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venerdì 22 luglio 2016

Esclusiva / Matteo Salvini ospite de il Notiziario sul web diretto da Gaetano Daniele

Esclusiva / Il Segretario Federale della Lega, On. Matteo Salvini ospite de il Notiziario sul web diretto da Gaetano Daniele

Intervista a cura di Gaetano Daniele

Matteo Salvini

On. Salvini, terrorismo, ieri il Bataclan, oggi Nizza. Siamo in guerra?

Il fatto che siamo in guerra è purtroppo un’evidenza, la terza guerra mondiale “a rate” per usare le parole del Papa. La violenza del terrorismo islamico in Europa sta facendo cadere le illusioni di chi pensava che lo stile di vita occidentale avrebbe integrato le comunità musulmane trasformando il loro credo religioso in un residuo folcloristico, senza ulteriori complicazioni. Oggi la nuova tentazione delle sinistre è di considerare il terrorismo solo alla stregua di un problema di polizia internazionale che riguarda i singoli membri delle cellule islamiste, quando invece basterebbe avere il coraggio di aprire gli occhi per constatare come l’eco di ogni bomba risuona nel silenzio generale delle comunità musulmane delle nostre città che, a parte pochi fortunati casi isolati, non sta prendendo le distanze da chi semina la morte nelle strade d’Europa. Quasi si stesse insinuando la variante moderna dell’ ambiguo  “compagni che sbagliano” con cui negli anni ’70 ci si riferiva alle BR, dimenticando che quel terrorismo è stato sconfitto proprio quando PCI e CGIL fecero finalmente quadrato per togliere acqua al consenso di cui godeva.  

On. Salvini, come si può fermare questo fenomeno?

Io non credo alle risposte isteriche: l’attentato di Nizza dimostra che dichiarare lo stato d’emergenza non serve a nulla, anche se comprendo le necessità che hanno portato la Francia a prendere quel provvedimento. L’unica strategia sensata corre su due livelli, il primo, quello più evidente, è la sicurezza: serve un investimento pubblico importante a favore delle forze dell’ordine i cui operatori oggi sono costretti a pagare di tasca propria anche la benzina delle volanti. Più soldi per tecnologie, formazione e una politica di controllo ai confini con l’abolizione del delirante trattato di Schengen. Questa sarebbe la doverosa premessa che comunque non sarebbe sufficiente a contrastare il terrorismo senza una presa di coscienza generale e trasversale di tutte le forze politiche che l’islam è un problema per noi. La gran parte dei valori di quella religione sono incompatibili, quando non diametralmente opposti ai nostri, e non mi riferisco tanto alle radici cristiane, quanto soprattutto ai valori laici e progressisti nati dalla rivoluzione francese che sono stati il bersaglio di gran parte degli attentati: da Charlie Hebdo, alla strage nel locale gay di Miami.

Lo scriveva Oriana Fallaci: “è il Corano non mia zia Carolina che ci chiama cani infedeli…è il Corano non mia zia Carolina che umilia le donne e predica la Guerra Santa, la Jihad. Leggetelo bene, quel "Mein Kampf"…”

 On. Salvini, lei è per la chiusura delle frontiere?

Grazie della domanda perché personalmente mi stupisco ogni volta che mi fanno questa accusa di voler sigillare l’Italia in una scatoletta di tonno. Io non voglio chiudere niente. Io voglio solo che chiunque entri in Italia, prima di vedere il primo cartello stradale, venga brevemente fermato da due gentili finanzieri in divisa per quel sommario controllo che tutti abbiamo sperimentato nella nostra vita  e che non mi pare sia un attentato contro la nostra libertà di movimento o chissà quale altra allucinazione boldriniana. Chiedo solo controlli, ma appena superato il confine prometto che appena sarò al governo farò installare dei giganteschi cartelli di benvenuto, magari con la scritta arcobaleno.

On. Salvini, Brexit, lei e per la modifica della costituzione? Insomma, indirebbe un referendum anche in Italia?

Chi ha paura del parere del popolo ha la coscienza sporca e il potere in Italia, fin dai tempi di Cavour, ha sempre prediletto i corridoi e le anticamere di Palazzo, pur di non guardare nelle urne elettorali. Votare democraticamente l’adesione all’Unione Europea non dovrebbe essere una possibilità, ma un diritto di sacrosanta evidenza. Guardate  Davide Cameron: era contrario all’uscita della Gran Bretagna dall’Unione, ma nemmeno per un momento gli è passato per la testa di negare il referendum al suo popolo, anzi si è battuto per difenderlo e con le sue dimissioni ha spianato la strada perché si imboccasse la strada della Brexit senza ripensamenti. Una bella lezione di democrazia.

