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giovedì 23 giugno 2016

Studi odontoiatrici privati: "Requisiti minimi da rifare"

Studi odontoiatrici privati requisiti minimi da rifare



Delle due l’una: o l’intesa raggiunta nei giorni scorsi in Conferenza stato-regioni per definire i requisiti minimi per l’autorizzazione all’apertura ed all’esercizio delle strutture odontoiatriche non vale per gli studi odontoiatrici privati, o sarà spazzata via dai tribunali amministrativi o nella peggiore delle ipotesi dalla Consulta perché è illegittima. Lo afferma Stefano Colasanto segretario Associazione Italiana Odontoiatri di Roma, tra i principali artefici della normativa che nel Lazio dopo anni di carte bollate e procedimenti giudiziari verso i dentisti disciplina la materia in modo da sollevare i professionisti da indebiti adempimenti. «Ideate - così pare - per rendere più uniformi le norme regionali in materia, le nuove regole richiedono complessi requisiti strutturali generali, impiantistici ed organizzativi per lo studio odontoiatrico. Requisiti che regione per regione la faticosa trattativa dei sindacati con gli assessori stava per eliminare, nel segno della semplificazione perseguita da questo governo», spiega Colasanto. E in effetti, oltre ai requisiti anzidetti, molto dettagliati, per ottenere dalla Regione la possibilità di continuare ad esercitare l’odontoiatra - secondo la lettura data da voci del tavolo interregionale - dovrebbe poi produrre un faldone di dodici documenti tra cui: dichiarazione del titolare dello studio, planimetria scala 1:100, documento attestante il possesso dell’immobile, certificato di agibilità rilasciato dal Comune, relazione conformità messa a terra, piano di sicurezza per tipologia di struttura ed anche il certificato antimafia per le società. Un disastro. Colasanto peraltro non è del tutto convinto che la normativa sia applicabile. «In realtà il lavoro delle regioni com’è chiaramente scritto nelle premesse dell’atto mirava a definire i requisiti tecnologici strutturali ed organizzativi minimi per l’esercizio dell’attività odontoiatrica. In altre parole, questi requisiti minimi non parlavano di accreditamento. Già, perché una cosa è l’idoneità di uno studio privato di un professionista odontoiatra a produrre prestazioni odontoiatriche e un’altra è l’autorizzazione degli studi. Quest’ultima per la quale si fa esplicito riferimento agli articoli 8 bis e 8 ter della legge 502 novellati dalla riforma Bindi, attiene solo a strutture dove si fa chirurgia ambulatoriale o diagnostica invasiva, cioè attività ‘a rischio’ per il paziente. Attività quale appunto non è quella dell’odontoiatra. Tanto vero è quanto affermiamo che in altre parti dell’intesa si parla di autorizzazione-accreditamento, nel senso che la prima è propedeutica al riconoscimento di una struttura come presidio da convenzionare con il Servizio Sanitario Regionale. E tanto vero è tale assunto che l’autorizzazione è rilasciata dalla Regione!

