La divina vola in finale. Federica Pellegrini conquista un posto per la finale olimpica dei 200 stile libero. Allo Estadio Acquatico di Rio de Janeiro, in una semifinale che l’ha vista nuotare fianco a fianco con l'incubo Katie Ledecky (secondo tempo), l’azzurra chiude terza in 1’55''42, terzo tempo assoluto. Finale in programma martedì 9 agosto alle 22.19 ora locale, le 3.19 italiane. Vince la batteria l'altra fuoriclasse, la svedese Sara Sjostrom.

"Pensavo che le due partissero all’inizio e le vedessi solo all’arrivo...»" È soddisfatta, Federica, per il terzo posto in batteria alle spalle delle due favorite per la finale. "Mi sono sentita molto bene in acqua - spiega l’olimpionica veneta a Raisport -. Per la finale però preferisco non dire niente per scaramanzia, loro sono davanti ma sarà una finale agguerrita. Non so se hanno forzato o no, sono però contenta di essere in terza corsia e di come ho nuotato". La Pellegrini, insomma, è pronta a dare battaglia: "È un pò quello che cerca di fare qualsiasi atleta, lavorare quattro anni per fare ciò che sei programmato a fare. Speravo riuscire ad arrivare in forma per queste gare, domani potrò dire veramente come sto".

In precedenza, ai quarti, la Pellegrini aveva vinto la sua batteria con il tempo di 1'56''37, che equivaleva al quinto tempo di qualificazione. Una prova più che convincente, per la nostra portabandiera, che si giocherà tutte le sue possibilità di medaglia a queste Olimpiadi di Rio. Ma resta un grande ma. Un "ma" che ha nome e cognome: Kathleen "Katy" Ledecky, la statunitense che nuota a velocità irreale. Dopo la gara, la Pellegrini ha spiegato: "Sono contenta, il mio è stato un ottimo tempo. Io vado avanti un passo alla volta. Ragiono, nelle gare così importanti".

Ma qualsiasi ragionamento conduce invariabilmente alla Ledecky, che alle batterie si è qualificata con un tempo mostruoso, irreale (soprattutto perché realizzato nelle batterie): 1'55''01. Fede sa benissimo che l'ostacolo potrebbe rivelarsi insormontabile. Quando le avevano chiesto un commento sulla prestazione di Katy, lei risponde: "C'è poco da commentare, quando una fa un tempo così... Stanno andando tutte velocissime. Questa è un'Olimpiade molto diversa rispetto a Londra, dove la mattina si andava molto piano. Qua, forse, proprio perché non è mattina, si va avanti molto forte. Credo che saranno le due semifinali più veloci di sempre". Dopo le semifinali, però, il registro era cambiato...

lunedì 8 agosto 2016

Terremoto Inter, silurato Mancini La vendetta cinese: chi arriva

Terremoto Inter. Hanno silurato Mancini. Ecco chi arriva



Altro che rinnovo! Roberto Mancini e l’Inter sono a un passo dal divorzio. La rottura c’è e sembra insanabile, tanto che le parti, tramite i rispettivi legali, starebbero trattando per trovare la soluzione migliore, un accordo economico che soddisfi tecnico e club per chiudere il contratto in scadenza a giugno. Il Mancio non ha intenzione di dimettersi, la nuova proprietà cinese, secondo quanto si apprende dietro la regia del presidente Thohir e dell’amministratore delegato Bolingbroke, è pronta a cambiare guida tecnica e ad accollarsi le spese della separazione e l’ingaggio del nuovo allenatore. In pole position Frank De Boer, olandese ex Ajax che sarebbe già stato contattato e che sarebbe pronto a sbarcare a Milano per cominciare una nuova avventura a tinte nerazzurre. Sono solo nere, invece, quelle che hanno accompagnato il lavoro di Roberto Mancini negli ultimi giorni tra incomprensioni con il presidente Thohir, divergenze di vedute sul mercato e sul futuro della squadra. L’arrivo di Candreva e la conferma di Icardi avevano lasciato pensare a una schiarita tra le parti, non è andata così e anche l’1-6 incassato nell’amichevole di Londra contro il Tottenham non ha aiutato. Il Mancio e l’Inter sono a un passo dal divorzio, potrebbe arrivare De Boer, favorito sul brasiliano Leonardo, ex corteggiato dall’Olympiacos. Nelle prossime ore se ne saprà di più, fra tre settimane inizia il campionato e sulla panchina nerazzurra quasi sicuramente non ci sarà Roberto Mancini. La nuova era dell’Inter made in Cina dovrebbe essere targata De Boer