On. Salvini, come è messa la lega? E per il sud quali progetti ha?

La Lega cresce, se ne facciano una ragione i tanti gufi. Non mi riferisco ai sondaggi che pure ci assegnano una percentuale superiore a quella dei nostri massimi storici, mi basta guardare ai numeri del tesseramento che al Nord come al Sud con NCS certificano un’adesione che non è solo virtuale, ma che si trasforma in impegno e partecipazione nelle strade, nei gazebo per le raccolte firme, nei Comuni. Il Sud soprattutto sta vivendo questa appassionante avventura di partecipazione con circoli che si organizzano nelle grandi e nelle piccole città: è un lavoro lungo che sono sicuro porterà presto i suoi risultati. Alle ultime amministrative potevamo fare un risultato migliore? Forse, ma per la prima volta esistiamo nel Mezzogiorno con nostri amministratori. Ed è solo l'inizio

venerdì 15 luglio 2016

NELLA CASA DEL KILLER Una scoperta inquietante: che cosa c'era a terra / Foto

Dentro la casa del terrorista di Nizza: cosa hanno trovato gli inquirenti / Foto


Gli inquirenti hanno perquisito la casa di Mohamed Lahouij Bouhlel, autista del camion assassino che viveva proprio a Nizza. Secondo quanto scrive Nice Matine la polizia è entrata nell'appartamento al primo piano di un palazzo che si trova in un quartiere popolare a est di Nizza. Hanno vietato l'accesso allo stabile. Colpiscono dei guanti per nascondere le impronte sul pavimento. La polizia ha interrogato i vicini che sono stati interrogati hanno descritto l'uomo come un tipo" solitario e silenzioso". Hanno detto, scrive sempre Nice Matin, che si muoveva in bicicletta. Tutti dicono che non sembrava all'apparenza un fanatico religioso. Una coppia di abitanti del palazzo ha detto che l'uomo non ricambiava mai i saluti. Un altro vicino ha detto che non si fidava di lui "perché guardava troppo le sue due figlie". Mohammed, 37 anni lo conosceva bene perché è originario della stessa città tunisina, parla di lui come di un uomo depresso: "Aveva divorziato o stava per divorziare. Aveva tre figli, gli avevano rifiutato un prestit". Mohamed Lahouij Bouhlel sarebbe arrivato alla metà degli anni 2000, amava la salsa e il body building.

Il terrorista: "Sono venuto qui per..." L'errore imperdonabile della polizia

"Sono venuto qui per..." La frase che inguaia la polizia


Il terrosita: "Sono venuto qui per..."L'errore imperdonabile della polizia Il camion si scaglia sulla folla /  Video

Emergono nuovi inquietanti dettagli sull'attentato di Nizza, particolari che metto in forte dubbio l'operato e l'efficienza degli apparati di polizia fancese. Secondo quanto si apprende Mohamed Lahouaiej Bouhlel ha lasciato il camion parcheggiato per circa 9 ore nei pressi del luogo dell'attacco nonostante il divieto per i mezzi pesanti durante le festività. Tutte le strade erano state chiuse dal pomeriggio ma quando la polizia ha fermato l'uomo per chiedere ragione del suo ingresso nella zona vietata, lui ha risposto: "Sono qui per consegnare gelati" . Non è stato sottoposto ad alcun tipo di controllo. La polizia forse distratta e depistata dal fatto che il camione fosse frigorifero. 

Secondo alcune informazioni raccolte, Bouhlel era sotto controllo giudiziario in seguito ad un incidente: aveva tamponato quattro veicoli dopo essersi addormentato al volante. Bouhlel era sposato ma si stava separando. Era noto alla polizia per violenza domestica, furto, atti di violenza e uso di armi ma non era conosciuto dai servizi segreti. 

venerdì 8 luglio 2016

Afragola (Na): Luigi Sirico: Monopoli sbaglia a sua insaputa

Afragola (Na): Intervista all'assessore ai lavori pubblici Sirico


intervista a cura di Gaetano Daniele


Arch. Luigi Sirico
Assessore Lavori Pubblici Afragola (Na)

Consigliere Sirico, il Pd locale nelle ultime tre competizioni elettorali nonostante sia salito nelle preferenze ha sempre perso. Forse ha pesato la mancanza di credibilità nell'aver prima negato il sostegno al governo Papaccioli e poi a distanza di un anno si è passati dalle fila dell'opposizione in maggioranza sostenendo la giunta Falco. Secondo lei questi due pesi e due misure ha influito?