Ci sono poi errori formali. «Almeno due, gravi. Il primo sta nella volontà di stravolgere con un atto regolamentare la legge Bindi, approvata dal Parlamento, che esenta le strutture odontoiatriche private dagli obblighi autorizzativi, secondo una visione riconosciuta dalle sentenze dei Tar, e dalle norme regionali che si sono succedute in queste anni (segnatamente Toscana e ora Lazio) che vanno nel senso della semplificazione. Il secondo sta nella richiesta di requisiti autorizzativi (antisismici, agibilità): dodici tipologie di documento che in genere l’odontoiatra ha già prodotto e che la Pubblica Amministrazione non può chiedergli due volte, lo dicono i Tar. Infine suona ben strano che siano colpiti solo gli odontoiatri e mai i medici». L’Associazione Italiana Odontoiatri fin dal 2011 ha chiesto al Ministero della Salute di entrare a far parte del tavolo dell’Intesa e di dare un suo parere perché non si facessero pasticci e non si vincolasse la professione burocraticamente. «La nostra associazione ha lottato in tutte le regioni per la semplificazione nel vincoli istituzionali del dentista e per la semplicità del suo rapporto fiduciario con i pazienti e ha ottenuto importanti vittorie nel senso della de burocratizzazione nel Lazio. Nel 2013 AIO nazionale chiesto alla Fnomceo e alla Commissione Albo Odontoiatri di poter dire la sua, di poter spiegare i rischi che si correvano a voler riscrivere le regole senza prima leggere i testi, esponendo alla burocrazia solo i dentisti che si intendevano preservare da chissà quale caos normativo (ora che il pericolo era passato grazie alle loro associazioni di categoria). Da ultimo,  lo scorso aprile abbiamo presentato un parere legale dove l'avvocato cassazionista Maria Maddalena Giungato ribadiva come le nuove complesse regole italiane intralcino anche la libertà di stabilimento di odontoiatri stranieri nel nostro paese e come la giurisprudenza dei Tar sconsigli un intervento ‘regolatorio’ che riporterebbe le lancette dell’orologio indietro agli anni Novanta. Dobbiamo purtroppo constatare che in nessuna fase la professione nelle sue componenti associative è stata interpellata sulla elaborazione del testo: per contro con strana urgenza è stato velocizzato negli ultime mesi l’iter di approvazione del documento, ‘passato’ con un blitz. E siamo a un documento che sembra andare nella direzione opposta rispetto all’obiettivo iniziale, apre una serie infinita di aspetti interpretativi che si tradurranno in ulteriori diversi comportamenti nelle varie regioni e confusione per i professionisti e gli organismi di controllo, sempre che gli esiti del referendum di ottobre non spazzino via tutto. In ogni caso - conclude Colasanto - AIO è pronta ad agire in tutte le sedi per rappresentare il diritto degli odontoiatri italiani a non essere penalizzati rispetto ad altri professionisti sanitari e rispetto ai loro colleghi stranieri. Perché non vinca l’Italia dei mille intralci e delle carte inutili su quanto di buono aveva fatto la professione per avvicinare un po’ di più le cure ai pazienti».

Vaccinazioni: facciamo chiarezza tra falsi miti e pregiudizi infondati

Vaccinazioni: facciamo chiarezza La parola all'esperto



Antonio Ferro
Responsabile Sito Web VaccinarSì

La vaccinazione rappresenta una delle più importanti scoperte scientifiche nella storia della medicina, e ha contribuito in modo fondamentale a incrementare la speranza di vita degli esseri umani. Ha inoltre avuto amplissima diffusione, e fin dall’inizio è stata oggetto di vivace dibattito tra sostenitori del suo effetto positivo e oppositori che si servivano di motivazioni di carattere ideologico, come il rifiuto dell’autorità che ne raccomandava l’utilizzo. 

L’evoluzione della scienza medica ha nel tempo chiarito i meccanismi d’azione dei vaccini (la cui applicazione è avvenuta inizialmente su base empirica) e quindi molte delle ragioni della loro efficacia. D’altra parte, proprio il successo delle vaccinazioni può influire negativamente sulla loro accettazione da parte della popolazione, in quanto la diminuzione dell’incidenza delle malattie prevenibili diminuisce anche la percezione della loro gravità. 

La comunicazione in ambito vaccinale ha sempre avuto un ruolo cruciale per l’accettazione o meno delle pratiche vaccinali, ma in quest’ultimo decennio abbiamo vissuto un cambiamento radicale dei mezzi e delle strategie comunicative. Mi riferisco in particolare all’avvento di Internet e del Web che ha raddoppiato la velocità e la quantità delle informazioni che in pochi minuti letteralmente esplorano ogni più lontano angolo del globo. Infatti nel mondo occidentale internet rappresenta attualmente il principale mezzo di comunicazione: quasi il 30% della popolazione utilizza il computer almeno una volta al giorno per collegarsi ad internet (nel caso delle famiglie con almeno un figlio minorenne i valori salgono all’80%).

 La metà di questi utenti dichiara di utilizzare il web per cercare dati sanitari. Con il miglioramento nel corso dei decenni del livello culturale della popolazione, è infatti cambiato l’approccio a tematiche relative alla salute: oggi la maggior parte dei pazienti si informa in modo autonomo, consultando il medico solo in un secondo momento. Negli ultimi anni, inoltre, si è assistito a un notevole incremento nell’utilizzo delle internet device, con l’arricchimento dei contenuti e dei servizi offerti dal web, il miglioramento e la semplificazione delle modalità di navigazione, e il potenziamento delle prestazioni e dell’affidabilità nella trasmissione dei dati. 