Si secondo me si. E’ sempre preferibile che non ci sia confusione di ruoli: a chi vince il dovere, oltre che il diritto di governare; a chi perde il ruolo di controllo e di stimolo. Ma è anche vero che quello fu un momento particolare, e a volte bisogna saper sacrificare la convenienza per il proprio partito al bene del paese. La giunta Falco, dopo pochi mesi, era già in crisi e si riapriva in quel periodo la emergenza rifiuti, con la Provincia di Gigino Cesaro, nella cui maggioranza sedeva Monopoli, che decideva di sversare nuovi rifiuti a Caivano. Il PD in quel momento con spirito di sacrificio, pur sapendo che sarebbe stato rischioso in termini di consenso, ha creduto opportuno dare una mano al paese. Certo in un paese distratto è più facile e vantaggioso cavalcare l’onda del populismo, ma questo come al solito, dopo pochi mesi, diventa un boomerang per i cittadini e per coloro i quali pur di vincere fanno promesse che non si possono mantenere. 

Consigliere Sirico, perché ha scelto di ricoprire l'incarico di assessore ai lavori pubblici nel comune di Afragola nonostante a Caivano c'è tanto da fare?

Io non ho mai abbandonato Caivano, come qualcuno pure ha voluto far credere. Non c’è incompatibilità tra la carica di consigliere a Caivano e di Assessore ad Afragola. Con molta modestia, credo, potendolo dimostrare, che nonostante il doppio impegno ho sempre fatto il mio dovere, presentando in Commissione e in Consiglio Comunale ordini del giorno su questioni complesse e importanti per lo sviluppo del paese: dagli indirizzi per il  nuovo piano urbanistico comunale; a quelli per il piano di sviluppo commerciale al progetto per la variante est. Il mio auspicio che altri consiglieri facciano lo stesso e di più, visto che hanno più tempo.

Consigliere Sirico, Bilancio. Monopoli ha dichiarato il dissesto finanziario ed ha nominato un commissario ad acta, irresponsabile politicamente, incapace oppure ha fatto la scelta giusta?

Guardi su questo non so rispondere. Davvero mi sfugge la logica. Hanno incaricato un commissario per fare una cosa che avrebbe dovuto e potuto fare il Sindaco e la Giunta e che invece non hanno voluto fare, scaricando l’intero peso e responsabilità di un atto così grave e importante sui soli consiglieri comunali. Non essendo un esperto di bilancio pubblico, dico però, molto sommessamente, che il dissesto è stato il frutto di una leggerezza e superficialità dell’allora assessore al bilancio, che nel luglio del 2015 ha proposto la delibera per il riconoscimento del disavanzo tecnico. Si trattava di riconoscere i residui attivi ovvero i crediti degradati (cioè i soldi che il comune avrebbe dovuto incassare e che non avrebbe più potuto riscuotere: i cosiddetti crediti inesigibili). Questi crediti che tutti i comuni d’Italia hanno accumulato nel tempo, sono diventati debiti, poiché somme riportate nei bilanci ma non più riscuotibili. Ebbene i Comuni avevano la possibilità di riconoscere l’ammontare dei residui e scontarli nell’arco di trent’anni. Lo ha fatto Acerra, Portici, e tanti altri comuni limitrofi. E Caivano? Caivano riconosce solo 2,7 milioni, accorgendosi solo quando è troppo tardi che l’ammontare dei residui è di circa 25 milioni. Ma quando ormai la legge non consentiva più di ripartirli su trent’anni. Da qui il dissesto.

E chi era l’assessore al bilancio nel luglio 2015?

Monopoli. Il quale ancora per alcuni mesi ha continuato a parlare di reddito di cittadinanza inconsapevole del disastro che si annunciava, come al solito a sua insaputa, illudendo non solo il suo elettorato ma tutti i cittadini di Caivano. 

Consigliere Sirico, lei è stato candidato a sindaco senza fare le primarie, alle prossime elezioni riscende in campo?

Guardi non ho mai pensato all’impegno politico come ad una vicenda personale. La mia candidatura nel 2015 è stato il frutto di un impegno collettivo, che ha visto coinvolto tanti giovani e tante persone che sono ritornate alla militanza anche per l’amicizia e l’affetto che nutrivano nei miei confronti: e questo è stato certamente l’eredità più importante che credo di aver lasciato. Per il futuro resto a disposizione della mia parte politica e del mio paese, ma questo non implica necessariamente una carica. Si può fare molto anche come cittadino attivo.

Consigliere Sirico, affidamenti diretti, gara rifiuti e programmazione, Monopoli sta facendo bene?