Tuttavia, l’elevata disponibilità d’informazioni cozza con la qualità delle stesse che spesso sono inesatte e ingannevoli tant’è che l’online ha reso internet 'un vaso di Pandora post-moderno', ponendo il problema dell’autorevolezza dei contenuti, in particolare per quelli scientifici. Proprio in ambito vaccinale molte famiglie (specialmente giovani) si affidano alle informazioni diffuse su internet per le proprie scelte. Il dibattito sulle vaccinazioni è ampliamente presente anche nei social network, nei blog e nei forum, dove le mamme condividono dubbi e perplessità, e diffidenza dovuta al passaparola che dipinge le vaccinazioni come inutili e dannose. 

Tali piazze virtuali, per la loro struttura centrata sulla persona rappresentano un mezzo di comunicazione a forte impatto emotivo e quindi altamente persuasivo. La principale criticità informativa è costituita dai siti antivaccinazioni, che rappresentano il 35% delle fonti informative sul web quando si utilizzano le parole-chiave 'vaccino/i' e 'vaccinazione/i'. Attraverso argomentazioni a carattere pseudo-scientifico, o attraverso vere e proprie 'bufale mediatiche' questi siti catturano l’attenzione di persone e famiglie non necessariamente contrarie alle vaccinazioni, che cercano risposte in merito alla sicurezza, ai calendari vaccinali e ai nuovi vaccini. 

Tra gli elementi comuni a questi siti, ricorre la proposta di alcune tesi: 'le malattie prevenute dai vaccini sono scomparse per il semplice miglioramento delle condizioni igieniche'; 'le epidemie per queste malattie si verificano nonostante le vaccinazioni', 'i vaccini sono più pericolosi delle malattie per cui dovrebbero proteggere'. Purtroppo, la divulgazione di dati inesatti e la disinformazione in ambito medico, ha creato un danno d’immagine e di credibilità per la Sanità Pubblica. In Italia la recente indagine sui determinanti del rifiuto dell’offerta vaccinale, promossa dalla Regione Veneto, ha evidenziato come associazioni contrarie alle vaccinazioni, internet e passaparola sono le fonti non-istituzionali più frequentate dai genitori che non vaccinano. 

A questo proposito anche storie insolite e inverosimili, ad un certo punto grazie all’eco dei media ricevono la patente di credibilità. E in Internet trovano il luogo ideale per la diffusione: qui le notizie false e i messaggi controversi - spesso privati dell’indicazione delle fonti o degli autori - viaggiano infatti velocissimi, e con grande amplificazione. In molti, e specie personale medico, ritiene a torto che l’esposizione chiara ed evidente dei dati aiuti le persone a prendere consapevolezza di una situazione e a riscoprire un legame di fiducia con la scienza. Per sradicare alcune credenze, 'demistificarle', fornire più fatti e informazioni non basta. Spesso, anzi, si ottiene l’effetto opposto, ovvero si rafforza il mito. 

Per far vacillare una credenza, in altre parole, non è sufficiente bombardarla di 'prove': il pensiero con cui ci si 'scontra' è selettivo, tende a cercare e a conservare ciò che conferma le proprie opinioni, ignorando o sottovalutando ciò che le contraddice. È quanto accade anche per le vaccinazioni. Che fare dunque? Tralasciare internet, ormai irrinunciabile mezzo di comunicazione, per informare sull’importanza delle vaccinazioni, rappresenta un’evidente miopia per la Sanità Pubblica, come anche per le aziende produttrici dei vaccini. Proprio per questo grazie a Società Italiana d’Igiene è nato nel Maggio 2013, il portale VaccinarSì (www.vaccinarsi.org), che rappresenta un vero e proprio programma complesso di comunicazione sulle vaccinazioni, rivolto alle famiglie e gli operatori sanitari. 

Un portale web, senza aree riservate, di facile accesso (con tre clic si raggiunge ogni sezione), fornito di Blog, forum, profilo Facebook e Twitter, rivolto a tutti gli operatori sanitari coinvolti nell’attività vaccinale, ma soprattutto alla popolazione in potenziale età genitoriale. Più di 500.000 accessi e 1 milione di pagine consultate nel primo anno di attività, testimoniano l’apprezzamento che il programma ha avuto nel panorama italiano e ci sollecitano a continuare in questa direzione; ora il sito si attesta intorno alle 800.000 visite annue con una media di 2.500 accessi quotidiani. Vi è comunque la necessità di una campagna informativa sulle malattie prevenibili per cui la popolazione e anche il personale sanitario hanno perso la percezione del rischio. Deve essere fatto uno sforzo a livello centrale e regionale per portare in luce i casi che quotidianamente avrebbero potuto essere evitati se fossero state utilizzate le vaccinazioni disponibili. Infine dovrebbe essere fatto uno sforzo di formazione del personale sanitario su un adeguato counselling (Fonte: Center for Disease Control, Atlanta USA). 

Si tratta di un’abilità che dovrebbe essere comune a tutto il personale ma che è particolarmente importante in un settore come quello vaccinale, dove l’intervento sanitario è offerto a popolazione sana, nella quale il timore per le reazioni avverse ai vaccini è fortemente influenzato da informazioni spesso fuorvianti diffuse da vari mezzi di comunicazione. Un primo obiettivo è quello di imparare ad impostare un colloquio nel quale aumenti il tempo di ascolto per far emergere i dubbi e le eventuali informazioni distorte, manifestando un atteggiamento che tenda a creare una reciproca fiducia. 

Già l’ascolto di una registrazione dei propri colloqui potrebbe essere un efficace metodo di autovalutazione per rendersi conto di quanto si parla e di quanto poco si ascolta. Successivamente si acquisisce la consapevolezza che la scelta - della vaccinazione - è una decisione dell’assistito, che giunge all’obiettivo condiviso con l’operatore sanitario: anche nei casi più resistenti va offerta una azione di sostegno per facilitare la decisione, valorizzando le risorse dell’assistito, curandosi più del mantenimento della relazione professionale che del conseguimento immediato del risultato 'vaccinazione'. Concludendo, ritengo fondamentale che i rappresentanti dei mass-media facciano rete con gli operatori sanitari e che − per un fenomeno tipicamente umano, e favorito dai mezzi comunicativi dell’attuale società – si crei una fitta rete di messaggi positivi e significativi sulle vaccinazioni, affinché si riesca ad aiutare il pensiero critico della nostra popolazione.

Prodi a briglie sciolte contro Renzi: ti dico perché Grillo è meglio di te

Prodi e quell'avviso a Renzi: "Occhio basta davvero poco"




Romano Prodi dal suo ufficio di Bologna commenta il risultato elettorale. Il padre fondatore del Pd non ha dubbi: bisogna cambiare politiche non solo i politici. Parlando a Repubblica spiega che cosa sta succedendo ai partiti e alla politica, più in generale alla classe dirigente. Dice che il problema è che “alle grandi forze politiche nazionali manca un’interpretazione della storia e del presente”.  Il nodo è appunto, quello di cambiare la politica perché il politico “cambiato invecchia anche in un paio di anni.. C'è sempre un'usura, e corre veloce. La mancanza di risposte efficaci logora. E al momento si sente la mancanza di risposte che affrontino il problema delle paure e delle cause reali delle paure". Prodi sottolinea come non esista un progetto per uscire dalla crisi e che la personalizzazione della politica sia la prima risposta alla crisi. “La gente vota i politici perché spera che cambino le cose, la personalizzazione è un riflesso. Infatti in queste elezioni hanno vinto dei volti sconosciuti. La personalizzazione non regge se non cambia le cose, o non dà almeno la speranza concreta di poterle cambiare".