Se mi guardo in giro e ascolto i cittadini non mi sembra. Sui rifiuti: avevamo inserito nel nostro programma iniziative per sperimentare nuove modalità di raccolta che tendessero non solo a differenziare i rifiuti ma alla loro riduzione. Scrissi in quel periodo ad Ercolini, che a Capannori ha ottenuto dei risultati eccezionali con il programma zero waste (zero rifiuti). Questa amministrazione ha preso una strada diversa anziché zero rifiuti sta  tentando di raggiungere l’obiettivo di zero differenziata

martedì 5 luglio 2016

Ecco tutti gli assessori della Raggi Il nome che scatena una tempesta

Ecco tutti gli assessori: il nome che scatena una tempesta


Ecco tutti gli assessori della Raggi. I nomi che scateneranno una tempesta

In fretta e furia Virginia Raggi sarebbe riuscita a completare la squadra di assessori per il Comune di Roma, sotto la pressione tutt'altro che rassicurante di Beppe Grillo e Davide Casaleggio, che secondo diverse voci riportate dai quotidiani le avrebbero imposto le dimissioni nel caso in cui le nomine non fossero arrivate entro mercoledì. Secondo quanto riporta l'Huffingtonpost, il vicesindaco sarà Daniele Frongia, con le deleghe alle società partecipate. Frongia avrebbe ottenuto un assessorato di peso, dopo che la sua nomina a capo di gabinetto era già stata formalizzata e ritirata subito dopo.

Come capo di gabinetto del sindaco Raggi ci sarà Daniela Morgante, già assessore al bilancio della prima giunta Marino. Al bilancio dovrebbe essere nominato Marcello Minenna, già dirigente Consob, sempre se non vada a finire a capo della ragioneria del Campidoglio. Ai trasporti l'ultimo nome più certo sarebbe quello di Enrico Stefàno, consigliere grillino. Allo sviluppo economico arriverà l'ex Ad di Expedia, Adriano Meloni, mentre all'Urbanistica è ormai dato per certo Paolo Berdini, già travolto dalle polemiche per la sua contrarietà al nuovo della stadio della Roma. Confermato anche un altro che con le polemiche ha avuto non poco da fare, il rugbista Andrea Lo Cicero, che farà l'assessore allo sport. Luca Bergamo si occuperà della Cultura, Laura Baldassarre, che sarebbe stata indicata da Luigi Di Maio, del Sociale e Flavia Marzano della Semplificazione.

C'è crisi, possono tagliare le pensioni Mazzata delle toghe: ecco chi ci perde

Corte costituzionale, legittimo il contributo di solidarietà sulle pensioni d'oro


Corte costituzionale, legittimo il contributo di solidarietà sulle pensioni d'oro

La Corte Costituzionale ha dichiarato legittimo il contributo di solidarietà, previsto dalla legge di stabilità 2014, per un triennio sulle "pensioni d'oro. I giudici della Consulta hanno, infatti, respinto le questioni di costituzionalità sollevate con ordinanze di rimessione da diverse sezioni giurisdizionali regionali di Corte dei Conti. 

Taglio progressivo - Quella misura voluta dal governo Letta, secondo i giudici, "non aveva natura tributaria" e aveva una motivazione solidaristica ben definita, riguardando solo gli assegni più ricchi, da 91mila euro in su. Un prelievo progressivo: 6% per gli importi da 91 a 130mila euro, il 12% per quelli da 130 a 195mila, il 18% per lo scaglione successivo. Un sospiro di sollievo per il governo Renzi, che si sarebbe ritrovato costretto a rimborsare 160 milioni di euro.

"Ma cosa significa?": tormento segreto Bossetti crolla dopo la visita di Marita

Bossetti, il dolore dopo la visita di Marita in carcere: tormentato da una domanda



"Mi stanno uccidendo". Massimo Bossetti riceve la prima visita in carcere della moglie Marita Comi dopo la condanna all'ergastolo per l'omicidio della 13enne Yara Gambirasio e non riesce a trattenere rabbia e frustrazione. L'operaio di Mapello, che continua a professarsi innocente, è terrorizzato dalla pena accessoria che scatterebbe con la condanna in terzo grado: "Mi hanno tolto la potestà genitoriale. Cosa significa? Che non vedrò più i miei figli?". È questo il dubbio che lo tormenta e di cui ha parlato con Marita e il suo legale Salvagni. "Se io sono innocente come possono condannarmi? - continua a ripetere - Devo andare avanti per i miei figli e quando avrò superato questo momento di disperazione continuerò a lottare".