La ragione del successo - L’ex premier si sofferma anche sulle ragioni della vittoria dei Cinque Stelle, spiega che "Hanno risposte emotive e confuse, semplici motti specifici su angosce specifiche, via gli immigrati, punire le banche, ma neanche una riga che spieghi come potrebbero fare. Ma il loro vantaggio è un altro: sanno adattarsi alle paure. Questi movimenti nascono in genere molto di parte, orientati, partigiani. Hanno un certo successo poi si fermano, perché le loro soluzioni mostrano un limite ideologico. E allora si allargano da destra a sinistra e da sinistra a destra”. Insomma  i grillini hanno capito “che bisogna cavalcare la protesta, non una protesta”. Cita la posizione dei grillini rispetto all’immigrazione: il fatto di non avere una posizione precisa fa sì che le loro prese di posizione possano essere interpretate sia in senso di destra che di sinistra.

Santanché-Sallusti, guerra totale tra ex: ecco perché (e per chi) ora si scannano

Santanché-Sallusti, guerra tra ex: ecco perché si scannano



Guerra tra ex. Loro sono il direttore de Il Giornale Alessandro Sallusti e l'onorevole Daniela Santanchè. Al centro della contesa, scrive il settimanale Diva e Donna, ci sarebbe Mia, il beagle che la coppia aveva preso insieme, prima che le loro strade si separassero. Entrambi sono legatissimi al cagnolino che però, al momento, resta a casa con Sallusti, anche se Santanchè lo reclama.

Daniela adesso sta con Dimitri, ex marito dell'amica Patrizia D'Asburgo Lorena, anch'ella proprietaria di un cagnolino di nome Aristotele Onassis. Patrizia, di recente, è stata fotografata a spasso con Sallusti. 

Occhio, Renzi ha già tutto pronto: il (clamoroso) "discorso agli italiani"

Matteo Renzi ha già tutto pronto: le parole dopo il referendum



"Resta pure ancorato alla poltrona, caro Matteo, che ti cuciniamo a fuoco lento". Usa l'arma dell'ironia Renato Brunetta per commentare l'ultimo "ribaltone" di Matteo Renzi. Secondo quanto scrive Repubblica, il premier starebbe pensando a una retromarcia sul referendum costituzionale di ottobre: dopo settimane di campagna per il sì al grido "se le riforme non passano, mi dimetto", Renzi già scottato dal tracollo elettorale delle Comunali vorrebbe ora "valutare con calma" le conseguenze di una eventuale vittoria del fronte del no. Niente dimissioni, niente addio alla politica di fronte a un "passaggio importante per il futuro del Paese". I virgolettati sarebbero, secondo Repubblica, il succo di un discorso che Renzi starebbe mettendo a punto proprio in queste ore, anche per "spersonalizzare" la sfida referendaria. Scelta dettata dagli ultimi, tragici numeri di Pd e governo, ma che suona surreale visto che a personalizzare il voto in chiave plebiscito pro o contro Renzi era stato lo stesso segretario-premier. 

Brunetta: "Addio spocchia" - "Fino a qualche settimana fa era sicuro di vincere e trasudava spocchia e certezze - commenta Brunetta, capogruppo di Forza Italia alla Camera -. Adesso, dopo la storica scoppola subita alle amministrative, raccontano i retroscena, il presidente del Consiglio mai eletto sarebbe pronto ad un piano B in caso di sconfitta al referendum costituzionale di ottobre, starebbe insomma pensando ad un incredibile dietrofront per tentare di salvare capra e cavoli. Se vince il No, non mi dimetto, sarebbe pronto ad annunciare Renzi. E ti pareva… diciamo noi".

D'Alema, Rossi e veleni Pd - Se Massimo D'Alema, con un bel po' di perfidia, ha ammesso che voterà no al referendum ma che chiederebbe a Renzi di restare al suo posto, è Enrico Rossi, governatore della Toscana e possibile prossimo segretario del Pd, a fornire un assist meno malizioso al premier. "Questo fatto che in politica tutto si gioca sul piano personale, mi pare che ci sta tornando, se lo posso dire in toscano, a gola. La politica deve ridiventare confronto, dibattito democratico. C'è bisogno dei leader e anche di strutturare e partiti che abbiano al proprio interno momenti di approfondimento, di analisi, ma dove poi la sintesi finale produce qualcosa di meglio che non alzarsi e dire, ho tutte le risposte io".

BAMBOLA IRLANDESE L'Italia 2 di Conte fa flop Così la Spagna ci asfalta

Europei, Italia-Irlanda: il commento in diretta degli azzurri


di Claudio Brigliadori
@Piadinamilanese



Mettiamola così: questa partita non contava. L'Italia perde 1-0 la terza, ininfluente partita degli Europei: gode l'Irlanda , che si qualifica come terza, ripescata. Il Belgio batte la Svezia e si conferma secondo, ma agli ottavi sulla carta avrà un'avversaria molto più morbida di quella degli azzurri, primi nel girone E: per noi la Spagna, per loro l'Ungheria. A Lilla è andata in scena un azzurro più che sbiadito: come contro la Svezia, giochiamo male e creiamo poco, ma subiamo qualcosa in più dietro. Differenze: si giocava con 2 soli titolari (Barzagli e Chiellini) e contro una squadra con il coltello tra i denti. Se il ct Antonio Conte chiedeva motivazioni e idee chiare sarà rimasto deluso: l'unico giocatore che potrebbe aspirare a un ruolo da titolare (o magari primo cambio) è Insigne, entrato peraltro a 20' dalla fine. Poco per promuoverlo, nonostante la brillantezza, ma nel grigiore generale il napoletano spicca. E non è un buon segnale.

93' - È finita senza sussulti: una brutta Italia perde 1-0, resta prima nel girone e giocherà gli ottavi contro la Spagna. Belgio secondo contro l'Ungheria. Ripescata anche l'Irlanda, terza, che giocherà contro la Francia. 

84' - GOL DELL'IRLANDA. Cross dalla destra e Brady si inserisce di testa tra Bonucci e Sirigu: 1-0 meritato. Minuto cruciale: nell'altra partita del girone segna anche il Belgio (1-0 alla Svezia) e in questo momento la squadra di O'Neill passa come terza.

83' - Sirigu ci salva: Bonucci perde un pallone criminale al limite, Hoolahan davanti al portiere del Psg gli tira in bocca e Walterino para in due tempi. 

81' - Dentro El Shaarawy per De Sciglio: all'arrembaggio?

77' - PALO DI INSIGNE! Che numero del napoletano: galoppata in slalom dalla trequarti, finte dal limite e tiro liftato alla sinistra di Randolph. Jellato.

76' - L'Irlanda tenta il tutto per tutto: dopo McGeady dentro Hoolahan per un 4-3-3 iper-offensivo. 

72' - Dentro Insigne per Immobile: Conte in queste tre partite ha schierato tutti gli azzurri a parte il terzo portiere Marchetti ed El Shaarawy. La maledizione del Faraone?

65' - A mancare all'appello sono i centrocampisti centrali. Sturaro, Motta e Florenzi non stanno dando verticalità: pochi inserimenti, troppo schiacciati a ridosso della nostro area e lontani da quella irlandese. E così i lanci (approssimativi) per le punte partono tutti dalla difesa. 

57' - Bernardeschi non ne ha azzeccata una. Perché non spostare De Sciglio a destra e inserire El Shaarawy a sinistra? Invece entra Darmian. 

56' - Momenti di follia nell'area azzurra. Murphy da sinistra mette in mezzo, Sirigu respinge centrale, Motta gioca con calma la palla. Troppa, perché serve Coleman ma il suo tiro viene ribattuto. 

53' - Consiglio a Conte: togliere Bonucci! Lo juventino diffidato rischia di beccarsi un'ammonizione suicida per un'entrata da dietro su McClean. L'arbitro è un animo gentile, ma perché rischiare?

52' - Zaza! Cross a rientrare di De Sciglio, girata al volo dello juventino poco oltre la traversa. C'è vita oltre la linea di centrocampo.

Inizio secondo tempo - Nessun cambio, stesso copione. 

Fine primo tempo - Pochissime occasioni da gol, Italia grigiotta un po' come contro la Svezia. La buona notizia è che questa sera non ci giochiamo nulla e soprattutto in campo ci sono solo 2 titolari. La cattiva è che se Conte sperava di trovare valide alternative dalla panchina, siamo in alto mare.

45' - Fine primo tempo: 0-0, potete prendere fiato dopo 45 minuti di fuochi d'artificio.

43' - Neanche il tempo di festeggiare e rischiamo grosso: Bernadeschi spinge con il braccio McClean in area. Dubbio malizioso: vuoi vedere che contro la Spagna ci avrebbero fischiato rigore contro?

42' - Urca, primo tiro italiano! La palla arriva a Immobile e gran destro dai 20 metri: fuori di poco. 

38' - Scaramuccia tra Long e Sirigu: se l'erano giurata da qualche minuto, si beccano un giallo a testa.

34' - Il famoso tiki taka dell'Irlanda: 63% di possesso palla. Sì, ci stiamo allenando per la Spagna. 

31' - Ancora Murphy da due passi (ma decentrato) non inquadra la porta. 

30' - Serie di scivoloni e rimpalli, De Sciglio salva in angolo a due passi da Sirigu. Brivido.

22' - Fin qui male l'Italia "B": meno granitici dietro, lenti e imprecisi nelle ripartenze. Zaza e Immobile praticamente non pervenuti.

20' - L'abbiamo chiamata, ecco la prima emozione: gran parata di Sirigu su colpo di testa (centrale) di Murphy.

19' - Finora le uniche emozioni a Lilla vengono dai tifosi irlandesi sugli spalti: grandi cori e ottime birre.

13' - Partita divertente, ma ancora nessuna mèta. Ah, non è il Sei Nazioni di rugby?

9' - Hendrick picchia anche da fuori: gran sinistro, sfiora il palo.

6' - Occhio, questi picchiano: entrata assassina di Hendrick sul povero Florenzi.

5' - Irlanda molto aggressiva, difesa azzurra un po' in impaccio.

3' - Solito spartito: grandi sventagliate e cambi di campo a trovare gli esterni.

1' - Partiti. Contate i secondi che separano il fischio d'inizio dell'arbitro dal primo urlaccio di Conte.

Le formazioni - Italia (3-5-2) Sirigu; Barzagli, Bonucci, Ogbonna; Bernardeschi, Sturaro, Thiago Motta, Florenzi, De Sciglio; Zaza, Immobile. Irlanda (4-4-1-1) Randolph; Coleman, Duffy, Keogh, Ward; Hendrick, McClean, McCarthy, Murphy; Brady; Long. 

mercoledì 22 giugno 2016

La Scuola Politica della Diocesi a Casa Don Diana

Sabato 25 Giugno 2016, a Casal di Principe, incontro con Mons. Spinillo su Solidarietà civile e Riscatto del Territorio


a cura di Gaetano Daniele

Casa Don Diana

Eupolis, la Scuola di Formazione all’Impegno Sociale e Politico della Diocesi di Aversa, traccia un bilancio del sull'anno formativo che volge al termine e lo fa nel significativo contesto di Casa don Diana, a Casal di Principe (Via Urano). Sabato 25 Giugno 2016 alle ore 9.30, infatti, il bene confiscato alla camorra ospiterà un’interessante occasione di confronto sul tema "Solidarietà civile e riscatto del territorio". Moderatore dell’evento sarà Pasquale Arciprete, Direttore di Eupolis.

Mons. Angelo Spinillo, Vescovo di Aversa e Vice-Presidente della CEI, aprirà la giornata offrendo una riflessione sul tema dell'impegno civile della Chiesa nell'anno della misericordia. Nell’ambito del resoconto annuale della Scuola Politica, si passerà dalla verifica alla proposta grazie alle presentazioni, da parte dei relativi coordinatori, delle attività svolte dai laboratori di Eupolis, e attraverso il confronto con esperti, testimoni, e alcuni sindaci del territorio.

Ecco nel dettaglio le personalità che interverranno all’incontro di sabato prossimo: Emanuele D’Alterio, Coordinatore LexLAB di Eupolis; Tommaso Di Nardo, Coordinatore ImpreLAB di Eupolis; Genoveffo Pirozzi, Coordinatore CiviLAB di Eupolis; Venanzio Carpentieri, Sindaco di Melito di Napoli; Pietro Chiacchio, Sindaco di Grumno Nevano; Renato Natale, Sindaco di Casal di Principe; Antonio Poziello, Sindaco di Giugliano in Campania; Andrea Salvini, Professore di Sociologia dell’Università di Pisa; Valerio Taglione, Comitato don Diana.